Per gli studenti di Didattica
Come concordato a lezione, provo a scrivere quanto avevo promesso. L'idea di fondo, la ripeto, è molto semplice. Nella vostra storia di studenti avete avuto modo di incontrare e lavorare con una molteplicità di maestre/i, professoresse e professori. Sono personalmente convinto, ma potrei argomentarlo, che avete elaborato a partire dalle vostre esperienze, in modo più o meno consapevole, una visione dell'insegnamento e che tale visione sia, come criterio guida per la vostra futura professione, molto più efficace ed incisiva di certe forme di conoscenza delle teorie/metodologie didattiche. Allora il primo passo da fare potrebbe essere questo: vi va di raccontare, ripensando alle vostre esperienze di studenti, di quell'insegnante (non importa se l'incontro è avvenuto alle elementari o alle superiori) di cui conservate ancora oggi un ricordo positivo? Perchè, tra i tanti conosciuti, ricordate proprio lui? Come insegnava?
Attendo le vostre storie...
Ciao a tutti,
RispondiEliminanella mia carriera di studentessa ho ,purtroppo, incontrato molti più professori che mi hanno lasciato un ricordo negativo ,rispetto a quelli che mi hanno lasciato un ricordo positivo. I professori ''negativi'' mi hanno allontanato gradualmente dalle discipline che insegnavano. Ho avuto per anni avversione per la matematica e le materie scientifiche a causa di cattivi insegnanti... ho ripreso in mano i libri di scienze a 20 anni, uscita dalla scuola, quando mi sono resa conto che, nonostante tutto, queste discipline mi affascinavano e che le redini del mio sviluppo culturale erano , fortunatamente, nelle mie mani. Ho amato, invece, la filosofia grazie a una professoressa che era sicuramente molto particolare nei suoi modi di porsi ( distratta, lunatica...) ma con un gran carisma e una gran passione per la sua materia. I libri di testo li usava molto poco, lei narrava gli autori come se fossere esseri vivi e ancora in grado di discutere con noi dei grandi problemi dell'uomo. La filosofia, quando andavo a scuola, è stata l'unica materia che ho studiato con assiduità. Non ero una studentessa modello in molte materia ma in filosofia raggiunsi risultati pari all'eccellenza.
Silvia Arcolesse
Ciao a tutti!
RispondiEliminaE' difficile dire quale sia la figura che più mi ha segnato durante il mio percorso scolastico. Tante infatti sono state le figure positive, e altrettante le figure negative; una prof però mi è rimasta particolarmente impressa. Il mio sogno, fin da bambina, è sempre stato quello di diventare insegnante e se tra qualche anno dovessi realizzarlo spero di lasciare ai miei alunni le stesse sensazioni che lei ha lasciato a noi. È una donna che ama ciò che insegna, che ha una passione profonda per le sue discipline e soprattutto che riesce a trasmetterla ai suoi alunni.
I tre anni delle scuole medie, con lei, sono stati bellissimi! La prof aveva un carisma e una luce negli occhi nello spiegare un autore di letteratura o un periodo storico che ci impediva di distrarci. È riuscita a suscitare in noi l’amore per la lettura; si immergeva a tal punto nei suoi discorsi da non accorgersi neppure che la campanella fosse suonata.
Ecco, il mio sogno è di diventare un’insegnante con il suo stesso amore!
Ludovica Racciatti
Salve a tutti =)
RispondiEliminaL’insegnante che nella mia carriera di studentessa ha lasciato in me un bellissimo ricordo è la mia professoressa di matematica delle scuole superiori. Non potrei non pensare a lei. Arrivavo da un’esperienza quasi traumatica, quella delle scuole medie; odio, paura, disinteresse, la matematica per me era un capitolo chiuso. Lei invece è riuscita ad aprirlo con la sua dolcezza, la sua calma, il suo entusiasmo , il suo modo di spiegare che tradotto in parole semplici può corrispondere ad un “imboccare con il cucchiaino”. Grazie a lei mi sono riavvicinata alla matematica, ho scoperto le mie abilità, mi sono sentita motivata e gratificata e questo ha fatto si che raggiungessi ottimi risultati. Devo molto a lei e non potrò non averla presente come esempio positivo in una mia futura carriera da insegnante.
Alessandra Risi
Salve a tutti….
RispondiEliminaTanti sono i professori che, nel corso degli anni, ci hanno spiegato nozioni di storia, latino, matematica geografia. Ma c'è da riconoscere che alcuni sono riusciti a trasmetterci qualcosa in più, altri qualcosa in meno. Tutti noi ricordiamo, nel bene e nel male, i nostri maestri/professori. A pensarci bene, a distanza di anni, quelli che ci tornano in mente e ringraziamo sono quelli che si sono interessati a noi, spingendoci a dare di più, quelli che mostravano passione per la loro materia di insegnamento, quelli più severi che ci hanno spronato a fare sempre meglio, quelli pazienti.
Poco resta nei nostri ricordi, invece, di docenti demotivati, sfiduciati nelle generazioni future e che rincorrevano continuamente l’ideale del vecchio insegnamento e dei tempi in cui loro erano studenti. Ricordo particolarmente la mia maestra di italiano delle elementari. Era disponibile e gentile, cercava di capire i nostri problemi e non era dispotica a differenza di altri. E' riuscita ad instaurare un rapporto di collaborazione con tutti noi anziché di subordinazione, e nonostante ciò la rispettavamo. E' stata molto importante anche per la classe, ci ha trasmesso tanto e ci ha dato compattezza, cosa che mancava a causa dei pregiudizi spudorati che c'erano tra alcuni elementi. E' riuscita a cambiare molti di noi, in positivo ovviamente. Credeva profondamente nel suo lavoro e sapeva come farci interessare alle sue lezioni: ci agganciava con battute ironiche e divertenti trascinandoci nella ricerca di una visione delle cose consapevole e sincera, spesso efficace e solida ed è grazie al mio grande desiderio di diventare un’insegnante come lei che ho deciso di intraprendere questa facoltà universitaria.
Antonella Passarelli
Tanti sono gli insegnanti incontrati durante la mia carriera scolastica e tutti, più o meno, hanno permesso di diventare la persona che oggi sono... ma due sono gli insegnanti che maggiormente mi hanno colpito: l'insegnante di italiano della scuola elementare e la professoressa di italiano e latino della scuola superiore. Vorrei partire raccontando della prof. e se dovessi esprimere un giudizio sulla sua metodologia di insegnamento la definirei “tradizionale”: lezioni frontali, interrogazioni, compiti in classe; ciò non mi porta a considerarla negativamente , anzi penso sia una fonte e un punto di riferimento a cui attingere, soprattutto per l'estrema passione che metteva nell'insegnare, quella voglia di farci conoscere ogni minimo dettaglio su un autore perché soltanto conoscendo è possibile discuterne e giudicarlo, facendolo diventare cosi parte di noi, capace cosi di far sentire nostri vicini di banco personaggi vissuti millenni e secoli fa. Nonostante questa severità e puntigliosità di fondo, allo stesso tempo si è rivelata una persona con un cuore d'oro, aperta ad aiutarci quando un avvenimento tragico è accaduto nella mia classe, si è rivelata quasi una madre premurosa che voleva essere di sostegno ai suoi bambini, che voleva ascoltarli senza mai farli sentire scontati. Un elemento positivo nel suo modo di insegnare, oltre il comunicare con tono pacato ma allo stesso tempo incisivo, era il momento della valutazione, nella correzione dei compiti metteva tutta se stessa affinché nulla fosse lasciato al caso e la riconsegna diventava quasi un rito con spiegazioni precise dei nostri errori e di come poterli evitare; per lei non eri solo una sacco da riempire di nozioni ma una risorsa ed era disposta a ripetere pure 100 volte se non si fosse assicurata che tu l'avresti capito.
RispondiEliminaL'altra insegnante su cui mi piacerebbe parlare riguarda periodi più lontani, risalendo cosi all'insegnante di italiano delle scuola elementari. Lei era una sorta di mamma che cercava sempre di premiare i tuoi sforzi, di rendere significative le tue esperienze e soprattutto invogliava a fare gruppo, non a caso le maggiori ricerche o compiti erano da fare insieme a qualche compagno e infatti ciò ha portato la classe ad essere molto più unita di altre parallele nello stesso istituto. Teneva a noi come dei figli e noi facevamo di tutto per non deluderla (consegnare i compiti precisamente, non chiacchierare durante le sue lezioni e partecipare alle attività integrative). Un evento che mi è rimasto maggiormente nella memoria riguarda i giorni prima dell'esame di V elementare, durante i quali ci invitava a casa per ripetere le tesine che avevamo preparato. Forse nella descrizione di quest'insegnante mi sono concentrata molto sul fattore umano ma posso sottolineare come fosse anche una splendida oratrice e tutti noi riuscivamo a comprendere con estrema precisione ciò che ci veniva spiegato, pendevamo dalle sue labbra per cogliere ogni minima informazione che ci veniva donata con estrema passione verso l'insegnamento e verso i suoi alunni.
Spero di non essere stata troppo prolissa.
Carmen Buono
Salve.
RispondiEliminaDevo dire che parlare di uno specifico professore o maestro non è una scelta facile, dato che effettivamente non ho avuto un solo insegnante di cui ho un particolare ricordo, non per forza positivo.
Per quanto mi riguarda, non mi resta che parlare della mia insegnante di economia aziendale.
Innanzitutto della professoressa in questione, ricordo la passione per il proprio lavoro, caratterizzata da una grande propensione di motivare i propri alunni ad apprendere la materia che insegnava.
Grazie a questa insegnante, sono riuscito a capire quanta passione serva per svolgere con professionalità il proprio lavoro.
Ovviamente, quello che finora ho descritto rappresenta la figura di un ottimo professore o maestro, ma non è tutto.
Ciò che della mia professoressa ha radicalmente modificato le mie opinioni, è infatti la voglia di insegnare non solo i concetti della materia di propria competenza, bensì tutto quello che è racchiuso nel significato della vita.
In pratica, concludo il mio discorso affermando che per quanto la mia professoressa sia apparsa semplicemente come figura di insegnante, avrei fatto di tutto ricordarla come una seconda madre.
Grazie a lei, ho deciso di intraprendere la strada dell'insegnamento e di poter fare il possibile per apparire ai miei alunni non solo come un semplcie maestro di scuola.
Emilio Rosario Pio Fiore.
Un caro saluto a tutti!
RispondiEliminaNel mio percorso scolastico ho avuto modo di incontrare tante figure di insegnanti. Ci sono stati quelli preparati e quelli invece piuttosto fannulloni.
Tuttavia ricordo con estrema stima la mia professoressa di italiano che mi ha insegnato al primo anno della scuola media.
Questa insegnante era una persona eccezionale: sensibile, comprensiva, carismatica. Quando qualcuno aveva un problema, era sempre pronta ad ascoltare e, se era possibile, cercava di risolverlo. Amava la sua materia e ci ha trasmesso la passione per la lettura e la scrittura.
Ci motivava a conoscere sempre di più, infatti ci proponeva di fare ricerche di gruppo per approfondire argomenti e per socializzare. Inoltre ci stimolava alla partecipazione attraverso la lettura di racconti che poi commentavamo con domande e discussioni che favorivano l’interazione con gli altri e la scoperta di nuovi saperi e concetti.
L’iniziativa più bella che ha proposto è stata la corrispondenza tramite lettere con i paesi terremotati molisani, e precisamente con gli alunni della seconda media di Larino.
È stato grazie a lei che ho conosciuto una ragazza con cui mi sento ancora e che frequenta il terzo anno di Scienze della formazione Primaria.
Ho un ricordo molto positivo di questa professoressa perché è stata una maestra di vita e la considero un modello su cui ispirarmi. Lei mi ha fatto capire quanto sia straordinario il lavoro dell’insegnante e quanto sia appagante guadagnarsi la stima e il rispetto dei propri alunni.
Miriam Lamelza
Il mio ricordo del professore L.L. risale a quando mi sono iscritto all’istituto magistrale statale di Campobasso. Il professore L.L. insegnava psicologia, pedagogia e filosofia. Una persona veramente formidabile sul piano umano, perché il prof. era gentile, delicato, una persona distinta, non arrogante come certi docenti che in qualche caso sembrano deliberatamente mettere in difficoltà gli studenti. Era una persona molto garbata, non mi ricordo di averlo mai sentito irritarsi. Una persona squisita sul piano tanto umano quanto professionale. Studiare le materie da lui insegnate era semplicissimo o era lui a renderci il tutto molto piacevole, amava ciò che faceva e traspariva dal modo con cui spiegava le materie di insegnamento, era come essere allattati da una mamma, ci dava il nutrimento necessario per crescere con amore senza farci violenza. Venivo da esperienze negative ed avevo trovato finalmente una persona che mi insegnava delle cose, non un un’insegnante duro, demotivato e con un animo gretto il cui unico scopo era annaspare fino al 27 del mese. Il prof. mi incoraggiava molto. Incoraggiava ognuno dei suoi allievi. Una persona squisita che ricordo con simpatia e affetto. Alcuni insegnanti si dimenticano molto volentieri, altri restano per sempre nei nostri cuori e nei nostri ricordi.
RispondiEliminaGiuliano Dunkl
Buonasera a tutti..
RispondiEliminaVorrei iniziare col dire che purtroppo non ho avuto molti prof che mi hanno lasciato bei ricordi.. Sarà che ogni hanno li cambiavo, a partire dalle elementari fino alle superiori, ma nessuno di loro mi ha trasmesso la passione per l'insegnamento. Molti mi sconsigliavano di intraprendere questa strada perché non mi avrebbe portata da nessuna parte, altri mi dicevano che lavorare con i bambini richiedeva fatica e pazienza, ma non ero molto d’accordo con loro, infatti ora frequento questa facoltà… Ho avuto una professoressa d’italiano che mi colpì parecchio alle scuole medie, in particolare per il suo metodo d’insegnamento basato su una celebre frase di Quintiliano; ”i giovani non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere”. Preferiva farci lavorare in gruppo, in modo tale che l’apprendimento di alcune discipline risultasse più semplice, creando mappe, cartelloni ed organizzando laboratori storici per il pomeriggio. Spesso, prima di fare qualche compito o verifica, ci faceva esercitare a coppie combinando un alunno bravo con uno più scarso, in modo che l’uno aiutasse l’altro a migliorare. Diversamente da altri professori le sue interrogazioni erano molto coinvolgenti in quanto non voleva la “pappardella” a memoria, ma preferiva che si eseguissero dei ragionamenti logici su ciò che ci chiedeva e su ciò che si rispondesse. Inoltre, il suo era un metodo pluridisciplinare, perché quando si parlava di un argomento si finiva con il coinvolgere molte altre materie che non erano di sua competenza. L’avevo sempre stimata, ma come molti, alla fine, ha dimostrato quella caratteristica propria di tutti gli insegnati, la mancanza di oggettività nel valutare e nell’apprezzare gli alunni, preferendo certi ad altri e questo mi deluse molto, in particolare un evento che accadde ma che non sto qui a raccontare. Spero in futuro di non trasmettere queste cose ai miei allievi, ma di far capire che anche se il mondo è vario alla fine siamo tutte persone uguali e dello stesso livello, e che persino il più debole ha le stesse capacità di quello più forte..
Carolina Chiaravalle
Ciao a tutti
RispondiEliminaSono stati tanti gli insegnanti che ho conosciuto durante la mia formazione scolastica e di ognuno ho un ricordo particolare,che sia negativo o positivo. Alcuni però,hanno avuto un ruolo più importante,non solo nel mio percorso di studio ma anche nella mia crescita personale,come il mio professore di scienze sociali e filosofia delle superiori, il quale andava al di là dei classici schemi d’insegnamento,gli piaceva non solo inculcarci nozioni teoriche,ma ci teneva che comprendessimo il vero senso di ciò che intendeva trasmetterci, con la sua semplicità e solarità riusciva a rendere ogni lezione diversa dall’altra. Ricordo che un giorno stava spiegando Socrate e all’improvviso prese la sua giacca e i suoi inseparabili occhiali e rivolgendosi a noi disse: “Ragazzi sapete cosa c’è di nuovo?Oggi ritorniamo al 450 a. C. andiamo a studiare all’aperto, così come faceva Socrate con i suoi allievi”;noi meravigliati lo seguimmo entusiasti e fu davvero una bella lezione di filosofia! Questo è quello che anch’io spero di trasmettere un giorno ai miei allievi,ossia quella passione e quell’entusiasmo che metteva lui nell’insegnare e che coinvolgeva noi alunni .
Amelia Franco
Salve!!
RispondiEliminaÈ strano: ci stiamo preparando a fare un lavoro che abbiamo sempre visto dall’altra parte di un limite semplice ma “ingombrante”: la cattedra! Sin da piccoli abbiamo visto l’insegnante come un modello, un punto di riferimento che nel bene o nel male ha inciso nella nostra vita… e tra qualche anno ci ritroveremo lì, seduti dall’altro lato della cattedra con tanti bellissimi occhioni puntati addosso, alla partenza di un percorso che forse al traguardo vedrà impresso a terra ancora le nostre orme più o meno profonde. Il mio percorso di studi è stato molto variegato, pieno di sfaccettature che mi hanno recato gioia ma talvolta anche tristezza. Se sono qui, a seguire questo corso di studi e a scrivere su questo blog, è sicuramente il risultato di molte cose: sin da piccola giocavo a fare la maestra e forse un giorno, le tante ore impiegate a giocare diventeranno la mia vita, sicuramente piacevole come quel gioco. Hanno contribuito a consolidare in me questa passione due persone; la prima di cui vi parlo l’ho lasciata solo pochi mesi fa poiché era la mia insegnante di italiano delle scuole superiori. Lei, così severa e temuta da tutti, mi ha insegnato, oltre alla letteratura italiana, tante altre cose: mi ha insegnato ad amare la cultura, mi ha insegnato che tutte le materie scolastiche non sono solo un insieme insignificante di nozioni, ma che queste possono “servirti” nella vita…mi ha insegnato che grazie alla storia, e quindi al passato, si può capire il presente…e mi ha trasmesso l’amore per i suoi allievi. Le sue interrogazioni duravano ore, per lei la campanella non esisteva e se non veniva qualcuno a ricordarci che le ore di italiano erano terminate, noi continuavamo quell’interrogazione per molto altro tempo. Ma il bello è che a me non pesava tutto ciò, perché le sue interrogazioni erano uno scambio di idee, di informazioni, una vera discussione nella quale non erano solo importanti le nozioni da noi imparate (non poco rilevanti), ma anche il nostro punto di vista sull’argomento. Nella valutazione era molto restia a mettere voti alti perché pensava di non essere un “distributore di voti” ; infatti nessuno ha mai avuto ad un’interrogazione voti soddisfacenti nonostante la performance fosse stata buona. Questa insegnante premiava a fine anno, dove tutti i professori davano alla classe un aspetto omogeneo senza differenziare i livelli, mentre lei metteva voti alti a chi l’aveva meritato e voti bassi a chi non li meritava. Io vorrei portare nel mio lavoro la sua professionalità e la voglia di conoscere i suoi allievi. La seconda insegnante che ha segnato la mia vita e continua a farlo è la mia maestra dell’asilo che è anche la mia prozia. Di lei non posso parlare “del metodo” ma posso dire che la sua vita erano i suoi bimbi. Il suo lavoro non terminava mai in classe, infatti a casa cercava di costruire sorprese per far divertire e giocare i suoi bambini e cercava sempre in giro qualcosa da poter portare il giorno dopo in classe. È una donna che ora che è in pensione soffre perché le manca l’affetto e la spensieratezza che le trasmettevano i suoi allievi. Io vorrei portare nel mio lavoro il suo amore per i bambini perché da loro si può imparare tanto e l’adorazione verso ciò che faceva ricordando che il lavoro di insegnante non termina mai in classe.
Alessia Laquintana
Beh devo dire che la mia esperienza su questo punto di vista non è stata del tutto negativa. Certo non è impossibile, ma solo 1 su 1000 può esser così fortunato da trovare in 10 - 15 anni di studio, professori competenti e con un minimo di passione per ciò che insegna. Se dovessi fare una valutazione complessiva direi che è molto discreta, senza particolare eccellenza, ma come in ogni cosa che si rispetti c'è sempre l'eccezione che conferma la regola: la professoressa di pianoforte.
RispondiEliminaNonostante ci segua da pochi anni, esattamente 3, è riuscita e continua ad essere semplice e geniale con i suoi ragazzi, a trasmettere passione per la musica e per ogni suo componente, ad incarnarlo totalmente, ognuno con il suo stile, con la sua compostezza, con la sua genialità. Comprende ogni nostro limite, ogni nostra espressione facciale, ci parla, ci racconta le sue esperienze, ci arricchisce ogni volta di particolari. Non è semplice incarnare ogni musicista nella sua totalità e riuscire a trasmetterlo, eppure lei l'ha fatto e lo farà ancora.
Pensare a professori frustrati, indecenti, ingiusti ed esauriti (esagero perché a volte è davvero così) mi crea angoscia e disprezzo; la scuola, l'istruzione, la cultura e tutte le esperienza legate ad essi sono cose che non possono morire mai, ed è inaccettabile che nella maggior parte dei casi queste persone, dichiarate competenti, riescano a distruggere, seppur in minima parte, l'interiorità di un bambino - ragazzo che sia, limitando l'esposizione delle sue emozioni e delle sue paure.
L'unica speranza che ho per la vita è quella di essere una persona che insegnante o meno, riesca a non sconvolgere mai in negativo la vita di qualcuno.
P.C.
Salve a tutti...
RispondiEliminacome hanno già affermato in molti,sono stati tanti gli insegnanti che hanno caratterizzato la nostra carriera di alunni,nel bene e nel male;nel senso che ci sono alcuni che ricordiamo con molto piacere e altri invece un pò meno.Beh...io ricordo con estremo piacere e anche con la lagrimuccia di nostalgia due insegnanti in particolare;che sono state fondamentali per la mia formazione.La prima è la maestra Miranda che insegnava italiano alle scuole elementari.Quest'ultima mi ha segnato in positivo perchè non solo era molto preparata, ma ha fatto di tutto affinchè i suoi alunni fossero tutti bravi ,quasi,allo stesso modo.Ma la ricordo soprattutto per la sua bontà,la sua stravaganza e la sua estrema simpatia.Infatti le sue lezioni non erano mai noiose ,e riusciva a coinvolgere anche i bambini meno motivati.Tant'è vero che appena tornavo a casa e finivo di studiare mi divertivo ad imitarla .La scuola era diventata il mio gioco preferito.Ma un'altra professoressa che porto nel cuore è la mia prof di italiano,storia e geografia delle scuole medie..si chiamava Colomba!Mi viene da dire di nome e di fatto...perchè anche lei mi ha insegnato molto trasmettendomi la passione per l'italiano e l'amore per la lettura.Anche per lei l'essere professoressa non significava mettere un muro tra lei e i suoi alunni,e pensare solo a svolgere la lezione;ma per lei quegli alunni rappresentavano i suoi figli ,che trattava con i guanti bianchi e a cui parlava con estrema gentilezza,e soprattutto con AMORE.é grazie a loro se ho deciso di intraprendere questa strada ;ed è seguendo le loro orme che cercherò di insegnare in FUTURO.
