Quella che vi propongo è ormai
una attività tradizionale di questo corso: vi invito, come detto a
lezione, a narrare di uno dei tanti insegnanti che avete conosciuto.
Nella
vostra storia di studenti avete avuto modo di
incontrare e lavorare con una molteplicità di maestre/i, professoresse e
professori. Sono personalmente convinto, ma potrei argomentarlo, che
avete
elaborato a partire dalle vostre esperienze, in modo più o meno
consapevole,
una visione dell'insegnamento e che tale visione sia, come criterio
guida per
la vostra futura professione, molto più efficace ed incisiva di certe
forme di
conoscenza delle teorie/metodologie didattiche. Allora vi invito a
raccontare,
ripensando alle vostre esperienze di studenti, di quell'insegnante (non
importa
se l'incontro è avvenuto alle elementari o alle superiori) di cui
conservate
ancora oggi un ricordo positivo. Perché, tra i tanti conosciuti,
ricordate
proprio lui? Come insegnava? Certo si può apprendere, e talvolta in
maniera decisamente incisiva, anche da esperienze negative, ma se
possibile, vi invito ad essere positivi.
Visti
i tanti (potenziali) partecipanti mi raccomando di rispettare la
divisone proposta (quella basata sulla lettera iniziale del vostro
cognome).
Un ultimo suggerimento: se riuscite a pubblicare entro il 13 dicembre vi sarei grato.
Buona scrittura!
Nel corso della mia carriera scolastica ho avuto pochi insegnanti che hanno influito sulla mia formazione ma per questo compito ho scelto di raccontarvi questa esperienza didattica avvenuta in quinta elementare con la mia maestra di matematica e scienze della scuola primaria.
RispondiEliminaLei era una maestra paziente e sempre sorridente, insegnava la sua materia con semplicità e sicuramente anche con amore, cercava in ogni modo di farci capire e apprezzare la sua materia, nonostante non fosse facile, attraverso progetti, esperimenti e nozioni che potevamo applicare nella vita reale.
Mi ricordo che un giorno, nell'ora in cui spiegava scienze, portò in classe dei piccoli vasi di terracotta, decorati con i nostri nomi, con un po' di terriccio dentro e una vasta scelta di semi di fiori da piantare.
Il nostro compito consisteva nello scegliere il fiore che ci piaceva di più e piantarlo nel vaso con il nostro nome, per poi prendercene cura nel migliore dei modi ed osservare e annotare i vari cambiamenti che avvenivano nel corso del tempo.
Ovviamente questa esperienza, che io reputo un "esperimento educativo/didattico" era considerato dalla maestra come un vero e proprio compito, quindi veniva giudicato ed assegnato un voto.
In conclusione svolgere quel compito mi ha portato ad essere più autonoma, responsabile e motivata, anche al di fuori dell'ambito scolastico e quando un domani sarò un'insegnante vorrei riproporlo ai miei futuri alunni, sperando che anche in loro questo progetto susciti lo stesso entusiasmo che a quel tempo provai io.
MARTINA VENDITTI
prova inserimento commento
RispondiEliminaanonimo campobassano
Un ricordo speciale, del mio percorso scolastico,riguarda il professore di italiano avuto durante le superiori. Ricordo ancora il primo giorno di scuola in cui tutti noi eravamo spaventati e confusi, sapevamo già che il nostro professore sarebbe stato esigente perché chiedemmo informazioni ad
RispondiEliminaaltri studenti; appena entrò in classe rimanemmo tutti in silenzio, lo osservammo incuriositi dal suo modo di camminare e di poggiare la sua cartella marrone a terra a fianco alla cattedra, una volta seduto ci guardò uno ad uno e disse : ‘’allora? avete visto un fantasma?’’. Di lui ho sempre apprezzato il fatto di riuscire a strappare un sorriso durante la lezione, il ricondurre alla realtà dei nostri giorni questioni affrontate secoli prima da poeti,scrittori e filosofi facendo riferimento alla vita di ognuno di noi; ho apprezzato inoltre la sua grande attenzione verso i romanzi e verso il continuo ricercare informazioni su ciò che succede ogni giorno in questo mondo,di cui tutti noi facciamo parte. Nonostante fosse molto esigente e talvolta severo, è riuscito ad entrare nel mondo di noi studenti, è riuscito ad ottenere la nostra attenzione e in ogni lezione ha saputo coinvolgere semplicemente parlando, ha trovato la chiave per rendere interessante qualsiasi argomento facendoci capire l’importanza che aveva anche nella vita quotidiana di ognuno di noi.
MARY SANTORO
La scuola riserva un bagaglio di esperienze che ognuno custodirà con amore per tutta la vita. I professori incontrati dalle elementari alle superiori sono stati tanti e ricordo ognuno di loro per un particolare motivo. Ma, l'insegnante che mi ha lasciato un ricordo indelebile è stata la maestra della primina, in quanto, è stata la prima insegnante che mi ha accolto nel mondo della scuola e, quindi, la persona che mi ha accompagnato e affiancato nell'inizio di questo nuovo viaggio.
RispondiEliminaNonostante la mia tenera età, ho un ricordo nitido dei giorni di scuola con lei, perchè ci ha insegnato i valori e il rispetto, ci responsabilizzava e ci premiava e lo ha fatto nel modo più naturale e semplice possibile.
La maestra riusciva ad essere empatica e amorevole con tutti noi e questo non faceva altro che aumentare il desiderio di tornare a scuola per apprendere e conoscere nuove cose da lei e con lei.
Ringrazio tanto di averla incontrata perchè il suo modo di insegnare mi ha permesso di crescere col desiderio di imparare sempre cose nuove e di andare a scuola con piacere.
Grazie ai social sono riuscita a ritrovarla e ancora oggi ci sentiamo!
Credo che per un'insegnante, essere apprezzata a distanza di anni da un proprio studente, sia uno delle soddisfazioni personali più belle!
Mi auguro di diventare un'insegnante come lei, che rimane nel piacevole ricordo dei bambini (poi adulti) per sempre!
SARA TIZZANO
Grazie degli interventi!
RispondiEliminafb
Durante il mio percorso scolastico, presso il liceo scientifico, tra tutti i professori che ho conosciuto, ho instaurato un rapporto molto profondo con la mia professoressa di italiano la quale mi ha formata e soprattutto ha reso la sua materia sempre bella e affascinante da studiare. Lei per me è stata una donna, mamma, un esempio di vita da seguire, severa ma giusta.
RispondiEliminaFin da subito ha saputo catturare l’ attenzione della classe, dal primo all’ultimo anno delle superiori, proponendoci sempre, oltre che tanti compiti e assegni infiniti da fare, con interrogazioni settimanali, anche attività didattiche alternative.
Personalmente con il suo modo di insegnare mi ha fatto amare la sua materia, che tutti dovrebbero studiare con il cuore perché è la nostra lingua madre.
Solitamente al liceo scientifico si iscrive chi vuole studiare la matematica ed è propenso ad una carriera scientifica infatti in questa scuola c’è sempre un gruppo di alunni che reputa la matematica più importante dell’italiano, ma la mia professoressa, con la sua disinvoltura ,riusciva ad attirare l’attenzione di tutti i suoi alunni e spesso , come nel mio caso, a far cambiare idea.
La professoressa proponeva delle lezioni alternative come ad esempio la realizzazione di documenti multimediali per l'esposizione di un argomento essendo la mia classe sperimentale. Oltre alla sua preparazione, di lei mi ha colpito il suo modo di fare, dopo tante ore di informatica e matematica la sua lezione risultava davvero piacevole. Le interrogazioni non venivano vissute come momenti di ansia , a volte la professoressa entrava in classe e con delle domande sugli argomenti studiati ci dava delle valutazioni positive che andava a sommare all’interrogazione ufficiale, settimanalmente. Anche quando era previsto un compito in classe la professoressa ci faceva esercitare dedicandoci le sue ore di lezione. Sebbene volesse farci credere che amasse tutte le correnti letterarie e gli autori, riuscivamo perfettamente a distinguere le sue preferenze dalle sue spiegazioni cariche di passione per la sua materia.
Grazie alla mia insegnante infatti ho capito che è sicuramente importante l'argomento spiegato, ma soprattutto il modo in cui esso viene presentato. Quando avevamo due o tre ore ci concedeva 10 minuti di pausa per fare in modo che non perdessimo la concentrazione. Oltre al rapporto docente-alunno lei per me è stata come una seconda mamma, mi ha guidata verso la scelta universitaria ed è la mia fonte d’ispirazione per questo mio percorso universitario.
Ha sempre creduto in ogni suo singolo alunno, non ha mai fatto distinzioni tra noi, eravamo tutti uguali. Grazie a lei ho riscoperto la mia passione per l’italiano, l’importanza dei testi che hanno formato il patrimonio culturale. Questo, per quanto mi riguarda, è quello che vorrei trasmettere ai miei futuri alunni: non fermarsi mai all'apparenza e scavare sempre nell'interiorità di ognuno; riuscire a dialogare senza alcuna barriera e infine dare molta importanza alle passioni dei propri alunni; riuscire a trasmettere oltre che la materia anche dei valori che possano servire nella vita quotidiana.
