Gentile F.C. , pensando alla sua tesi sul libro pop-up, ho avuto modo di leggere un volume che credo possa essere anche per lei interessante: Hamelin, Ad occhi aperti. Leggere l’albo illustrato, Donzelli, Roma 2012. Si tratta di una raccolta di saggi di più autori (Hamelin è il nome dell’associazione culturale cha ha promosso la pubblicazione). Le segnalo i passaggi che credo essere più significativi per il suo lavoro.
1. Diversità tra la visione adulta e quella infantile in relazione alle immagini e ai testi. Per l’adulto “i contenuti vengono spesso associati alla sfera del testo, mentre tutto ciò che è forma, immagine, viene ascritto, secondo una gerarchia discendente, a un ambito più “frivolo”, quello dell’esperienza estetica” (Ilaria Tontardini, Meccaniche celesti: come funziona un albo illustrato, p. 24). Dall’ altro lato, “i bambini conoscono la forma e il senso delle cose come un’unica informazione indistinta” (ibidem). L’osservazione potrebbe essere ripresa in relazione al rapporto testo/immagine nel libro pop-up.
2. Criteri di analisi. Sempre nel saggio della Tontardini: si propone una interessante scansione in relazione all’analisi/fruizione dell’albo illustrato: prendere e toccare, sfogliare, guardare e (è) leggere, raccontare/raccontarsi. In qualche modo può essere applicata anche ai libri pop-up?
3. Ancora sul rapporto tra immagini e testo. Due fondamentali tendenze. La prima: ”comprendere le immagini che accompagnano le parole allo scopo di rendere visibile, ovvero sensorialmente esperibile, quanto evocato dalle parole” (Martino Negri, Parole e figure: i binari dell’immaginazione, p. 61). La seconda: “le immagini sono portatrici di informazione ulteriori rispetto a quelle presenti nel testo verbale” (ibidem). Di nuovo: come queste considerazioni possono essere riprese in relazione al libro pop-up?
4 Komagata. Sul bellissimo libro pop up di Komagata, Little tree, le segnalo le osservazioni di Roberta Colombo, Sulla natura, pp. 228-230.
Buona lettura e buon lavoro!
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