giovedì 12 gennaio 2012

Una dimensione importante per me...

Per le studentesse e gli studenti del corso di didattica

Secondo ed ultimo invito alla riflessione. Dopo la narrazione delle propria esperienza e dopo aver provato ad individuare una caratteristica che tutti gli insegnati dovrebbero avere, l'ultima questione può essere, come dicevo a lezione, posta in questi termini: quale caratteristica ritenete possa avere un valore particolare non semplicemente in termini generali per tutti gli insegnanti ma per l'insegnante che ciascuno di voi diventerà? Detto in altri termini: nel percorso di formazione iniziato quest'anno quale caratteristica/dimensione avete intenzione di curare con una particolare attenzione? E perchè? Anche qui vi invito ad indicare una sola caratteristica/dimensione... Il colloquio d'esame inizierà commentando quanto avrete scritto qui... Buon lavoro!

81 commenti:

  1. Ancora ciao a tutti..
    per continuare il discorso, oltre alla caratteristica comune a tutti gli insegnanti di cui ho parlato e che, ovviamente, vorrei e cercherò di avere nella mia futura professione da insegnante, la dimensione che personalmente vorrei curare con maggior attenzione è quella ludica o comunque quella pratica.
    Come futura insegnante vorrei cercare metodi che motivino i miei alunni, che non siano mai ripetitivi o noiosi ma che rendano attivo il loro ruolo nel processo di apprendimento.
    Infatti, secondo me, i bambini (soprattutto se piccoli) sentono in bisogno di sperimentare, manipolare, vedere calate nella realtà le cose che vengono loro insegnate nella teoria affinché abbiano un apprendimento significativo. Vorrei riuscire ad avvicinarmi il più possibile al loro mondo permettendo che imparino tramite il fare attivo (learning by doing), tramite l’iterazione con i compagni in modo da favorire anche il confronto (cooperative learning) e, quindi, attraverso quegli aspetti della vita che ritrovano della loro quotidianità.

    Luana Del Zingaro

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  2. Di nuovo Ciao a tutti.
    Per non sembrare un pò incoerente, mi sento di precisare che la caratteristica che ho indicato nel post precedente sarà quella che maturerò, o cercherò di maturare nel mio percorso d'insegnamento.
    Non posso immaginare in nessun modo una maestra che arriva in classe, si mette seduta e inizia a spiegare la lezioncina del giorno. non sarebbe una cosa sopportabile per i giovani che cercheranno un giorno di parlare con me e porsi delle domande quindi la caratteristica sarà quella di essere CREATIVA accompagnando anche uun pizzico di Innovatività.
    Fiorella Passerini

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  3. La dimensione che ritengo fondamentale per la mia formazione professionale e personale è essenzialmente la capacità di adattamento ad ogni situazione e contesto dato che se mi dovessi ritrovare, spero, davanti ad una classe non potrei mai pensare minimamente di standardizzare i percorsi sia relativamente a ogni singolo alunno, che con la sua singolarità renderà diverso il mio operato di anno in anno, sia al contesto culturale in cui dovrò operare e che sia di montagna, di città o multietnica, realtà sempre più presente in tutte le scuole italiane, dovrò adattare le mie conoscenze e competenze ad essa per permettere la qualità del mio lavoro.
    Carmen Buono

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  4. Nel mio percorso di formazione intendo curare la DIMENSIONE DELLA RELAZIONE, in quanto è molto importante sapersi relazionare e instaurare rapporti affettivi con gli studenti. Un buon insegnate deve creare un clima d’aula positivo e deve considerare l'alunno anche in base alla personalità, alle debolezze, alle qualità e alle potenzialità.
    L'insegnante deve avere la capacità di leggere i bisogni e i problemi di ogni alunno anche in relazione alla situazione familiare, sociale e culturale di partenza.
    Inoltre vorrei saper comunicare valori giusti e qualità positive, vorrei essere un modello di equità, imparzialità e di saggezza, ma per questo c'è ancora tanta strada da fare!
    Miriam Lamelza

