Per le studentesse e gli studenti che vorrebbero chiedermi la tesi
Ho seguito e sto seguendo molte tesi, sarei tentato di dire troppe, dal momento che vorrei seguirle con attenzione e cura maggiore di quanto mi riesca. Viste le esperienze accumulate in questi anni, piuttosto che ripetere in modo frammentario ed incompleto quanto mi capita di dire a chi bussa alla porta del mio studio, provo a scrivere tutto in un paio di post. Procedo per punti: a costo di essere schematico vorrei evitare qualsiasi fraintendimento…
1. Il primo e fondamentale punto consiste nella lettura di un brevissimo scritto di Italo Mancini, intitolato Lettera a un laureando disponibile on line all’indirizzo http://www.uniurb.it/scirel/biblioteca/guida.pdf.
2. La lettura del breve testo di Italo Mancini non serve tanto a dare indicazioni tecniche su come realizzare una tesi di laurea (il modo di realizzare citazioni e bibliografie è cambiato…), quanto a suggerire, sia pure con un linguaggio che le potrà sembrare desueto, il senso della realizzazione di una tesi. Per quanto possa apparire banale o retorico la realizzazione di una tesi è un lavoro impegnativo che la vede come protagonista di un percorso che non consiste nel semplice riassunto di qualche testo frettolosamente letto e parafrasato.
3. La realizzazione di una tesi implica quindi l’individuazione di un ambito di lavoro, di un problema su cui raccogliere dati che sono da rielaborare. Le chiedo un atteggiamento attivo e partecipe: mi rendo conto che tale prospettiva possa non entusiasmare chi vede il lavoro della tesi come l’ultimo ostacolo burocratico di un percorso percepito in maniera riduttiva senza comprendere che la professionalità di chi insegna richiede visioni e strumentazioni adeguate.
4. Chiedere la tesi ad un docente implica averlo scelto e questo dovrebbe presupporre aver frequentato i suoi corsi, aver partecipato attivamente alle sue lezioni, aver posto questioni e discusso sui temi della sue discipline. Detto altrimenti ed in modo più crudo: eviti di chiedere di essere seguita per la realizzazione della tesi inviando una mail (le posso assicurare che mi è successo) o di fermare i docenti nei corridoi per la medesima richiesta (le posso assicurare che mi è successo anche questo…). Esistono gli orari di ricevimento…. Li usi!
5. Un ulteriore consiglio: è meglio che eviti di presentarsi usando espressioni del tipo “mi devo laureare tra 6 mesi”. Espressioni del genere mostrano una scarsa capacità di organizzare i propri impegni e fanno nascere una serie di dubbi facilmente intuibili. La laurea verrà dopo aver realizzato un lavoro che soddisfi, in maniera almeno minima, una serie di requisiti.
6. Ultimo consiglio (per questo post): si presenti con delle proposte di lavoro. Lei sarà l’autore/l’autrice della tesi, come può lavorare su un tema che non la interessa, che non la coinvolge e che non ha ricadute sulle sue future pratiche professionali?
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