Romano Luisa
Durante il mio percorso scolastico ho avuto la fortuna di incontrare professori che hanno contribuito alla mia formazione con i loro lati positivi ma anche negativi hanno lasciato un bel ricordo. Piacevolmente ricordo la mia professoressa di latino e storia avuta solo gli ultimi due anni delle superiori. È una donna giovane, sorridente e solare che sa stare dietro la cattedra, che sa come guidare una classe ma ha anche la capacità di mettersi nei panni di chi ha di fronte e capire quelle che sono le esigenze dei ragazzi, soprattutto durante il periodo della pandemia dove ci ha visti un po’ spaesati. È così difficile a volte capire cosa vogliono gli alunni, cosa cercano, cosa pensano; ma lei nonostante l’essere insegnante ha saputo capire le nostre necessità.
RispondiEliminaMostrava sempre quel suo lato bello, dolce e disponibile; ma quando era necessario mostrava quel suo lato severo e autoritario. Le sue lezioni non erano pesanti: anche le parti più difficili da comprendere di un argomento diventavano semplici e piacevoli da studiare. È appassionata del suo lavoro e cerca il modo di farci capire con parole semplici i concetti di ogni argomento. Non è mai stata tanto legata ai paragrafi “accessori” ma voleva che arrivassimo a capire tutti cosa ci fosse di fondamentale e importante nelle pagine dei nostri libri.
Sapeva perfettamente come farsi capire e rispettare, sarà (forse) anche per la sua giovane età? È sempre stato così disponibile e contenta di parlare con noi, del più e del meno, abbiamo affrontato problemi di vita quotidiana, ha saputo darci consigli e guidarci in quelle che sono state le nostre difficoltà. Ad oggi è difficile incontrare dei professori preparati e che allo stesso tempo capiscano i bisogni di un alunno, ecco perché confido in professori sempre più preparati anche su questo punto di vista e che ci aiutino in quello che è il nostro percorso verso il futuro.
Zoppicante Sara
Durante il mio percorso scolastico,al 3⁰ anno di superiore ho instaurato con la mia professoressa di italiano un rapporto fantastico, lei era una prof. molto simpatica,bella da quesi suoi capelli biondi e quel suo stile di vestirti che io amavo, ci spiegava l'italiano con passione, spiegava le poesie affacciandosi alla finestra e immaginando lei stessa ciò che raccontava e questa cosa mi affascinava molto,mi avvicinava sempre di più ad amare la sua materia, ci dava spazio in tutto e non ci faceva mai pesare una prova scritta o una orale.
RispondiEliminaMi è rimasta particolarmente impressa perché oltre ad essere una prof. adorabile era anche per me una seconda mamma,una confidente,una complice ed una aiutante.
Questa cose nella vita non capitano spesso,molte volte ci si ritrova ad avere il timore di un prof. a non avere una conversazione reciproca, ci si ritrova spesso ad avere odio in confronto di una persona più grande di te che vuole semplicemente insegnarti cose nuove che probabilmente non sai..
Mi ritengo molto fortunata per la mia fantastica esperienza,ho avuto con me questa prof per ben 3 anni e anche il giorno del mio esame lei era sempre con me e mi ha sostenuta fino alla fine,ricordo che io all'esame di maturità parlavo con gli altri prof.e sentivo lei sotto la mia voce che diceva "floriana vai non farti prendere dall'ansia, io ti aiuto,vai che tu sei brava".
Queste cose rimangono impresse,e ringrazierò sempre l'ambito della scuola perché nel bene e soprattutto nel male ,impari molte cose.
Nel corso dei miei anni di studio ho avuto l'onore di conoscere molti insegnanti, che in qualche modo hanno lasciato un segno positivo, ma anche negativo. Senz’altro colui, che ha catturato la mia attenzione con il suo approccio severo, ma nel contempo giusto, è stato il mio professore di chimica e biologia degli ultimi due anni di liceo. Non c’era verso di capire tale materia, ma con il suo modo si è semplicemente contraddistinto. Il suo era un metodo speciale, basato soprattutto sull'ascolto e la scrittura, non era necessario acquistare alcun libro, dovevamo solo ascoltare, dettava e successivamente analizzavamo insieme ogni singola parola ed inoltre sosteneva, che bisognava averne cura di quel quaderno, in quanto oggetto molto prezioso perché è da lì che dovevamo studiare. La cosa più complicata da fare era stare costantemente attenti, poiché ad un certo punto interrompeva la lezione e se ci beccava distratti, ci dava compiti difficilissimi da svolgere e da consegnare entro un’ora. Ma il bello delle sue lezioni era appunto che non ci si annoiava mai. Con il suo modo severo-scherzoso, tra una battuta e l’altra era in grado di imprimere nella mente l'argomento trattato, a casa solo un ripasso e via! Anche durante i compiti in classe dettava le tracce, perché diceva che scrivendo avremmo già capito di cosa si trattasse, se qualche alunno era in difficoltà, il prof in tutti modi cercava di aiutarlo per raggiungere l'obiettivo, ovvero la comprensione dell'argomento. Era una persona apparentemente severa, ma in realtà era dolce, genuina , piena di talento. Si percepiva l'amore, la dedizione e la passione per l'insegnamento. Credo e spero vivamente un giorno di poter insegnare proprio come lui, e che ai miei alunni in un futuro prossimo riesca a lasciare un segno proprio come lui ha fatto con me, mi ha insegnato che saper ascoltare a volte è la miglior strada da imboccare senza alcune scorciatoie. Ebbene si, sono stati sicuramente i miei due anni preferiti del mio percorso di studi , anni di apprendimento e di acquisizione di autostima, ha saputo motivarci , sostenerci. Ci diceva di non mollare mai! Il suo motto che è diventato anche il mio é: "nulla è impossibile da fare, ci si prova mille volte finché non si arriva alla destinazione prefissata".
RispondiEliminaTavoletta Vincenza
Carissimo professore, la ringrazio perché ci ha dato la possibilità di fermarci un attimo per fare memoria, narrando noi stessi attraverso la descrizione di un insegnante di cui conserviamo un ricordo positivo!
RispondiEliminaIl mio ricordo risale alla fine del primo anno di scuola primaria ed in particolar modo alla mia dolce maestra di italiano, Rosalba Cavallo; l’unica maestra di cui ricordo per intero nome e cognome! Una donna bellissima, dolce.
Alla fine dell’ultimo giorno di scuola, tornai a casa piangendo perché pensavo che non l’avrei più rivista, probabilmente percepivo quella donna come mio punto di riferimento tanto da non volerla perdere. Il giorno della consegna delle schede, mia madre raccontò alla maestra di questa mia reazione, lei commossa mi fece sedere sulle sue gambe e mi tranquillizzò, come solo lei sapeva fare, donandomi sicurezza e serenità. È questo l’atteggiamento che un educatore dovrebbe avere nei confronti di un bambino, accoglierlo dolcemente fra le sue braccia, accoglierlo nelle sue fragilità e potenzialità e condurlo alla realizzazione della sua autonomia, sia fisica che psicologica, non necessariamente nozionistica, spingerlo verso il saper essere!
Rachele Strusi
Il percorso scolastico è fondamentale, nella vita di ognuno. Lo è soprattutto per la formazione dell’essere umano che si è e di diventa nel tempo, anche grazie ad esso, e per la formazione degli abitanti della Terra, quali siamo. Essere un’insegnante non è un lavoro qualsiasi, richiede grande sensibilità e rispetto verso il prossimo, comporta una grande responsabilità sociale e credo che appartenga alla categoria di alcuni lavori che non si possano definire tali ma piuttosto delle vocazioni, e l’insegnamento credo sia proprio tra questi. È un’idea che mi sono fatta anche sulla mia pelle: avere insegnanti che riversano i propri problemi personali sui discenti può avere conseguenze devastanti, per chi subisce. Un esempio positivo che ricordo con affetto è la mia maestra di italiano delle elementari: non era solo un’insegnante, “non faceva quello di lavoro”, lei era una maestra di vita. Quando io facevo le elementari, parlo di 25 anni fa circa, non c’erano gli ausili tecnologici di oggi ma avevamo a disposizione un quaderno, una penna, la spiegazione dell’insegnante alla lavagna, non avevamo bisogno di altro, era tutto lì il nostro mondo. Ricordo le ricerche che ci assegnava -fatte sull’enciclopedia cartacea-, l’Inno d’Italia, Bella ciao, Tutta mia la città, ecc. che ci faceva ascoltare in musicassetta e la sua voce che spiegava e catturava la mia attenzione senza bisogno di altro. Ricordo la passione e il trasporto che metteva in quello che faceva, mi arrivava dritto dentro. Teneva ad ognuno di noi, tutti, nessuno escluso, compresi i compagni che avevano difficoltà di apprendimento, non lasciava nessuno indietro, teneva a che imparassimo a rispettarci gli uni con gli altri, era materna quando era il caso di esserlo e più ferma quando il caso lo richiedeva. Questo credo sia molto importante: avere un equilibrio, trattare tutti allo stesso modo accogliendo le diversità come un valore aggiunto e non come un problema da risolvere, prendersi cura del cammino di ogni studente, cercare di metterlo nella condizione di poter dare il meglio di sé, aiutarlo a far sviluppare le sue doti, le sue inclinazioni senza limitarlo ad un percorso didattico stringente, standard e stabilito a priori dal docente. Ricordo il rispetto che avevo nei suoi confronti, al pari di un componente della mia famiglia, ricordo il religioso silenzio che aleggiava nell’aula quando parlava, ascoltavamo quasi incantati e non vedevamo l’ora di poter dire la nostra. Dedicare tempo, con pazienza e perseveranza provare a far innamorare della cultura, e non perché lo dice la maestra o lo dice la famiglia, ma perché è importante a prescindere da tutto. Cercare di far passare questo è un compito arduo, come arduo è il mestiere dell’insegnante per l’enorme responsabilità che in sé porta, ma se fatto con amore, credo-spero- possa essere d’aiuto alle generazioni del domani, credo possa essere il nostro contributo al mondo di domani, ovviamente assieme a quello degli alunni.