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  5. Salve…
    Questo percorso in salita che ho scelto di intraprendere mi fa scoprire giorno per giorno le caratteristiche che un ottimo insegnante dovrebbe avere. Ad oggi penso di volere essere un esempio per i miei alunni : nel saper affrontare un argomento insidioso con facilità e destrezza; nel prendermi cura della loro formazione con obiettività e allo stesso tempo con premura; nel mostrare le mie debolezze cercando di non sembrare onnisciente in ogni situazione; nel comprendere i loro bisogni formativi, i loro stili cognitivi e le loro potenzialità; dargli un impostazione solida e una sicurezza nell’affrontare compiti afferenti alla sfera scolastica e non. Vorrei essere l’insegnante che ricorderanno non soltanto quando dopo dieci anni reciteranno ancora una poesia, ma anche quando nell’affrontare scelte professionali e di vita avranno me come riferimento, le mie parole o i miei insegnamenti. Inoltre penso che un insegnante deve avere coraggio, coraggio di educare,di assumersi questa bella quanto dura responsabilità, di formare piccoli uomini o piccole donne, oltre, al tempo stesso, di educare al coraggio,coraggio di pensare, esprimersi,sbagliare, autovalutarsi e costruire il proprio carattere.
    L.E.P.

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  6. La caratteristica che cercherò di curare nel mio percorso di formazione è la capacità di relazione ovvero sapersi relazionare e instaurare rapporti affettivi con gli alunni: creare un clima d'aula sereno, nutrendo fiducia nelle loro potenzialità e piacere di trasmettere loro conoscenze in modo chiaro.
    L'insegnante dovrebbe essere interessato ai suoi alunni prima di tutto come persone, e dunque dovrebbe stabilire con loro un rapporto di fiducia reciproco rispettando i bisogni specifici di ogni alunno.
    Sara Colitti.

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  7. ...e il discorso continua... :)


    Credo che ci sia un’idea che, nella sua genericità, mette tutti (insegnanti, genitori, studenti) d’accordo: un docente, se vuole essere efficace, deve essere comunicativo. Nel mio lavoro di “buon insegnante” sicuramente cercherò sempre di stabilire con i miei allievi un “rapporto umano personale” autentico, sincero e profondo; cioè farò in modo di guardare prima di tutto alla persona e poi all’alunno, provando a conoscerne la personalità, le debolezze, le fragilità, le attitudini, le qualità. La chiarezza espositiva è, senza dubbio, un altro aspetto su cui focalizzerò la mia attenzione e che, solitamente, si considera appartenente al “corredo genetico” di un buon insegnante. Spesso gli studenti e le famiglie ritengono che un docente competente sia quello che riesce a spiegare bene, a rendere semplici anche i concetti più ostici, che si propone come un buon “facilitatore”, in grado di ridurre al minimo la fatica dell’alunno ad apprendere. Alla luce di queste considerazioni, bisogna comunque prendere consapevolezza del fatto che docenti non si nasce né ci si può improvvisare! Il rischio reale, quando si corre dietro a stereotipi e modelli dettati solo dal buon senso, è quello di fare della professione docente una professione insostenibile e impraticabile, dove insuccessi e delusioni finiscono col degenerare in un senso di inadeguatezza. E’ quanto mai urgente che il rapporto tra insegnamento, apprendimento e comunicazione diventi centrale nella formazione dei docenti. E’ necessario prendere coscienza di ciò che veramente entra in gioco nel rapporto didattico, riflettere, per esempio, sulle dinamiche di gruppo o sulla psicologia dello sviluppo, sui principi della relazione interpersonale, sull’apporto che le tecnologie possono dare alla comunicazione. Non bisogna, infine, trascurare la comunicazione con i colleghi e con gli altri adulti, la quale può dar vita ad un’ efficace cultura della comunità. Personalmente, ritengo che sia fondamentale riuscire a padroneggiare i meccanismi della comunicazione formale a diversi livelli (così da favorire la collegialità); non ci si può e non ci si deve basare solo ed esclusivamente sulla “capacità” di ogni singolo docente di entrare in empatia, bensì ci si deve concentrare sulla capacità del sistema e dell’organizzazione scolastica di realizzare una buona relazionalità interna ed esterna. Solo lavorando in questa direzione, rinunciando ad immagini idealizzate da “Libro Cuore”, sarà possibile rendere il lavoro dell’insegnante un po’ meno impossibile, e sicuramente più soddisfacente.
    Amy

