Ho ripreso tra le mani il bel libro di Valeria Giardino e Mario Piazza, Senza Parole (Bompiani, Milano 2008): visto che tra non molto nel corso dovrò introdurre il tema della multimedialità, una serie di osservazioni preliminari sul rapporto tra scrittura ed immagini è indispensabile. In sintesi la tesi essenziale, assolutamente condivisibile, è che "il pensiero umano attiva costantemente un sistema di rappresentazioni eterogenee interagenti fra loro, visive o spaziali, linguistiche. [...] Questa continua e complessa interazione tra figurale e linguistico, che va posta al centro di ogni indagine sul ruolo cognitivo delle immagini, è stata generalmente oscurata dalla logica e da buona parte della filosofia del Novecento, che hanno a loro modo celebrato l'idea che il ragionamento umano dipende fortemente dal linguaggio" (pp. 30-31). Esemplare in tal senso è l'analisi fatta dagli autori in relazione alle dimostrazioni geometriche: "La peculiarità delle dimostrazioni visive non è data né dall'azzeramento di una mediazione discorsiva, né dal dal carattere sinottico dell'immagine, ma dal loro statuto cognitivamente ibrido che fa intrecciare il processo di scoperta e quello di giustificazione" (p. 69).
Sarebbe inoltre di grande interesse riprendere tanto il discorso sulle mappe (cap. 2, pp. 35-60), quanto la proposta tassonomica legata a quattro tipologie di immagini (esempio, mappa, tassonomia, esperimento) a cui corrispondono specifiche funzioni/obiettivo (stabilizzare, spiegare, unificare, sperimentare) (p. 107).
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