Ciao a tutti!!!
RispondiEliminaNella mia esperienza da studentessa, oltre ad avere avuto modo di capire quante persone incompetenti si elogiano al grado di insegnanti e professori, pur non meritando assolutamente tale qualifica, ho avuto anche l’onore di essere guidata nella formazione e nella crescita da altrettante figure positive che ricordo con molto piacere.
Prima tra tutte la professoressa di letteratura italiana e latina delle scuole superiori. Non dimenticherò mai il suo modo di porsi nei confronti della classe con pacatezza e autorevolezza allo stesso tempo, il suo modo di farsi rispettare ma anche di farsi voler bene, il suo valore umano e professionale.
Metteva amore in tutto ciò che faceva, cercando di trasmetterlo a noi e cercando di rendere le attività coerenti nel rispetto della situazione, del contesto, e di valori per lei irrinunciabili quali l’uguaglianza di tutti gli alunni, l’imparzialità…
Non era ossessionata dal portare al termine il programma quanto più dal farci capire veramente gli argomenti trattati, riprendendoli con insistenza e modificando la tecnica didattica utilizzata, se necessario per favorire l’apprendimento: per esempio in più circostanze non si è limitata a spiegare un opera d’autore tramite lezioni frontali ma ci ha proposto anche film o montaggi tratti da quelle stesse storie (i malavoglia, i canti della divina commedia..) o lavori manuali da appendere in classe per avere un riferimento sempre sott’occhio (cartelloni con i diversi gironi dell’inferno)…
Per non parlare dei compiti in classe: a differenza di molti professori che si limitavano a comunicarci il voto e a trascriverlo sul registro, o per paura di perdere tempo o semplicemente per mancanza di voglia, lei ci spiegava, di volta il volta, i criteri usati nella correzione, al fine di evitare risentimenti e di rendere la valutazione il più trasparente possibile, dando una spiegazione quanto più dettagliata possibile sull’errore, per favorirne la comprensione ed evitarne una futura ripetizione.
Credo davvero che sia stata, e sia ancora, una professoressa esemplare, di cui se ne trovano veramente poche in giro e, se un giorno (spero non troppo lontano) mi ritroverò a dover fare delle scelte e dei progetti in qualità di insegnante, credo proprio che prenderò come punto di riferimento lei.
Luana Del Zingaro
Sentite questa…
RispondiEliminaNon è facile descrivere la mia esperienza significativa, più per il soggetto in questione che per l’iter formativo che mi riguarda. Tutto è cominciato la prima ora, del primo giorno, del primo anno di liceo… Tra la schiera di insegnanti sicuramente è stato quello più “appariscente”... Non parlo di un semplice impatto fisico, ad ogni modo non indifferente, ma della stessa personalità, come se fremeva per incontrarci e tenerci in classe. E’ stato proprio quel giorno che ho conosciuto la mia prima parola in greco : giocare. Sì, il mio professore ci ha brillantemente esposto la sua teoria, quella cioè di “imparare giocando”, non intesa come atteggiamento di sufficienza o leggerezza riguardo alcuni argomenti o concetti, quanto piuttosto una sorta di serenità nell’apprendere, in maniera collaborativa, divertente, motivante. Ci è riuscito! Adoravo trascorrere 4 ore su 5 al giorno con lui… E passavano anche troppo in fretta! Sin dall’inizio ha espresso una forte tendenza alla meritocrazia tra gli allievi, ma non solo: aveva un rapporto alquanto evasivo con i colleghi, proprio perché (non proprio tutti ma…) li considerava “privilegiati” riguardo a incarichi, orari o trattamenti. Non che fosse schivo nei loro confronti, ma non accettando queste situazioni, a volte lanciava loro anche “frecciatine”, ma preferiva tirarsene fuori più che discuterne e poi arrivarne al nulla. Un altro aspetto sorprendente è la correzione istantanea dei compiti: che io ricordi, in quattro anni di liceo non ha mai corretto un compito a casa! Dal terzo anno ha introdotto delle griglie di valutazione a supporto delle correzioni che continuava ad effettuare nell’immediato, disposto a discutere, fornire spiegazioni, ma quasi mai a cambiare idea sulle sue decisioni. Ricordo al ginnasio i gessetti colorati utilizzati per le desinenze dei verbi: intere lavagne con questi schemi che si divertiva e ci divertivamo a fare. Molto spesso non mancavano tensioni, incomprensioni, dovute magari a nostri atteggiamenti che lo deludevano, pessimi risultati in qualche disciplina (non esclusivamente la sua) o anche a nostre questioni personali di cui si interessava, a volte anche insistentemente. Oggi, confrontandomi con i compagni, ricordiamo tutti con affetto e nostalgia ANCHE quei momenti: allora non capivamo che quelle punizioni forzate, quelle “ripicche” stupide che ci imponeva, erano lezioni che voleva darci e che ci sono mancate e nessun altro docente in seguito ha saputo darci. Si era creata una tale sintonia che ,quando ci abbandonò l’ultimo anno, fu un TRAUMA. Abituata a fare tante discipline con la stessa persona, il fatto di avere un insegnante per ogni materia fu destabilizzante. Nessuno di loro riuscì a “compensare” anche solo in minima parte il vuoto che lasciò. Fu duro quell’anno, costò caro a molti anche per quanto riguarda i risultati finali, ma forse il mio prof aveva ragione, premeditando anche questo: “TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE”. Un giorno vorrei che i miei alunni conservassero un ricordo di me anche solo un briciolo simile a quello che conservo io di questo docente.
L.E.P.
Salve a tutti :D
RispondiEliminaRipensando al mio percorso scolastico,moltissimi sono stati gli insegnanti conosciuti, ma non tutti, purtroppo, sono riusciti a trasmettermi qualcosa di positivo. Ovviamente ogni insegnante ha un proprio carattere e un proprio modo di approcciarsi agli alunni e quindi alla classe che in alcuni casi,probabilmente, non risulta compatibile con il carattere del singolo. Nonostante ciò conservo ancora un bel ricordo della mia maestra d'italiano della Scuola Elementare. Purtroppo è venuta a mancare prematuramente l'inverno scorso ed è stata davvero un'orribile notizia. Era una bravissima maestra che ci ha trasmesso l'amore per la sua materia, sempre disponibile e attenta alle nostre esigenze e cosa, secondo me, fondamentale era che per lei gli alunni erano tutti uguali, dal più irrequieto o timido che aveva più difficoltà ad apprendere e ad esporre, al più estroverso e studioso. Metteva tutti a proprio agio, infatti essendo io all'epoca una bambina molto timida solo con lei riuscivo ad aprirmi e a sentirmi bene, in quanto elogiava chi era bravo, ma dava le giuste attenzioni a chi era meno bravo o irrequieto. La passione della mia maestra era sicuramente la poesia, infatti fin dalla quarta elementare analizzavamo e studiavamo a memoria poesie di Carducci,Pascoli e Leopardi che sicuramente era quello che lei preferiva di più e per il quale mi ha trasmesso una grande passione. Lei, però, non è stata il mio unico modello in quanto, pur vivendo in una famiglia dove quasi tutti esercitano questa professione, uno in particolare mi ha trasmesso l'amore per l'insegnamento. Mio zio è un insegnante della Scuola Elementare, con una grandissima passione per i bambini. Riesce a catturare la loro attenzione in qualsiasi momento e situazione, riesce ad organizzare giochi e attività che li coinvolgono in prima persona. La cosa che mi è rimasta più impressa è stata la sua capacità di coinvolgere in una rappresentazione teatrale un bambino con problemi relazionali e disturbi dell'apprendimento. E' stata davvero una cosa bellissima e credo anche di grande soddisfazione.
Carmen Farina.
Salve!!!!!
RispondiEliminaTra i tanti professori conosciuti nella mia vita scolastica voglio parlare di
due di loro che in maniera diversa hanno lasciato un segno in me: il primo è il
prof. di matematica delle superiori. Persona squallida, scolasticamente “nulla
facente” che ha saputo rendere sterile, con la sua inettitudine, quanto avevo
appreso negli anni delle scuole medie. Più volte sottoposto a controlli da
parte di ispettori scaricava su noi alunni la sua poca voglia di fare e farci
fare. Tutt’altra persona è stato il professore di greco che oltre a svolgere
in maniera ineccepibile il suo lavoro ha cercato di farmi superare la timidezza
che mi bloccava impedendomi sia di esternare quanto studiato sia di instaurare
un sereno rapporto di socializzazione con i miei coetanei. Ai miei futuri
alunni vorrei saper trasmettere in modo chiaro quello che continuerò ad
imparare nel corso di questi anni accademici insieme all’educazione a al
rispetto verso il prossimo, valori che secondo me hanno bisogno di essere
rinforzati nelle nuove generazioni.
Angelica Lauriola
Mi feci questa domanda qualche giorno prima di iscrivermi alle selezioni di Scienze della Formazione. Mi sforzai di immaginarmi come futura maestra accerchiata dai bambini e sommersa dalle loro ininterrotte domande intrise di curiosità e di voglia di sapere.
RispondiEliminaCercavo di capire come mi sarei comportata se non avessi avuto a portata di mano le risposte che i bambini in quel momento cercano. Si, perché oggi i bambini sono molto più emancipati rispetto ai tempi in cui andavo a scuola io (circa 20 anni fa).
Oggi le lezioni sono interattive, tutti partecipano e tutti hanno qualcosa da dire. Ai miei tempi difficilmente noi bambini alzavamo la mano per interrompere la lezione dell’insegnate e chiedere una nostra curiosità!!!
Così, tornando indietro con i ricordi, ho pensato che di insegnanti ne ho avuti tanti, ma nessuno forse mi ha lasciato un vero e proprio “modello” o una “visione dell’insegnamento”. Ricordo con piacere l’insegnante di italiano che ci aiutava a ricordare le letterine dell’alfabeto insegnandoci delle canzoncine. Non ho ricordi chiari di storia e geografia, perché l’insegnate usava il metodo della lettura e della ripetizione del paragrafetto in classe.
Credo che l’insegnamento, ovvero l’atto di trasferire in modo corretto una conoscenza ai bambini, oggi non è più concepito come un processo fisso e unidirezionale, ma come qualcosa di “attivo” e ricco di stimoli. Vale a dire che forse una visione dell’insegnamento “moderno” si nasconde proprio nelle modalità con cui questo viene espletato. Anche perché a volte alcune modalità “attive” di insegnamento (mi viene in mente lo studio attraverso il gioco) sono molto più incisive di forme di conoscenza teorica.
Naturalmente poi una buona dose di dolcezza e di fermezza con i bambini non guasta mai.
G.C.
Salve a tutti =)
RispondiEliminaCredo che Quintiliano avesse pienamente ragione quando nella dottrina educativa della sua "Institutio oratoria " indicava che " buoni" maestri devono formare "buoni " alunni, trasferendo loro non solo contenuti, ma anche valori morali, con il proprio esempio e stile di vita. Per l'autore l'educazione deve essere affidata a chi è in grado di guidare l'alunno nel suo cammino verso la maturità ed ha identificato questa figura educativa in quella del maestro. Questi deve essere un modello da imitare perchè persona ricca culturalmente, ferma nei suoi principi, affidabile, modesta, appassionata del proprio lavoro, esperto conoscitore della psicologia dei suoi alunni, in grado di adattare la sua lezione alle loro esigenze e di creare con essi rapporti di stima e affetto reciproci.
Nel mio percorso scolastico ho conosciuto tanti insegnanti, più o meno bravi, flessibili, alcuni addirittura “pscicopatic “i. Una professoressa in particolare ha lasciato in me un segno indelebile proprio perchè rispecchiava per certi aspetti il modello del maestro descritto da Quintiliano. Forse perché lei conosceva bene la poetica dell'antico letterato in quanto insegnante di italiano e latino.
Inizialmente ho addirittura odiato il suo metodo di insegnamento, forse un po’ troppo severo e con i miei compagni, in più occasioni, l'abbiamo criticata duramente. A distanza di qualche mese dagli esami di stato, mi rendo conto di quanto essa sia stata importante per la mia vita. Non considerava gli alunni semplicemente dei numeri, utilizzando un criterio di valutazione che non si basava esclusivamente sulla media matematica. Ci insegnava che la scuola e la vita non sono delle realtà separate , che nella scuola si può portare la vita e che nella vita la scuola serve davvero, che i compiti non erano delle punizioni ma un modo per poter dimostrare a se stessi di poter raggiungere degli obiettivi.
L’amore che mostrava per la sua materia ha spinto anche noi alunni a desiderare di approfondire lo studio. Preparava lezioni interessanti che ci coinvolgevano nel processo di apprendimento. Con incredibile pazienza ci ha accompagnati nel cammino educativo aiutando ognuno di noi a sviluppare la propria personalità, i talenti e le inclinazioni fornendoci un metodo di studio efficace, che ci accompagnerà per tutta la vita.
Spero , un giorno, di poter praticare il suo metodo di insegnamento, diventando anche io, modello per le generazioni future.
Michela Notarangelo
Premessa.
RispondiEliminaHo deciso di scrivere su questo blog, perchè le esperienze vissute durante il mio ciclo scolastico sono state più che soddisfacenti.
Ho incontrato persone meravigliose in questi anni, e altre molto di meno, che più che considerarmi una persona, mi hanno fatto sentire semplicemente un'alunna che doveva rispondere a delle domande senza avere proprie opinioni.
Nonostante questo due persone mi hanno fatto capire che il mestiere di insegnante può essere interpretato in tanti modi. La prima esperienza è avvenuta alle elementari, la mia maestra di italiano mi ha fatto capire come vanno trattati i bambini, con noi lei è stata sempre giusta e tranquilla senza metterci paura e facendoci sentire sempre a nostro agio e questo è davvero quello che vorrei fare con i bambini. Infine il mio Professore di storia e filosofia mi ha fatto davvero capire che più che alunni siamo delle persone, con lui prendevamo dei problemi della vita e li trasformavamo in idee per confrontarle nelle sue materie. E' su queste due persone che vorrei un giorno formare la mia esperienza di maestra F.P.
Salve a tutti!!
RispondiEliminaDurante il mio percorso scolastico, dalle elementari al liceo, molti sono stati gli insegnanti che si sono succeduti e certamente tutti hanno contribuito alla mia crescita umana e culturale. Di questi, però, solo alcuni mi hanno lasciato un ricordo positivo, nel senso di avermi portata ad un apprendimento motivato delle loro discipline.
Il loro comportamento ha messo in risalto l’importanza del ruolo e della funzione dell’insegnante, che uniti alla mia passione per i bambini, ha fatto si che intraprendessi questo percorso universitario. Tra questi insegnanti non posso assolutamente dimenticare la professoressa di Latino e Greco del liceo (una dei pochi ad averci seguito per l’intero quinquennio).
E’ stata un’insegnante che ci ha trasmesso amore e passione per le sue materie ed è riuscita a determinare in me e in gran parte degli alunni un reale coinvolgimento nell’attività didattica, facendoci costantemente sentire parte attiva del processo educativo.
Ascoltando le sue spiegazioni, trascorrevano ore ed ore senza che noi ce ne accorgessimo. Lei sapeva rendere coinvolgente la lezione, semplificandola, trasformando in semplice tutto ciò che per noi era complesso, trasmettendoci i concetti essenziali, facendoli restare impressi nelle nostre menti.
Un altro aspetto ammirevole del suo comportamento riguardava il momento delle verifiche. La prof riusciva, con il suo saper fare, a tranquillizzare tutti, senza far risultare traumatico questo momento dell’attività didattica, tanto da ottenere ottimi risultati con chi studiava costantemente e sufficienti risultati anche con chi studiava meno.
In tale maniera, attribuiva alla valutazione una funzione di giusta remunerazione dell’impegno e dello studio di ogni alunno.
Considerato quanto descritto, non nascondo il desiderio di riuscire un giorno, a trasmettere con la sua stessa passione, il suo stesso amore, la sua capacità, la sua onestà professionale, il mio sapere a tanti piccoli che saranno lì ad ascoltarmi.
Angela Pia Peluso
Salve a tutti!
RispondiEliminaBeh,scegliere a chi dedicare questo mio post,tra gli innumerevoli docenti che si sono susseguiti durante la mia lunga “carriera scolastica”,non è una cosa così semplice e scontata. Se ci si riflette un pò su,tutti i miei insegnanti,chi più chi meno,hanno contribuito ad arricchire il mio bagaglio culturale e la mia persona;e di tutti conserverò sempre un ricordo nella mia memoria. C’è stato però un professore,nell’ultimo anno del liceo,che forse più di tutti ha lasciato un segno profondo dentro di me. Non so se la cosa valesse per l’intera classe,o se fosse una sensazione che riguardasse solo me,ma quando arrivava in aula la stanchezza derivante dalle precedenti lezioni scompariva,e io non vedevo l’ora che iniziasse la sua spiegazione! Quello che mi colpiva non era semplicemente il suo modo di esporsi e la sua capacità di farti comprendere alla perfezione la lezione,tanto che finivi per impararla in classe! Era qualcosa che andava oltre,erano i suoi modi garbati,la sua espressione sempre sorridente,la sua umanità,le cose veramente eccezionali. Con lui non sentivi quel distacco che solitamente si instaura tra insegnante e alunno,al contrario si rivolgeva a noi come fossimo suoi figli. Teneva moltissimo al nostro apprendimento,ma teneva ancora di più a creare con noi un rapporto di fiducia:noi avremmo potuto contare su di lui e viceversa. E se ogni tanto tradivamo questa sua fiducia,in quanto si sa noi allievi non siamo sempre degli angioletti,gli si leggevano in faccia i segni di una reale delusione e di un reale dispiacere,come se a fargli quel torto fosse stato uno dei suoi figli. Ci diceva sempre che non era così importante sapere alla perfezione come avvengono i terremoti o quale era il giusto ordine dei pianeti solari,ma la cosa che contava di più era imparare ad essere delle persone oneste e corrette,che non dovevano cedere mai ai compromessi ma che dovevano sempre contare sulle proprie forze;queste erano le prime cose che voleva insegnarci. Ci diceva anche,in maniera non pretenziosa,che gli sarebbe piaciuto essere un esempio per noi, non solo di un buon insegnante ma anche di un uomo giusto,così come era accaduto a lui con un suo vecchio professore del liceo.
Che dire,io il suo “messaggio” l’ho ricevuto,e spero un giorno,una volta terminati gli studi e intrapreso la strada dell’insegnamento,di diventare io stessa un punto di riferimento per i miei alunni,sul quale poter sempre contare. Penso che non potrebbe esserci soddisfazione più grande!
ANTONELLA BASSI
Salve a tutti,
RispondiEliminaNel mio percorso scolastico ho incontrato, per mia fortuna, molti insegnanti che mi hanno fatto amare e desiderare questo mestiere. Non sono stati buoni soltanto a livello affettivo ma sono stati dei veri professionisti.
Ricordo con un grande sorriso la maestra di matematica delle elementari, voleva il rispetto rigido delle regole e il corretto svolgimento dei compiti ma non mancavano da parte sua aiuti o parole di conforto. Spiegava in modo semplice e ripeteva nel momento in cui qualcuno non avesse capito senza farlo pesare. Valutava in modo equo e rigoroso e annotava sui nostri quaderni i vari voti. Ho ancora quei quaderni, e quando rivedo quei voti ho la sensazione di soddisfazione che provavo perché motivava tutti i voti e non li dispensava a caso. Insieme alle altre maestre era riuscita a creare un clima positivo in classe, un legame inseparabile con i miei compagni e con le maestre. Vorrei diventare un insegnante che faccia amare la propria materia, che dia importanza ai legami affettivi e che sia oggettiva, io ne ho avuti vari esempi e cercherò di mettere in atto ciò che ho vissuto per essere una brava maestra!!
Fabiana Ruggiero :)
Salve a tutti,
RispondiEliminanel mio percorso scolastico ho incontrato molti insegnanti ma non tutti mi hanno lasciato un segno positivo.
Ricordo,però, con molta stima e affetto la mia maestra di italiano e storia dell'elementari.Una persona eccezionale non solo a livello professionale ma anche nella vita di tutti i giorni.
Durante le lezioni trasmetteva serenità e non ci faceva annoiare mai.
Le spiegazioni erano semplici e chiare accompagnate da mappe concettuali e da illustrazioni. Era sempre disponibile e non si lamentava mai di ripetere i concetti che non ci erano chiari.
Durante le sue ore in classe si respirava un clima sereno, anche se voleva il rispetto delle regole e il corretto svolgimento dei compiti.
Metteva amore e passione in tutto quello che faceva, organizzava, anche, molte uscite didattiche per farci vedere da vicino quello che spiegava in aula.
Questo è quello che spero di trasmettere un giorno ai miei alunni, lasciare loro un segno positivo come lei ha fatto con me.
Sara Colitti
Salve...
RispondiEliminaL'insegnamento è un fattore essenziale nella crescita sia cultarale che educativa dell'alunno. Come è giusto che sia ognuno decide di mettere in atto tipi di insegnamento differenti in base al proprio modo di essere. Questo può, talvolta, danneggiare il percorso formativo dell'alunno che può non sentirsi stimolato dal tipo di insegnamento. Per me insegnare dovrebbe significare emozionare, cioè l'insegnante dovrebbe essere egli per primo affascinato da ciò che insegna. Solo così potrà realmente suscitare intereasse nell'alunno. Per quanto riguarda la mia esperienza personale, la mia professoressa di italiano delle superiori ha senz'altro lasciato un ricordo positivo. Lei cercava di instaurare un rapporto di complicità, fiducia e comprensione cercando di non privilegiare nessuno nè tantomeno di etichettare i suoi alunni in modo non corretto suscitando in noi attenzione e interesse. Allo stesso tempo, però, sapeva imporre la sua figura con determinazione per far sì che noi non venissimo meno ai nostri doveri di alunni. Ed è proprio questa sua versatilità che ha lasciato nei suoi alunni un segno positivo. Ci sono state, però, anche delle esperienze negative in quanto alcuni professori hanno arbitrariamente privilegiato alcuni alunni e sottovalutato altri senza che questa distinzione si basasse sulle effettive capacità o conoscenze. Ecco perchè io sono del parere che non si debba giudicare un alunno o una classe dall'apparenza, ma un buon insegnante dovrebbe saper essere aperto nei confronti dei propri alunni e allo stesso tempo saper stabilire e far rispettare regole giuste per tutti.