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  8. Ciao a tutti!!!Riprendendo il discorso del post precedente,la caratteristica che sicuramente curerò quando diventerò un insegnante sarà quella della FLESSIBILITA’ intesa come la capacità di adattarsi alla singola classe e quindi di programmare lo stretto necessario a priori poiché ritengo che debbano essere gli insegnanti ad adattarsi agli alunni e non il contrario. FDN

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  9. Per essere coerente con quanto ho detto nel post precedente circa la caratteristica comune a tutti gli insegnanti, nella mia futura professione cercherò prima di tutto di essere preparata al meglio sulle metodologie relative a quello che farò apprendere ai miei studenti; curerò molto l'aspetto RELAZIONALE e dell'ascolto; mi sforzerò di mettere gli alunni nelle condizioni di poter esprimere al meglio le loro capacità.
    Cercherò di adottare il metodo migliore che aiuti i bambini a rendere più produttivo il loro impegno. Vorrei riuscire a rendere le mie lezioni piacevoli in modo da coinvolgere tutti gli alunni mantenendo alta la loro attenzione. In questo modo incoraggerò i bambini sviluppando in loro la curiosità, l'autostima, la fiducia nell'adulto e in sè, la sicurezza e l'interesse nello sviluppare attività. Se questo accadrà, gli alunni si sentiranno considerati e rispettati e raggiungeranno quella sicurezza per ottenere buoni risultati nello studio. Concludo dicendo che per me l'insegnante deve avere la capacità di SORRIDERE, di essere ben disposto, di sintonizzarsi con i bambini, di saper trasmettere loro il piacere della collaborazione, dell'amicizia e dell'apprendimento. A questo livello si giunge solo se l'insegnante sa di "non essere arrivato": l'aggiornamento continuo in tutti i campi e discipline attinenti l'insegnamento farà si che l'insegnante sia sempre unico e non datato. Questo è molto importatnte e necessario per vivere con gioia e serenità la vita scolastica.
    AN.PA.

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  10. Nel ruolo di insegnante, io ho intenzione di curare con particolare attenzione la dimensione della relazione, in quanto è fondamentale sapersi relazionare ed instaurare rapporti affettivi con gli alunni, poiché l’apprendimento nasce attraverso un processo che è affettivo e cognitivo insieme, ed è favorito da un insegnante che possieda, oltre a nozioni e valori, una mentalità aperta, che incoraggi, che sia aperto al dialogo, che ascolti attivamente gli alunni. L’affettività condiziona l’apprendimento, l’apprendimento “si sviluppa sempre all’interno di una relazione affettiva”.
    I processi di apprendimento hanno, inoltre, luogo prevalentemente nell’ambito di un contesto relazionale, pertanto la qualità delle interazioni comunicative influenza l’apprendimento stesso.
    La relazione tra insegnante e alunno deve essere incontro e scambio, partecipazione attiva ed alleanza e non asimmetrica, cioè contrassegnata da una disparità di potere tra insegnante ed alunno. La relazione si costruisce giorno per giorno, a partire dal reciproco sentire e si consolida grazie alla condivisione di un vissuto. E’ molto importante che tra insegnante ed alunno si crei un rapporto di fiducia e di stima che si consolidi in un dialogo diretto e personale anche fuori dalla classe. L’alunno deve contare sul fatto che vi sia all’interno della scuola una persona di cui si possa fidare, pronta ad ascoltarla, a dargli consiglio, a incoraggiarlo ma anche a rimproverarlo al momento giusto.
    Mick

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  11. Ancora salve a tutti!
    La dimensione che vorrei riuscire a sviluppare e curare particolarmente come futura insegnante sarebbe quella di MOTIVARE i bambini al loro “stare a scuola” dando un senso a tutti gli argomenti e alle questioni che verranno affrontate nella mia ipotetica futura classe. Se è vero che ciò che si apprende è ciò che è coerente con le costruzioni che già sono presenti nella nostra mente, allora credo sia per me indispensabile entrare nell’ordine d’idee che il mio lavoro richiederà che io non cessi mai di imparare a conoscere i bambini con cui avrò a che fare. Ciò mi permetterà di rielaborare gli argomenti delle mie lezioni sulla base delle loro esigenze e anche in funzione di percorsi personalizzati. Ascoltare gli alunni penso sia azione preliminare ad una corretta presentazione dei temi da trattare, in modo tale che ogni alunno possa poi farli propri, sempre col supporto del docente, ma a suo modo.
    Elena Lauletta

