domenica 8 dicembre 2013

Per il laboratorio di metodologia del gioco - valutazione - ultimo post!

Ultimo post per il corso di metodologia del gioco e dell'animazione di questo anno accademico: la valutazione ed un saluto per ringraziare tutti i partecipanti.
Sulla valutazione. Riporto sotto le risposte che avete formulato in modo anonimo alle due domande poste (quale aspetto ritenete opportuno conservare, e quale aspetto ritenete opportuno cambiare). Ringrazio per le tante positive considerazioni e per gli spunti di approfondimento contenutistici e metodologici che avete segnalato (maggiore durata del corso, Rodari, l'uso del blog). Ringrazio anche per le preziose ed utili osservazioni critiche (molto meglio una critica franca e diretta di altre modalità...). Concordo sul problema del laboratorio: non ha molto senso farlo dopo il corso. Se avessi potuto avrei alternato corso e laboratorio, facendo interagire gioco e riflessione teorica. Comprendo quindi come la mancata interazione con il laboratorio possa aver dato al corso un aspetto più teorico. Terrò presente, se ci sarò ancora il prossimo anno, tutte le vostre indicazioni. Grazie di cuore per aver seguito fino all'ultimo giorno nonostante la neve. In bocca al lupo per l'esame!
FB

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Il suo corso mi è piaciuto molto perché mi ha fatto entrare in contatto con il mondo dei bambini, con i loro possibili pensieri quando giocano, esplorano, sperimentano. Inoltre mi ha insegnato come comportarmi rispetto ai giochi in generale e ai giochi dei e con i bambini in particolare. Avrei preferito che il corso avesse una maggiore durata in modo da approfondire ogni piccolo aspetto del   gioco e dell’animazione.

Cambierei la modalità con la quale si è svolto il corso con quella del laboratorio e inoltre la modalità di esame (unita con tecniche di lavoro di gruppo). Non cambierei il modo nel quale sono stati affrontati i temi riguardo il gioco e le sue caratteristiche con riferimenti al proprio passato personale.

Mi è piaciuto seguire il corso ma avrei preferito fare il laboratorio contemporaneamente.

Per il prossimo anno non cambierei nulla, io sono rimasta molto soddisfatta dall’andamento del corso.

Il corso l’ho trovato molto interessante. Secondo il mio parere, però, sarebbe bello approfondire il discorso su Gianni Rodari e sul suo approccio al mondo dell’infanzia. 

Il corso per me si è rilevato molto istruttivo; non avevo mai pensato di informarmi su cosa e come si svolgessero i vari tipi di gioco, quali sono i pro e i contro, le varie tipologie e caratteristiche. Fondamentalmente sono soddisfatta e non cambierei nulla.

Di questo corso mi è piaciuto l’importanza che si dà al gioco, non solo in riferimento ai bambini, ma anche agli adulti.

Il corso è stato molto coinvolgente in quanto mi ha portato alla conoscenza e alla scoperta di argomenti sui quali non avevo mai posto così a fondo la mia attenzione.

Non cambierei la presentazione visiva del percorso didattico. Cambierei l’approccio troppo “severo” e burocratico alla materia aggiungendo praticità e quindi coinvolgimento.

L’aspetto negativo del corso è stata, a mio avviso, la brevità e il fatto che non sia stato accompagnato contemporaneamente dalle attività pratiche del laboratorio.

Per il prossimo anno lascerei invariato il tipo di lezione per i frequentanti, ovvero il commento sul blog perché, secondo me, risulta uno strumento molto utile per delineare i concetti. Aggiungerei delle lezioni più pratiche, di tipo laboratoriale e più interazione sugli argomenti, racconti personali sul gioco e condivisione di giochi personali.

Il corso a mio avviso è stato positivo ed efficace in quanto ha messo in luce aspetti didattici del gioco pratici, utili e preziosi, da poter inserire nel mio bagaglio di formazione e da poter spendere nella mia futura carriera.

Il corso da lei tenuto è stato interessante ed esplicativo, in quanto ci ha illustrato le versioni di diversi studiosi, ma anche i diversi approcci filosofici e pedagogici. Ora bisogna solo mettere insieme le informazioni per poterle rielaborare. In passato avevo già fatto degli studi sul gioco, ma questo corso mi ha dato la possibilità di apprendere e conoscere aree afferenti al gioco per me affascinanti e misteriose.