Valeria Zampella
Salve,
RispondiEliminaNella mia esperienza di studentessa, ho incontrato molte figure di insegnanti e come spesso succede, alcuni mi hanno lasciato ricordi incancellabili, altri sono e saranno lì nel dimenticatoio. Tra i ricordi più belli scelgo di descrivere la mia prof. di matematica delle scuole medie che mi ha accompagnato per tutto il triennio. Partendo dal fatto che io non capivo molto della Sig.ra matematica fino alla V elementare, pensavo di esserne davvero negata… incece no, arrivata alle scuole medie la fortuna ha voluto che incontrassi lei,una professoressa che amava la sua materia e che è riuscita con la sua grinta e determinazione ad insegnarmi una materia tanto ostica. Una prof.ssa che, seppur dal viso arcigno, è riuscita in maniera graduale ad infonderci non solo l'interesse verso la materia, ma anche un forte interesse verso lo studio. La modalità con cui è riuscita nell'intento è difficile da apprendere. Evidentemente è da ricercarsi in una forma di empatia o in un accentuato carisma di cui essa era rivestita. L'unico giudizio che posso esprimere è che per me è stata molto più di una professoressa. Pur alla sua veneranda età aveva la capacità di "raccontarci" della sua materia meglio di un'amica alle prese con la sua prima storia d'amore. Era davvero una grande Prof. Riusciva a tenerci buoni e tranquilli unicamente con il suo metodo di studio; un metodo con cui impartiva delle nozioni ma che allo stesso tempo ci divertiva. In altri termini imparavamo giocando. Penso che sia questo il miglior modo di insegnare; un modo che, seppur abbastanza difficile da individuare, conduca lo studente ad apprendere con il minore sforzo possibile. Il ministero dovrebbe esserne fiero di avere insegnanti di tale spessore poichè è solo grazie ad essi che si trasmette l'importanza e l'attaccamento allo studio! Grazie per l'attenzione...Maria Guida
Salve,
RispondiEliminaNella mia storia di alunno ho cambiato molti maestri e professori, forse anche più di quanti ne cambia un normale studente avendo cambiato più volte scuola.
L'insegnante che ricordo con maggior affetto non fa parte della vita scolastica elementare. Anche se solitamente da bambini ci si affeziona molto alla figura delle maestre, io non serbo un buon ricordo di quel periodo.
Arrivai alle scuole superiori provando una totale sfiducia nei confronti degli insegnanti e della scuola in generale.
E' incredibile che il professore che abbia cambiato la mia visione della scuola è anche la persona che da sempre mi è più vicina, mio padre, che è un professore di diverse materie fra cui tecnologia meccanica, disegno tecnico e meccanica applicata. Egli mi ha seguito da subito quando ho iniziato a seguire l'istituto superiore a Campobasso presso l'ITIS del ramo meccanico.
Riscoprii in me alcune capacità che reputavo inesistenti, ricordo lezioni di matematica e fisica che in classe sembravano argomenti difficilissimi per poi ascoltare la spiegazione di mio padre e in poche ore rendermi conto che quegli esercizi fossero decisamente alla mia portata. Questo mi infondeva molta sicurezza, tale da permettermi di affrontare i compiti in classe e le interrogazioni con serenità.
Mio padre spiega gli argomenti senza perdersi in generalità, è molto pratico e fa in modo che veda gli argomenti nella loro naturale semplicità. Non manca però di precisione, ricordo quando spiegandomi il processo di tempratura mi disegnò il reticolo cristallino dell'acciaio e il modo in cui mutava, ancora adesso se dovessi parlare della tempra mi rifarei certamente ai suoi disegni.
Io penso che la capacità che debba avere un buon insegnante è quella di riuscire ad essere pratico senza mai banalizzare però, dando modo a tutti gli alunni di capire ciò che dice e mettere gli stessi in una posizione tale da riuscire da soli li dove prima ci fosse bisogno della guida dell'insegnante.
Giuseppe Longo
Salve a tutti!
RispondiEliminaSenza dubbio questa è una buona occasione per poter rievocare e condividere ricordi che sembravano caduti nel dimenticatoio e a cui, spesso, attribuiamo poca importanza… Scavando nel mio passato di studentessa, ho avuto modo di fare una rassegna di quelli che sono stati gli insegnanti che hanno accompagnato il mio percorso scolastico e, alla fine, sono riuscita a stilare una sorta di “lista dei buoni”. In fin dei conti devo ammettere che ciascun insegnante ha lasciato in me, nel bene e nel male, una traccia quantomeno indelebile. Ad ogni modo ho maturato in me la convinzione che la scuola primaria rappresenti una tappa fondamentale per la crescita educativa e formativa di ogni bambino. In merito alla mia esperienza personale, ammetto di aver vissuto in maniera piuttosto traumatica l’ingresso nella scuola primaria ma, per mia grande fortuna, ho avuto la possibilità di incontrare un’insegnante capace di comprendere lo stato di fragilità in cui versavo così da agire nella maniera più consona alla situazione. Lei, la mia insegnante di matematica e scienze, è stata per me una figura quasi materna. Ha saputo accogliermi teneramente, attenuando in maniera incredibile il delicatissimo distacco dalla scuola dell’infanzia e, soprattutto, dalla mia famiglia. In lei convergevano tutte quelle doti che dovrebbero accompagnare un buon insegnante: sensibilità, amore per i bambini, preparazione e, non per ultimo, tanta pazienza… Sono convinta che questo miscuglio di buone qualità fosse la sua arma vincente per catturare l’attenzione e l’interesse di noi tutti. La sua metodologia didattica era decisamente incentrata sull’interazione attiva con gli alunni. Nessuno correva il rischio di rimanere indietro, proprio perchè tutte le sue lezioni teoriche trovavano un riscontro pratico nella realtà. E’ impossibile non ricordare gli interi pomeriggi passati nel laboratorio di scienze, in cui gli esperimenti da lei proposti apparivano ai nostri occhi come delle vere e proprie magie. Forse la mia descrizione apparirà come una mera idealizzazione della figura del docente… Beh, non è questo il caso! Sicuramente sarà lei la persona a cui mi ispirerò nel momento in cui mi troverò in un’aula con gessetti e lavagna, e sarà lei che ringrazierò quando sentirò di aver svolto con grande professionalità il mio lavoro.
Amy
Salve!
RispondiEliminaL’insegnante di cui conservo, oggi, un ricordo positivo è quella di lingua italiana e lingua latina del liceo scientifico ,dove ho frequentato le scuole superiori. Tra i tanti, ricordo proprio lei per il suo sapersi porre, per la sua capacità di creare un clima sereno e positivo, di fiducia, che non facesse sentire nessuno di noi studenti escluso e nell’incapacità di comunicare con l’insegnante; per la sua capacità di instaurare una relazione fondata su stima e rispetto reciproco, stimolando, così, la motivazione alla studio e diventando una sorta di “facilitatore dell’apprendimento”, ponendo le basi per favorire un “apprendimento attivo” e una certa crescita personale, facendo sentire ognuno a proprio agio. Inoltre, di lei mi ha colpito la sua sensibilità d’animo, la sua disponibilità al dialogo e al confronto, in quanto, secondo me, un buon insegnante deve saper entrare nel mondo degli adolescenti, comprendendo le loro problematiche attraverso un ascolto attivo. La metodologia da lei usata era, come la maggior parte degli insegnanti, la lezione frontale. Durante la spiegazione, lei era calma, coinvolgeva tutti, era disposta a ripetere la spiegazione, anche nei giorni seguenti, qualora se ne fosse verificata la necessità. Lei era un’insegnante competente e con una solida preparazione; durante le lezioni utilizzava collegamenti multidisciplinari, perché è giusto che tutte le discipline contribuiscano alla formazione; lei cercava di iniziare la lezione partendo da temi e problematiche riguardanti l’attualità, che potessero in qualche modo suscitare il nostro interesse, portando in classe giornali, affrontando notizie ascoltate ai TG o ai programmi televisivi. Un merito da attribuirle è sicuramente quello di essere riuscita a far affrontare il momento della verifica e della valutazione con tranquillità, stabilendone, per la maggior parte delle volte, i momenti e i criteri di valutazione, e di non aver mai sottovalutato chi andava peggio o, diciamo, aveva “meno capacità degli altri” esprimendo giudizi negativi ma, piuttosto, esprimeva giudizi positivi per incrementare la motivazione dello studente nei confronti dello studio. Lei utilizzava il momento della valutazione come momento per controllare l’effettivo conseguimento degli obiettivi prefissati e, in questo,sono d’accordo, in quanto chi valuta può condizionare fortemente il futuro di chi viene giudicato.
Mick
Salve,
RispondiEliminapremetto che quando ci è stato richiesto di scrivere dell’insegnante che più ci ha segnato nella nostra carriera di studenti, ho subito pensato: “Bene,non scriverò nulla!”
Riflettendoci molto però e ricercando nei cassetti della memoria una sfocata e lontana figura che mi potesse dare sollievo, ho iniziato ad analizzare singolarmente tutti gli insegnanti che hanno incrociato il mio cammino. Ho trovato la maestra fredda e distaccata che insegnava storia alle elementari, quella più cordiale e affettuosa che mi ha avvicinato alla matematica, quella molto professionale e equilibrata che mi ha fatto amare la filosofia. Ecco, dovrei stare qui a scrivere per ore e ore di ognuno di loro poiché tutti mi hanno lasciato qualche ricordo più o meno intenso. Ma per adempiere al compito assegnatomi credo proprio che la “prescelta” sia la professoressa di italiano delle scuole medie. Era una donna molto autoritaria, capace di “catturare” il nostro sguardo e la nostra attenzione per tutte le ore di lezione. Era molto professionale per quanto riguarda il suo lavoro di insegnante e ci spronava attraverso diverse strategie: con gare di grammatica al cui vincitore spettavano un kit cancelleria e soprattutto la sua ammirazione; laboratori di poesia e lettura con i quali riusciva a “strappare” la vena fanciullesca che era in noi; “quizzettoni” di geografia. Era inoltre particolarmente materna verso ciascuno di noi, era diventata quasi la nostra confidente alla quale raccontavamo tutti i nostri disagi e problemi tipici di quell’età ma nonostante ciò, è sempre riuscita a mantenere una certa distanza e un rigoroso rispetto.
Ecco, non lo so se riuscirò a diventare un’insegnante così.. spero soltanto di riuscire a trasmettere valori forti e che i miei futuri alunni, nel caso in cui gli venga assegnato un compito come questo, non facciano molta fatica a ritrovarmi nei cassetti della loro memoria!
C.M.
Salve a tutti,
RispondiEliminala scelta di diventare un'ottima insegnante e di dedicarmi con amore e professione verso i bambini è stata naturale ma allo stesso tempo dettata dalla voglia di "imitare" quella che è stata per me la professoressa ideale.Lei insegnava italiano, e a dir la verità non era la materia che preferivo però durante gli anni delle medie ho iniziato ad appassionarmi alle letture,scritture che lei spesso ci faceva analizzare. Ricordo che ci disse di portare un cuscino ed un libro preferito nel giorno seguente...così la mattina ci sedemmo tutti sul cuscino, per terra, intorno a lei e ad uno ad uno leggevamo ed esponevamo un capitolo; ogni libro letto,durante tutto l'arco dell'anno,andava a costituire la nostra piccola biblioteca.Ci ha trasmesso l'amore per la lettura ma non solo se ho un buon metodo di studio è grazie a lei, la quale ci chiese un giorno quale fosse il nostro metodo di studio e noi rispondemmo:" leggiamo e ripetiamo!" (Andò su tutte le furie!)Oltre ad avere il ruolo di insegnante, aveva anche quello di mamma per i suoi modi di fare così tranquilli, per il suo amore verso le discipline e i ragazzi. Non era la professoressa severa ed acida, ha fin dal primo giorno instaurato un magnifico rapporto con noi e diffuso un clima di serenità.Lei è il mio ideale di insegnante: professionale e amorevole.
A.M.
Salve a tutti,
RispondiEliminacome tutti gli studenti anche la mia carriera scolastica è stata caratterizzata da esperienze positive e negative.
Il professore che mi ha lasciato un ricordo positivo e che ricordo con piacere è il mio professore di matematica delle superiori.
All’inizio la matematica non mi piaceva, a causa dell’esperienza negativa della Scuola Media, ed è grazie a questo professore che ho iniziato ad appassionarmi.
Era un professore che esponeva gli argomenti in modo chiaro ed era disposto a ripeterli più volte .
Nelle sue lezioni ci trasmetteva tutta la sua passione per la materia e durante le interrogazioni ci metteva a nostro agio e non dovevi aver paura di sbagliare, cosa che accadeva con altri professori.
Se oggi ho questo interesse verso la matematica è solo grazie a lui.
Un giorno spero di riuscire ad insegnare con la sua stessa passione.
M.µ.
Ciao a tutti!
RispondiEliminaIl mio intervento lo dedico alla mia super prof di scienze sociali. Un uragano. Una persona ricca di sapere e di esperienza e così generosa da donarmi in primis un metodo di studio. Bizzarra e simpatica, concreta e giusta. Ha saputo cogliere in ciascun componente delle classe il meglio e ha lavorato sodo su di noi! Era e credo che continua ad essere piena di passione per il suo lavoro. Penso che abbia sempre dato il massimo: durante le sue lezioni riusciva a coinvolgerci affinchè la spiegazione non risultasse noiosa; inoltre sapeva rinnovarsi e stravolgere la sua “scaletta”, aveva sempre idee nuove che delle volte…… ci facevano rimanere di stucco (come ad esempio i suoi simpaticissimi compiti a sorpresa!), altre invece ci entusiasmavano e ci stimolavano (visione di film,letture di brani estrapolati da alcuni libri, esperienze pratiche in comunità per tossicodipendenti e asili, lavori di gruppo). A me affascinavano i suoi modi e i suoi approcci all’insegnamento, riuscivo a seguire le spiegazioni con interesse e partecipazione. Ha saputo instaurare un rapporto sincero e diretto con i suoi alunni ma sempre nel rispetto della sua professionalità. Il metodo che utilizzava era completamente personalizzato, e così facendo ha saputo formarmi dandomi l’input giusto per creare un mio metodo di studio e di approccio alla quotidianità della vita in generale. Spendo una riga anche per gli altri insegnanti che mi hanno fatta crescere e sicuramente lasciato qualcosa dentro me. Mi impegnerò affinchè i miei futuri allievi acquisiscano un metodo grazie al mio aiuto, proprio come ha fatto la mia super prof!
Francesca Livorno
A. de Saint-Exupéry, nel suo capolavoro "Il piccolo principe", afferma: "Tutti i grandi sono stati bambini una volta.(Ma pochi di essi se ne ricordano). E' una frase che condivido in pieno, nel percorso scolastico di ogni persona non capita spesso di incontrare insegnanti capaci di entrare nella mentalità bizzarra ma, nello stesso tempo, estremamente sensibile del bambino e osservare la realtà con i suoi occhi. Eppure, mio viaggio da studentessa, ho avuto la fortuna di conoscere figure di questo calibro. Come non ricordare il mio caro maestro della scuola dell'infanzia, la sua allegria, la sua eterna fanciullezza, la sua instancabile voglia di fare, le sue indimenticabili filastrocche musicali...! Nutrivo per lui un tale affetto e una tale fiducia che, a pranzo, mangiavo solo se mi sedevo sulle sue ginocchia! Sin da piccola l'ho visto come il personaggio buono della fiaba, il mio Peter Pan e resterà sempre tale per me! Tuttavia, dopo tanti anni, ammetto che la persona che mi ha fatto comprendere davvero cosa significhi insegnare è la maestra di italiano della scuola elementare nonché mia madre. Grazie a lei ho capito che l'insegnamento è una vera e propria VOCAZIONE, una missione che non è certo alla portata di tutti. La sua è una vita dedicata interamente alla scuola e i suoi ragazzi sono parte integrante della sua famiglia. Il suo "mestiere" è la sua passione, il suo hobby, il suo tempo libero. Con lei non ricordo sbadigli, giornate noiose, lezioni soporifere; al contrario, mi tornano alla mente l'attivismo, l'estrema positività, l'intraprendenza, la pragmaticità, la disponibilità, ma anche l'autorevolezza che l'hanno sempre contraddistinta. E' stata lei a insegnarmi l'importanza della lettura e a trasmettermi l'amore e il rispetto per il libro. Il suo metodo di insegnamento ha sempre avuto come fine ultimo quello di aprire la mente dei suoi allievi e renderli, sebbene ancora piccoli, soggetti critici della realtà. Per lei, infatti, erano motivo di formazione e di crescita non solo il tradizionale studio dei sussidiari, ma anche la lettura e il commento quotidiani di giornali e il settimanale incontro per discutere degli eventuali problemi della classe al fine di risolverli e di mantenerla sempre unita. Mia madre ha sempre incentivato la creatività e la valorizzazione delle peculiarità di ogni singolo allievo: grazie a lei ho scoperto la mia propensione verso l'Arte in ogni sua forma, soprattutto verso la Musica. A tal proposito non mi stancherò mai di ringraziare la mia insegnante di pianoforte a cui va tutta la mia stima e la mia riconoscenza per la sua professionalità, sensibilità e attenzione che riserva da anni nei miei confronti. La ringrazio immensamente perché con lei sono riuscita ad abbattere molti degli ostacoli che mi frenavano e a creare finalmente un legame indissolubile con il misterioso e affascinante mondo della musica.
RispondiEliminaMarta Petrella
Ciao a tutti!
RispondiEliminaSono passati tanti anni da quando ho fatto il mio “debutto” tra i banchi di scuola, anche se di certo non immaginavo, allora, che la mia carriera di studentessa sarebbe stata così lunga!
Dalla Scuola Elementare del piccolo paese in cui sono nata alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena di insegnanti ne ho incontrati davvero tanti: mentirei se dicessi che di tutti ho avuto un’opinione positiva, sia dal punto di vista umano che professionale, semmai questa distinzione può essere fatta, però, tutto sommato, credo di essere stata fortunata.
Eppure, i miei ricordi più belli sono legati proprio alle mie due maestre della Scuola Elementare: la maestra Maria e la maestra Bice, la maestra del “raccontare” e la maestra del “contare”.
La maestra Maria mi ha insegnato a dare un suono a ciò che vedevo e a dare una forma a ciò che pensavo, mi ha insegnato cioè a leggere e a scrivere. Quella piccola rivoluzione, quella grande libertà che ogni bambino della prima classe conquista. Dei primi mesi di scuola (e credetemi, non sono andata a cercare i miei quaderni…) ricordo in modo particolare un esercizio: quello di “Una nave carica di…”. E giù a scrivere tutte le parole che cominciano con ogni letterina, dalla A alla Z…è proprio il caso di dirlo! Degli ultimi due anni di scuola ricordo invece il campionato di analisi logica e analisi grammaticale. Oggi che conosco concetti come team-work, cooperative learning.. competenze(?) mi viene il dubbio che il suo scopo non era solo quello di farci studiare le regole della grammatica italiana.
Alla maestra Bice ho pensato quando, in una delle prime lezioni di questo corso, il Prof. Bruni ha detto che con molta probabilità, nel nostro futuro di insegnanti, avremmo messo in atto le stesse strategie di insegnamento che avevamo in qualche modo “subito”.
Faccio un esempio, i calcoli a mente. Ancora oggi se non riesco a ricordare quando fa 8x9 (le tabelline posso essere un vero incubo anche per un adulto!) penso che se 8x10= 80 allora 8x9 = 80-8 = 72. Ecco, dopo questo esempio sarà chiaro a tutti che i miei risultati più brillanti non li ho certo riportati in matematica!
Per concludere, mi sono chiesta se sia un caso oppure no che io abbia deciso di condividere con voi i miei ricordi della Scuola Elementare proprio oggi che ho deciso di intraprendere questo percorso di formazione. Non mi sono ancora data una risposta. Forse, banalmente, avevo voglia di ricordare un periodo bello e felice della mia vita, in cui tutto era un po’ più semplice….ma siamo poi così sicuri che la vita di un bambino è proprio così semplice? FF
Salve a tutti!
RispondiEliminaPremetto che l’idea di raccontare esperienze di vita scolastica mi entusiasma! Sono particolarmente toccata da questo argomento poiché c’è una persona che nel corso della mia formazione scolastica è stata significativa. Non mi limiterò a descrivere questo insegnante solo dal punto di vista didattico ma sottolineerò anche il legame emotivo instauratosi. Conservo di lui un buon ricordo perché ritengo sia stato l’unico che sia riuscito a farmi amare la materia. Il suo metodo si basava su una presentazione di immagini tramite computer o proiettore commentate dalla sua voce. La lezione non era una semplice spiegazione di nozioni ma si componeva anche di continui coinvolgimenti degli alunni in modo che questi potessero esprimere la propria opinione riguardo l’argomento trattato. Tutti amavano partecipare in maniera attiva al suo percorso didattico perché era proprio in quel momento che ogni studente si relazionava con la materia. Era interessante conoscere diversi punti di vista spesso contrastanti. In caso di disaccordo l’insegnante era pronto ad assecondare ciascuna idea. Si dimostrava un ottimo docente soprattutto in questi casi poiché non faceva emergere mai il suo pensiero per non influenzare il nostro. Questa era solo una delle sue qualità e tra le tante altre vi era il suo interesse per i lavori extrascolastici inserendo per la prima volta nel nostro istituto l’attività teatrale. La recitazione è stata momento d’incontro tra i ragazzi; essa inoltre è avvenuta in dialetto: in tal modo tutti hanno potuto riscoprire la tradizione popolare. Nelle attività del doposcuola era ancora più entusiasmante lavorare con questo insegnante poiché si infrangeva il vincolo formale che inevitabilmente si creava in aula. Il suo modo di comunicare era diverso e le sue emozioni trasparivano maggiormente.
Sono felicissima di aver incontrato una persona così carismatica da cui ho appeso molte cose riguardanti non solo l’aspetto teorico insegnato nella maggior parte delle scuole ma anche la realtà pratica di tutti i giorni. Spero di incontrarne tante altre come lui!
Alba Morrone
E' davvero passato tanto tempo da quando mi sono diplomata(12 anni e non sono pochi!),ma gli anni trascorsi al liceo sono ancora vivi nella mia mente!Ho avuto,come tutti,tanti professori che si sono susseguiti nel corso degli anni ma nel mio cuore porto un insegnante speciale:il mio professore di latino,un uomo riservato,umile e con uno spiccato senso di umanità.Quanto entusiasmo,passione e creatività metteva in ciò che insegnava! A lui non interessava che noi sapessimo elencargli tutte le opere di Catullo,Cicerone...a lui premeva di più farci capire il contenuto di quelle opere che in fondo racchiudono esperienze di vita.Come dimenticare le "Odi et amo" di Catullo o Cicerone :"Verae amicitiae sempiternae sunt"!Sento ancora le sue parole risuonare nella mia mente.Ci ripeteva spesso:"Credete nell'amore,nell'amicizia,nella lealtà ma in primis credete in voi stessi".Aveva un metodo tutto suo:dapprima spiegava la lezione con professionalità e poi si dedicava alla comunicazione aperta.Noi gli parlavamo dei nostri bisogni,delle nostre inquietudini e dei nostri interessi.Quello era un momento magico dove ognuno poteva raccontarsi e fare tesoro dei quegli insegnamenti"di vita".Non potrò mai dimenticare il mio professore di latino perché mi ha lasciato un esempio di insegnamento interattivo ma soprattutto umano.La mia aspirazione è che,in futuro,i miei alunni possano ricordarmi per averli accompagnati e sostenuti in una parte della loro vita,la più importante:quella formativa!