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  12. Nel post precedente ho parlato di competenza come caratteristica fondamentale dell’insegnante, è scontato che in futuro vorrei diventare tale! Per cui mi preoccuperò di curare in primis questo aspetto; ora come ora posso farlo impegnandomi negli studi universitari (comprendendo realmente ciò che studio) nel mettere particolare attenzione nel tirocinio dei prossimi anni per acquisire un minimo di consapevolezza ed esperienza che saranno di certo utili. Credo che sviluppando questi caratteri verranno naturali tutti gli altri, così come verranno a crescere e maturare sempre nuove competenze per far sì che tra me e i miei ipotetici alunni ci sia sempre più complicità, scambio e stima reciproci. Spero di riuscire a portare avanti questa mia idea per essere gratificata e gratificante!
    Buono studio a tutti!
    Francesca Livorno

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  13. Ancora salve a tutti.
    La caratteristica che voglio perfezionare nella mia carriera di insegnate oltre, ovviamente, ad impegnarmi per tenere lezioni chiare, come già discusso nel blog precedente, è cercare di ottenere un buon metro di valutazione.
    Io penso che per offrire una condizione di studio ottimale agli alunni la valutazione è un tratto fondamentale.
    Il metodo di valutazione generale degli insegnati dovrebbe cambiare; si insegna e si valuta nello stesso modo in cui a suo tempo il docente ha ricevuto queste lezioni e giudizi.
    Ovviamente nel tempo il metodo valutativo deve evolversi non si può valutare uno studente solo in base alle prove tradizionali o in maniera completamente opposta utilizzando solo prove oggettive.
    Questo però non deve inficiare le valutazioni successive o generare un pregiudizio immutabile nel tempo sullo studente.
    Per questo reputo la valutazione una caratteristica da non sottovalutare e che vada approfondita per essere un buon insegnante.

    Longo Giuseppe

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  14. Salve di nuovo a tutti,
    e continuando il discorso ritengo che tra le tante caratteristiche per essere una brava insegnante, scelgo quella di essere professionale, autorevole e nello stesso tempo affettuosa e comprensiva, affinchè possa instaurare con gli alunni un bel rapporto, così essi vengano a scuola volentieri.
    Ida Tartaglia

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  15. Salve a tutti,
    sulla scia di quanto detto prima posso affermare che la caratteristica che vorrei avere da insegnante è sicuramente la capacità di riuscirmi a calare in ogni contesto e in ogni situazione che mi si presenti davanti;riuscir a far uscire da ogni bambino il meglio di sé, a far raggiungere il massimo a cui lui possa arrivare, a tirar fuori la sua grinta e fargliela applicare in ogni cosa,grande o piccola che sia. Attraverso anche qualità relazionali vorrei riuscir a far diventare i miei alunni i migliori per loro stessi..e non per gli altri … e a tirar fuori le loro qualità migliori … Ovviamente non trascurando gli argomenti scolastici da trattare … ma cercando di farglieli apprendere in modo diverso..di farli diventare loro in base alle caratteristiche che fan sì che ogni bimbo abbia una propria personalità..una propria storia!
    Calvano Maria Cristina

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  16. Salve a tutti,
    avendo intrapreso il percorso di studi che mi porterà ad essere una futura insegnante personalmente penso che il compito del docente sia di estrema delicatezza poichè si è costantemente a contatto con menti umane che si stanno formando.
    Da qui mi sento ispirata in primis verso la cura e la formazione della persona nella sua unicità, non sottovalutando tuttavia la capacità professionale, tipica di ogni insegnante, di trasmettere nozioni didattiche.
    Sarà mio impegno infine arricchire e aggiornare continuamente le mie competenze.
    Alessia Ferrone