Per il laboratorio di metodologia del gioco - brainstorming finale

Riporto le vostre osservazioni relative all'attività finale del laboratorio: che termine associate al gioco? Avete modificato l'associazione rispetto alla scelta operata ad inizio corso? 
Grazie a Sara Lamelza e Carmen Iammarino per la trascrizione e a tutti voi per aver partecipato! Mi consola sapere che il corso è stato utile a modificare e argomentare i vostri punti di vista. Grazie ancora!   


GIOCO: apprendimento.
La parola associata al gioco per me è la stessa, anche se il suo corso mi è servito per capire le modalità con cui rendere il gioco veramente funzionale all'apprendimento, e che, un gioco libero, da soli o in gruppo, può insegnare molto di più di un gioco strutturato e, soprattutto , imposto.
GIOCO: emozione, libertà, regole e ruolo.
Inizialmente ho associato il gioco a emozione e libertà.  Ancora lo associo a questi termini e in più aggiungerei il concetto di regole e ruolo che, secondo me, risultano fondamentali in questo ambito. Il gioco è sia libertà, ma anche regole; è sia emozione ma presuppone anche un ruolo e una parte, una posizione da rispettare.
GIOCO: momento di svago ma anche di cooperazione, un modo per conoscere, per esprimere quel che si è e per conoscere gli altri.
All’inizio del corso avevo scritto che il gioco era un allontanamento dalla realtà e un momento di spensieratezza. Dopo aver frequentato queste ventiquattro ore mi rendo conto di aver sempre sottovalutato il gioco, riducendolo a un semplice momento di svago; ma, in realtà, non è così.  
GIOCO: aspetto nascosto dietro molte attività umane 
La parola che avevo associato al gioco era incontro, penso ancora che il gioco sia momento di incontro con l’altro ma mi ha colpito molto l’idea del gioco che accompagna tutta la vita dell’uomo, da bambino ad adulto considerando forme di gioco aspetti della vita sociale, come il tribunale, a cui non avevo mai pensato in questi termini. 
GIOCO: manifestazione più libera, affascinante e significativa di ogni individuo
La mia versione del gioco oggi è diversa perché associo ad esso diverse componenti.
GIOCO: svago, interazione, ha sempre delle regole condivise o non, si esprime in tante dimensioni e attraverso tante modalità.
Il mio primo significato era svago.
GIOCO: il gioco è connaturato nell’uomo, è un modo di essere: come si gioca così si vive, se si è seri nel giocare si è seri anche nell’affrontare la vita, se si è superficiali nel giocare lo si è anche nella vita etc.…il gioco è anche un campo di prova, è uno sperimentare e mettere alla prova le proprie capacità.
La mia prima definizione di gioco era: immedesimazione fantasiosa.
GIOCO: pragmatico, con mille modi di interpretarlo, spensierato.
GIOCO: follia.
GIOCO: multidimensionale.
Prima avevo associato al gioco il termine “spensieratezza”.
GIOCO: elemento fondamentale per la crescita.
È la stessa idea che avevo prima di iniziare il corso, però con questo ho approfondito molti elementi appartenenti al gioco che prima mi erano sconosciuti.
GIOCO: responsabilità e integrazione.
GIOCO: cooperazione.
All’inizio del corso lamia parola era la stessa, innanzitutto perché trattando le diverse tipologie di gioco, abbiamo parlato anche di giochi cooperativi: quelli dove non proclamano un vincitore finale, dove non si contano punti ma soprattutto perché attraverso il reciproco contributo si giunge ad uno scopo comune. Più o meno avevo lo stesso pensiero riguardo al gioco e grazie a questo corso ho ampliato le mie conoscenze.
GIOCO: divertimento e apprendimento.
Inizialmente avevo pensato al gioco come divertimento ma anche apprendimento. Continuo a pensare questo ma seguendo il corso ho potuto capire molto di più sul gioco, ad esempio non avevo mai immaginato un gioco come “competizione” perché per me il gioco era divertirsi, quindi non sentivo competizione con gli altri.
GIOCO: regole.
Per me la parola è cambiata perché, affrontando le varie lezioni di questo corso, anche quello che pensavo fosse istinto al suo interno contiene regole. 

Domande per il corso di metodologia del gioco e dell'animazione - ottavo ed ultimo gruppo -

Quando si arriva alla fine di un corso è normale sentire la stanchezza del percorso. A maggior ragione, nel pubblicare, con i soliti minimi aggiustamenti, le domande che avete inserito come commenti nell'apposito post, il ringraziamento è particolarmente sentito verso coloro che hanno retto il ritmo sino alla fine nonostante la neve. Anche in questa occasione un ringraziamento particolare va a Sara Lamelza e Carmen Iammarino per aver raccolto i vostri commenti/domande, averle ordinate e confrontate e avermele inviate.