RispondiEliminaF.PORRECA
Per rispondere bene a questa domanda ho fatto un viaggio indietro nel passato in questi tredici anni di scuola e anche più. Mi è tornato subito in mente il mio professore di filosofia delle scuola superiori. Non capita spesso di trovare professori competenti ma allo stesso tempo comprensivi e affettuosi. Spesso immagino il mio futuro, come sarò un giorno dall'altra parte della cattedra, dopo anni passati ad osservarla dal davanti. Mi piacerebbe essere come lui, saper insegnare ma anche avere un buon rapporto con i miei futuri alunni. Certo a volte anche i migliori insegnanti possono perdere la pazienza e a volte poteva succedere che nella mia classe volasse qualche urlo.C'è anche da dire che la mia era davvero una classe movimentata e agitata, ma lui era in grado di tenerci a freno (almeno la maggior parte delle volte) e a farci sorridere anche nella più noiosa delle lezioni. Se dovessi descrivere con una parola il suo insegnamento lo definirei costruttivo. Costruttivo per la personalità di ognuno di noi, costruttivo nel sapere, costruttivo nell'orientare. Penso che sia proprio lui il mio modello di riferimento. Quando eravamo stanchi ci lasciava sempre lo spazio per riprenderci e durante la lezione o alla fine, potevamo andare da lui a chiarire ogni nostro dubbio e lui era ben felice di chiarirci le idee. Spesso intervallava la lezione con battute e rendeva più leggera e piacevole la lezione. Con lui non c'era il classico rapporto distaccato e rigido che c'è con molti professori, ma si poteva parlare anche di problemi di vita comuni e questo credo sia stata la cosa che in particolare mi ha colpito e che prenderei come esempio anche nella mia futura carriera da maestra. Spero di riuscirci anche io così bene un giorno.
RispondiEliminaMolti sono gli insegnanti che durante il percorso dei miei studi hanno lasciato in me un segno, una traccia, un qualche piccolo “trucchetto”, da poter utilizzare per svolgere al meglio un domani questo mestiere.
RispondiEliminaNon dimenticherò mai la mia professoressa di latino e greco e le sue interrogazioni. Duravano ore e richiedevano molta preparazione e concentrazione, eppure era quella la parte più bella. Ci interrogava in gruppo, disponendoci a cerchio intorno alla cattedra, ed era in grado, con le sue mille domande, di dar vita ad una sorta di dibattito, scambio di tesi tra di noi. Un bel modo per sprunarci a dare il massimo. È impressa ancora nella mia mente “la sua agenda personale ricoperta con una carta a soggetti floreali” dalla classe molto temuta sulla quale, durante le interrogazioni, si affrettava a prendere appunti in modo tale, da poter stabilire a casa il voto per essere il più oggettiva possibile. Il giorno dopo, ad uno ad uno, comunicava il voto dando le opportune motivazioni e incoraggiandoci ad impegnarci su alcuni punti.
Un’ altra professoressa a cui va tutta la mia stima è quella di storia e filosofia. La cosa più curiosa che mi ha colpito fin da subito del suo metodo di interrogazione, era l’ utilizzo di uno strumento un pò bizzarro:un sacchettino, contenente dei tubetti di pasta su cui era inciso un numero che corrispondeva a quello che, ognuno di noi, occupava nell’elenco del registro di classe. Ricordo l’ ansia, la preoccupazione stampata sul nostro volto nel momento in cui la prof estraeva il “ tubettino incriminato”. Questa sorta di rituale, era da lei considerato il modo più efficace affinchè, tutti fossero spronati a studiare, in modo tale da essere costantemente preparati .
Facendo tesoro delle mie esperienze, spero, di poter un giorno riuscire ad impostare con i miei futuri alunni, un rapporto basato in primis sul dialogo, e di trasmettere la stessa passione, la stessa curiosità verso la cultura, proprio come i miei insegnati hanno sempre cercato di fare.
Concetta De Santis
Ciao a tutti,
RispondiEliminadirei proprio che nella mia vita scolastica, come tutti d'altronde, ho avuto sia esperienze negative che positive che riguardano il campo dell'insegnamento. Fare l'insegnante non è certo un lavoro da tutti e non tutti riescono in questo tipo di attività, a mio avviso, molto difficile, complessa e complicata da svolgere. Per essere insegnante bisogna essere particolarmente predisposti, altrimenti se non si ha la PASSIONE, cosa fondamentale e assolutamente necessaria, non si va da nessuna parte. L'insegnante assume un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell'alunno che ha bisogno di figure solide, di esempi, di punti di riferimento, di una guida che possa indirizzarlo in alcuni campi del tutto sconosciuti per lui e permettergli di acquisire le nozioni giuste per poter crescere sia da un punto di vista cognitivo, ma specialmente da un punto di vista emotivo. Bisogna cercare di diventare non solo il maestro della scuola, ma maestro di vita che lo aiuta a capire sì la matematica, la scienza e tutte le discipline, ma anche a capire la vita attraverso esse rendendo, così, attiva e non passiva la vita scolastica, ma renderla viva! Applicando tutte le nozioni acquisite alla realtà di cui facciamo parte prendendo spunto, capendo i vari processi e meccanismi sia della natura, dell'uomo,del pensiero dell'uomo e delle varie relazioni tra essi... Fortunatamente, durante la mia esperienza scolastica, ho avuto la possibilità di incontrare questa “figura”. E meno male!!! Si tratta della mia professoressa delle medie di italiano: una vera DONNA! Direi che, trovare lei in quel periodo della vita, l'adolescenza, in cui si cerca di creare un proprio io, un proprio carattere, è stato fondamentale per capire l'esempio che poi avrei seguito nel corso della mia vita. Lei era una donna dal carattere forte e duro, ma nello stesso tempo dolce e anche tanto aperta da condividere le sue esperienze con le nostre per metterci poi nelle condizioni di poter essere anche noi sinceri con lei; una donna dalle idee chiare, semplice e senza la paura di mostrarsi per quello che era. La mia classe, poi, non era una classe molto semplice, ma con lei tutti andavano d'accordo e anche alcuni miei amici, meno capaci di dare attenzione o di apprendere, con lei lo sono stati. Direi inoltre, che non è stato un esempio solo per me, ma anche per l’intera classe. Lei è stata, secondo me, una vera INSEGNANTE capace di catturare l’attenzione di tutti senza stancare. Nonostante sia stata con noi solo un anno lei, in quel breve periodo, è riuscita a lasciare un segno e ad essere una guida per qualcuno. A fianco a questa esperienza positiva e bella da ricordare non mancano però quelle esperienze negative di quei professori che mi hanno lasciato un ricordo negativo sia di loro che della loro materia. Oppure, anche quelle esperienze dei professori allegri e un po' "divertenti" ma nello stesso tempo poco produttive: come il mio prof di storia e filosofia del liceo, un uomo che definirei “astratto” che spiegava la filosofia imitando Paolo Villaggio o Renato Pozzetto, oppure, che nel bel mezzo dell'interrogazione, mentre si parlava di Kant, ci chiedeva: <> <> <> O ancora: <> e così via. Certo, di filosofia e storia avrò lacune pazzesche, ma devo dire che a storielle e a colmi ho avuto un ottima preparazione!!!
Queste sono state le mie piccole esperienze in fatto di insegnanti. Spero, solamente, di diventare un’insegnante capace di lasciare negli alunni un qualcosa e soprattutto di lasciare un ricordo positivo che possa aiutarli nel loro cammino di vita.
Rosa Pischetola
lo ripubblico perchè alcune parti non si leggono...
RispondiEliminaCiao a tutti,
direi proprio che nella mia vita scolastica, come tutti d'altronde, ho avuto sia esperienze negative che positive che riguardano il campo dell'insegnamento. Fare l'insegnante non è certo un lavoro da tutti e non tutti riescono in questo tipo di attività, a mio avviso, molto difficile, complessa e complicata da svolgere. Per essere insegnante bisogna essere particolarmente predisposti, altrimenti se non si ha la PASSIONE, cosa fondamentale e assolutamente necessaria, non si va da nessuna parte. L'insegnante assume un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell'alunno che ha bisogno di figure solide, di esempi, di punti di riferimento, di una guida che possa indirizzarlo in alcuni campi del tutto sconosciuti per lui e permettergli di acquisire le nozioni giuste per poter crescere sia da un punto di vista cognitivo, ma specialmente da un punto di vista emotivo. Bisogna cercare di diventare non solo il maestro della scuola, ma maestro di vita che lo aiuta a capire sì la matematica, la scienza e tutte le discipline, ma anche a capire la vita attraverso esse rendendo, così, attiva e non passiva la vita scolastica, ma renderla viva! Applicando tutte le nozioni acquisite alla realtà di cui facciamo parte prendendo spunto, capendo i vari processi e meccanismi sia della natura, dell'uomo,del pensiero dell'uomo e delle varie relazioni tra essi... Fortunatamente, durante la mia esperienza scolastica, ho avuto la possibilità di incontrare questa “figura”. E meno male!!! Si tratta della mia professoressa delle medie di italiano: una vera DONNA! Direi che, trovare lei in quel periodo della vita, l'adolescenza, in cui si cerca di creare un proprio io, un proprio carattere, è stato fondamentale per capire l'esempio che poi avrei seguito nel corso della mia vita. Lei era una donna dal carattere forte e duro, ma nello stesso tempo dolce e anche tanto aperta tanto da condividere le sue esperienze con le nostre per metterci poi nelle condizioni di poter essere anche noi sinceri con lei; una donna dalle idee chiare, semplice e senza la paura di mostrarsi per quello che era. La mia classe, poi, non era una classe molto semplice, ma con lei tutti andavano d'accordo e anche alcuni miei amici, meno capaci di dare attenzione o di apprendere, con lei lo sono stati. Direi inoltre, che non è stato un esempio solo per me, ma anche per l’intera classe. Lei è stata, secondo me, una vera INSEGNANTE capace di catturare l’attenzione di tutti senza stancare. Nonostante sia stata con noi solo un anno lei, in quel breve periodo, è riuscita a lasciare un segno e ad essere una guida per qualcuno. A fianco a questa esperienza positiva e bella da ricordare non mancano però quelle esperienze negative di quei professori che mi hanno lasciato un ricordo negativo sia di loro che della loro materia. Oppure, anche quelle esperienze dei professori allegri e un po' "divertenti" ma nello stesso tempo poco produttive: come il mio prof di storia e filosofia del liceo, un uomo che definirei “astratto” che spiegava la filosofia imitando Paolo Villaggio o Renato Pozzetto, oppure, che nel bel mezzo dell'interrogazione, mentre si parlava di Kant, ci chiedeva: “cosa fanno due vacche in un prato?!” “Mmm...non lo so professore” “Come? Non lo sai? BI-vaccano!” O ancora: “qual è il giocatore di calcio più bello?!? Figo…” e così via. Certo, di filosofia e storia avrò lacune pazzesche, ma devo dire che a storielle e a colmi ho avuto un ottima preparazione!!!
Queste sono state le mie piccole esperienze in fatto di insegnanti. Spero, solamente, di diventare un’insegnante capace di lasciare negli alunni un qualcosa e soprattutto di lasciare un ricordo positivo che possa aiutarli nel loro cammino di vita.
Rosa Pischetola
Ciao a tutti!
RispondiEliminaNella mia carriera scolastica sono pochi gli insegnanti di cui conservo un ricordo negativo, quasi tutti sono stati fondamentali nel mio percorso, chi più chi meno.
Ricordo con grande affetto la professoressa di Italiano, Storia e Geografia avuta in seconda media: una donna giovanissima, ma così “adulta” nel suo sapere. Lei mi ha fatto innamorare perdutamente delle discipline umanistiche, dati i suoi continui rimandi al mondo greco e latino, ma ancor più, ha fatto crescere in me la voglia e la passione di insegnare.
Ho deciso così di iscrivermi al Liceo Classico e, dopo due anni al ginnasio passati a far poco o nulla, mi sono ritrovata al liceo con nuovi insegnanti, più severi, più esigenti: un vero trauma, volevamo scappare tutti!
Lì ho conosciuto la mia professoressa di latino e greco:una grande donna! In quei due anni passati con lei ho amato, grazie alla passione che metteva in tutto quello che faceva e all’amore per il suo lavoro, tutto quello che avevo odiato al ginnasio. Ascoltarla era un piacere: era molto coinvolgente e aveva tanto da trasmetterci. Le ore con lei passavano e noi non ce ne accorgevamo affatto. Spiegava con una tale facilità anche ciò che era più complesso, tanto che studiare a casa risultava meno duro e addirittura piacevole. Anche l’ansia durante le verifiche orali era assente, riusciva a far sembrare l’interrogazione una semplice chiacchierata anche se non era affatto tale. Diversamente dalla maggior parte degli insegnanti, utilizzava una scala di valutazione che contemplava voti da 1 a 10, e nelle prove scritte si avvleva di una scheda di valutazione; dire che la sua, era una valutazione giusta e trasparente è dire poco. Nonostante fosse molto severa ed esigente, era quella che, forse, meglio di chiunque altro, riusciva a capire i nostri problemi (anche extrascolastici) ed era sempre presente in ogni momento. Ricordo ancora adesso tutte le sue lezioni, molte delle quali sono diventate per me vere e proprie lezioni di vita.
Spero di poter lasciare nei miei allievi un ricordo così felice come quello che lei ha lasciato in me.
Giovanna Lisella
Ciao a tutti!
RispondiEliminaPremetto che nella mia carriera scolastica ho avuto molti insegnanti memorabili, non sempre per ragioni migliori! Adesso però voglio parlare di lei, della mia professoressa di lettere e letteratura latina. Lei non solo è stata un'ottima insegnante, ma per me è stata una vera e propria maestra di vita. Spesso con molto entusiasmo aveva l'abitudine di dirci: “Carpe diem, carpe diem … cogliete l'attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita”. Sapeva parlare con il cuore, sapeva ascoltare, riusciva ad immedesimarsi nei nostri “problemi”, era brava e dare consigli e soprattutto amava alla follia la sua professione. Le sue lezioni erano classiche, tradizionali, frontali. Però ogni volta che spiegava avevo i brividi, provavo un'emozione fortissima, talmente grande che a parole non si può neanche capire, però volendo si può provare ad immaginare! Durante le sue lezioni ero talmente presa da lei che ero assente da tutto ciò che si trovava intorno a me! Quando spiegava utilizzava le sue conoscenze “infinite"( a mio avviso) ma soprattutto utilizzava la passione, il cuore e tanto entusiasmo. E penso che sia fondamentale trasmettere la passione ai propri alunni! Ho promesso a me stessa che sarei voluta diventare insegnante e soprattutto voglio diventare come lei!
È riuscita tantissimo a farmi appassionare alla letteratura, all'italiano, a farmi capire che la scuola e la vita non sono due realtà completamente separate, ma che esiste tra di loro una certa osmosi; è riuscita a farmi comprendere che nella scuola si può portare la vita e che, nella vita là fuori, la scuola serve davvero. Mi ha insegnato che la scuola non è un posto dove si prendono solo buoni voti, si superano esami, si è promossi per raggiungere il tanto desiderato “pezzo di carta”, per poi dimenticare subito dopo quello che si è imparato. La scuola invece deve essere invece un luogo dove ci si prepara alla vita futura, quella che noi giovani troveremo dopo, quando non ci saranno più banchi da occupare. Avrei ancora molte cose da dire, ma mi dilungherei troppo e rischierei di annoiarvi . Concludo il mio intervento dicendo che porterò sempre la mia insegnante nel cuore perché il cuore riesce a conservare i ricordi più belli.
* Marghe *
Ciao a tutti! Facendo un veloce resoconto della mia carriera scolastica e dei docenti che ho incontrato, posso affermare con certezza che la professoressa che mi ha colpito di più è sicuramente quella di matematica della scuola media. Non ho mai prediletto le materie scientifiche, infatti, prima di incontrarla arrivavo a malapena alla sufficienza tuttavia, vista anche la brutta esperienza del liceo, posso dire che le uniche cose di matematica che so me le ha insegnate lei! In ogni lezione a una parte di spiegazione si alternava un’altra sempre diversa, un giorno ci faceva lavorare in gruppo su degli esercizi, in un altro ci rispiegava dei concetti con l’ausilio di qualcosa(ad esempio le frazioni con una torta), in un altro ancora ci faceva costruire qualcosa ( ricordo il circuito per far accendere la lampadina). Insomma nessuna lezione era uguale a un’altra! Il suo amore per la materia e per l’insegnamento ci veniva dimostrato di giorno in giorno, sempre sorridente e con la battuta pronta ma attenta a qualsiasi problema (dal semplice mal di pancia, alla lite con un altro professore) un perfetto mix di professionalità e amore per l’insegnamento, dimostratoci ancor più quando un tragico evento segnò la sua vita, ciò nonostante tornò più determinata che mai e ancor più intenzionata a farci amare la sua materia. Devo molto a lei perché oltre alla matematica mi ha insegnato qualcosa che non si può apprendere dai libri! FDN
RispondiEliminaCiao a tutti, durante il mio percorso scolastico molti sono stati gli insegnanti di cui conservo un ricordo positivo. In particolare ricordo una mia professoressa di matematica delle scuole superiori. E' solo grazie a lei che ha iniziato a piacermi la materia. Era una persona ricca di sapere, esponeva gli argomenti in modo molto chiaro e semplice infatti riuscivo a seguire le sue lezioni con interesse e partecipazione. Coinvolgeva molto nell'attività didattica ed era giusta con tutti. Le interrogazioni venivano svolte alla lavagna ma ci metteva molto a nostro agio e inoltre per la valutazione era molto larga di voti. Lo stesso anche per i compiti in classe, se vedeva che qualcuno era in difficoltà era subito pronta a dare una mano. L'unica speranza che ho, è quella di essere anche io, in futuro, una buona insegnante per gli alunni in modo da lasciare loro un segno positivo.
RispondiEliminaIda Tartaglia
Salve!
RispondiEliminaOgnuno di noi, ripescando nella propria carriera di studente, ritroverà ricordi particolarmente vividi dei docenti incontrati...forse in un primo momento sarà più facile recuperare quei ricordi negativi che ci fanno ancora "rosicare", ma riflettendo si troverà anche quell'insegnante che per i motivi più assurdi e svariati ci è rimasto nel cuore.
Per quanto riguarda la mia personale eperienza ho un particolare ricordo della professoressa di italiano delle scuole medie: una persona semplice, disponibile e pratica. A distanza di tempo posso dire che lei non insegnava per vivere, me viveva per insegnare(può sembrare la solita frase fatta, ma in questo caso è la verità); era come se il mestiere ce lo avesse nel sangue, tutto le veniva naturale e spontaneo. Aveva la capacità di spiegare qualsiasi argomento partendo dalle realtà a noi più prossime, riusciva a rendere concreto ogni concetto, ogni piccolo dettaglio della vita quotidiana era lo spunto di una nuova lezione. Una professoressa senza orologio al polso, senza l'ansia di finire il programma, ma con il coraggio di chiudere il libro e fare "lezione di vita", non con la presunzione tipica dell'adulto che tutto sa, ma con una complicità tale da sentirla una di noi e allo stesso tempo un punto di riferimento. Noi alunni non eravamo semplici vasi da riempire, ma ci considerava dei compagni di viaggio; all'inizio dell'anno scolastico diceva sempre:" Zaino in spalle, torcia in mano, si parte!" Per lei imparare significava scoprire insieme nuovi mondi, nuove conoscenze...ciò che ricordo ancora oggi è il gusto dell'apprendere che faceva nascere in ognuno di noi, quella voglia di andare a scuola per scoprire qualcosa di nuovo, quella sete di conoscenza che riusciva a stimolare ogni giorno. Il momento dei compiti in classe era un momento senza ansie nè paure; diceva che durante le verifiche era lei ad essere sotto esame, perchè valutava se i suoi metodi erano stati efficaci o meno e cercava in tutti i modi di farci capire che quel "numero" era riferito al compito, alla performance e non alla nostra persona. Non era materna nei nostri confronti, ma era nostra complice; ciò non significa che non evesse autorevolezza. Per noi era un adulto dalla nostra parte, qualcuno su cui poter sempre contare, capace di farci riflettere, con occhio critico e oggettivo, anche sui nostri errori e sulle nostre mancanze.
Valentina De Simone
Ciao a tutti,
RispondiEliminase avessi potuto scegliere, avrei preferito raccontare un'esperienza negativa capitatami alle scuole medie con la prof. di italiano ma, rispettando la richiesta del nostro prof., in poche righe, proverò ad esternare i miei migliori sentimenti di affetto e di riconoscenza che, ancora oggi, nutro per la prof. di italiano delle scuole superiori. Alla giovane età di quindici anni ho conosciuto l'uomo che oggi è il mio attuale marito. E' stato sicuramente il mio primo vero amore e, come tutti i primi amori, ha provocato in me un malessere generale tale da incidere anche sul mio rendimento scolastico. In quel periodo frequentavo il quinto ginnasio, un anno di transizione molto difficile che pone le basi per i successivi tre anni del liceo. Di quel periodo ricordo, in modo particolare, prorpio la prof. di italiano che si approcciava a noi alunni più che come insegnante come "mamma", sempre pronta ad ascoltare i nostri problemi e a darci dei consigli. Le lezioni con lei erano un gioco e tutto sembrava facile, anche materie come il latino e il greco che in realtà non lo sono affatto. Le parlavo dei miei problemi sentimentali e lei aveva sempre parole di conforto. Anche le interrogazioni, che come sappiamo mettono timore, con lei erano dei dialoghi nei quali non si avvertiva il distacco tra docente ed alunno. Ricorderò la prof. sempre con grande affetto e la prenderò come esampio un giorno, quando mi troverò al suo posto.
Carmosina Della Marca
Guardando indietro nel tempo mi rendo conto che di tempo trascorso tra i banchi di scuola ne è passato, eppure il mio ricordo circa la scuola elementare sembra abbastanza chiaro e per niente sbiadito.Ho avuto diverse maestre, non erano ancora i tempi del maestro unico ma avevo comunque la mia maestra "preferita", la maestra di italiano. Credo che il fatto che non avesse figli facesse di lei prima una mamma e poi una maestra perfetta. Ha saputo trasmettermi l'amore per la scuola come occasione di apprendimento e crescita. Con lei ho imparato tanto perchè riusciva a insegnare a noi, che eravamo una "tabula rasa" in materia, quanto mi è servito in seguito. Le sue lezioni erano divertenti, univa la pratica alla teoria, utilizzava un tipo di lezione interattiva con il sussidio di molti materiali utili dai quotidiani,alla musica, con lei era tutto una gara... Ricordo ancora le gare che facevamo per imparare ad utilizzare il dizionario, il più veloce avrebbe vinto un premio. Quando tirava fuori dal sacchetto quel premio era un'emozione bellissima ma il momento più bello era l'attesa, quella suspense che si creava. Poi le interrogazioni bellissime, dal posto come una sorta di intervista, lei era la giornalista e noi gli intervistati. Devo ringraziarla perchè mi ha insegnato in maniera perfetta la grammatica, infatti ricordo ancora oggi come ci spiegava le regole ma poi la ringrazio perchè per me è stata un ottimo modello a cui credo che mi ispirerò qualora realizzerò il mio sogno.