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  17. Buon pomeriggio a tutti…
    Intraprendendo questo lungo percorso di studi, spero e cercherò con tutte le mie forze di diventare un’ottima maestra, ma in particolar modo un punto di riferimento pei i miei piccoli alunni, sviluppando la dimensione PSICOLOGICA e RELAZIONALE, ma ancora più importante sarà L’OBBIETTIVITà. Vorrei poter capire e codificare i loro pensieri, i loro stati d’animo, cercando così di rendere le lezioni meno noiose e provando ogni volta criteri diversi basati per lo più sul metodo "Learning by doing". Mi piacerebbe che tra noi si creasse un buon rapporto di complicità, alternando momenti di divertimento a momenti di serietà. Inoltre, non credo che basti avere le basi culturali adatte per insegnare; un maestro deve essere in grado di "seguire" e farsi "seguire", deve saper ottenere rispetto e stima, ricambiando con molta obbiettività, aiutando ognuno di loro a sviluppare la propria personalità, talenti e inclinazioni. Ma soprattutto vorrei trasmettere loro l’idea che la scuola non è solo quel luogo fisico dove ci si reca x stare seduti dietro a dei banchi o per ascoltare le lunghe lezioni di storia, geografia, che forse dopo aver terminato gli studi saranno inutili e già dimenticate, ma al contrario. Vorrei fargli capire che la scuola e la vita non sono due realtà completamente separate, ma che esiste tra loro una certa osmosi perché in quel luogo chiuso portiamo parte della nostra vita e viceversa, tutto ciò che si impara potrebbe servirci per il futuro…. So che ho ancora molto da imparare e cercherò di far tesoro di ogni singola parola che i prof mi diranno, perché prima di insegnare e di diventare maestra dovrò ricoprire al meglio il ruolo di alunna..
    Carolina Chiaravalle

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  18. Ciao a tutti!
    coerente con il pensiero pubblicato da me in precedenza, mi auguro di diventare una insegnante che invii segnali chiari e concreti al fine di stimolare la curiosità nei bambini, che sappia instaurare un legame forte diventando per loro un punto di riferimento, che sappia individuare un buon metodo di lavoro e di valutazione adatti ad ogni tipo di contesto. Inoltre è per me fondamentale conoscere la realtà di ogni singolo alunno per non creare disagi e per costruire insieme un percorso didattico coerente ad ogni personalità.
    Arianna Mastrangelo

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  19. Di nuovo buongiorno a tutti!!
    Sicuramente le cose su cui punterò molto saranno prima di tutto la preparazione e la professionalità perchè ritengo che non si possa offrire una buona preparazione se non la si possiede. In seconda battuta cercherò di curare gli aspetti dell'ironia, della duttilità, della dinamicità, della serietà e del rispetto (che credo siano già abbastanza consolidati), e cercherò di essere pronta all'aiuto quando i miei piccoli alunni ne avranno bisogno, ma anche rigorosa e ferma quando sarà necessario.
    Ancora buono studio a tutti...
    @. F.

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  20. Ciao a tutti!
    Per essere coerente con quanto detto nel post precedente, nel percorso di formazione iniziato quest' anno intendo curare l'aspetto legato all'apprendimento.
    Vorrei riuscire ad utilizzare un metodo che aiuti tutti i bambini a sviluppare al meglio le loro capacità e abilità, ma anche le loro compotenze. Rendere le mie lezioni più piacevoli, magari ulilizzando laboratori o metodologie come il " learning by doing" per mantenere alta la loro attenzione. In questo modo i bambini si sentiranno più interessati e motivati, e potranno acquisire maggiore stima e fiducia in se stessi e nell'adulto.
    Ma anche quella relazionale in quanto penso che ci debba essere una continua interazione e un continuo scambio tra insegnante e allievo, devono svolgere entrambi un ruolo attivo.
    Giovanna Tredanari