RispondiEliminaRossana Travaglini
La scuola è il luogo in cui si apprende, si cresce e si matura. Personalmente credo che la scuola influenzi, non solo il percorso formativo dell’ alunno, ma anche la crescita, sia personale, sia culturale di quest’ ultimo.
RispondiEliminaRendo noto questo pensiero, perché se non fosse stato per la scuola e il percorso che ho fatto al suo interno non avrei, quasi, realizzato il desiderio di voler insegnare. Questo perché durante il percorso scolastico si ha modo di lavorare non solo con i compagni, ma anche con molti insegnanti, alcuni dei quali si ricordano in modo positivo e altri in modo negativo. Se ripenso al mio percorso e alla sua svolta, credo sia avvenuta grazie al mio professore di Italiano in terza media, con il quale ho avuto la possibilità di confrontarmi anche dopo finite le scuole medie. Iniziò la sua prima lezione raccontandoci la sua passione per la scrittura e per la letteratura, informandoci che lui si sarebbe reputato un buon insegnante se noi fossimo riusciti, entro la fine di quell’anno, ad appassionarci alla lettura. Regalò un libro ad ognuno di noi, non obbligandoci a leggerlo, semplicemente invitandoci a superare “la paura” di aprirlo, perché per lui la lettura allena la mente e facilita la comprensione. Ogni lezione di narrativa con il professore non era mai semplice lettura e spiegazione: ci faceva recitare un dialogo de “I promessi sposi” o semplicemente ci faceva scambiare opinioni, idee o battute su quanto letto. Riusciva a rendere una lezione noiosa, interessante e divertente. Ci ha educati al rispetto tra compagni e diseducati alla competizione, i voti erano basati su come ci approcciavamo ad un argomento e alla partecipazione attiva in classe. In un anno ci ha insegnato il valore di ognuno di noi e a credere nelle nostre potenzialità. È grazie a lui se ho letto il mio primo libro e continuo tutt’oggi a leggere, perché mi ha trasmesso non solo la passione per la lettura, ma anche la passione con cui racconta e spiega ciò che insegna. Finite le scuole medie ho avuto modo di potermi confrontare molte volte con lui e quando gli ho riferito il mio voler diventare un’ insegnante, mi ha detto che sarebbe stato un percorso difficile e che “ l’insegnante rende buona la scuola, non la scuola un buon insegnante”. Da queste sue parole ho capito di voler essere alla sua altezza e, un giorno, poter insegnare ai miei alunni con la sua stessa passione e riuscire a rendere una lezione interessante tanto quanto lo erano le sue.
Tambaro Maria Giovanna
In questi lunghi anni di percorso scolastico, ricordo con affetto tanti insegnanti che, con passione ed impegno, mi hanno trasmesso nozioni non solo didattiche ma anche di vita. Oggi vorrei parlare di un supplente, (so che solitamente i supplenti vengono poco considerati da noi alunni ma lui mi è rimasto nel cuore), un uomo sulla quarantina, capelli ricci e neri, occhi scuri e aspetto rassicurante. Arrivò durante il 3^ superiore per sostituire la mia professoressa di scienze umane; non era un professore come tutti gli altri perché all’apprendimento classico tramite libri preferiva farci immedesimare nella realtà di tutti i giorni. Ricordo un’attività molto bella che consisteva nel dividere la classe in coppie e, con della musica di sottofondo, far guardare negli occhi ogni coppia di persone, descritta così forse non rende l’idea ma le emozioni che provai furono veramente tante perché spesso viviamo nella frenesia delle nostre giornate e dimentichiamo di fermarci un attimo e guardare chi abbiamo di fronte. Secondo me è proprio questo che un insegnante dovrebbe saper fare: portare gli studenti ad amare la sua materia con azioni concrete, toccando con mano ciò che è oggetto di studio, utilizzando esperimenti o attività e lui ci è riuscito proprio bene!
RispondiEliminaIl giorno che il Prof. Bruni ci ha assegnato tale tema, subito ,anzi immediatamente mi sono detta assolutamente Non lo farò mai!!!Più passavano i giorni e più ripercorrevano nella mia testa ricordi legati al percorso di studi riguardanti le scuole medie. In particolar modo ricordo la mia professoressa di Storia Dell'Arte . Lei era secondo me una prof degli altri tempi, sempre molto gentile, disponibile e ordinata. Di lei mi ha sempre colpito la dedizione e l'amore verso l'arte e l'insegnamento. Ricordo benissimo quanto pretendeva di dare importanza anche alla sua disciplina, materia spesso screditata e considerata poco importante. Con noi alunni riusciva sempre ad instaurare un bellissimo rapporto, basato sul dialogo senza farci odiare la sua materia. Il primo giorno che entrò in classe, si presentò come una donna elegante e fine e la cosa che più di tutto mi colpì e ricordo benissimo è quando ci ha elencato il materiale che occorreva acquistare per la sua materia. Ragazzi è inutile dirvi che gli occorrenti sono tanti, ma se in casa avete pastelli, compassi squadre e matite già usate potete utilizzarle senza problemi. Io rimasi perplessa perchè quasi tutti gli insegnanti vogliono e pretendono materiale nuovo, invece lei era la prima a dirci sempre che quei colori, quei compassi o quelle squadre erano stati comprati con i sacrifici dei nostri genitori. Il suo senso, il suo obiettivo era quello di portare sempre rispetto alle persone e alle cose che avevamo. Spero un domani di diventare un'insegnante e di riuscire a trasmettere tanto quanto lei. Inoltre ritengo fondamentale riuscire ad interagire con gli alunni e lei ci riusciva benissimo. Ad oggi posso solo apprezzare questa sua capacità di sollecitare, motivare e incoraggiare noi alunni. Ho veramente un bellissimo ricordo di lei !
RispondiEliminaAntonietta Treglia
RispondiEliminaLa scuola è il luogo che più mi ha formato e grazie al quale sono passato da essere un “bambino” a diventare “uomo”. In tutti gli anni scolastici ci sono stati molti professori che mi hanno aiutato in questo percorso ma senza dubbio, gli anni passati alle scuole superiori sono stati quelli più significativi. Iniziai il liceo con molti dubbi e paure non sapendo a cosa sarei andato in contro ma per mia fortuna in 5 anni ho avuto 1 professore e 2 professoresse che non scorderò mai. La traccia però chiede di parlare solo di una figura emblematica e proprio per questo ho deciso di ricordare il mio professore di Italiano. Sin dal primo giorno di scuola capii che non era un professore come gli altri ma era speciale: tutti gli volevano bene. Aveva una passione verso il suo lavoro e verso ciò che insegnava sopra al naturale tanto da farmi appassionare alle sue materie:italiano e storia. Ogni lezione era diversa da quella precedente e una cosa era sicura quando arrivava l’ora di italiano era una gioia. Ricordo molto bene un episodio: un giorno per spiegare i Promessi Sposi non si limitò a leggere e chiarire i vari dubbi, ma arricchì la lezione con un teatrino dove noi alunni interpretavamo i protagonisti del celebre romanzo. Il mio professore però non era solo amichevole ma sapeva anche farsi rispettare quando era il momento di stare attenti e di seguire la lezione. Purtroppo dopo 2 anni ha lasciato la nostra classe ma è sempre stato presente, aiutandoci anche nell’importantissima scelta dell’università. Personalmente sono ancora in contatto con lui ed è sempre disponibile per qualsiasi cosa e pronto a scherzare quando lo incontro.