RispondiEliminaAngela Zagaria
Ciao a tutti :)
RispondiEliminaQuando mi è stato proposto di parlare della persona che più mi ha segnata nell’ambito scolastico, mi è subito venuta in mente la mia professoressa di geografia delle superiori. A differenza della maggior parte degli iscritti a questo corso io non provengo da un liceo, bensì da un indirizzo turistico. Alla superiori ho trascorso buona parte del mio tempo a organizzare viaggi in italiano e in lingue straniere; per questa attività è necessario avere una buona conoscenza della geografia e delle lingue, tuttavia i libri di testo spesso diventano noiosi, poiché si limitano a descrivere oggettivamente le nazioni e le città. Ed è proprio per questo motivo che trovavo molto più interessante ascoltare i racconti della professoressa a proposito dei suoi viaggi in compagnia di suo marito, che lei definiva un affascinante aviatore! Sembrava quasi venuta fuori da un romanzo rosa. Era una tipa abbastanza bizzarra, dal carattere forte, impegnata in politica e riusciva a tenere l’intera classe in silenzio quasi assoluto mentre raccontava dei suoi soggiorni nelle più belle regioni europee. Ci parlava del modo di vivere delle persone con le quali era entrata in contatto, delle loro abitudini e riusciva a donarci nuove visioni di città e popolazioni molto spesso stereotipate. Cose che di sicuro non troverò in nessun libro di geografia! Purtroppo quest’anno è venuta a mancare e colgo questa occasione per ringraziarla per come è riuscita a rendere interessante tutto il tempo trascorso insieme. Non la dimenticherò mai Prof!
Quici Raffaella
Salve!
RispondiEliminaHo sempre desiderato condividere la descrizione di una persona che ha svolto un ruolo molto importante nella mia fase adolescenziale, e grazie a questo blog ho avuto l’opportunità di farlo. Nel corso della mia vita scolastica, ho incontrato tantissime maestre e professori, ma solo una di loro ha lasciato un segno indelebile nella mia vita e continua a farlo: si tratta della professoressa di psicologia delle scuole superiori. Appena arrivata, al secondo anno di liceo, si è mostrata molto esigente e fredda nei confronti di tutti gli allievi, almeno questo è ciò che ho avvertito. Questo suo atteggiamento anziché indurmi ad un impegno costante, mi portava a disinteressarmi dello studio della sua disciplina e di conseguenza i miei voti erano negativi. Con il passare del tempo, iniziò ad entrare nelle nostre vicende personali, in maniera delicata e non invadente per cui rivelava sempre più ai miei occhi, nonostante la notevole differenza di età, la capacità di capirmi e di aiutarmi nei momenti di difficoltà. Questo mi ha portato a guardarla con occhi diversi , iniziando pian piano ad amare le sue discipline. Tuttora sento il bisogno di confrontarmi e di conoscere le sue opinioni riguardanti situazioni difficili della mia vita… solo ricevere un suo messaggio mi rende felice. Spero di diventare un’insegnante che sappia ascoltare i propri allievi, istaurando un buon rapporto con loro, al fine di lasciare una traccia positiva nella loro memoria…
Nei miei ricordi, se devo essere sincera, lo spazio maggiore è occupato da episodi negativi legati al mio percorso di studi. Ma tutte le esperienze mi hanno portato a compiere le scelte che ho fatto per questo sono grata a tutti coloro che hanno contribuito a scrivere la mia storia. Mi impegnerò a riportare alla mente i ricordi di quell’insegnante che mi ha fatto capire che si può amare ciò che si fa anche quando le situazioni da affrontare sono difficili. Lei è stata una mia insegnante alle superiori e di lei ho un bel ricordo, aveva sempre il sorriso, sembrava quasi che anche gli occhi sorridessero quando ti fissava. Durante le sue spiegazioni pendevo dalle sue labbra, era talmente presa da ciò che diceva che non si poteva evitare di starla ad ascoltare. Tanto erano dettagliate le sue descrizioni che nella mia mente riuscivo a immaginare tutti i posti e gli episodi che raccontava. Era affascinante vedere con quanto amore ha sempre svolto il suo lavoro. I suoi occhi riflettevano una luce particolare quando iniziava a parlare della sua materia. Lei è riuscita a trasmettermi degli insegnamenti di vita oltre ad un amore per le materie che insegnava. Ha sempre trovato il tempo di rispondere a ogni esigenza dei suoi alunni, anche quando incombevano le esigenze burocratiche e c’era un gran fermento tra i professori. Ha valorizzato il mio impegno e il mio lavoro spingendomi a cercare sempre di migliorare, per questo non smetterò mai di esserle grata. Per quanto mi riguarda credo possa essere il modello che vorrei seguire se in futuro avrò la fortuna di insegnare.
RispondiEliminaMRMDB
Salve a tuttu!!!
RispondiEliminaSono stati tanti gli insegnanti che nel mio percorso dalle elementari al liceo, ho conosciuto. E tutti hanno contribuito a farmi diventare quello che sono, sia sul piano umano che culturale. Ma solo alcuni hanno lasciato in me un ricordo più che positivo, che mi ha fatto riflettere molto sul ruolo dell'insegnante e su quanto sia importante amare il proprio lavoro.
Tra questi insegnanti nn posso dimenticare la mitica professoressa di storia dell' arte.Una prof. piena di vita, di energia, che non riusciva a stare mai ferma, mai senza far niente. Che amava il suo lavoro. E' stata un' insegnante che ci ha trasmesso amore,passione per la sua materia. Potevamo, infatti, trascorrere ore ed ore ad ascoltare le sue spiegazioni senza accorgercene. Lei sapeva semplificare le lezioni, renderle coinvolgenti al punto di decidere di far fare a noi la spiegazione. Ed è stato quindi , con lei che per la prima volta mi sono trovata dietro una cattedra. Alle sue lezioni eravamo sempre tutti attenti, quasi ammaliati dal suo tono di voce, dal suo carisma. Lei sapeva come prenderci,aveva sempre la battuta pronta. Una delle sue caratteristiche era la griglia di valutazione. Aveva infatti dato ad ognuno di noi una griglia di valutazione e al termine di ogni interrogazione metteva il voto a matita senza farsi vedere e poi chiedeva ad ognuno di noi:" secondo te quanto meriti?" e la motivazione. Perchè riteneva che dovevamo imparare ad autovalutarci.
Vorrei quindi anche io avere la stessa energia e la stessa passione di trasmettere non solo nozioni e contenuti, ma anche lasciare un segno.
giovanna tredanari
salve a tutti!!!
RispondiEliminaPenso che ognuno di noi ,a suo modo ,abbia un passato alle spalle da narrare.
Ripercorrendo gli anni della mia carriera scolastica,
non posso far altro che ringraziare alcuni insegnanti
che hannno contribuito a fare di me ciò che sono oggi,
mi hanno trassmesso l'interesse per alcune discipline e,
soprattutto, la passione per il mestiere da "insegnante"
che andrò a svolgere.In particolar modo due sono gli
insegnanti che hanno fatto nascere in me la passione
per l'insegnamento.Il primo insegnante in questione è
la mia prof di italiano della scuola secondaria:
le sue spiegazioni catapultavano me ed i miei compagni
in un profondo viaggio lungo le selve oscure Dantesche
o lungo le peregrinazioni dell'Orlando furioso in cerca
della sua amata Angelica.
Io, assieme a tutti i miei compagni, eravamo talmente presi
dai suoi racconti da sembrare che i personaggi prendessero vita;
era un'insegnante molto attenta ai minimi dettagli,anche molto severa,
penso che la sua strategia del creare un'atmosfera di "meraviglia",
sia un metodo prezioso per scatenare interesse e motivazione
da parte degli studenti che la stessero ascoltando.
L'altro insegnante che ricordo con molto piacere
è il prof di lingua francese della scuola secondaria:
l'alternanza di momenti seri a momenti di gioco
erano caratteristica di quest'insegnante,
il mio preferito in assoluto;non mancavano
le canzoncine in francese che ci faceva cantare
per abituarci alla "R" francese.
Da questa mia esperienza,trarrò elementi che
faranno parte del mio metodo d'insegnamento ossia
gioco,meraviglia e naturlamente severità.
Spero che questi cinque anni di formazione universitaria
mi forniscano elementi essenziali, sia teorici che prassici,
per realizzare le mie aspirazioni da buon insegnante Emilia D'Amore.
Salve a tutti,
RispondiEliminala proposta del prof è stata accettata da me con piacere ed entusiasmo, perché per la prima volta ho riflettuto su ciò che nel passato mi ha portato a vivere questa nuova esperienza. Trovo molta difficoltà ad individuare un insegnante che in particolare mi abbia ispirato, poiché penso che tutti abbiano lasciato in me una loro impronta (non sempre positiva) ma comunque un qualcosa di cui impossessarmi e custodire nella mia enciclopedia di esperienze scolastiche. Frugando nei ricordi probabilmente la persona umanamente e professionalmente ricordata da me con più piacere ed affetto è la mia professoressa di pedagogia e psicologia del liceo. È una donna distinta, colta, con nel curriculum due lauree e tanta esperienza; spiegava le sue discipline con rigore e rispetto, consapevole che ciò che esponeva a noi erano pensieri e studi di menti eccelse, che si sono dedicati alla ricerca e alla sperimentazione e che ci hanno permesso di cogliere molteplici nuovi aspetti dell’apprendimento ,dell’istruzione, della psicologia. Conosceva e amava ciò che spiegava ed esigeva rispetto e serietà nello studio; dava molta importanza alle interrogazioni come verifica dell’acquisizione e comprensione dei capitoli a noi assegnati. Nell’insegnare era ed è una figura professionale in grado di far esempi di vita quotidiana anche molto personali ,senza mai intaccare il distacco che c’è e ci dovrebbe essere tra insegnante e allievo. Era materna, ma, allo stesso tempo, distaccata e rigorosa. Ho sempre ammirato questa professoressa e spero un giorno di ricoprire nel suo stesso modo la figura di un’ insegnante seria, materna, colta e preparata, rigorosa e sempre distinta.
Paddu
Tra i tanti professori k ho incontrato nella mia carriera scolastica, posso dire con certezza, che solo una merita di essere ricordata: la mia favolosa professoressa di letteratura!
RispondiEliminaInsegnare è sempre stato il mio sogno, sin da quando ero piccola...e come una sciocca, stavo per abbandonarlo a causa di professori che non amavano affatto il loro lavoro e che per questo, facevano sembrare la scuola un carcere di massima sicurezza e l'apprendimento una vera tortura.
Per mia grande fortuna, alle superiori trovai la mia salvatrice, colei che mi fece riscoprire quanto fosse bello prendersi cura dei propri alunni e trasmettere loro il proprio sapere.
Questa professoressa riusciva a trasmettere il suo amore per la letteratura a tutta la classe. Quando spiegava, lo faceva con un tale entusiasmo che era impossibile staccarle gli occhi di dosso anche solo per prendere appunti.
Era dolce e comprensiva, ma durante le interrogazioni diventava così severa da incutere timore (e non esagero se dico che durante la sua materia spuntavano fuori santini e cornacelli).
*d.c*
Salve a tutti
RispondiEliminaDal primo momento in cui è stata proposta questa narrazione non ho avuto alcun dubbio su chi fosse l’insegnante dal ricordo indelebile: la mia maestra delle elementari. Sono passati 28 ANNI, e li sottolineo, da quando ho varcato per la prima volta la soglia della scuola e di professori, validi, motivati, stimolanti ne ho incontrati anche nel mio precedente percorso di studi universitari ma la mia maestra delle elementari (ancora maestra unica in quegli anni) ha fatto quello che secondo me ogni insegnante, specialmente nelle scuole primarie, dovrebbe fare: ha insegnato a me e ai miei compagni l’amore per la scoperta, la conoscenza e l’entusiasmo nell’andare a scuola e condividere con i compagni questa avventura. Ha prima di tutto creato un gruppo classe molto affiatato (ancora oggi ci cerchiamo su facebook e ci incontriamo ogni tanto per qualche serata), non esistevano distinzioni o privilegi, tutti dovevamo imparare e ci si aiutava se qualcuno rimaneva più indietro. In classe dovevano sempre esserci rigore e disciplina ma quando c’era da far festa la maestra era la prima ad organizzare recite, canti e balli.
Insomma si studiava molto, si imparavano tante cose, non solo quelle richieste dal programma, ma lo si faceva con entusiasmo e con il pensiero che “in fondo andare a scuola non è così male come dicono”. Avrei tanti aneddoti da raccontare ma comunque avete capito il clima in cui io ho vissuto la mia prima vera esperienza scolastica e vi posso assicurare che è vero: “CHI BEN COMINCIA….
Annalisa
Buongiorno a tutti,
RispondiEliminanella mia carriera da liceale una è stata l'insegnante che mi ha fatto particolarmente amare la sua materia: la mia professoressa di italiano del quarto anno. Era una professoressa molto giovane, al suo secondo anno di insegnamento e come spesso accade, noi alunni 'etichettiamo' gli insegnati ai primi anni di insegnamento, come persone poco esperte e poco capaci di 'lasciare il segno'. E invece no, ci sbagliavamo. Era l'insegnante che quando apriva bocca era impossible non ascoltare ciò che ci stavo raccontando. Si, perchè lei non spiegava la sua materia, ma la raccontava, come quando un' insegnante della scuola dell'infanzia racconta la storia di 'cappuccetto rosso' ai suoi alunni. Ecco, così diventava la mia classe durante le sue spiegazioni, suscitava in noi curoisità, interesse, 'fame di sapere'. Osservandola durante tutto l'anno scolastico, ho cercato di capire quali erano gli ingredienti che facevano di lei e della sua materia qualcosa di unico e sono arrivata alla conclusione che un buon insegnante deve principalmente essere padrone dell'argomento che sta 'offrendo' ai suoi alunni, in modo tale da trovare anche un percorso alternativo per insegnare quell'argomento e soprattutto credo che un buon insegnante debba metterci amore e passione in ciò che fa, senza questi ingredienti, credo che la figura di un buon insegnate venga meno...
Francesca Ialonardi
Piccoli Valentina ha detto...
RispondiEliminaSalve a tutti!!!
Nel corso della mia lunga e intensa formazione, ho avuto modo di conoscere molteplici insegnanti e soprattutto ho conosciuto e provato in prima persona i veri metodi di insegnamento. Un insegnante in particolar modo ha suscitato in me un enorme interesse. Probabilmente il suo metodo di insegnamento era unico e si differenziava dai metodi comuni. Era un insegnante che andava oltre i concetti e le nozioni base, cercava sempre d accompagnare alla lezione teorica, una lezione pratica. Pratica non nel senso stretto del termine,ma nella sua visione più ampia. Il suo intento era quello di dare concretezza e pragmaticità alle parole che aveva detto in precedenza,attraverso dimostrazioni pratiche come esperimenti o semplici gesti, ma anche attraverso storie vere,racconti provenienti dalla sua grande esperienza nel campo. Ciò che però mi ha destato maggior interesse era il suo lato umano, lui riteneva che alunno e insegnante avessero due compiti diversi, com'è realmente, ma non per questo si poneva ad una certa distanza da noi. Al contrario, riteneva che fosse indispensabile la collaborazione, l'intesa, l'unione per facilitare lo svolgimento di qualsiasi compito. Certo, era severo al punto giusto, paziente al massimo, non tollerava la maleducazione ma in ogni caso era sempre pronto ad accogliere qualsiasi nostra iniziativa, magari poi ci convinceva del fatto che era meglio lasciar perdere, ma ci ascoltava prima di ogni cosa, ecco questa forse è stata la sua più grande facoltà!
Salve.
RispondiEliminaNel corso della mia carriera scolastica ho incontrato molti insegnanti competenti.
Alcuni di essi sono stati significativi per la mia crescita personale oltre che per il mio percorso di studio.
Voglio ricordare il mio Professore di Filosofia, la passione per il proprio lavoro, il suo modo di insegnare fuori dagli schemi, l'impegno nel motivare i propri alunni ad apprendere. Usava poco i libri di testo e dava importanza ai dibattiti in classe, facendo interagire i contenuti della disciplina d'insegnamento con i veri problemi dell'uomo, dell'attualità. Dando importanza alla comprensione del senso e non alla sterile trasmissione di nozioni è riuscito ad avvicinare tutta la classe ai fondamentali concetti della sua disciplina d'insegnamento.
Grazie al Prof. ho capito quanto la passione e l'entusiasmo siano importanti per svolgere con professionalità il lavoro di docente.
Giovanni Fava
Tuffandosi nel passato,è stato davvero difficile scegliere di quale insegnante parlare perché, chiamatelo destino o fortuna, sono stati davvero pochi (e buoni!) gli “insegnanti” incapaci che ho incontrato nella mia carriera scolastica, quelli che metterei nella fascia “non ho voglia di fare niente, non chiedetemi nulla, mi interessa solo arrivare al 27 del mese”! Diciamo quindi, che solo dopo aver riflettuto moooooolto a lungo ho deciso di la mia top two di insegnanti a cui dedicare spazio in questo blog :)
RispondiEliminaPrima posizione: l’insegnante di inglese delle medie. Lei,quasi una mamma, la ricordo con un bel sorriso sulle labbra. Ha saputo a trasmettermi l’amore per l’inglese(e per le lingue) con la sua passione e con la sua energia. Noi alunni eravamo le sue “little stars” che un giorno avrebbero sicuramente brillato,perché lei credeva in noi e tutti eravamo speciale nelle nostre particolarità. Sul piano didattico, infatti, cercava di assegnare esercizi differenziati a “misura” dei nostri interessi, cercando mille strategie per coinvolgere anche i più disattenti. In questo modo riusciva a portare la classe a un livello ottimale perche tutti eravamo soddisfatti nel riuscire nei nostri compiti. Inoltre è stata una delle poche insegnanti che ho incontrato a introdurre l’uso del pc in aula: ognuno di noi era in contatto via email con un penfriend straniero a cui scrivere in inglese mensilmente. Scoprire differenze e similitudini nel mondo a 12 anni è stato davvero entusiasmante!
Seconda posizione: L’insegnante di economia e diritto del liceo. Beh,lui per me è stato il top a livello umano e del coinvolgimento! Ogni sua lezione si trasformava in un piccolo teatro dove noi eravamo chiamati a recitare. Il tempo per la spiegazione era brevissimo, quello che per lui contava davvero era che noi “toccassimo con mano” ciò di cui si parlava e quindi nelle sue ore era normalissimo che la classe si trasformasse da un parlamento (con tanto di presidente del consiglio e di banchi organizzati) a una scena di un film poliziesco, stimolandoci a riflettere e a dibattere sulle nostre opinioni. Mi sorprendeva il modo in cui riusciva a cambiare attività in un baleno (ad es. se non eravamo sufficientemente attenti) e il suo essere sempre in sintonia con la classe ascoltando ogni nostro problema (scolastico e non) e creando sempre un clima positivo.
Concludo,allora,rispondendo alla domanda del prof “Perchè, tra i tanti , ricordate proprio lui?(o nel mio caso loro)”.Perché più di ogni altro rappresenteranno per me un modello da seguire basato su un insegnamento flessibile che sappia trasmettere passione, che sappia coinvolgere e valorizzare ogni studente perche nessuno è uguale all’altro e bisognerebbe davvero “tirar fuori” dai bambini le loro capacita e abilita, magari attraverso strumenti vicini alla loro quotidianità(pc, film, attività di gruppo).
Un saluto a tutti :)
Adryenne
Pace e Bene a tutti!
RispondiEliminaDesidero raccontarvi la mia esperienza con la mia prima maestra elementare in India. La ricordo ancora con vivo affetto anche se è passato qualche anno. Mi torna in mente la sua dolcezza e il prendersi cura dei suoi alunni con amore. Con lei ho imparato le prime lettere dell’alfabeto. Non ricordo mai un rimprovero, aveva sempre un volto sereno, sorridente e tranquillo. Per me è stata come una seconda mamma. Vedeva le cose sempre in positivo.
Ho sentito, durante l’omelia della messa dell’Immacolata, di considerare in un mezzo bicchiere di vino, il bicchiere sempre mezzo pieno e non mezzo vuoto e queste parole mi hanno fatto pensare a lei.
Vorrei essere dolce con i miei alunni, come lo è stata la mia maestra per me, come dice il proverbio, si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto. Riprendendo il concetto di educazione vorrei tirar fuori il bene che è in ogni bambino e guidarli nella loro crescita.
Un ricordo di gratitudine va a tutte le maestre che sono passate nella mia vita, specialmente alla mia maestra prediletta. Il Signore dia tante benedizioni a loro. Buon cammino verso la verità!
S.S.I.
Salve a tutti,
RispondiEliminaanch'io come gli altri, nel mio percorso scolastico, ho avuto la fortuna di incontrare alcuni insegnanti e la sfortuna di incontrarne altri, e grazie a questi ultimi che oggi non amo molto determinate materie.
L'insegnante che ricordo con particolare stima è il mio professore di Filosofia e Pedagogia delle superiori.
Nonostante fosse all'ultimo anno di insegnamento si notava in lui, ancora, la passione per il suo lavoro, cosa che non ho notato in altri insegnanti soprattutto se vicini alla pensione.
Le sue lezioni erano molto piacevoli, spiegava con chiarezza, ci forniva sempre mappe concettuali per facilitarci lo studio e approfondimenti quando era necessario.
Era il tipico professore che quando c'era da far lezione si doveva lavorare ma se si creava l'occasione di scherzare lo si faceva insieme. Era l'unica materia dove andavamo volontarie alle interrogazioni senza timore di sbagliare.
Per noi non era semplicemente un professore ma era diventato un punto di riferimento a cui tutti ci rivolgevamo quando avevamo difficoltà con le altre materie.
Tanto ci rimase nel cuore che festeggiò con noi i "Cento giorni all'esame", ci divertimmo molto con lui.
Sono sicura che quando mi troverò di fronte alla mia futura classe lo ricorderò, soprattutto per come si poneva nei nostri confronti, valorizzando tutti.
S.R
Ciao a tutti,
RispondiEliminaricordando le persone che ho incontrato finora nella mia carriera scolastica,mi andrebbe di raccontarvi di un’insegnante che mi ha dato davvero tanto :la mia docente di inglese delle scuole superiori.
La professoressa è stata capace di avvicinare tutta la classe allo studio di questa materia, rendendola interessante ai nostri occhi.
Ricordo come fosse ieri il giorno in cui, entrando in classe, iniziò a parlarci della letteratura inglese.
Era evidente che ciò che spiegava le piaceva e che ne era innamorata.
Per avvicinarci allo studio, molto spesso guardavamo film in inglese di brani che analizzavamo in classe e insieme poi, potevamo commentarli.
Quando un brano ci piaceva particolarmente lei ci spronava a leggere libri di quello stesso autore.
credo che nella sua persona si realizzi il giusto mix tra passione e competenza, equa valutazione in un clima di serenità.
Le interrogazioni non provocavano più ansia perché trovavo soddisfazione nell’ esporre quello che avevo studiato.
Trasmetteva lo stesso entusiasmo con cui spiegava a noi studenti e così la lezione così diventava un piacere.