Domande relative all'ottavo ed ultimo incontro del corso di Metodologie del gioco e dell'animazione.

1. Quali sono le differenze tra bimbi e bimbe in relazione ai giochi?
2. Che differenza c'è tra gioco e animazione?
3. I giochi di guerra sono educativi o sono pericolosi?
4. Perché è importante studiare la differenza di genere in riferimento ai giochi?
5. Qual'è l'importanza dell'animazione? E del gioco?
6. Quali sono le principali differenze tra il gioco libero e gioco strutturato?
7. I bambini e le bambini giocano diversamente per eredità genetica o per motivi culturali  e sociali?
8. Cosa sostiene Anna Bondioli riguardo al rapporto adulti-gioco?
9. Come sono cambiati i giochi nel corso del tempo?
10. Quali sono le caratteristiche del "Role playing" e del "Circle time"?
11. In che modo gioco ed educazione possono collegarsi?
12. Esistono delle differenze tra bambini e bambini nel modo di giocare? Quali sono?
13. Secondo Bettelheim l'adulto di fronte al bambino che gioca come deve comportarsi?
14. Quali sono le fasi in cui il gioco viene svolto?
15. In cosa consiste la "Malting House" di Isaacs?
16. Nel gioco della guerra le azioni sono ripetitive?
17. In cosa consiste lo psicodramma di Moreno? Perché è in relazione con il gioco di ruolo?
18.L’insegnante quali relazioni deve stabilire con il bambino nel momento del gioco?

Un ringraziamento a:
Luciana Cannone, Carmen Petrone, Marinella Castellitto, Sara Lamelza, Deborah Bassi, Katia Tirabasso, Filomena Facchiano, Martina Ferrante, Francesca Frisenna, Chiara Ferrara, Lucia Parente, Maria Basta, Fabiana Cinalli, Linda Foschini, Federica De Michele, Chiara Cicchese, Jessica Fatica, Rossella Russo.

Domande per il corso di metodologia del gioco e dell'animazione - settimo gruppo -

Pubblico, con dei minimi aggiustamenti, le domande che avete inserito come commenti nell'apposito post. Il mio ringraziamento va a tutti voi ma un ringraziamento particolare lo devo a Nadia Massafra per aver raccolto i vostri commenti/domande, averle ordinate e confrontate e avermele inviate.

Domande relative al settimo incontro del corso di metodologia del gioco e dell'animazione.

1. Chi ha introdotto i termini "oggetti transizionali" e "fenomeni transizionali" e in cosa consistono?
2. Qual è la differenza tra il gioco di finzione e il gioco di fantasia?
3. Qual è l'idea di scuola in relazione al gioco?
4. Quali sono le caratteristiche dei giochi cooperativi? 
5. [3]  Si può intendere la scuola come uno "stato della mente"? 
6. Perché gli oggetti transizionali sono fondamentali per i bambini?
7. Come interpreta il gioco Vygotskj?
8. [2]  Quali sono le caratteristiche del gioco di fantasia?
9. [1]  Quali termini ha introdotto Winnicot? 
10. Quali sono gli autori che privilegiano il gioco come un comportamento osservabile?
11. [2-8]  Quali sono le differenze tra fantasia e finzione? 
12.  Qual'è il rapporto tra gioco e narrazione?
13. [3-5]  La scuola è il luogo in cui avviene, esclusivamente, una trasmissione dei saperi? 
14. [1-6]  Quali caratteristiche deve avere un oggetto transizionale? Perchè il bambino sceglie determinati oggetti? Ci sono bambini che non hanno oggetti transizionali? 
15. [3-5-13]  Esiste una similitudine tra gioco e scuola? 
16. Cosa sono i mediatori e quali sono?
17. [2-8-11]  Ci sono delle differenze tra fantasia e finzione? Se sì,quali sono? 
18. Secondo Piaget, il gioco ha a che fare con l'accomodamento o l'assimilazione?
19. In cosa consistono i giochi di valutazione? 
20. [18]  In cosa consiste l'assimilazione nel gioco? 
21. [2-8-11-17]  Cos'è che distingue la finzione dalla fantasia?  
22. [4] Cosa sono i giochi cooperativi e che caratteristiche hanno? Fai qualche esempio.
23. Quali sono gli autori che hanno esaminato il gioco da una prospettiva psicologica?
24. Qual è la differenza tra gioco ed esplorazione?