Quando avrò dei miei alunni spero di riuscire a trasmettere la stessa passione che io ho ricevuto negli anni delle superiori grazie al mio professore.
luca antonio viroglio
Durante il mio percorso di studi ho avuto la fortuna di incontrare alcuni docenti che mi hanno insegnato tanto a livello formativo, ma non solo. Voglio soffermarmi soprattutto su uno di loro, un insegnante di storia e filosofia, durante il liceo. Sfortunatamente é stato nella mia classe solo gli ultimi due anni, che sembrerebbe relativamente poco, ma la modalità con la quale si é approcciato a noi studenti ha fatto sì che rimanesse nei nostri ricordi a differenza di tanti altri avuti durante tutto il percorso. E' stato di grande aiuto non solo a me, ma anche ai miei compagni, sempre pronto ad ascoltarci e comprenderci, cosa credo fondamentale per un insegnante, senza mai distaccarsi però, da quello che era il suo ruolo. C'era un equilibrio nel rapporto che avevamo instaurato, non si poneva a noi come molti docenti sono soliti fare, ma comunque il rispetto da parte nostra non mancava mai come giusto che sia. Era un piacere ascoltarlo durante le sue spiegazioni soprattutto perchè in quello che diceva o faceva si percepiva sempre la grande passione per il suo lavoro. E' stata davvero una grande fortuna avere ed interagire con un insegnante così, e sono del parere che non ci sia cosa più gratificante di essere ricordati in maniera positiva, anche a distanza di anni, dai propri allievi. Un giorno spero di poter raggiungere lo stesso obiettivo.
RispondiEliminaOlga Stinziani
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDurante il mio percorso scolastico ho incontrato tantissimi insegnanti che hanno lasciato in me un segno sia positivo che negativo ma di certo non dimenticherò mai la mia professoressa di matematica e fisica del Liceo Scientifico. Era molto educata, gentile e severa nel momento giusto, riusciva ad essere molto coinvolgente con le sue lezioni senza essere troppo pesante e ripetitiva, inoltre riusciva a gestire una classe di 25 alunni di cui soltanto 4 amavano la matematica. Ricordo ancora come se fosse ieri, il primo giorno di scuola in cui fu l’unica professoressa a non tener conto dei nostri genitori, tutti erano curiosi di sapere a chi fossimo figli, lei no. Per cinque anni non ha mai fatto parzialità tra di noi, non le importava se fossimo figli di medici, insegnanti, operai o disoccupati, in ognuno di noi ha riconosciuto e ha valutato sempre in modo giusto le capacità e anche i vari sbagli che ognuno di noi commetteva, è stata veramente una delle poche insegnanti che ha riconosciuto in me l’amore per la scuola, in particolare per la matematica a differenza di altri insegnanti che premiavano soltanto coloro che “ erano figli di ”…Ricordo con molto piacere il giorno in cui durante un colloquio con mia madre si complimentò per l’impegno e la passione che avevo nelle sue materie e mai potrò dimenticare il giorno del mio esame in cui presentando l’elaborato di matematica e fisica rimase colpita e quasi senza parole dal discorso che io feci, finalmente qualcuno era fiero di me, finalmente. Avrei voluto tanto che quei 5 anni non finissero più… Ancora oggi quando la incontro nel mio piccolo paesino si interessa del mio percorso universitario. A tutto ciò vorrei aggiungere una mia piccola riflessione…credo che all’intero di una scuola, specialmente nelle scuole di piccoli paesi, non ci sia cosa più brutta delle parzialità tra alunni… spero tanto che con il tempo sparisca e che ogni insegnante riesce a percepire il giusto impegno di ogni studente indipendentemente da chi siano i genitori.
RispondiEliminaERICA SANGREGORIO
Nell'arco della nostra vita scolastica, almeno una volta, abbiamo sentito dire che la scuola è il luogo dove si impara a stare con gli altri, dove ci sono regole da seguire e determinati comportamenti da assumere; ma non solo.... A me per esempio è capitato, forse per fortuna, di incontrare una professoressa, che mi ha accompagnata per tutti i tre anni della scuola media, che oltre a dire tutto questo, ha espresso il desiderio di far diventare la classe una grande famiglia dove poter esprimere le opinioni, parlare dei problemi e scambiare le idee rispettando tutti. Sicuramente non sono mancati momenti di discussioni tra noi alunni, ma se ripenso alla mia classe, posso dire che eravamo molto uniti e ci sentivamo un gruppo dove c'era una sana competizione, tutti eravamo disposti ad aiutarci a vicenda per fare del nostro meglio; grazie a lei abbiamo capito che solo noi potevamo creare un ambiente sereno e divertente, ma organizzato. In sostanza la mia professoressa di italiano, oltre a fare bene il suo mestiere di insegnante, essendo coinvolgente, poiché faceva progetti ed uscite per far apprezzare le sue materie umanistiche; ci ha insegnato con il suo metodo come studiare insieme, scambiando materiali, mappe e soprattutto idee. Oggi, con questo elaborato colgo l'occasione per ricordarla e ringraziarla per il suo lavoro soprattutto perché lo faceva con il cuore, cosa che tutti gli insegnanti dovrebbero mettere per raggiungere obbiettivi gratificanti e aiutare i ragazzi a crescere non solo scolasticamente, ma anche dal punto di vista umano e personale.
RispondiEliminaSpero, un giorno, di poter insegnare con la sua stessa allegria, dolcezza, serenità e capacità di ascoltare, trasmettendo ai ragazzi il rispetto del prossimo e la fiducia negli altri.
MARIANNA VITALE
Quando ho conosciuto il “professor F” avevo compiuto quattordici anni da poco ed ero solo una ragazzina spaventata e disorientata. Non avevo idea di quanto faticosi e allo stesso tempo meravigliosi sarebbero stati quei cinque anni di liceo sotto la sua guida. Il professor F, insegnante di latino durante il ginnasio, poi passato al greco durante il liceo, era davvero esigente, molto rispettato e a tratti temuto. Sembrava sapere bene quali fossero le potenzialità di ciascuno dei suoi alunni e impegnava tutte le sue energie affinché ognuno rendesse al meglio. La lista dei compiti assegnati era sempre lunghissima; i test di grammatica erano uno strazio per gli studenti per lo sforzo mnemonico richiesto. Le interrogazioni duravano due ore e ci trattenevano a scuola oltre l’orario stabilito. Di solito preferiva svolgerle in biblioteca: lui da una parte di quel grande tavolo ovale che troneggiava al centro della stanza, e da quella opposta noi alunni, faccia a faccia perché potesse “guardarci per bene”. Eppure pagherei per poter partecipare ancora una volta ad una sua lezione. Le spiegazioni, dalla più noiosa grammatica greca alla letteratura, erano davvero un’esplosione di passione che finiva inesorabilmente per contagiarti e coinvolgerti. Al termine del suo lavoro a scuola era solito continuare a studiare nella sua biblioteca domestica, che, a detta degli altri insegnanti, era un piccolo tesoro nascosto per quantità, varietà e pregio dei libri che conservava. Non ci sono dubbi: il professor F era custode di un’immensa cultura, ma possedeva in aggiunta l’inestimabile dono di saperla trasmettere. Ecco perché è stato un grande insegnante! Ricordo con nostalgia alcune simpatiche espressioni, quasi rituali, e pregne di un affetto paterno, che mi rivolgeva: “ Vinci (così mi chiamava, dal mio cognome “Vinciguerra”), mi raccomando, fino alla maturità nessun fidanzato, devi pensare solo al professore, e il libro di greco deve essere la tua bibbia!”. E se ogni tanto commettevo degli errori non potevo non sentir recitare, con enfasi quasi melodrammatica: “Tu quoque, Brute, fili mi!” (questa mi spezzava davvero il cuore). Al di là di conoscenze prettamente specialistiche sul greco e sul latino, più di tutto ho imparato da lui la dedizione e l’amore per lo studio: ciò che mi ha regalato è senza tempo e per questo lo ricorderò per sempre. CRISTIANA VINCIGUERRA
RispondiEliminaNella mia carriera scolastica ho avuto numerosi insegnanti che hanno segnato il mio percorso tanto scolastico quanto personale in maniera positiva. La docente che più di tutti ha segnato il mio percorso è stata la mia maestra delle elementari di italiano. Lei era gentile e dolce con noi alunni e raramente perdeva la pazienza, la maestra S. è stata sempre disponibile ed è sempre stata pronta a comprenderci aiutarci e difenderci, inoltre si percepiva tutto l'amore che lei provava per il suo mestiere. La maestra S. ci proponeva delle attività, come ad esempio le gare di lettura, o l'insegnamento delle regole grammaticali attraverso filastrocche e canzoncine, che spronavano noi alunni ad apprendere le cose con piacere e non come obbligo imposto da qualcuno. Oltre a semplici nozioni grammaticali lei ci ha insegnato il rispetto per il prossimo e ad avere fiducia in noi stessi.