Stimolava la nostra curiosità con collegamenti tra autori italiani e inglesi così da poter spaziare tra le varie discipline.
Ancora oggi mi capita di scrivere sui social network frasi o aforismi di autori che abbiamo trattato insieme a lei e, a distanza di anni, mi piace riaprire il libro di letteratura inglese e ripercorrere gli argomenti di cui avevamo ragionato insieme.
Credo che la prof. Sia riuscita pienamente nel suo compito; ha saputo avvicinarmi ad un mondo sconosciuto rendendolo interessante ai miei occhi e fornendomi gli strumenti necessari alla prosecuzione del cammino in maniera autonoma, anche in ambiti diversi da quello scolastico.
Rita(Biccari)Mansueto
Salve a tutti,
RispondiEliminaLa gentilezza, il metodo d’insegnamento, l’autorevolezza e l’amore per la materia: tutto questo è stato per me la mia insegnante di matematica delle scuole medie. Ricordo con piacere le esperienze di laboratorio, fatte di analisi di sogliole e di prelibatezze ittiche, sottratte alla tavola, per approfondire la nostra conoscenza dell’anatomia dei pesci: ecco come si trasmette la passione per una disciplina!
Il primo impatto con la Prof non fu dei migliori: il test di matematica del primo giorno di scuola mi risultò un po’ indigesto. L’obiettivo era quello di individuare le carenze degli studenti. Le tabelline, lo ammetto, erano un punto debole della classe, al termine dei tre anni divennero un punto di forza.
L’accertamento del nostro impegno a casa, e in classe, era davvero innovativo e proficuo. All’inizio di ogni ora l’insegnante chiedeva a qualcuno di riassumere la lezione precedente; ciò determinava una competizione costruttiva che invogliava tutti a studiare quotidianamente.
La matematica appare spesso come una materia arida. La gentilezza nei modi, un sorriso sempre stampato sul suo volto, strategie didattiche non usuali(ad esempio ricorrere a giochi didattici, come la gara delle tabelline) rendevano addirittura piacevole l’apprendimento della disciplina.
Spero che in futuro qualcuno dei mie alunni possa ricordarsi di me, come io oggi ho fatto con la mia insegnante: la maestra Lucia Croce protagonista di “Vi chiedo di raccontare una storia…”!
Lucia Croce
Buonasera,
RispondiEliminadurante la mia esperienza scolastica l'insegnate che più mi ha colpito è stato il professore di biologia.
Nonostante fosse una persona molto rigida, che non tollerava pause o distrazioni,aveva un metodo d'insegnamento, secondo me, molto valido per una serie di motivi. Innanzi tutto era molto disponibile: non mi era mai capitato di incontrare un insegnante così REALMENTE disposto a rispiegare anche 100 volte lo stesso passaggio!
In più aveva la capacità di esporre gli argomenti in maniera chiara e concisa: sapeva rendere semplici anche i concetti più complessi.
A differenza degli altri professori, le cui lezioni spesso non erano altro che una valanga di nozioni,lui sapeva tenere vivo l'interesse della classe e appassionare gli studenti alla sua materia. Infatti quando c'era lui in classe non si sentiva altro che la sua voce perchè tutti pendevamo letteralmente dalle sue labbra!
Ho sempre avuto ostilità verso le discipline scientifiche ma grazie a lui sono riuscita ad apprezzarne almeno una!
Veronica Bonelli
Salve a tutti!
RispondiEliminaNel corso della mia carriera scolastica ho incontrato diverse figure d'insegnanti, sia positive che negative. Tra tutti ho conservato un ricordo positivo della mia professoressa di letteratura italiana e latina del liceo.
Sin dal primo giorno di liceo la professoressa ha cercato di trasmetterci il suo amore per la lettura presentandoci una serie di aforismi tratti da celebri dichiarazioni sulla lettura di altrettanto celebri scrittori. Si trattava di frasi che avevano un unico concetto come denominatore comune: "leggere è vita".
In particolar modo ha cercato di avvicinarci al mondo della lettura attraverso in romanzo di formazione, un genere che descrive il percorso di un giovane impegnato a dare forma matura e autentica al proprio carattere. E allo stesso modo del protagonista del romanzo anche noi eravamo chiamati a dare forma matura e autentica al nostro carattere, a costruire la nostra identità.
Ha sempre cercato di presentarci la lettura come uno strumento in grado di trasformare l'individuo, di farlo crescere, di renderlo capace di senso critico, di valorizzare i propri sentimenti, i propri rapporti con gli altri, di accrescere le proprie capacità intellettive e il rispetto di se stesso.
Ci ha insegnato a riflettere, a vedere con senso critico il mondo che ci circonda, a far emergere le nostre idee e le nostre opinioni senza mai aver paura del giudizio degli altri e avere rispetto per le idee diverse dalle proprie.
Facendo tesoro della mia esperienza, spero un giorno di trasmettere ai miei futuri alunni lo stesso amore e la stessa passione che la mia professoressa del liceo è sempre riuscita a mostrare.
A.D.F.
Salve,nel mio percorso scolastico,ho avuto modo di incontrare diverse tipologie di insegnanti e,anche se in maniera differente, ognuno di loro ha lasciato un piccolo (o grande) segno che me lo fa tornare alla memoria per qualche caratteristica o peculiarità nel metodo educativo.
RispondiEliminaIn questo contesto,se mi si chiede di parlare dell’insegnante che più mi è rimasto nel cuore,non può che venirmi in mente la mia professoressa di italiano del primo biennio della scuole superiori. In particolare non posso dimenticare il primo giorno di scuola,quando per la prima volta venne in classe e si presentò come nostra insegnante(o professoressa in questo caso!!): la prima impressione era quella di una ragazza,poco più grande di noi,piccolina,magra,capelli a caschetto e un viso dolcissimo;la sua voce era particolarmente serena e tranquilla,nonostante avesse a che fare con alunni nuovi e un po’ irrequieti:proprio per questa sua caratteristica, riusciva a mettere a proprio agio anche le persone più timide che con lei non avevano nessuna forma di timidezza ad esprimere il proprio parere e a fare domande anche apparentemente stupide!mi è entrata ancora più nel cuore quando ho potuto notare il suo approccio con situazioni di disagio personale di qualche singolo ragazzo che affrontava con coraggio e disinvoltura, con una discrezioni unica,offrendo addirittura il suo aiuto personale per colmare qualche carenza nelle altre materie scolastiche,tutto ciò ad insaputa degli altri professori.
La sua dedizione per l’insegnamento era secondo me una dote innata e con questo suo atteggiamento è riuscita addirittura a far sembrare un gioco la pubblicazione di un libro di raccolta di fiabe inventate da ognuno di noi e dedicata a tutti i bambini o a tutti coloro che ancora si sentono tali.
Il suo metodo di insegnamento era di una semplicità ed efficacia unica:non c’erano interrogati alla cattedra, ma si cominciava a parlare dell’argomento in questione in maniera spontanea e quando qualcuno di noi interveniva parlando semplicemente di quelle che erano le proprie impressioni a riguardo, riusciva a capire chi aveva studiato o meno ed in tal modo metteva direttamente il suo voto sul registro,senza far pesare su di noi l’ansia dell’interrogazione individuale e tenendoci contemporaneamente tutti attenti ed costantemente interessati alla materia.
Una vera e propria maestra,capace di far amare le materie letterarie in un liceo scientifico,di far emergere le proprie attitudini personali e di aiutare chi aveva difficoltà nel farle emergere, e soprattutto in grado di far capire che col timore e la prepotenza non si ottengono gli stessi risultati nella vita che si possono avere invece con modestia e passione per tutto ciò che si fa.
Non posso che ringraziarla per tutto ciò che mi ha insegnato sia a livello scolastico, ma soprattutto umano e facendo tesoro di queste “lezioni di vita” spero di poterle utilizzare per insegnare e lasciare un ricordo positivo e personale a tutti i miei futuri allievi.
Monica Canfora.
Salve a tutti,
RispondiEliminala passione per l’insegnamento, che mi ha portata ad iscrivermi in questo corso di laurea, penso che mi sia stata trasmessa dalle insegnanti della scuola elementare. Risulta interessante il fatto che conservi un bellissimo ricordo di tutte e tre le insegnanti che mi hanno seguita nei cinque anni di scuola elementare e non di una in particolare. Grazie a loro ho vissuto i cinque anni di scuola elementare serenamente:in classe il rapporto tra noi alunni e con l’insegnante erano positivi; le loro lezioni erano molto chiare ed erano sempre disposte a dare chiarimenti anche ricorrendo ad esempi che più si avvicinassero alla nostra quotidianità. Il punto di forza è stata la loro stretta collaborazione, segno di grande professionalità. Nel lavorare insieme utilizzavano molto la didattica per progetti: ogni anno ci veniva proposto un progetto che affrontava temi vicini alla realtà di noi alunni, con le relative uscite didattiche e che si concludevano con una rappresentazione teatrale di fine anno. Avendo sperimentato in prima persona tale metodologia penso che sia efficace perché si basa sulla partecipazione attiva di ogni singolo alunno, anche di quelli che si trovano in situazione di svantaggio e il fatto che a distanza di anni io ne abbia ancora un vivido ricordo è un dato significativo. Spero che anch’ io potrò essere un punto di riferimento per i miei alunni, così come le mie insegnanti lo sono state per me e di avere un buon rapporto con le colleghe, perché esso ha sicuramente effetti positivi sull’apprendimento degli alunni.
C.T.
Facendo un breve salto nel passato, l’insegnante che ricordo con maggior affetto è la professoressa di storia, italiano, latino del liceo socio psico-pedagogico, la quale mi ha insegnato a crescere sia da un punto di vista formativo ed istruttivo che umano. Grazie a lei ho scoperto il valore e l’importanza di imparare ogni giorno cose nuove, per saper vivere nella sempre più complessa quotidianità che ci circonda. E, per poter imparare bisogna avere insegnanti accanto a noi che ci portino autonomamente ad “imparare ad apprendere”. Ciò che ammiravo in lei era principalmente la coerenza tra ciò che diceva e ciò che realmente “costruiva” con i fatti. Aveva instaurato con noi un rapporto basato sul rispetto reciproco e sulla fiducia alimentato dalla sincerità. La lezione era per di più frontale, ma questo non costituiva un elemento di difficoltà o svantaggio, poiché era arricchita e ampliata da attività opzionali quali: visioni di film riguardanti il tema svolto, riflessioni su documenti storici, esercitazioni di verifica … Ciò portava alla discussione e al confronto in classe di tematiche generali partendo da quelle specifiche e, all’individuazione delle cause e delle conseguenze che provocano i vari fatti sociali, collegando i vari ambiti disciplinari. L’incipit di una spiegazione partiva dal titolo dell’argomento svolto,il periodo e il contesto (la situazione generale) e poi attraverso sussidi didattici la spiegazione scendeva nel dettaglio. Alla fine di un argomento seguiva il monitoraggio delle informazioni apprese. La sua forte personalità e il modo di porre l’argomento alla classe, permetteva di creare un’ atmosfera di partecipazione suscitando curiosità e intrinseca motivazione. Ciò di cui ero affascinata era la sua professionalità, le sue competenze in materia e il saper gestire e valutare,con autentica determinazione, la situazione e il percorso di insegnamento nelle difficoltà che poteva incontrare. La valutazione avveniva sia attraverso questionari, verifiche scritte e orali sia attraverso la correzione di testi ed elaborati svolti a scuola o a casa. Riteneva molto importante l’autovalutazione, l’autocorrezione e la metacognizione soprattutto delle regole di grammatica latina. Sarà, per me, un’insegnante da cui prendere spunto in una futura e probabile carriera di insegnante.
RispondiEliminaCordiali Saluti Amelia
A distanza di tempo di tanto in tanto mi capita di ripensare a tutti gli insegnanti che hanno attraversato la mia carriera scolastica.
RispondiEliminaAlcune volte ricordo con maggiore precisione le insegnanti della Scuola Primaria,altre mi soffermo maggiormente su quelle del Liceo.
Tuttavia tra tutte vi è un'insegnante di cui conservo un ricordo vivo ancora oggi e che preferisco ricordare tra tante: la mia maestra della Scuola Primaria.
Mamma prima ancora che insegnante, è lei che mi ha insegnato a scrivere,come e quando si va a capo;è lei che mi ha spiegato come ci si comporta in classe,quando aiutare un compagno in difficoltà;è lei che mi ha guidato nel mio percorso di crescita formativa per ben tre anni della Scuola Primaria.
Ricordo la sua spontaneità nel rapportarsi a noi alunni,l'amore per la sue materie(Italiano,Storia),la passione con cui le insegnava.
Cercava giorno per giorno di creare un clima positivo e sereno all'interno della classe.
Professionalmente preparata e motivata,elogiava quelli che eseguivano correttamente i compiti assegnati e quando necessario correggeva in maniera garbata ma decisa allo stesso tempo quanti non avevano partecipato alla lezione perchè si erano distratti.
Svolgeva lezioni interattive,richiedendo una partecipazione viva da parte di noi alunni. In questo scenario è stato più semplice coinvolgerci.
Conosceva le abilità e le debolezze di ogni alunno e partendo da queste cercava di tirar fuori il meglio da ognuno, sviluppandone l'autostima.
Ricordo come fosse ieri che è riuscita a farmi appassionare alle sue materie con estrema facilità e forse la mia predisposizione verso le materie umanistiche ha iniziato a venir fuori proprio grazie a lei.
Mi rendo conto che non tutti hanno avuto la fortuna di poter ricordare in maniera così positiva un insegnante.
Alessia Ferrone
Salve a tutti.
RispondiEliminaDa piccolina,almeno fino al quinto anno delle elementari,ho incontrato solo insegnanti negativi,maestre prossime alla pensione che non mettevano amore in quel che facevano.
Nonostante questo io volevo diventare un insegnante,promettendo a me stessa “IO NON SARò MAI COME LORO”.
Il clima non era sereno. La mia classe era formata da 16 bambini di 6 anni praticamente terrorizzati. Urla,oggetti volanti,punizioni…andare a scuola era come una tortura per me e per i miei compagni.
Questo fino ai 10 anni.
Era il primo giorno di scuola della quinta elementare,io ed i miei compagni eravamo tutti seduti,in silenzio… ed ecco che arriva lei,la nostra nuova maestra.
Bella, giovane sorridente…non sapevamo neppure che esistessero maestre così.
Inoltre era neomamma,quindi ci trattava con una delicatezza,come solo una madre sa fare.
I suoi metodi erano diversi. Non ci imbarazzava con terribili interrogazioni,ma verificava le nostre conoscenze con momenti di gioco, piccole sfide che ci invogliavano a studiare.
Ma oltre ai metodi la ricordo per i modi. Dolci,delicati,per i suoi sorrisi. Non era mai arrabbiata, sembrava che non stesse mai male.
Ci trattava da bambini e da adulti allo stesso tempo. È stata la prima maestra a chiamarci “ragazzi”, e per dei bambini questo è come un salto di qualità.
Io e le mie compagne invidiavamo la sua bellezza, e i maschietti cercavano di conquistarla in tutti i modi.
Lei era semplice,buona.
Vi dico solo che durante tutto l’anno scolastico abbiamo avuto i muratori che lavoravano vicino la scuola dietro le finestre per ammirare la nostra maestra,e per noi questo era motivo di orgoglio.
Dal punto di vista professionale è stata senza dubbio la migliore. Seguiva tutti, non aveva preferenze per nessuno. I suoi metodi hanno portato anche i bambini più demotivati al miglioramento. L’amavano tutti, alunni e insegnanti. È stata senza dubbio una delle insegnanti migliori che abbia mai avuto.
Michela Montagano
Ciao a tutti..Nella carriera di qualsiasi studente è inevitabile che ogni professore incontrato nel cammino abbia lasciato un ricordo in noi, sia esso un po’ sfuocato, negativo, ma anche, positivo , gioioso e pieno di felicità. La mia esperienza scolastica è stata segnata da insegnati di tutti i tipi, stravaganti, poco interessati al loro lavoro, fannulloni ma soprattutto da persone che credono davvero in ciò che fanno … In particolar modo, nessuno è mai riuscito a farmi amare la storia e la letteratura fino a quando ho incontrato alle scuole superiori una professoressa che trasformava le sue ora di insegnamento in lezioni talmente interessanti e”vive” che Napoleone sembrava un nostro compagno di classe e il pesante Leopardi un divertente poeta. La sua preparazione era stravolgente, ma l’interesse nelle discipline insegnate, la gioia nei suoi occhi nel momento io cui ci raccontava le sue discipline, lo erano ancora di più … Per non parlare del forte legame affettivo, inusuale tra insegnante e studente … Bhè io penso che la cosa più gratificante per un docente sia quella di essere stimato e apprezzato dai propri alunni per quello che si è e per quello che si insegna, che non sono solo discipline scolastiche ma anche valori fondamentali nella vita quotidiana … Quando diventerò un insegnante spero di essere ricordata con l’affetto con cui io oggi ricordo la mia prof. allora si che sarò felice al 100 %.
RispondiEliminaIlaria Benedetto
Salve a tutti,
RispondiEliminaripensando alla mia esperienza di studentessa, mi ritengo abbastanza fortunata perchè, ad eccezione di pochi, la maggior parte dei miei insegnanti mi ha lasciato un ricordo positivo. In particolare sono due le docenti che hanno lasciato un segno indelebile nel mio cuore.Una di queste è la mia maestra di matematica delle elementari. Una persona dall' aspetto un pò irruento, ma da un cuore grande. Ci ha trasmesso l' amore per questa materia spiegandocela con molta calma, ma soprattutto in maniera concreta riportando qualsiasi cosa alla realtà. Lei ci spronava a fare sempre di più, a migliorare e ad impegnarci. Adottava anche metodi personalizzati per ciascuno di noi e formava spesso gruppi omogenei in cui in ognuno era presente quel/a bambino/a più portato/a e più capace che potesse aiutare anche gli altri.
L'altra è la mia professoressa di storia e filosofia delle superiori. Precedentemente al suo arrivo il mio interesse per queste materie era inesistente, ma grazie a lei ho riscoperto, in particolare, la bellezza della filosofia. Materia abbastanza complessa, ma lei la spiegava in un modo così sorprendente che nessuno provava noia o fatica durante le lezioni, ma tutti eravamo attenti ed emozionati di fronte a quelle spiegazioni così ricche di nozioni, ma molto compensibili ed appassionanti: lei faceva continuamente esempi, ci rendeva partecipi, aprendo discussioni formative e ci poneva domande per controllare che tutti avessimo capito. Inoltre ricatturava la nostra attenzione quando eravamo stanchi con battute molto divertenti.
Nella mia futura carriera da insegnante, mi ispirerò sicuramente a loro e cercherò di fare di tutto per essere apprezzata dai miei allievi e di fare in modo che loro possano contare sempre su di me.
C.S.!!
Dopo più di dieci anni di studio è bello ripercorrere il mio vissuto:
RispondiEliminatutto quello che ho imparato…
tutto quello che potevo aver dimenticato…
tutto quello che ha rappresentato un ostacolo…
tutto quello che mi ha fatto piacere fare…
tutto quello che sembra essere stato da sempre mio…
e tutto quello che di nuovo ho incontrato e ho avuto!
Momenti che non scorderò mai!
I protagonisti indiscussi della mia vita scolastica, accanto ai miei compagni, sono stati i miei insegnanti. Alcuni di loro mi hanno segnato profondamente, nel bene e nel male. Tra gli “insegnanti puri”, così amo chiamare quegli insegnanti che vivono ogni giorno di lavoro come una missione seria ed entusiasmante, basilare e divertente, in maniera particolare, ricordo la professoressa di matematica della scuola secondaria di primo grado! Lei per me è stata un’ottima insegnante, a livello didattico e relazionale. Era forse la classica professoressa: lezioni frontali, compiti per casa costanti, frequenti verifiche, elogi e rimproveri. Ma secondo me sono la semplicità e la chiarezza che portano buoni risultati! Forse non usava nulla di così “straordinario” da cogliere il tuo interesse e la tua attenzione ma era il suo modo così essenziale ed entusiasta, quasi allegro, che ti portava nel suo mondo! Io mi sentivo felice solo sentendo la parola “matematica”! Peccato solo che dopo di lei non abbia avuto esperienze analoghe per quanto riguarda questa materia! E collego questo ad una cattiva impostazione del lavoro dei miei insegnanti di matematica successivi, al loro voler essere promotori assoluti della “novità”: a volte gli educatori vogliono essere “diversi”, “nuovi”, ma finiscono solo per disorientare gli studenti. La professoressa Giambattista, è questo il suo nome, mi ha insegnato e mi ha fatto capire che è importante sfruttare ciò che è davvero tuo! Solo ciò che ci appartiene può essere usato al meglio e magari ampliato durante la crescita. Intraprendere compiti e obiettivi notevoli può essere soddisfacente ma se non si è ancora in grado di raggiungerli, è sbagliato e inutile prefissarli. Il maestro deve portare ogni suo alunno verso il traguardo con determinazione e nitidezza! D’altronde la nostra futura (speriamo!) professione nasce per quello! E la mia insegnante preferita mi ha accompagnato così: con semplicità, volontà e preparazione verso nuovi mondi da scoprire. Era difficile non sentire l’esigenza di ascoltarla, di seguirla! Ma, anche in quel remoto caso, era molto convincente nel riproporti la sua guida sotto un altro aspetto e… riconquistava la tua attenzione. Io, da maestro, vorrei essere come lei!
Giuseppe Angelilli
ciao a tutti,
RispondiEliminadurante il mio percorso scolastico,sono stati molti gli insegnanti che hanno lasciato in me un buon ricordo, ad eccezione di una professoressa in particolare.Era la docente di matematica e fisica. premetto che finii le scuole medie avendo buone basi per lo studio approfondito di queste materie. purtroppo per me a causa dell'atteggiamento assunto da questa professoressa le mie competenze in materia hanno preso sempre più un andamento discendente. Le sue lezioni erano di una freddezza tale che alla fine dell'ora quasi tutti noi alunni ci guardavamo con aria incredula a ciò che aveva spiegato. Inoltre se qualcuno di noi (la maggior parte) non aveva capito la lezione si puo dire che "erano problemi nostri" in quanto lei si riduceva a fare un sunto veloce della sua lezione senza però davvero soffermarsi sui punti da noi poco compresi e quindi lasciarci in uno stato confusionale ancora maggiore.tutto ciò è avvenuto per l'intero corso di studi (5 anni), in questo lasso di tempo il mio rapporto con lei è stato sempre più duro, dovuto anche dal fatto che io più volte mi sono fatto sentire, sostenendo che il suo approccio con la classe era tutto tranne che produttivo. Devo dire però che all'ultimo anno il suo atteggiamento un pò era cambiato. forse dopo quattro anni si era resa conto che i risultati ottenuti da noi erano pressapoco scarsi, ad eccezione di qualche alunno davvero ferrato in quelle materie. nonostante ciò in me permane un ricordo negativo di questa professoressa, perchè credo che insegnare sia tutt'altra cosa che fornire semplicemente nozioni. credo, ma soprattutto spero,che io possa essere, un giorno un maestro, che lascierà un ricordo positivo nei suoi futuri alunni.
