sabato 26 ottobre 2013

Domande per il corso di metodologia del gioco e dell'animazione - secondo gruppo

Pubblico, con dei minimi aggiustamenti, le domande che avete inserito come commenti nell'apposito post. Il mio ringraziamento va a a tutti voi ma un ringraziamento particolare lo devo a Lucia Parente, Francesca D'Aloia e Chiara Cicchese per aver raccolto i vostri commenti/domande, averle ordinate e confrontate e avermele inviate.

1. In Homo Ludens, cosa afferma Huizinga riguardo il gioco?
2. Nel gioco possono coesistere saggezza e follia?
3. E’ possibile parlare di serietà all'interno di un contesto ludico? Fino a che punto può essere utilizzata la razionalità nel gioco?
4. [3] Possiamo parlare di razionalità in riferimento al gioco?
5. Quali sono state le ipotesi sostenute nel corso degli anni riguardo la natura e il significato del gioco?
6. Cosa si intende con l’affermazione “la civiltà è un gioco”?
7. Qual è la tesi di Huizinga riguardo al gioco ripresa da Umberto Eco nell’introduzione?
8. Il gioco è un’ attività prettamente umana?
9. Il gioco è solitamente visto come un momento ludico più che educativo. In che modo e con quali mezzi possiamo aumentare la valenza educativa del gioco, inteso come reale apprendimento?
10. Che cosa intende Huizinga quando parla del gioco come allenamento all’autocontrollo?
11. Perché il gioco da Huizinga è considerato “evacuazione di istinti nocivi”?
12. Come in base alla società, l’esercizio preparatorio ha sviluppato le sue tesi e come sono state applicate sotto forma di gioco?
13. Partendo dalla tua personale definizione di gioco trovi delle analogie  con quella proposta da Huizinga?
14. Cosa intende Huizinga quando parla del gioco come imitazione?
15. [14] In che senso parliamo di imitazione in riferimento al gioco?
16. Quali e quanti significati sono stati ipotizzati per il termine gioco?
17. Cos’è il gioco? Quali funzioni ha?
18. [12] In che modo Huizinga intende il gioco come esercizio preparatorio?
19. In relazione alla concezione ludocentrica di Huizinga che senso danno gli uomini al gioco?
20. Il gioco è sempre divertimento, svago, sorrisi e collaborazione o può, come fu per la sfida tra un russo e uno statunitense, trasformarsi in un vero e proprio scontro tra due o più nazioni?
21. Perché molto spesso pensiamo al gioco in maniera stereotipata?
22. [4] In Homo Ludens Huizinga come considera il binomio gioco-razionalità?
23. Quali vantaggi vengono dal gioco comncepito come imitazione di qualcuno o di qualcosa?
24. Cosa intende Huizinga per razionalità quando dice che gli animali giocano?
25. Nella stesura del suo libro e quindi nell’elaborazione della sua teoria inerente al gioco, a chi si è ispirato o quali studi ha condotto Huizinga?
26. Secondo la concezione di Huizinga il gioco può essere inteso come un bisogno?
27. Perché spesso la funzione ludica è legata a fattori consolatori che inducono un soggetto a cercare appagamento nel gioco?
28. Cosa intende Huizinga quando parla del gioco come “superfluo delle forze vitali”?
29. Secondo Huizinga quali fattori spingono l’uomo al gioco?
30. Cosa intende Huizinga quando afferma che uno dei significati del gioco è il bisogno di causare e di essere capace di fare qualcosa? Quali esempi si possono fare?
31. In quale esempio il gioco, inteso come bisogno di rilassamento, assume anche funzione sociale?
32. All’interno del gioco, l’imitazione e l’esercizio preparatorio, possono essere affiancati? Se si in che modo?
33. [10] In merito alle ipotesi sulla natura e significato del gioco perché Huizinga parla del gioco come “allenamento all’autocontrollo”?
34. Quali tipologie di giochi possono far abbandonare la dimensione razionale?
35. Bambini, calciatori, scacchisti giocano con la massima serietà senza la minima tendenza a ridere?
36. Quali sono quegli aspetti che in un contesto di gioco diventano contemporaneamente accettabili e non si presentano in maniera oppositiva?
37. In che senso secondo Huizinga il gioco costituisce appagamento tramite una finzione di realtà inappagabili?
38. Secondo Huizinga il gioco è intessuto di ritmo e armonia. In che senso? Può avere il gioco un senso estetico?
39. Prendendo come presupposto che nel gioco si possono simulare realtà inappagabili, potremmo vedere in questo la polivalenza e l’universalità del gioco come strumento di apprendimento? 
40. Che rapporto tra le teorie di Huizinga e le analisi di Piaget?
41. Cosa intende Huizinga con il gioco come “funzione sociale”? Il gioco può avere riscontri in ambito linguistico?
42. Huizinga viene ricordato come uno storico: di che genere?
43. Come mai l’opposizione gioco-serietà non è stabile?
44. Quali sono quelle attività ludiche che da bambini risultano spontanee, mentre nella vita adulta assumono, in forme diverse, un certo grado di serietà?
45. Ci possono essere eventuali vantaggi e svantaggi nel bisogno di causare o essere capace di fare qualcosa?
46. Che funzione ha il giocattolo?
47. Nell’ipotesi sulla natura e significato del gioco di Huizinga, cosa intende quest’ultimo come bisogno di rilassamento individuale?
48. Perché il bambino prova piacere nell’avere la sensazione di vertigine provocata dal gioco?

Un particolare ringraziamento va:
Luciana Cannone, Giovanna Circelli, Francesca Frisenna, Mariangela Calabrese, Maria Basta, Francesca D’Aloia, Federica Monaco, Martina Ferrante, Carmen Iammarino, Filomena Facchiano, Letizia Guerrieri, Rossella Russo, Giovanna Paola Delia Perricone, Chiara Cicchese, Deborah Bassi, Alessia Caccavone, Fabiana Cinalli, Chiara Paglione, Angela Campofredano, Silvana Falcone, Rosapia Maria Barbato, Sara Lamelza, Michela Nobili, Nicoletta Moffa, Libera Martuccio, Carlo Gianquitto, Carmen Petrone, Marika Meffe, Marinella Castellitto, Maria Teresa De Cristofaro, Marina Gnerre, Chiara Ferrara, Caterina Fratangelo, Nadia Massafra, Federica De Michele, Linda Foschini, Monica Bornaschella, Tania Marinelli, Katia Tirabasso, Stefania Pirollo, Mariastella Panichella, Dalina Ndreca, Luigi Cimmino, Mariagrazia Petti, Lorenzo D’Ambrosio, Letizia Plescia, Alessandra Golia, Jessica Fatica, Michele Andrea Pio Totta, Concetta Palombo, Simona Di Chiro, Lucia Parente, Anonimo.

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