RispondiEliminaLa maestra S. è stata una figura fondamentale nella mia vita, ed un giorno spero anche io di poter essere una brava insegnante sempre dolce e disponibile e di insegnare ai miei alunni, oltre alle discipline, ad avere rispetto nel prossimo e cosa fondamentale avere fiducia in loro stessi.
Giusy Tullo
Il nostro percorso di conoscenza si snoda lungo tutto l’arco della nostra vita, fino a oggi molti insegnanti mi hanno accompagnata alla scoperta di interessanti orizzonti scolastici, tutti hanno contribuito alla costruzione del mio sapere arricchendo il mio bagaglio culturale; ma tra i tanti ,colui che custodisco in maniera particolare nel mio cuore è il professore di storia e filosofia per il quale nutro infinitissima stima.
RispondiEliminaE’ stato proprio lui a trasmettermi il fascino dell’insegnamento e la passione per la filosofia, oltre a ciò reputo che il metodo d‘insegnamento che ha deciso di adottare è stato quello più efficace, il quale ,per prima cosa, consisteva nell’ attivazione delle nostre preconoscenze ;infatti prima di spiegare una lezione di storia o di filosofia dava la parola a noi alunni che dovevamo scrivere alla lavagna parole, concetti o figure che ci venivano in mente in merito all’argomento, successivamente cominciava la sua lezione munendosi di un ricco materiale didattico in genere un power point con immagini , video notizie interessanti che non erano presenti sui libri scolastici e informazioni riguardanti l’attualità ,in quanto contestualizzava ai giorni nostri la sua spiegazione anche se ad esempio parlava di un evento avvenuto nell’ Ottocento ,facendoci cogliere il messaggio che poteva essere attualizzato , grazie a ciò guadagnava sempre la nostra attenzione facendoci riflettere sull’importanza dello studio delle guerre o delle concezioni di un peculiare filosofo.
Fu per me uno dei pochi che rimaneva aggiornato sulle metodologie didattiche, inoltre il suo metodo di valutazione era ben differente dal classico voto che ci davano gli altri professori che non specificavano gli obbiettivi formativi che avevamo raggiunto e le ragioni per cui veniva assegnato infatti lui alla fine di ogni interrogazione commentava la mia esposizione, se era stata perfetta mi donava sempre un senso di gratificazione al di là del voto , spronandomi a studiare persino le altre materie, se vi erano alcune lacune mi diceva su quali punti dovevo concentrarmi per migliorare
Il modo di approcciarsi dei nostri confronti era il lato della sua persona che preferivo, non mi faceva sentire un numero, durante i tortuosi mesi di quarantena fu uno dei pochi che chiedeva come stessimo fornendoci supporto emotivo e motivazione allo studio in quei mesi reclusi in casa; dovevamo diventare futuri cittadini, essere padroni della cultura che ci rende liberi.
Grazie a lui il mio motto di vita è diventato “sapere aude” ossia “abbi il coraggio di sapere” ,infatti è la sete di conoscenza che dà forma ai nostri giorni, spero un giorno di poterlo trasmettere ai miei futuri alunni.
Il nostro percorso di conoscenza si snoda lungo tutto l’arco della nostra vita, fino a oggi molti insegnanti mi hanno accompagnata alla scoperta di interessanti orizzonti scolastici, tutti hanno contribuito alla costruzione del mio sapere arricchendo il mio bagaglio culturale; ma tra i tanti ,colui che custodisco in maniera particolare nel mio cuore è il professore di storia e filosofia per il quale nutro infinitissima stima.
RispondiEliminaE’ stato proprio lui a trasmettermi il fascino dell’insegnamento e la passione per la filosofia, oltre a ciò reputo che il metodo d‘insegnamento che ha deciso di adottare è stato quello più efficace, il quale ,per prima cosa, consisteva nell’ attivazione delle nostre preconoscenze ;infatti prima di spiegare una lezione di storia o di filosofia dava la parola a noi alunni che dovevamo scrivere alla lavagna parole, concetti o figure che ci venivano in mente in merito all’argomento, successivamente cominciava la sua lezione munendosi di un ricco materiale didattico in genere un power point con immagini , video notizie interessanti che non erano presenti sui libri scolastici e informazioni riguardanti l’attualità ,in quanto contestualizzava ai giorni nostri la sua spiegazione anche se ad esempio parlava di un evento avvenuto nell’ Ottocento ,facendoci cogliere il messaggio che poteva essere attualizzato , grazie a ciò guadagnava sempre la nostra attenzione facendoci riflettere sull’importanza dello studio delle guerre o delle concezioni di un peculiare filosofo.
Fu per me uno dei pochi che rimaneva aggiornato sulle metodologie didattiche, inoltre il suo metodo di valutazione era ben differente dal classico voto che ci davano gli altri professori che non specificavano gli obbiettivi formativi che avevamo raggiunto e le ragioni per cui veniva assegnato infatti lui alla fine di ogni interrogazione commentava la mia esposizione, se era stata perfetta mi donava sempre un senso di gratificazione al di là del voto , spronandomi a studiare persino le altre materie, se vi erano alcune lacune mi diceva su quali punti dovevo concentrarmi per migliorare
Il modo di approcciarsi dei nostri confronti era il lato della sua persona che preferivo, non mi faceva sentire un numero, durante i tortuosi mesi di quarantena fu uno dei pochi che chiedeva come stessimo fornendoci supporto emotivo e motivazione allo studio in quei mesi reclusi in casa; dovevamo diventare futuri cittadini, essere padroni della cultura che ci rende liberi.
Grazie a lui il mio motto di vita è diventato “sapere aude” ossia “abbi il coraggio di sapere” , è la sete di conoscenza che dà forma ai nostri giorni, spero un giorno di poterlo trasmettere ai miei futuri alunni.
Mariangela Villani
Ripercorrendo il mio percorso scolastico, mi vengono in mente tanti professori che in un modo o in un altro, hanno arricchito il mio bagaglio culturale e la mia persona ma, se dovessi sceglierne uno in particolare, il ricordo cadrebbe sicuramente sull’insegnante di italiano delle scuole elementari. Lei era una persona molto severa ma con il tempo ho capito anche essere giusta e all’occorrenza anche dolce e comprensiva; una donna intelligente come pochi che, a differenza delle altre maestre, che tolleravano i nostri momenti di svago e di pigrizia perché “ancora piccoli”, cercava di motivarci, di renderci curiosi perché, come diceva sempre “se siete curiosi, non vi stancherete mai di imparare”. Questa frase mi accompagna ancora oggi perché con il tempo ho capito che, al di là dello studio, è la curiosità che rende l’intelletto attivo. Le sue lezioni non avevano lo scopo di riempire le nostre teste come contenitori; lei portava le nostre piccole menti a ragionare, ad incuriosirsi su ogni cosa, non solo nell’ambito scolastico. Di insegnanti bravi a spiegare la propria disciplina ne ho conosciuti tantissimi ma lei era diversa, era molto carismatica, quando spiegava mi incantavo ad ascoltare le sue parole, lontane dai libri scolastici, non voleva farci innamorare della sua materia ma della conoscenza; quando si è così piccoli non ne capisci l’importanza ma lei con tanto amore e soprattutto tanta pazienza ha accompagnato ognuno dei suoi alunni verso un percorso duro ma importante, non lasciava nessuno indietro, non permetteva a nessuno di arrendersi, se qualcuno cadeva era subito pronta a farlo rialzare. Non ho amato da subito questa insegnate perché la consideravo troppo esigente ma, con il passare degli anni ho capito che mi aveva donato delle ottime basi e trasmesso un metodo di studio infallibile “l’essere curioso” che oltre a rendermi una brava studentessa mi ha permesso di diventare una persona interessata al sapere in generale. Oggi, a distanza di anni, posso dire che per me è ed è stata un modello che mi ha portato alla scelta di questo indirizzo universitario e mi ha inculcato la passione per l’insegnamento. Spero tanto che un giorno potrò lasciare anche io un’ impronta così importante nei miei futuri alunni, di diventare per loro una colonna portante come lei lo è stata per me.
RispondiEliminaUcci Manila
Matricola:172024
Durante il periodo della primaria sono stati tanti i momenti che porto nel cuore, in modo particolare, ricordo un giorno in cui la maestra decise di dividerci in gruppo per sperimentare un nuovo modo di lavorare in classe il cosiddetto COOPERATIVE LEARNING. Come prima cosa ci diede delle indicazioni:
RispondiEliminaNominare un leader: colui che aveva l’obiettivo di assegnare un incarico diverso ad ognuno;
Alunni più capaci che dovevano rivestire il ruolo di tutor nei confronti di chi dimostrava difficoltà;
Mettere per iscritto ogni idea formulata;
Ascoltare e confrontarsi.