Gianmarco Iolli
Salve a tutti,
RispondiEliminal'insegnante che mi ha colpito di più nella mia carriera scolastica è stato il mio professore di italiano del biennio delle scuole superiori.
E' stato una persona fantastica e preparato professionalmente, a tal proposito approfitto di questa situazione per parlare di lui.
Aveva un ottimo rapporto con gli alunni ed era sempre pronto ad aiutarli.
Le interrogazioni erano delle "conversazioni" piacevoli, non si avvertiva la solita tensione,infatti, chiamava tre o quattro alunni per volta che sedevano attorno a lui. Quando spiegava sapeva far appassionare gli alunni alla lezione ad esmpio quando spiegava i promessi sposi si creava l'atmosfera di un film e a casa bisognava fare la meta' del lavoro. Aveva un tono amichevole (con noi alunni maschi parlava anche di calcio) nello stesso tempo pero' era severo nel caso occorreva ma non alzava mai la voce anzi bastava uno sguardo.
Lui e'stato il mio ispiratore nella scelta di intraprendere questa strada.
Nicola Piccirilli
Dopo tanti anni ho ripreso a studiare e mi sono iscritta all’università. Ho deciso di infischiarmene della mia età, tentando una nuova strada.
RispondiEliminaSe ritorno indietro con la memoria e ripenso agli anni della scuola, mi ricordo di tanti insegnanti che comunque hanno segnato la mia esperienza scolastica. Mi ricordo della professoressa di filosofia, talmente distratta che veniva a scuola con un occhio truccato e l’altro no, del professore di educazione artistica bello e simpatico e del professore di religione che imitava gli altri professori. E come dimenticare il professore di italiano, appassionato di politica, che bastava portarlo a parlare di questo argomento per saltare interrogazioni e interrogazioni (in italiano quell’anno eravamo rimasti molto indietro nel programma, stranamente!!).
Il ricordo più vivo e che mi è rimasto nel cuore è anche quello più lontano: riguarda la mia maestra elementare, da cui vorrei prendere esempio. La signorina Vittoria era, considerando gli anni in cui ho fatto le elementari, una donna emancipata, alternativa e aveva un metodo di insegnamento diverso dalle altre maestre. Era soddisfatta del suo lavoro, a cui credeva moltissimo, e della sua vita personale. Fino alla terza elementare non ci assegnava compiti a casa: si faceva tutto in classe. La cosa strana era che mentre allora i genitori insistevano per far assegnare i compiti a casa e la nostra maestra era irremovibile (“fa parte del mio metodo di lavoro” soleva dire), oggi gli stessi genitori si lamentano dei tanti compiti assegnati ai loro pargoli.
Una volta la settimana c’era il ballo in classe e altre attività che oggi vanno sotto il nome di “attività motorie”. C’era la lezione di storia inventata per la quale ci si divideva in gruppi e ogni gruppo doveva inventarsi una storia a tema. Era una vera e propria gara fatta di premi, dal primo all’ultimo. I premi consistevano naturalmente in piccole cose che però ci spronavano a dare sempre il meglio.
Ricordo tante altre attività in cui si doveva dare libero spazio alla fantasia oppure a tutto ciò che apprendevamo dalle nozioni di geografia, italiano e via di seguito. Ci parlava già da allora di ambiente e di amore per la natura. Insomma, dalla maestra Vittoria ho appreso oltre il metodo di insegnamento, anche un esempio di vita: una donna moderna, indipendente e piena di vita e di interessi anche adesso che ha più di 80 anni.
Filo 68
Ciao a tutti!
RispondiEliminaDevo dire di considerarmi fortunata, sin dalle elementari ho avuto maggiori esperienze positive anziché negative, il ricordo che voglio condividere con voi va in particolare alla mia professoressa delle superiori di Biologia. Spesso, quando immagino me nel futuro come insegnante, mi piace ispirarmi e pensarmi sul suo modello didattico. La cosa principale che mi colpiva delle sue lezioni era la passione che ci metteva: era sempre evidente il suo amore per quelle materie, faceva di tutto per trasmettercelo e nella maggior parte dei casi ci riusciva.
Le sue spiegazioni erano sempre interessanti ed inoltre cercava di coinvolgerci con vari progetti: ad esempio ci portava in laboratorio per chimica, oppure ci divideva in gruppi di tre o quattro persone e ci faceva approfondire degli argomenti che più ci incuriosivano e, una volta a settimana, lasciava che li illustrassimo al resto della classe. Poi una volta all’anno in collaborazione con il resto del corpo docente e del preside organizzava la “settimana della scienza”, dove noi alunni dopo mesi di ricerche e studi potevamo tenere mini-conferenze su temi scientifici ad altre classi del nostro istituto . Devo ammettere che riusciva a coinvolgere tutti, anche gli alunni più svogliati . La maggior parte dei saperi che ho tutt’ora di quelle materie lo devo proprio a lei e ai suoi metodi. Ho mille ricordi , di come grazie a lei ho imparato ad usare Power Point, o di come ho imparato a sconfiggere la mia timidezza parlando davanti ad una folla, o della gita al centro astronomico dove abbiamo scoperto tante curiosità dell’universo.
Insomma in poche parole è così che mi piacerebbe essere come insegnante, vorrei che i miei alunni fossero incantanti e presi dalle mie spiegazioni così come lo ero io con lei. Mi piacerebbe trasmettergli tutte le mie conoscenze ma in maniera coinvolgente, mi piacerebbe essere un insegnate che sa farsi rispettare non per paura ma perché ha saputo davvero dimostrare qualcosa ad ognuno dei suoi alunni. E se ho scelto questa facoltà un po’ lo devo anche a lei. Grazie prof.!
Martina Bernardone
Salve a tutti.
RispondiEliminaDurante il mio percorso di studi, ho avuto modo di incontrare vari insegnanti, molti dei quali mi hanno lasciato un segno positivo. In particolar modo ricordo la mia cara professoressa di latino e italiano. Il nostro cammino non è iniziato in modo tranquillo, infatti, i primi giorni ci siamo subito scontrati ma la prof è stata molto comprensiva e disponibile ad ascoltare il mio pensiero tant’è che una volta chiarito quel piccolo malinteso è nata subito una grande stima e ammirazione.
Di lei mi ha colpito il suo modo di fare lezione, ci metteva tanto amore e passione, rendeva le cose più difficili così facili da farle comprendere a tutti, e se qualcuno restava indietro, lei con delle piccole strategie cercava di colmare le lacune in modo da poter portare tutti sullo stesso livello.
Per quanto riguarda le interrogazioni cercava di renderle il più possibile oggettive appuntando ogni nostra risposta con dei segni per poter fare un resoconto alla fine. Inoltre, ogni giorno faceva domande perché voleva che nessuno perdesse il ritmo.
Oltre allo studio teneva a cuore la “persona” di noi studenti, si preoccupava dei nostri problemi ed era pronta ad aiutarci ma soprattutto ad ascoltarci; era diventata per tutti un punto di riferimento, come una mamma.
Spero vivamente un giorno di poter diventare una buona insegnante come lei, che tenga conto anche dei bisogni degli allievi e che sappia trasmettere la stessa passione ricevuta dalla mia cara professoressa.
R.P
Ripercorrendo i bellissimi anni della scuola,dall'infanzia fino all'adolescenza,l' insegnante della quale conservo un ricordo speciale è la professoressa di greco e latino del liceo.
RispondiEliminaOgni giorno nei suoi occhi leggevo la passione per quel lavoro.
Aveva dei grossi problemi familiari alle spalle ma quando entrava in aula era sempre accompagnata da un enorme sorriso, i suoi problemi non trasparivano mai;
noi eravamo la sua distrazione la sua passione!
Sapeva tirar fuori da ognuno di noi il meglio,sapeva coinvolgerci,appassionarci.
Il fatto di studiare con attenzione le sue materie era un motivo per non deluderla;
lei faceva così tanto per noi e noi dovevamo fare così poco per ottenere la sua stima.
Mi ha insegnato ad amare la letteratura greca e latina, ma soprattutto abbiamo appreso il peso della cultura , al di là del voto finale ,al di là della sua stima e di quella dei genitori,che ci accompagnerà in tutto il corso della nostra vita e che nessuno potrà mai privarcene.
E'proprio per questo che spero di riuscire ad insegnare ai miei alunni , sperando che un giorno anche loro potranno ricordarmi con stima e affetto.
Mi auguro di essere per loro non un semplice trasmettitore di conoscenze ma una guida sicuro in una fase della loro vita!
ALESSIA ROMANDINO
Salve
RispondiEliminaL’insegnante che nella mia carriera di studentessa ha lasciato in me un bellissimo ricordo è la mia professoressa di psicologia e sociologia. L’ho avuta al biennio del liceo e la adoravo; Era un insegnante che sapeva trasmettere la propria materia con passione e semplicità, e per questo noi ragazzi l’abbiamo sempre amata e rispettata. Non dimenticherò mai le sue lezioni, tutto quello che insegnava, mi sembrava così affascinante chissà forse devo a lei la mia passione per queste discipline. Per non parlare poi delle sue interrogazioni, ci spiegava di volta in volta i criteri usati nella correzione per rendere la valutazione il più oggettiva possibile spiegando in maniera dettagliata l’errore. Aveva una passione straordinaria per il suo lavoro e un’attenzione umana verso il singolo studente, che raramente ho trovato negli insegnanti. Lei è stata una vera insegnante e nonostante sia stata con noi solo due anni, è riuscita a lasciare un segno e ad essere una giuda per tutti. E’ proprio vero che gli insegnanti lasciano il segno e indirizzano poi verso i percorsi che intraprendiamo. L’insegnamento è un’arte e ci vuole passione oltre che competenza.
A.D
Alla richiesta di descrivere un/una Professore/Professoressa che avesse segnato la mia carriera scolastica in modo positivo,senza dubbio mi viene in mente una sola ed unica Prof.
RispondiEliminache mi insegnò Italiano, Latino e Storia al liceo per ben cinque anni.
All'inizio del liceo non nego che è stato difficile ambientarmi, mi trovavo con nuovi Prof, con materie nuove da studiare e con persone mai viste prima e di certo "Lei" non mi era stata molto d'aiuto.
Era molto autorevole ed esigente, spiegava spiegava e spiegava, mai un sorriso, mai una parola in più oltre alle lezioni.
Avevo timore e ricordo perfettamente l'ansia che mi prendeva quando arrivavano le sue ore di lezione, ero riuscita quasi ad odiare le sue materie e non le studiavo più volentieri come facevo nelle scuole medie.
Dal terzo in poi ebbe come una sorta di "metamorfosi miracolosa" modificò e di molto il suo modo di fare rendendosi la Prof che tutti o quasi amavano. Cambiò il suo modo di porsi, di spiegare, si interessava dei nostri problemi, ci dava consigli era diventata molto più aperta al dialogo. Non metteva più al primo posto come in precedenza la lezione del giorno ma lasciava molto più spazio a noi alunni e ai nostri pareri. Soltanto alla fine, quando ormai erano giunti gli esami di stato, ammise il suo cambiamento e ci confessò che in realtà lei assumeva quel comportamento cosi rigoroso perchè dovevamo imparare cosa fosse la disciplina, il rispetto altrui ma soprattutto imparare a studiare con serietà per un futuro migliore. Ripensandoci poi, forse con un pò più di maturità, riuscii ad apprezzare il suo essere inflessibile e se oggi sono diventata quella che sono, un grazie lo devo anche a "Lei".
S.M.91
Salve a tutti,
RispondiEliminadurante la mia esperienza da studentessa ho incontrato molte figure di insegnanti..e con piacere posso affermare che la maggior parte di esse mi ha lasciato ricordi positivi. Ognuna aveva le proprie particolarità: dolcezza,simpatia,rigorosità...ma c’è un insegnante che mi ha colpito particolarmente: la mia insegnante di italiano e latino delle superiori. Quando il primo giorno di scuola si presentò, tutta la classe la catalogò come un’insegnante rigorosa,razionale e fredda …… ma dopo la sua prima lezione tutti capimmo la sua vera personalità. Lei è stata sempre dolce,garbata e disponibile ed è riuscita a farsi rispettare senza troppe urla e modi severi. Durante le lezioni tutti i suoi alunni si sentivano a proprio agio e avevano la confidenza giusta per non tremare prima di un’interrogazione e per imparare con un sorriso e non con noia. Cercava sempre di coinvolgere la classe..e cercava delle alternative alla lezione frontale per l’apprendimento dei vari argomenti: lavori di gruppo,visione di film,discussioni in classe su argomenti di attualità che avevano cose in comune con gli argomenti dei programmi scolastici da svolgere in classe .Che aggiungere?!Vorrei davvero che i miei alunni mi guardassero un giorno con la stessa tranquillità con cui io guardavo la mia prof..che mi accennassero durante le spiegazioni un sorriso e che mi dessero soddisfazioni nel campo dell’apprendimento come molti alunni della mia classe facevano con lei.
Calvano Maria Cristina
Salve a tutti,
RispondiEliminaprima di raccontare la mia esperienza di studentessa,vorrei utilizzare una metafora letta tempo fa ,in cui l’insegnante viene definito ”insegnante-contadino” perché prepara il terreno che verrà seminato e, una volta seminato, si prende cura dei propri raccolti affinché crescano nelle condizioni ottimali. Rifacendomi a questa metafora e tornando indietro nel tempo, posso dire, che la maggior parte dei miei insegnanti, ha lasciato alle proprie spalle tanti terreni aridi ed incolti. Ricordo bene il loro scarso entusiasmo, l’atteggiamento critico verso gli alunni che commettevano errori, il poco tempo dedicato ai ragazzi con difficoltà di apprendimento e quel continuo fornirci moduli già preconfezionati e senza alcuna personalità.. I miei ricordi più belli e positivi, sono legati invece a colei che mi ha ridato fiducia e voglia di continuare ad apprendere: la mia professoressa di greco. Riusciva a suscitare in noi alunni curiosità, passione e voglia di conoscere, dedicandosi quotidianamente alla nostra crescita e formazione. Aveva stabilito con noi allievi un rapporto autentico fino a diventare un vero e proprio modello di saggezza. Non ha mai ostentato le sue conoscenze, occupando un piano di parità e non di superiorità, riuscendo ad interagire anche a livello affettivo. Ci ha ascoltati in modo empatico, ha contenuto le nostre paure ed angosce, ha compreso le nostre difficoltà. E’stata la guida che ci ha accompagnato durante tutto il percorso scolastico e, soprattutto, è stata l’unica che è riuscita a trasmetterci l’amore per la sua materia. Posso concludere dicendo che lei ha lasciato in me un segno indelebile, con tutte le esperienze vissute insieme, sia a livello didattico che umano, relazionale ed emozionale.
L.G.
È difficile definire per me quale è stato l’insegnante che mi ha colpito positivamente nella mia carriera scolastica. Ogni anno e anche nel corso dell’anno, dalla I elementare al V superiore, ho cambiato molti insegnanti. A causa di ciò nella mia mente non c’è ricordo positivo, né tantomeno negativo degli insegnanti. Questo sicuramente non ha portato un beneficio al mio livello culturale: non ho buone basi. O meglio, credo che la mia famiglia sia stata quella che mi abbia sostenuta tanto da raggiungere questo livello. Perlomeno non ho acquisito approcci negativi con alcuna disciplina (non odio nessuna materia)!
RispondiEliminaPer questo motivo non c’è stato sufficiente tempo affinché il ricordo della metodologia didattica, della passione per la materia e dell’insegnante potessero incidersi nella mia mente e nella mia vita!
Devo aggiungere però che nel triennio dell’Istituto Tecnico Industriale ho avuto tre professori per tutti e tre gli anni: la prof d’Italiano, la Prof. D’Inglese e il Prof. Di Laboratorio: questi sono gli insegnanti che io ricordo, che vado a trovare, che stimo. Il motivo l’ho trovato nel fatto che oltre ad insegnare e quindi a trasmettere i contenuti, lo facevano guardando negli occhi allo stesso modo l’alunno da 100/100 e quello da 60/100 regalati!
La persona che però più di tutti mi ha aiutata a scoprire le risorse che erano dentro di me è stata la Prof di Italiano. Nonostante insegnasse in un Tecnico Industriale e non in un Liceo Classico ha trasmesso la Letteratura italiana facendo appassionare tutti alla materia e spronandoci a studiarla!
A me personalmente ha fatto appassionare tanto al Teatro (da Goldoni a Shakespeare, da Pirandello a De Filippo) tanto da farmi conoscere il mio sogno nel cassetto: diventare un’attrice.
La vita mi ha portata a fare altre scelte ma credo che lei mi abbia dato la forza di superare le difficoltà esterne e guardare, invece, alla forza interiore!
S.A.D.
Salve a tutti.
RispondiEliminaRipercorrendo la mia carriera scolastica posso affermare di aver incontrato molti insegnanti che hanno lasciato in me ricordi positivi. Colei che, però, mi ha lasciato il ricordo più bello è senza dubbio la mia prima maestra di matematica. Con lei ho trascorso gran parte del mio percorso scolastico poiché è stata presente in tutto il ciclo della scuola elementare. Ciò che particolarmente mi ha legato a lei è stato il suo modo di porsi. Ha saputo creare il clima giusto, misto di serenità ma allo stesso tempo disciplina. Ha trasmesso il suo amore per la matematica facendo si che ai nostri occhi potesse risultare tutto il meno “problematico” possibile. Ricordo come fosse difficile per noi bambini alle prime armi prendere confidenza con quei simboli così strani ma ricordo anche la sua capacità di rendere il tutto più semplice attraverso giochi che ci avvicinavano concretamente alla materia stessa. Forse è stato proprio il gioco il suo punto di forza; ci coinvolgeva in giochi di logica, di memoria e qualche volta anche di movimento. Ricordo benissimo come “la staffetta delle tabelline” fosse il nostro gioco preferito e quello a cui ognuno di noi si preparava al meglio. E’ stato così che ha saputo eliminare le barriere verso una materia che la maggior parte dei bambini odia. Ci ha insegnato inoltre il concetto di gruppo, che serviva a noi per confrontarci ma anche semplicemente per comunicare e nel mio caso per superare il limite della timidezza. Avendo un modello così forte e determinato, spero che anch’io, trovandomi dall’altro lato della cattedra, possa trasmettere la stessa passione.
Caterina Q.
Salve a tutti
RispondiEliminaSono stata una studentessa per tanti anni e lo sono ancora e ho cambiato e conosciuto molti insegnanti e nonostante tutto non sono in grado di dire chi tra loro è stato il più significativo. Questo perché per me ognuno di loro, positivamente o negativamente, ha influito sull’insegnante che vorrei o non vorrei essere. Tra i professori che ricordo forse con un po’ d’ironia c’è il mio primo professore di fisica un vero cervellone che si disperava per farci capire tutte quelle strane formule e che durante le interrogazioni scendeva a piccoli patti con noi alunni per non doverci distruggerci la media con un 2 oppure la professoressa di matematica che non perdeva mai il controllo ma si limitava a guardare il soffitto mentre ci richiamava all’ordine e proponeva qualcosa di nuovo per farci appassionare alla materia e infine il mio professore di matematica delle medie il mio “the best” un uomo colto che mi ha fatto appassionare alle materie scientifiche molto razionale ma molto umano severo quando bisognava esserlo ma in realtà un “pezzo di pane” che sapeva spronare i suoi alunni una persona davvero bella , amava il suo lavoro e lo svolgeva con passione e nonostante i tanti anni trascorsi ricorda ancora i suoi alunni . Come loro anche tutti gli altri ormai fanno parte dei ricordi della scuola ed è meglio guardare al passato con tenerezza che portare rancore o avere rimorsi su ciò che è stato ,è per questo che dico che ognuno di loro mi ha lasciato un segno e tutti hanno contribuito a rendermi in parte la persona che sono.
G.Mc.
Ripensando a tutto il mio percorso di studi tra maestri e professori che ho incontrato, la professoressa che ricordo in modo particolare è quella delle superiori che mi insegnava Scienze Sociali.
RispondiEliminaLei era una professoressa dolcissima e ogni giorno che entrava in classe aveva sempre gli occhi pieni di felicità e serenità. Insegnava la materia con molta passione, precisione e chiarezza e queste stesse caratteristiche le ha trasmesse anche a noi. Era molto preparata e aveva una buona padronanza della materia.
La mia classe era una classe molto particolare e gli insegnanti ci facevano pesare molto questa cosa invece lei no, accettava la nostra particolarità e riusciva a farci imparare molte cose e nello stesso tempo otteneva molti risultati a differenza degli altri insegnati.
Spero che diventerò insegnate come lei e che sarò in grado di comunicare con la mia classe come faceva la mia mitica Prof di Scienze Sociali.
T.M.
Salve a tutti..Mi chiamo Alessandra,ho frequentato il Liceo Classico,un piccolo istituto nel mio bel paesello. Quest'anno è stato l'ultimo anno di scuola,il più bello,ma al tempo stesso quello più brutto. Quando frequenti la scuola,io,ma come la maggior parte degli studenti,ci facciamo il conto alla rovescia dei giorni che mancano alla fine dell'anno. Quando arriva quel giorno,vorresti tornare indietro e capisci veramente che quello che ti aspetta è peggio di un'interrogazione o di un compito in classe. Ti manca la quotidianetà che vivevi con i tuoi compagni di classe,ma anche,e solo dopo te ne rendi conto,con i tuoi professori. Fortunatamente in tutta la mia carriera scolastica non ho mai vissuto un esperienza traumatica con un professore:si c'è stato,come penso che sia normale,l'urlo della prof per un'interrogazione andata male e tante altre cose,ma nessuna di tutte queste è stata così determinante da farmi vivere una situazione scolastica pesante anzi...Il fatto proprio di avere delle insegnanti fantastiche mi ha reso tutto più facile,una in particolare...M.Z!E'stata la mia insegnante di storia e filosofia;è laureata in psicologia,è stata per alcuni anni in comunità,aiutando persone con dei problemi seri,poi però ha avuto un'esperienza sconvolgente con uno dei suoi pazienti e così ha deciso di insegnare. Prima di insegnare alle scuole superiori ,è stata un'insegnante della scuola materna.Se penso a lei mi vengono in mente solo pensieri positivi,nient'altro.Per tutti noi alunni era come una mamma,si preoccupava di noi,ci capiva..La cosa che più mi ha colpito era il suo metodo di insegnare:non facevamo le classiche interrogazione uno alla volta alla cattedra,anzi...ci mettevamo tutti in cerchio e lei si sedeva fra di noi,iniziavamo a parlare,di filosofia si,però aveva tutto in modo particolare di spiegare..riportava la filosofia nella realtà di oggi;questo ci appassionava,stavamo ad ascoltarla per ore!!Penso che lei sia la causa(positiva)scatenante che mi ha portato a scegliere questa facoltà,questo corso di laurea...il suo modo di essere,i metodi che lei adottava,il suo essere così vicina ai suoi alunni mi ha portato a capire che questo è il lavoro per me!Purtroppo l'ho avuta come professoressa solo per i tre anni del liceo,avrei voluto fossero di più,ma mi accontento di quello che mi ha insegnato e ne farò tesoro per tutta la mia vita. E'stato un esempio e sarà un modello per me.