Un ringraziamento va a:
Carmen Iammarino, Tania Marinelli, Letizia Plescia, Michela Nobili, Nicoletta Moffa, Deborah Bassi, Carmen Petrone, Stefania Pirollo, Martina Ferrante, Mariangela Calabrese, Sara Lamelza, Dalina Ndreca, Giovanna Circelli, Marianna Papilio, Linda Foschini, Francesca Frisenna, Angela Campofredano, Rosapia Maria Barbato, Alessia Caccavone, Chiara Paglione, Angela Palladino, Maria Basta, Monica Bornaschella, Federica de Michele.

Domande per il corso di metodologia del gioco e dell'animazione - sesto gruppo -

Pubblico, con dei minimi aggiustamenti, le domande che avete inserito come commenti nell'apposito post. Il mio ringraziamento va a tutti voi ma un ringraziamento particolare lo devo a Linda Foschini, Monica Bornaschella, Federica De Michele per aver raccolto i vostri commenti/domande, averle ordinate e confrontate e avermele inviate.

Domande relative al sesto incontro del corso di metodologia del gioco e dell'animazione

1. Nell' opera Oasi della gioia di Eugen Fink, il gioco è visto come una fuga dalla realtà? Perché? 
2. Esistono modalità giocose per formare gruppi? 
3. Che cos'è il gioco per Bateson? 
4. Che cos'è Il gioco per Wittgenstein?  
5. Wittgenstein ci da una definizione definitiva di gioco? 
6. Secondo il pensiero di Bateson, cosa impara il bambino attraverso il gioco? 
7. Nel gioco cosa esprime l'ironia? 
8. Wittgenstein parla di gioco o di giochi? Perché? 
9. In relazione al gioco che differenza c'è fra l'approccio psico-pedagogico e quello pedagogico?
10. [5] Cosa afferma Wittgenstein riguardo al gioco? Esiste una definizione che possa riassumere in maniera assoluta tale concetto? 
11. Cosa si intende per gioco cooperativo?
12. Che rapporto c'è tra gioco e pedagogia? 
13. In che modo possiamo formare le coppie nel gioco? 
14. Per Dewey, quali sono gli aspetti principali del gioco in contrapposizione a quelli del lavoro?
15. Perché si parla di gioco come cornice? 
16. Qual è la visione di Eugen Fink riguardo al gioco? 
17. Secondo Fink c'è un intreccio tra gioco e vita oppure sono due mondi separati? 
18. Chi parla di "giochi linguistici"? 
19. Da quale epoca storica si inizia a dare importanza all'infanzia e quindi alla pedagogia per il gioco? 
20. Quali pedagogisti iniziarono ad interessarsi al gioco? 
21. La definizione di gioco come strumento di apprendimento a quale tipo di approccio fa riferimento?  
22. Come possiamo mettere in relazione gioco ed educazione?  
23. [7] In che modo l’ironia è collegata al gioco? 
24. Come far apprendere ai bambini i "non" oggetti? 
25. Per Bateson il gioco è preparazione ad uno specifico ruolo? 
26. Secondo il pensiero di Bateson, il gioco può essere "usato" per acquisire una maggiore consapevolezza della "realtà" ? 
27. [3] Che cos'è Il gioco per Bateson? 
28. Eugen Fink considera il gioco come azione simbolica con cui si rappresenta il senso del mondo e della vita. Che valenza ha per te questa considerazione e perché? 
29. Cosa intende Fink per serietà del gioco?


Un ringraziamento a:
Marinella Castellitto, Sara Lamelza, Francesca Frisenna, Basta Maria, Deborah Bassi, Luciana Cannone, Michela Nobili, Martina Ferrante, Giovanna Circelli, Chiara Paglione, D'Aloia Francesca, Carmen Petrone, Silvana Falcone , Filomena Facchiano, Simona Di Chiro, Jessica Fatica, Mariangela Calabrese, Carmen Iammarino, Caterina Fratangelo, Tania Marinelli, Maria Teresa De Cristofaro, Letizia Plescia, Panichella Mariastella, Chiara Cicchese, Rosapia Maria Barbato, Mariagrazia Petti, Angela Palladino, Marina Gnerre, Dalina Ndreca, Nadia Massafra.