Dopo aver stipulato una serie di obiettivi, ci mettemmo all’opera. Quel giorno fu un'ESPLOSIONE di cervelli. Tutti riuscimmo a collaborare e a trovare un equilibrio che ci permise di arrivare rapidamente alla soluzione del problema. Da quel giorno capii che contare sugli altri ,sui miei compagni, lavorando e cooperando insieme non era affatto male. Ringrazio enormemente la mia insegnante che ha sperimentato diversi modelli didattici, fornendo agli alunni una visione più ampia di quello che rappresenta l’apprendimento.
Arianna Pia Sarno
N°matricola 172833
Molteplici sono gli insegnanti che mi hanno guidata nel mio percorso scolastico e accompagnata, man mano, lungo quella che sarebbe stata la strada per il mio futuro. Non posso negare che alcuni di loro siano inevitabilmente ancorati al mio cuore, ed è quasi difficile ad oggi scegliere di parlare di uno solo di loro, in quanto ognuno mi ha donato qualcosa di nuovo che merita di essere ricordato. Però colei, che ancora oggi ricordo con immenso piacere, che più di tutti ha trovato uno spazio nel mio cuore e avuto importanza nella mia vita, è senza ombra di dubbio la mia maestra di matematica delle elementari.
RispondiEliminaRicordo le innumerevoli difficoltà che tale materia mi riserbava e, sebbene non fossi mai riuscita a comprenderla appieno, lei riuscì a farmela amare, insegnandomi che non tutto ciò che è difficile è impossibile.
È sempre stata quel tipo di insegnante in grado di cogliere ed accogliere i nostri problemi, pur di poco conto che fossero, prendendosi cura di ognuno di noi, ricordandoci sempre di non aver paura di esprimere le nostre emozioni, spronando ogni suo allievo a dare il meglio di sé.
E ricorderò sempre la premura con la quale ci ha cresciuti, non come una madre, ma come una guida.
È grazie a lei se oggi sono arrivata fin dove sono.
Quello di seguire le sue orme e diventare maestra, è il sogno che coltivo fin da bambina e sono orgogliosa dei traguardi raggiunti e di poter finalmente veder le speranze che custodisco da sempre, divenire, passo dopo passo, realtà.
Mi auguro di essere sempre di esempio per i miei futuri allievi, esattamente come lei lo è stata per me.
MIRIAM ZAMMETTA
N°matricola:172818
Durante gli anni delle superiori ho avuto l’occasione di conoscere ed essere alunna di un professore di scienze umane molto competente e chiaramente molto appassionato della propria materia. Ciò che mi stupiva del suo modo di spiegare era il fatto che per ogni argomento lui avesse un qualcosa di personale (una sua esperienza, un suo pensiero) da aggiungere alla spiegazione, sia per risultare meno pesante sia per rendere la lezione originale e non statica.
RispondiEliminaUn suo vantaggio, se così si può dire, era l’essere molto empatico e il cercare di essere sempre vicino a noi studenti e farci partecipare in modo attivo alle lezioni : ricordo quando affrontammo le dinamiche della società del rischio e della globalizzazione, due tematiche ormai molto frequenti di cui tutti siamo a conoscenza. Ci fece riflettere in tali circostanze, in un mondo come quello odierno, è difficile trovare una propria identità, differenziarsi dalla massa e avere il coraggio di essere se stessi trovando il nostro ‘posto’. Ognuno di noi contribuì a confutare questa tesi, molti di noi aprirono gli occhi, altri invece sostenevano di essere contrari a quanto detto, ma comunque, in un modo o nell’altro, tutti partecipammo.
Questo esempio, ma avrei potuto farne a centinaia, riassume il clima che c’era in classe quando a fare lezione c’era lui; non era mai la solita lezione piatta e monotona nella quale il professore parlava e gli alunni annuivano.
Le sue lezioni erano sempre diverse, ogni volta ci rendeva partecipi, a volte aprendo dibattiti e altre chiedendo il nostro parere su quanto avesse appena detto / spiegato. Spesso si finiva anche a parlare di argomenti personali ed erano momenti molto piacevoli perché, nonostante vengano sempre giudicati come futili, inappropriati, non pertinenti alla lezione, si impara anche da essi.
Di questo professore ricorderò sempre il buon umore, il sorriso, la calma; e in futuro spero di poter essere vista dai miei alunni esattamente come io vedevo lui.
Stanziano Gaia
N. matricola 172831
L'insegnante per la quale nutro più stima e ho avuto il privilegio di conoscere ed avere come insegnante, è la maestra di matematica e scienze alla scuola primaria.
RispondiEliminaUna persona colta e a modo, era ferma nei suoi toni e nei suoi modi ma sempre con il sorriso.
Ricordo ancora le sue lezioni e soprattutto una bellissima giornata passata insieme a lei. Fu una giornata diversa da tutte le altre, perché ci portò a casa sua ed in particolare nel suo giardino; dove ci fece fare osservazioni ed esperimenti, ma anche giocare sulla sua altalena.
Fu l'unico anno, in terza primaria, in cui avemmo il privilegio di non essere in una pluriclasse, pur essendo solo 5 alunni.
Avendo frequentato pluriclassi dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria di primo grado, quello fu un anno in cui riuscimmo ad avere le maestre tra virgolette tutte per noi.
Di tanto in tanto ho il piacere di incontrarla ancora per strada, essendo del mio stesso piccolo paese, in cui ci conosciamo tutti. Ed una chiacchierata con lei mi fa ricordare le sue bellissime lezioni, che non dimenticherò mai. Come ad esempio ci spiegò il ciclo dell'acqua con un bellissimo disegno alla lavagna.
Angela Spallone
Numero matricola 173003
Io conservo un ricordo abbastanza positivo sulla mia insegnante di italiano delle scuole elementari. È una delle poche insegnanti che ho sempre stimato e continuo a farlo tutt’ora. La mia maestra è una donna speciale; il suo insegnamento andava al di là della semplice trasmissione delle conoscenze in una determinata disciplina; lei mi ha insegnato i veri valori che contano nella vita, è stata la mia musa ispiratrice per molti anni e in diversi contesti. Osservandola, mi ha fatto appassionare all’insegnamento, ed è anche grazie a lei se oggi frequento questa facoltà. Amavo il suo modo di insegnare, era sempre gentile, ma non si è mai fatta mettere i piedi in testa, sapeva gestire la classe egregiamente, capiva quando un alunno aveva un problema, sapeva valorizzare le capacità dei suoi alunni. Io la stimo perché non ho più incontrato, nel corso della mia formazione, insegnanti come lei, che ci mettono il cuore nello svolgere il proprio lavoro. Si vedeva che amava il suo lavoro perché già quando entrava in classe sorrideva e faceva battute. Ha sempre saputo prendere i suoi alunni e ci ha sempre messi a nostro agio. Io penso che di insegnanti così, al giorno d’oggi, ce ne siano pochi.
RispondiEliminaMartina Simonetti
Personalmente ritengo che i ricordi più belli che ho riguardanti il mio percorso scolastico siano legati alle scuole elementari. In particolare, ricordo la mia maestra di scienze. Era sempre gentile e cordiale ed era ovvio che le piacesse la sua materia, in quanto cercava di renderci partecipi il più possibile; infatti, organizzava sempre una serie di esperimenti, quiz e giochi per far sì che noi apprendessimo meglio gli argomenti spiegati. Le sue lezioni erano sempre divertenti e stimolanti, mai piatte e monotone; infatti, non vedevo l’ora che ci fosse la sua materia. Ricordo che una volta stavamo trattando la solubilità delle sostanze e la maestra ci divise in gruppi, ci diede delle provette e varie sostanze da miscelare. L’esercizio consisteva nel miscelare le varie sostanze e successivamente riportare in una tabella le varie caratteristiche dei composti ottenuti. Una delle miscele a noi proposte era acqua e olio che sono immiscibili, noi non sapendo però questo dettaglio lo strapazzammo per un po', ma niente non si miscelava, per noi sembrava una cosa impossibile e pensavamo di aver commesso degli errori. Successivamente la maestra ci spiegò appunto le caratteristiche legate a ogni miscela e capimmo che il nostro esperimento era giusto. Questi esperimenti che noi facevamo si sono mostrati utili perché a mio parere è difficile far si che i bambini rimangano ad ascoltare per un’ora intera una lezione passiva senza distrarsi, inoltre facendo delle divisioni in gruppi favoriva anche la socializzazione.
RispondiEliminaANTONELLA TRIVISONNO
MATRICOLA N. 172822
Durante tutto il mio periodo scolastico ho conosciuto molte persone che mi hanno lasciato tanti bei ricordi e sicuramente anche brutti, ma quella che non dimenticherò mai è la mia professoressa di inglese del primo anno delle superiori. Perché ricordo principalmente lei? Perché si leggeva nei suoi occhi che le piaceva insegnare la sua materia, aveva sempre quel suo modo particolare di insegnare l’inglese in modo creativo e spontaneo e le sue lezioni non erano mai monotone, grazie a lei ho appreso la lingua inglese e posso dire che al giorno d’oggi ricordo ancora tutti suoi insegnamenti, ma la ricordo soprattutto per il rapporto che aveva instaurato con tutta la classe, quel rapporto che non tutti i professori riescono a creare. Spero che in futuro io riesca a diventare un insegnante come lei e che lasci un segno nel cuore degli alunni, affinché possano ricordarsi di me per sempre!