RispondiEliminaAlessandra Rigione Pisone
Salve a tutti,
RispondiEliminacredo che un professore non sia semplicemente colui che,con un registro in mano,ha il potere di assegnarti un voto per la tua preparazione;un professore dovrebbe essere una guida,un modell da seguire,un qualcuno a cui ispirarsi per la propria crescita personale.
Questo l'ho trovato nella mia professoressa di Latino del liceo;era la classica insegnante severa ed esigente di cui solo dopo,con il tempo,eri in grado di comprenderne il valore.
La passione per la sua disciplina andava al di la della ore di lezione.la si leggeva nell'entusiasmo con cui era capace di fare entrare i suoi alunni nel mondo che le apparteneva,nel dispiacere che aveva quando era costretta a darti un brutto voto e,allo stesso tempo,nella soddisfazione e nell'orgoglio di quando,tanto impegno e studio,portavano al conseguimento di un ottimo risultato.
La sua rigidità non era nè un limite nè un difetto,al contrario ritengo che questa sua caratteristica sia stata indispensabile e tutt'ora provo un senso di ammirazione per la sua autorevolezza e per la sua innata capacità di farsi ascoltare e di essere sempre competente ed equa.
Il suo insegnamento più grande,a mio avviso,è lo stesso che oggi che appartengo al mondo universitario mi ripeto più spesso;nella vita cio che premia sempre è la dedizione nei confronti di un qualcosa che ti appassiona e stimola,il sacrificio che è l'unico mezzo attraverso il quale raggiungere i propri obiettivi,l'amore per lo studio finalizzato ad un arricchimento della propria persona.
Tutto ciò mi ha reso più matura e mi ha formato più di quanto io possa esserne consapevole;infatti quando anche io sarò un docente mi piacerebbe riuscire a dare ai miei alunni un messaggio dello stesso tipo affinchè possano affrontare la vita con una mentalità più aperta e si possano muovere nel mondo con la consapevolezza di avere un bagaglio sicuro a cui fare affidamento.
Zaira Garofalo
Anonimo ha detto...
RispondiEliminaSalve a tutti!!!
L'insegnante che ricordo con piacere è il professore di italiano e storia delle scuole superiori.
Da quando ero alle scuole elementari, ho sempre preferito la storia e l'italiano alle materie scientifiche,e grazie al mio professore delle superiori posso dire che la mia voglia di studiare tali materie è aumentata sempre di più.
La prima volta che il professore si presentò alla classe,l'impressione non fu positiva.L'atteggiamento e la postura dell'insegnante erano quelli di un uomo severo e molto distante,che metteva agitazione e ansia. Tutte queste caratteristiche sparirono nel momento in cui iniziò la lezione.Il modo con cui ci presentò l'argomento e la chiarezza con cui ci parlò di esso, incantò me e guardandomi intorno anche il resto della classe!ed ogni lezione fu cosi.Alla fine delle ore di storia e italiano avevo la sensazione di aver conosciuto e appreso, qualcosa che avrebbe contribuito realmente a formare il mio bagaglio culturale.Le sue lezioni erano ricche di spunti interessanti e mai ripetitive.Esse si svolgevano come un continuo scambio di informazioni, che il professore valutava senza mai dirci che lo stava facendo.Questo ci piaceva e faceva sparire quell'ansia dell'interrogazione.La preparazione e il modo con cui cercava di trasmetterci qualcosa è ciò che vorrei possedere anche io.Anche se al di fuori della classe era l'insegnante che appariva più severo e meno comunicativo, in realtà al momento dell'interazione con noi alunni, era il più vero e il più diretto. Ed è proprio questo tipo di persona e di insegnante che vorrei essere in futuro.
CdG
Buonasera a tutti! Inizio il mio intervento specificando che il mio interesse a questo corso di laurea viene da lontano e non semplicemente come conseguenza di esperienze piacevoli fatte durante questi lunghi anni di studio. La mia carriera scolastica è stata segnata in maniera profonda da esperienze e relazioni molto intense, in particolare con alcuni docenti. Come tutti, o quasi, ho avuto a che fare con insegnanti meravigliosi, ma anche con maestri e professori che, per le ragioni più svariate, non mi hanno lasciato un buon ricordo. Oggi, guardando in maniera più oggettiva le esperienze vissute, sono arrivata a capire che coloro i quali mi hanno accompagnata in tutti questi anni, ancor prima di essere docenti, sono persone e, in quanto tali, esseri imperfetti! Ho cercato di valutare in maniera più oggettiva alcuni comportamenti, di capire e spiegarmi il motivo di alcune azioni e di alcuni modi di comportarsi, ma riguardo alcuni di loro ho ancora un grande dubbio! In ogni caso ho avuto insegnanti molto diversi tra loro e in generale il ricordo che mi resta è piuttosto positivo.
RispondiEliminaSoprattutto negli ultimi due anni del mio percorso scolastico mi sono relazionata con professori fantastici, che mi hanno aiutata a crescere sul piano formativo, ma anche e soprattutto sul piano personale. Ho avuto l’enorme fortuna di avere una professoressa speciale, una donna speciale. Ricordo che il primo giorno di lezione, appena entrata in classe, volle chiarire subito il suo modo d’insegnare, ma soprattutto di vivere: una miscela di serietà, responsabilità, maturità, ma anche dolcezza, sensibilità e umanità. E lo stesso pretendeva da noi. Con il senno di poi posso assolutamente affermare che con la sua fermezza, la sua rigidità e la sua professionalità la professoressa R., più che limitarsi a svolgere il suo ruolo, ci stava insegnando a vivere, a saperci comportare e relazionare con il mondo che ci circonda. Le sue regole e il suo rigore ci stavano aiutando a crescere e lei ci stava trasmettendo un forte messaggio!! In più, dietro questa grande professionalità, c’era una persona attenta ai problemi e ai bisogni, non solo formativi, dei suoi alunni: una persona pronta all’ascolto. Ricordo con molto piacere un giorno in cui, in seguito ad un brutto voto, lei volle parlarmi: ero terrorizzata, mi aspettavo una professoressa infuriata che non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione in cui mi trovavo. Con immensa sorpresa scoprii che non c’era nulla da temere! La prima cosa che mi disse quando ci trovammo faccia a faccia fu: “Come stai? Ti è successo qualcosa? Se ti va possiamo parlarne” e da lì partì una lunga chiacchierata che mi fece scoprire una grande persona: lei mi stava ascoltando, stava cercando di andare oltre la superficie, mi stava trattando come una figlia con amore, comprensione e dolcezza e, cosa più importante, mi stava offrendo il suo aiuto! Da allora la mia stima per la professoressa R. è cresciuta sempre di più e, se un giorno riuscirò a realizzare il mio sogno di insegnare, spero proprio di riuscire ad assomigliarle!! Spero di riuscire ad andare oltre, di non fermarmi ad un insegnamento ricco di contenuti formativi, ma sterile sul piano emotivo e mi auguro, infine, di poter lasciare un buon ricordo nei miei piccoli studenti proprio come lei lo ha lasciato in me!!
@. F.
Di tutti gli insegnanti che ho incontrato nella mia vita da studentessa quella dalla quale vorrei prendere esempio per il mio futuro da insegnante è la mia professoressa di greco del liceo. Non so se il ricordo sia più vivo per vicinanza temporale, ma sicuramente lo è per la passione e l’impegno che metteva nel suo lavoro, tanto da renderlo un vero e proprio stile di vita. Durante le lezioni di letteratura greca ci forniva tanti spunti diversi di riflessione e, infatti, quegli argomenti di studio erano tra i pochi su cui mi veniva spontaneo fermarmi a riflettere, anche fuori dalle ore scolastiche o dedicate allo studio. In ogni singola tragedia o commedia di quegli autori straordinari si poteva scorgere, tra gli orpelli letterari e le sapienti metafore, la vita di uomini veri che ammonivano: “Non fate come noi!”. Lezioni di vita, quindi, e non catechistiche. Un giorno ricordo che, per rompere dalle solite lezioni, ci fece ascoltare in classe un bellissimo brano di Roberto Vecchioni in cui l’autore canta dell’eroe greco Aiace. Un’altra esperienza importante fu quella di occupare un’intera lezione con una discussione di classe. A casa avevamo dovuto soffermarci a riflettere sulle opere dei tre grandi tragediografi: Eschilo, Sofocle ed Euripide. Ognuno doveva cercare di tirare fuori da quelle pagine un’idea, una teoria, una semplice interpretazione personale. L’attività veniva svolta disponendo le sedie in cerchio e prendendo parola uno alla volta per esporre il proprio pensiero o controbattere. Sicuramente questa è una pratica poco usata, per non dire ignorata, nelle nostre scuole. Inoltre questa professoressa ci diede la possibilità di fare un orientamento efficace, facendo venire in classe alcuni studenti universitari delle facoltà che maggiormente ci interessavano. Era molto schietta e sincera, seppur nella sua irrinunciabile eleganza. Sempre disponibile per rispondere a domande e chiarimenti. Ma la cosa che credo mi abbia colpito di più di lei è che è stata l’unica dei tanti docenti che erano entrati nella nostra classe nel corso degli anni a capire che c’era qualcosa che non andava e, cosa ancora più importante, era l’unica a farcelo notare costantemente. Da bravi adolescenti eravamo carichi di pregiudizi e insicurezze, spaventati dal confronto e dalla competizione, forti del piccolo branco e … avvezzi ad ignorare tutto ciò. È per questo che lei continuava a “sprecare” tempo prezioso delle lezioni a porci domande pungenti, a cercare di dialogare con noi. Il motivo di tutto ciò credo risiedesse nel fatto che si trattava di una dei pochi insegnanti non tanto preoccupati del fatto che al termine del liceo sapessimo declinare e tradurre il greco e il latino (anche se devo dire che la sua materia è tra quelle che ricordo meglio tuttora), ma, molto di più, sperava diventassimo brave persone, cittadini onesti, lavoratori seri, insomma, donne e uomini autentici.
RispondiEliminaElena Lauletta
Salve a tutti....
RispondiEliminadurante tredici anni trascorsi da studentessa sono molte le figure di insegnante con il quale ho avuto il piacere di approcciarmi, di alcuni ho uno splendido ricordo di altri un pò meno..
in ognuno di loro ci sono senz'altro delle caratteristiche dell'insegnante che vorrei diventare e altre che non penso proprio di prendere come esempio...
comunque l'insegnante che più ha lasciato in me un ricordo positivo è stata la professoressa di matematica che ho avuto negli ultimi due anni delle superiori.
Premetto che la materia in questione non è mai stata la mia preferita, indipendentemente dall'insegnante, ma lei con tanta pazienza e tenacia è riuscita in due anni, a trasmettermi un pò della sua passione e interesse nei confronti di questa materia, premiando i miei sforzi con un voto abbastanza alto alla fine dell'anno...ma la cosa fondamentale che mi ha fatto capire è che non basta trasmettere solamente i concetti ma è importante far percepire agli alunni l'amore e la passione per ciò che si fà in modo che anche la materia per cui si è meno portati possa diventare più accessibile.
Cristiana C.
Buonasera a tutti.
RispondiEliminaNel mio percorso scolastico, fortunatamente, ho avuto un rapporto positivo con quasi tutti gli insegnati che ho conosciuto ma indubbiamente ce ne sono stati alcuni che hanno influenzato parecchio la mia visione dell'essere docente. In particolare vorrei parlare della mia professoressa di filosofia del liceo che con i suoi modi di fare mi ha fatto capire che la professione dell'insegnante forse era la strada giusta per me. Lei era letteralmente innamorata della materia che insegnava e questo suo amore lo trasmetteva ad ognuno dei suoi alunni e con una naturalezza incredibile spiegava argomenti che a volte erano davvero complessi. Il suo metodo era particolare perché, a differenza di altri docenti di filosofia, alternava momenti teorici a momenti pratici (ricordo benissimo quando in classe inscenammo un Simposio dove ogni alunno della classe impersonava un filosofo). Questi momenti pratici erano davvero divertenti perché comunque erano una novità nell’ambiente scolastico ed era molto più semplice fissare dei concetti fondamentali, ogni lezione era un po un mistero per me e di conseguenza ogni giorno ero entusiasta di ascoltare la professoressa parlare ed è per questo che ancora oggi una delle discipline che amo di più è la filosofia. Credo che fare l’insegnante sia un mestiere davvero complesso e che necessiti di tantissima pazienza ma anche di passione perché se non è l’insegnate per primo ad amare ciò che fa diventa tutto più pesante sia per lui sia per chi deve assistere alle sue lezioni.
Chiara Melito.
Ciao a tutti...
RispondiEliminadelle mie esperienze scolastiche ricordo in particolar modo e con caloroso affetto la maestra Rosetta,insegnante di italiano che mi ha seguita dalla prima alla quinta elementare.
Il ricordo più forte è legato all'ora della lettura, 10 bambini disposti a ferro di cavallo e lei che diceva di esercitarci prima a bassa voce " come se foste in una campana di vetro, dalla quale non potete sentire nessuno " diceva, e passando per i banchi faceva il suo GESTO CLASSICO, con le mani faceva finta di inserirci in una vera e propria campana di vetro! Dopodichè si passava alla verifica della lettura!
Un piccolo gesto, che per noi era tutto: Concentrazione, Impegno e Divertimento.
La maestra Rosetta riusciva a farci DESIDERARE la voglia di apprendere! Da bambina cresciuta sono felice per tutti quei bambini che hanno avuto ed avranno la fortuna e il piacere di conoscerla e come persona e come insegnante!
M.G.
Durante il mio percorso scolastico ho imparato a conoscere i metodi di molti insegnanti e credo che ognuno di loro mi abbia lasciato, anche se piccolo, un bagaglio culturale cui potrò fare riferimento nel mio spero futuro lavoro: insegnare. Premesso questo posso dire che l’insegnante che più ha tracciato un ricordo per la sua esperienza, per il suo metodo e per il suo amore verso la sua professione è stata la professoressa di matematica che ho avuto alle superiori. Le sue spiegazioni erano chiare e precise definendo giorno dopo giorno il nostro livello di apprendimento; individuava gli alunni con maggiore difficoltà dando a loro la possibilità di mettersi al passo di tutti, faceva della matematica un sistema nel sistema vale a dire che su ogni argomento ne faceva un grafico di regole che noi dovevamo solo imparare. Oggi la ricordo con piacere perché posso dire con soddisfazione che grazie a lei mi sono avvicinata a quella che forse è tra le materie più difficile e complicate quale la matematica e spero che un giorno riuscirò anch’io ad appassionare i miei alunni alla cultura in modo tale che la studieranno con il sorriso perché è questo che sono riuscita a fare attraverso la mia vecchia insegnante.
RispondiEliminaAngelica Battaglia
Salve a tutti..
RispondiEliminaDurante i miei anni scolastici ho conosciuto molti insegnanti, a dir la verità, porto con me un bagaglio di esperienze abbastanza negative, dato che quasi nessuno di loro ha lasciato in me un ricordo positivo. Proprio per questo ho scelto di intraprendere la strada dell'insegnamento, sollecitata anche dall'amore per i bambini, sperando di lasciare un ricordo positivo in ognuno di loro. Tuttavia, mettendo da parte il mio spirito critico, vorrei parlarvi di un professore a cui mi legai particolarmente, non so se questo legame era dovuto a un amore per le sue discipline ( diritto e scienze delle finanze) o al suo modo di coinvolgerci durante la lezione. Le lezioni erano per lo più frontali, amava i dibattiti accesi, non screditava mai le nostre opinioni ma desiderava rendere chiara la sua idea politica. Aveva un atteggiamento del tutto particolare e stravagante ( ad esempio entrava in classe, si sedeva e allungava i piedi sulla cattedra), eppure riusciva a far accrescere in me la passione per le sue discipline perchè ad ogni sua spiegazione traspariva l'amore per l'insegnamento. E' sempre stato vicino a tutti anche se mostrava il più delle volte un carattere duro e forte. Ci chiedeva sempre di dare il massimo perchè credeva in noi, e ritengo che ciò sia una delle cose più belle e costruttive nella formazione di un alunno. Studiavo duramente per ottenere ottimi voti e mi piaceva quella sana competizione che si creava in classe tra noi alunni. Grazie a tutti gli insegnanti, positivi e non,per avermi fatto capire che ciò che desidero è insegnare.
MAF
Ciao a tutti!!!
RispondiEliminaLa mia esperienza scolastica, dalla scuola materna all’università è stata abbastanza positiva, ho un bel ricordo dei miei insegnanti. Ricordo in particolar modo l’insegnante di latino e greco degli ultimi tre anni di liceo, una grande professoressa, la definirei un vero e proprio “pozzo di scienza”! Mi sono sempre chiesta se tutta questa scienza a me sia servita e se ha lasciato un segno nella mia vita da studentessa. La risposta è sicuramente sì! Con un’insegnante così rigida, seriosa, fredda, di certo non ci si poteva dimenticare di studiare, infatti non solo mi sono appassionata alle materie ma ho anche imparato a studiare in un certo modo. Questo metodo di studio molto impostato mi ha aiutato negli anni successivi e mi ha permesso di affrontare il tutto con estrema serietà. A distanza di oltre dieci anni però questa grande donna a volte mi è capitata di sognarla, insomma un vero e proprio incubo! Ora mi chiedo: “É possibile dare quello che questa insegnante ha dato a me senza incutere così tanto terrore?” Credo che il buon insegnante non sia solo un recipiente colmo di sapere ma un essere umano che si trova di fronte un altro essere umano, più giovane e con tanti timori. Negli ultimi quattro anni la mia vita è stata segnata da un’esperienza bellissima, quella di lavorare nella sezione Primavera che accoglie i bambini dai 24 ai 36 mesi. Qui ho sperimentato il lavoro di gruppo con il mio team, la collaborazione con un coordinatore pedagogico e con le insegnanti della Scuola dell’Infanzia. É proprio in questo contesto che ho ritrovato quelle caratteristiche che, a parer mio, mancavano alla mia insegnante del liceo. Naturalmente in questo contesto cambia di parecchio l’età dei bambini, però credo che qualsiasi sia il contesto o l’età degli allievi il buon insegnante è colui che “arriva”, che diventa modello, che ti appassiona e che prova empatia per la persona che gli è di fronte.
Mirto Erica
professore scusi il ritardo ma date le pessime condizioni meteo il mio pc ha fatto capricci... comunque le scrivo la mia storia..
RispondiElimina" Un giorno di pioggia al mare, Checco era in spiaggia giocando ridendo e scherzando ...il sole andò calando.Sulla strada di casa più breve e più dura pensò< qual'è la via più sicura??? >.
Tornò indietro e pensò< ho la BUSSOLA e uno sguardo gli dò>. La bussola disse:< posso indicarti la strada giusta ma non quella meno angusta>. Allora Checco disperato disse< e ora come vedrò ciò da cui sono circondato???> Nello zaino si ricordò < ho le lenti con quelle vedrò!!> .E così le lenti tanto odiate divennero tanto amate!!! Checco tornò a casa, nel posto sicuro abbattuto quel muro delle lenti più duro.
Vanessa Longo
Fortunatamente nella mia carriera scolastica ho sempre trovato insegnanti molto validi e direi che sceglierne solo uno è un po’ difficile. Quelli che mi hanno più colpita, però, sono stati sicuramente tre professori che avevo alle superiori, che mi hanno aiutato anche ad emergere ed a sconfiggere la mia timidezza.
RispondiEliminaLa prima è la mia professoressa di italiano, una donna abbastanza rigida ma con un gran cuore, che non solo ci teneva molto alla programmazione e a volte andava molto veloce con il programma, ma allo stesso tempo aveva cura dei suoi alunni e non importava per lei saltare una lezione o due a parlare di argomenti di attualità, perché sapeva che anche quello era formazione. Era come se fosse una mamma, non avendo figli suoi, che proiettava su noi ragazzi tutto il suo affetto, anche se spesso aveva difficoltà a dimostrarlo. Ci teneva molto non solo che noi studiassimo, ma non che studiassimo per prendere un bel voto, ma che studiassimo per noi stessi, per avere una cultura di base che ci sarebbe servita in futuro non solo all’università, ma anche per eventuali test o concorsi. Gli altri e due professori erano molto simili a lei, ma essendo professori di lingua straniera ci permettevano di vedere il mondo dal punto di vista di altre culture diverse da quella italiana. Anche per loro quello che contava era lo studio come conoscenza personale, ma soprattutto la curiosità verso il mondo esterno che ci permetteva di apprendere.
Tutti e tre avevano un metodo di insegnamento molto simile: lezioni frontali, interrogazioni e compiti in classe, ma erano riusciti talmente tanto a creare un clima favorevole in classe che, per molti di noi, quelle interrogazioni erano semplicemente una chiacchierata e la cosa che mi piaceva di più era che i compiti in classe erano sempre ben strutturati e adatti alle nostre capacità e conoscenze, spingendoci sempre a dare il meglio di noi stessi. Era come se il compito in classe ci sfidasse a impegnarci ed a sfruttare tutte le nostre abilità di comprensione, rielaborazione personale e talvolta anche idee e valori, sempre comunque rispettati dai professori. Ma quello che mi ha veramente colpito è che, non solo loro tre, ma tutto il corpo docente, era in perfetta collaborazione e di conseguenza le materie non venivano mai presentate come singole discipline, ma come un corpus unitario, molto più facile da studiare, le cui informazioni erano interscambiabili all’interno delle varie materie, quindi se non ricordavamo bene qualcosa in italiano, potevamo aggiungere qualcosa dello stesso argomento, che ovviamente doveva essere pertinente, che avevamo studiato in francese. Eravamo entrati in un rapporto non di amicizia, ma comunque c’era rispetto non solo da parte nostra per i professori, ma anche da parte dei professori da parte nostra e questo rapporto continua ancora oggi, ogni qualvolta li incontriamo per strada.
AdB
Salve!!!!
RispondiEliminaSono molto attaccato all'ambiente scolastico perché sin da quando ero un pargoletto misi piede alla materna, e posso ben dire che ho passato la maggior parte della mia vita tra i banchi. Grazie a quegli anni ho conosciuto persone fantastiche e con l'aiuto dei miei insegnanti (chi più, e chi meno)ho imparato tantissime cose, tanto da ritenermi abbastanza soddisfatto delle mie conoscenze. Tra i tanti insegnanti che ho incontrato nel mio percorso, c'è ne è uno in particolare: il prof di storia del 2° Liceo. Non solo mi ha impressionato la sua preparazione, bensì mi ha sorpreso la sua personalità, essendo giovanissimo. Sapeva come farsi rispettare, era una via di mezzo tra amico e insegnante, senza che una parte sopraffasse l'altra, mantenendo così un equilibrio constante. Anche se qualche volta era pesante col carico di argomenti necessari per l'interrogazioni, ci dava il tempo necessario per prepararci al meglio. Oltre ad essere un patito della matematica, ero anche un buon intenditore di storia, ma ero troppo pigro per approfondirla, ma grazie ai suoi metodi e al suo fare, riuscì a studiarla con continuità.
Totta Michela Andrea 1° anno