RispondiEliminaPagano Sara
Matricola: 172943
Durante il mio percorso scolastico ho conosciuto tanti insegnanti, però solamente la mia maestra di italiano della scuola primaria riuscita a rubarmi il cuore. Lei era molto brava con noi riusciva sempre a spiegarci le cose con la giusta calma e con il sorriso sulle labbra, quando spiegava lei era tutto più semplice. Dopo la scuola capitava che a casa giocavo ad essere lei e cercavo di imitarla in tutto quello che faceva la mattina con noi in classe. Amava organizzare le recite e i lavoretti di natale infatti prestava molta attenzione e cura a ciò. Amava anche la sua materia e appena arrivava la primavera non perdeva l'occasione di farci fare lezione sul prato in giardino. Grazie a lei ho capito cosa volevo fare da grande sin da piccola . Io spero di essere in un domani all'altezza di quello che è stata lei per me e di lasciare un bel ricordo ai miei alunni come lo ha fatto lei con me.
RispondiEliminaGRAZIANA VAIRO 169078
Un ricordo molto bello del mio percorso scolastico l ho avuto al liceo. I primi due anni ho avuto una prof di italiano che sapeva catturare in noi:attenzione, voglia di imparare (perché le sue spiegazioni erano molto coinvolgenti, anche l autore più noioso diventava un piacere impararlo).Era una prof severa al punto giusto.Con lei si poteva scherzare, fare battute,delle volte sembrava una studentessa come noi,si spogliava dalle vesti di"docente e condivideva con noi alcune pazzie!L ultimo giorno di scuola,dove ci comunicò che non sarebbe stata più la nostra prof,ci ha regalato un cofanetto per ciascuno,con dentro un piccolo foglio dove ci descriveva, ognuno in modo diverso,regalandoci parole magiche come solo lei sapeva fare.Oggi quel cofanetto lo conservo ancora!Spero di riuscire a terminare gli studi nel modo migliore e riuscire a diventare proprio come lei!
RispondiEliminaUn ricordo molto bello del mio percorso scolastico l ho avuto al liceo. I primi due anni ho avuto una prof di italiano che sapeva catturare in noi:attenzione, voglia di imparare (perché le sue spiegazioni erano molto coinvolgenti, anche l autore più noioso diventava un piacere impararlo).Era una prof severa al punto giusto.Con lei si poteva scherzare, fare battute,delle volte sembrava una studentessa come noi,si spogliava dalle vesti di"docente e condivideva con noi alcune pazzie!L ultimo giorno di scuola,dove ci comunicò che non sarebbe stata più la nostra prof,ci ha regalato un cofanetto per ciascuno,con dentro un piccolo foglio dove ci descriveva, ognuno in modo diverso,regalandoci parole magiche come solo lei sapeva fare.Oggi quel cofanetto lo conservo ancora!Spero di riuscire a terminare gli studi nel modo migliore e riuscire a diventare proprio come lei!
RispondiEliminaSTEFANIA ROSSELLA
Rispondi
Il docente che più degli altri mi ha lasciato un ricordo positivo è stato il professore P. L. di italiano della scuola superiore perché mi ha trasmesso la passione per l’insegnamento e la voglia di imparare. Cercava di valorizzare i punti di forza di ogni alunno presente nella classe; sapeva ascoltare, incoraggiare e aiutare gli alunni; parlava pacatamente, con gentilezza. Le sue lezioni non erano solo una trasmissione di informazioni, ma cercava di favorire la riflessione. Creava un clima dove acquisivano peso le interazioni e la partecipazione attiva. Favoriva la socializzazione e grazie alla sua fermezza riusciva ad ottenere il silenzio. L’insegnante è stato capace di attirare l’attenzione e di sviluppare interesse per gli argomenti trattati. La finalità principale del suo insegnamento era quella di fare in modo che tutti gli alunni potevano ottenere risultati positivi.
RispondiEliminaEmilia Zara
Il docente che più degli altri mi ha lasciato un ricordo positivo è stato il professore P. L. di italiano della scuola superiore perché mi ha trasmesso la passione per l’insegnamento e la voglia di imparare. Cercava di valorizzare i punti di forza di ogni alunno presente nella classe; sapeva ascoltare, incoraggiare e aiutare gli alunni; parlava pacatamente, con gentilezza. Le sue lezioni non erano solo una trasmissione di informazioni, ma cercava di favorire la riflessione. Creava un clima dove acquisivano peso le interazioni e la partecipazione attiva. Favoriva la socializzazione e grazie alla sua fermezza riusciva ad ottenere il silenzio. L’insegnante è stato capace di attirare l’attenzione e di sviluppare interesse per gli argomenti trattati. La finalità principale del suo insegnamento era quella di fare in modo che tutti gli alunni potevano ottenere risultati positivi.
RispondiEliminaEmilia Zara
MATRICOLA N. 172817
Mi piace immaginare la vita come una stazione… generata da attese interminabili, partenze, arrivi, confusione e gioia.
RispondiEliminaTutti gli anni, i mesi, le settimane, i giorni, le ore, i minuti e i secondi ogni essere umano entra nel vagone di un treno ma c’è chi decide di scendere alla fermata successiva e chi resta per sempre.
Una persona speciale appartiene alla categoria di “chi resta per sempre”: la mia professoressa di musica.
Il suo nome è Stella e forse non è una banale casualità. Le caratteristiche che l’hanno sempre contraddistinta da tutti gli altri sono: la gentilezza, l’ottimismo, la tenacia, la dinamicità, la sincerità e il sorriso. Fare lezione con lei era un piacere da cui nessuno voleva sottrarsi.
In primis sono grata a lei per avermi trasmesso alcuni valori fondamentali della vita e in secundis per avermi contagiata con il suo amore per la musica.
Ricordo ancora quando io e i miei compagni di classe attendevamo il Natale con ansia. Prima che le scuole chiudessero per le festività natalizie era un rito esibirci nell’ atrio della scuola. Era un momento speciale perché oltre alle canzoni natalizie che tutti suonavamo, cantavamo e ballavamo, ognuno di noi aveva la possibilità di mostrare al pubblico “un talento personale”. Nella nostra uguaglianza, ognuno di noi riusciva a sentirsi unico, come un pezzo di puzzle.
Il momento più bello era prepararsi a quel giorno tanto atteso. Tra risate, paura, difficoltà, studio e tanta creatività ogni anno riuscivamo a stupire chiunque ci guardasse. Tutto questo era svolto con tanta dolcezza e tanto amore da renderlo un “piacere” e non un “dovere”. Durante il periodo natalizio il ricordo degli anni passati riaffiora in me, lasciando un segno indelebile e una profonda malinconia.
Rossella Pia Staffieri
Durante il mio percorso scolastico ho avuto modo di interfacciarmi con diversi insegnanti, ma come capita un po’ a tutti immagino, c'è stata quella persona che mi è rimasta impressa. Quella maestra era il mio porto sicuro, colei che dal primo giorno di scuola mi è sempre stata vicina. Ero molto timida, riservata, non volevo fare amicizia con nessuno, volevo solo stare con i miei genitori. Ricordo molto bene il primo giorno alla scuola dell'infanzia, il mio pianto ininterrotto e ricordo lei, una maestra giovane, con i capelli molto lunghi e ricci, proprio come i miei allora. Tra le tante maestre che cercavano di prendermi e portarmi in classe solo lei riuscì, con un semplice sorriso, ad avvicinarsi a me e a farsi dare la mia mano. Da lì in poi capii che per me sarebbe stata come una seconda mamma. Ogni giorno che entrava in classe aveva sempre il sorriso stampato sulle labbra, era molto buona e sempre pronta ad aiutare tutti. Era una di quelle maestre che non alzava mai la voce ma ci faceva comprendere qualsiasi cosa con calma e passione, e che difronte a qualsiasi piccola difficoltà lei era lì, sempre presente a darti la forza di non arrenderti e di riprovarci. Si concepiva dai suoi occhi tutto l’amore e la passione che metteva nel suo lavoro. Era sempre pronta a farci apprendere anche semplicemente giocando o colorando. Ricordo molto bene quanto lei tenesse all’ambiente, infatti un giorno entrò in classe con dei barattolini di vetro vuoti e lì dentro ci fece piantare dei semini. Un'altra attività che alla maestra piaceva molto era quella del riciclo, ricordo che nel periodo natalizio le collaboratrici allestivano un albero di natale molto grande proprio davanti al portone di ingresso e la maestra, con il fondo delle bottigliette di plastica, ci fece creare dei fiorellini che successivamente dipingevamo e appendevamo all’albero. Un giorno ricordo che mancava una maestra e lei doveva dividersi tra noi, che oramai eravamo all’ultimo anno, e i bimbi di primo. Non sapendo come gestirci tutti decise di far venire i bimbi del primo anno nella nostra aula e ognuno di noi del terzo anno doveva gestire un bimbo del primo. Questa è stata una delle cose che più mi è rimasta impressa e da quel giorno, alla domanda: “cosa vuoi fare da grande?” ho sempre risposto: “la maestra”. Ringrazio di averla conosciuta, perché il suo metodo di insegnamento mi ha permesso di crescere con la voglia di imparare sempre cose nuove. Spero un giorno di essere come lei, di riuscire ad insegnare ai miei futuri alunni tutto quello che lei ha insegnato a me. Di renderli felici di venire a scuola proprio come ha fatto lei con me.
RispondiEliminaMaria Senzamici MATRICOLA: 172832
Nel corso del mio percorso scolastico tutti gli insegnanti che ho incontrato e mi hanno accompagnato hanno influito sulla mia formazione scolastica chi più ,chi meno. In particolar modo ricordo con ammirazione la mia maestra di italiano della scuola primaria che mi ha trasmesso la sua stessa passione attraverso il suo modo di insegnare e di vedere l’insegnamento. Ogni giorno arrivava in classe con un sorriso smagliante, sempre ben truccata e vestita, ricordo ancora quanto lei ci tenesse a ognuno dei suoi alunni in modo neutro, senza preferenze. Quando entrava in classe arrivava esordendo il suo solito buongiorno trasmettendoci la sua gioia e voglia di spiegare. Ero affascinata dal suo modo di spiegare la lezione, sotto forma di gioco rendendo un concetto difficile semplice, la sua voce alta era impossibile non comprenderla o seguirla. E’ stata un’insegnante molto dolce e aveva un particolare istinto materno per ognuno dei suoi alunni,’ i suoi pargoletti’ era così che ci chiamava, ma oltre alla sua dolcezza ho sempre apprezzato la sua fermezza e autorità, il modo con cui ci correggeva quando sbagliavamo qualcosa e il modo con cui ci aiutava a capire dove sbagliavamo accompagnato dalla sua determinazione e voglia di farci capire i concetti parola dopo parola. Era perfettamente in grado di farsi capire e farsi rispettare mantenendo sempre un clima spensierato in classe. Ancora conservo le foto con lei, perché lei non voleva come da tradizione a fine anno la foto con tutta la classe ma voleva una foto con ogni alunno, sono convinta che ancora oggi lei conservi le sue.
RispondiEliminaTundo Denise 172823
Tra tutti i professori che si sono susseguiti durante i miei anni di scuola due sono le insegnanti che non
RispondiEliminascorderò mai. La prima è l’insegnante di italiano della scuola elementare, di cui ancora oggi
ricordo il buonissimo profumo e il suo vestire elegante. Ogni mattina prima di iniziare la lezione, faceva
recitare l’Ave Maria e il Padrenostro perché secondo lei questo contribuiva ad aiutarci durante tutta la
giornata. Lei ogni giorno ci assegnava come compito principale una poesia da imparare a memoria. All’inizio
odiavo tantissimo farlo perché richiedeva molto impegno e non capivo il motivo di questa sua scelta, poi
però mi sono resa conto che questa sua attività mi ha permesso di avere un’ottima memoria, di diminuire il
tempo di studio e aumentare la comprensione di ciò che leggevo.
La seconda è l’insegnate di italiano che ho avuto durante la scuola superiore, anche lei aveva un buonissimo
profumo e vestiva in modo elegante. Quando spiegava i diversi autori ci metteva molta passione e
dedizione, riusciva a coinvolgere la classe e grazie a lei mi sono appassionata alla letteratura italiana.
Amavo tutti gli autori, in particolare Dante, Alessandro Manzoni, Pascoli e Pirandello perché grazie a lei non sono stati dei semplici letterati, ma personaggi storici che hanno lasciato un segno nella mia
esperienza di vita. Era bello come la letteratura non era solo una delle tante materie da studiare, ma
diventava qualcosa di più, arricchiva la mia identità. Mi piacerebbe diventare un’insegnante come lei,
capace di comunicare in modo chiaro e semplice, in grado di coinvolgere gli studenti e di poter essere una
guida nella formazione della loro persona.
Sara Sciacovelli 173010
Della mia infanzia ho molti ricordi felici…avevo una maestra che mi metteva un po’ di timore, non volevo mai andare a scuola, piangevo sempre perché non volevo stare con lei.
RispondiEliminaPrima che entrasse in aula, piangevo, quando entrava, piangevo…piangevo sempre.
Per farmi tranquillizzare, c’era un’altra maestra, la quale mi prendeva in braccio e mi faceva sedere su di lei…questa era l’unica soluzione per farmi tranquillizzare.
Con il passare degli anni ho capito che, quella stessa maestra che mi metteva un po’ di timore, è stata l’unica che mi voleva tanto bene…nonostante tutto, mi è sempre stata vicina, mi regalava tanti cioccolatini per farmi stare tranquilla…è stata l’unica che io, ancora oggi, ricordo perfettamente e ho un ricordo bellissimo.
Durante le scuole superiori, invece, il terzo anno è stato un anno un po’ particolare…non volevo più studiare, non volevo più fare nulla…tutti i professori mi chiedevano cose fosse successo, ma da parte mia non c’era mai una risposta, anche se, in fondo, sapevo benissimo quale fosse la risposta.
Tutti i professori invece di aiutarmi, di provare a capire quale fosse il problema, mi venivano contro e più loro facevano così, più io continuavo a non voler fare nulla…mi sentivo una delusione, soprattutto per i miei genitori; solo una professoressa mi è stata vicino, ha provato a capire cosa mi fosse successo e “prendendomi per mano” è riuscita a farmi riprendere e a superare quel momento difficile.
È solo grazie a lei se ora sono tornata quella di una volta.
Penso che nella vita incontreremo tante persone, tanti professori, ma solo pochi sono quelle che ricorderai per sempre e che ti rimarranno nel cuore.
Alessia Tarquinio 173015
E si torna indietro nel tempo… nel bagaglio dei ricordi e di vita. Si perché da scuola sono uscita da un po’ di tempo ma se mi si chiede di raccontare di un insegnante, dovrei scrivere di più insegnanti perché durante il mio percorso sono stata fortuna e ne ho trovati diversi. Ma LEI… lei arrivò in seconda elementare, era la nostra maestra di matematica, scienze e educazione fisica. Una donna laureata in pedagogia ma che scelse di insegnare nella scuola primaria e di non insegnare nella scuola secondaria di primo grado, all’epoca non c’erano le figure dei dirigenti ma si chiamavano direttore didattico e lei era la FIDUCIARIA della nostra scuola. Donna colta, stimata, impegnata per i diritti dei lavorati nella scuola e nel sociale per gli ultimi. Le sue lezioni non erano mai monotone e sempre dinamiche. Ricordo quando in terza o quarta elementare ci fece fare un progetto sulle tipologie di alberi che c’erano nel nostro paese, quindi spesso durante le ore mattutine di lezione, si usciva per andare in giro nel paese nei luoghi dove c’erano diverse tipologie. Li raccoglievamo per ogni albero foglie e scattavamo una foto dell’albero in questione. Divisi in gruppi poi dovevamo fare ricerche sugli alberi trovati durante le nostre escursioni in paese. E alla fine creammo un esposizione di questo lavoro nell’atrio della nostra scuola. Un’altra esperienza/progetto che ricordo ancora oggi è quello sulla RACCOLTA DIFFERENZIATA, si lei più di 20 anni fa decise di fare un progetto su questo argomento, che per noi era sconosciuto. Iniziammo a documentarci, lavoravamo nell’aula dei computer, ne avevamo 3 più quello che era destinato alle insegnanti. Anche lì creammo un progetto su cd-rom (all’epoca era il mezzo di memorizzazione insieme al mitico FLOPPY DISK) ideammo e registrammo lo slogan per spronare le persone alla raccolta differenziata, ideammo un manuale per spiegare il funzionamento di essa e a cosa avrebbe potuto portare in futuro, creammo delle grafiche per le diverse tipologie di categorie della raccolta, anche qui uscite mattutine per il paese per fare foto che poi ci sarebbero servite per il progetto. Con questo progetto partecipammo anche ad un concorso scolastico sul tema.
RispondiEliminaPotrei continuare a raccontare delle esperienze con lei vissuto durante gli anni ma mi fermo. Crescendo il rapporto con lei si è evoluto, restando un punto fermo durante gli anni successivi della scuola media, superiore ed anche quando ho terminato gli studi. Quando poco tempo fa ci siamo riviste e le ho detto che mi ero riscritta all’università la sua risposta è stata SONO CONTENTA PER TE. E ancora oggi a distanza di ormai una vita la chiamo ancora MAESTRA, perché lei era è e sarà sempre la MAESTRA.
Francesca Tavaniello 173016