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  21. In quanto futura insegnante vorrei valorizzare la dimensione della NARRAZIONE.
    Fin dai primissimi anni di vita i bambini imparano a conoscere il mondo, con il suo sistema di significati, di valori e di regole, attraverso la molteplicità di storie che gli adulti raccontano loro. In questo modo i bambini sviluppano la capacità di organizzare il proprio pensiero e le proprie azioni all’interno di una struttura narrativa, di cui precocemente sanno individuare gli elementi costituenti.
    Non è un caso che, con particolare riferimento alla scuola dell’infanzia, la ricerca in didattica abbia individuato uno strumento operativo molto efficace nella cosiddetta “didattica per sfondo integratore” in cui le prime conoscenze e competenze vengono ancorate all’interno di una storia che si sviluppa nel corso del tempo.
    È, però, con il racconto di sé che si esplicano le maggiori potenzialità didattiche della narrazione: il bambino, raccontando di sé, della sua famiglia, delle sue emozioni (gioie, paure, difficoltà..) giunge a costruire la propria identità, identità che altrimenti rimarrebbe inaccessibile non solo agli altri ma anche a sé stesso. Attraverso la narrazione, il bambino acquista una maggiore consapevolezza di sé stesso e, in ambito scolastico, può diventare più facilmente un soggetto attivo nel processo di insegnamento/apprendimento, capace di regolare le attività sulla base del proprio stile cognitivo e, non meno importante, di comunicare i propri interessi per individuare quei percorsi di personalizzazione che non possono prescindere da un suo ruolo partecipe.
    La produzione di racconti diviene allora uno strumento prezioso attraverso cui gli insegnanti possono esplorare e comprendere il mondo interiore dei bambini che si rivela attraverso le storie che raccontano, anche in questo senso il lavoro dell’insegnante implica ermeneuticità. La lettura di racconti scritti da altri è altrettanto importante perché, oltre a consentire la condivisione di esperienze e significati, rappresenta un mezzo con cui affinare le competenze già acquisite (grammaticali, per esempio) fino a maturare precocemente una serie di competenze linguistiche via via più specialistiche (lessicali, sintattiche, pragmatiche…).
    Immagino che queste riflessioni siano alla base del lavoro quotidiano di molti insegnanti ma di sicuro lo strumento della narrazione e la promozione della lettura rappresentano due elementi imprescindibili del mio modo di concepire l’insegnamento. F.F.

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  22. Salve a tutti!!
    Nell’ ambito della gestione “efficace” del proprio lavoro, l’ insegnante deve individuare il modo più idoneo di porsi all’interno della classe.
    Se fossi io a ricoprire questo ruolo, mi proporrei di operare seguendo uno “stile partecipativo”, caratterizzato dalla mia costante DISPONIBILITA’, al fine di stimolare nei bambini partecipazione, creatività e capacità personali.
    È importante per l’ insegnante essere disponibile a capire e saper gestire la fatica emotiva (sofferenza e sopportazione), che accompagna l’ alunno durante la permanenza in classe. Non bisogna mai dimenticare che ognuno è portatore di un bagaglio di sentimenti.
    Ritengo sia necessario evitare uno “stile autoritario”, che potrebbe determinare la lontananza del bambino, quando invece è sicuramente più utile creare situazioni di rispetto e cordialità che possano efficacemente affiancarsi al ruolo educativo svolto dalle loro famiglie, anche se con finalità e compiti diversi.
    Angela Pia Peluso

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  23. Buonasera!
    In questo percorso da poco intrapreso ma che conto di proseguire fino alla fine, mi impegnerò innanzitutto ad acquisire conoscenze utili da poter offrire ai miei allievi al fine di creare, in loro, interesse. Il problema sta nel modo con il quale offrire queste conoscenze. Io penso che l'insegnante debba in primo luogo COINVOLGERE i suoi alunni, lavorando sulle loro attitudini e stimolando il loro interesse e la loro creatività con il linguaggio ludico così da trasformare anche la cosa più noiosa in qualcosa di coinvolgente. Naturalmente ciò non tralasciando il programma, proponendolo con il metodo: "learning by doing" ossia l'imparare facendo. Credo che si sia perso, nelle scuole, la partecipazione vera e viva dei bambini che diventano, così, i protagonisti assoluti delle lezioni!
    Alessia Laquintana

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  24. Ciao a tutti,
    certamente questo percorso mi sta offrendo una molteplicità di stimoli e di spunti di riflessione per maturare il "mio profilo di insegnante ideale" ma per essere coerente con quanto ho già detto credo di voler fare in modo di essere un insegnante competente, vorrei anche io contribuire ad arricchire il bagaglio culturale dei miei alunni. La mia competenza però non vorrei che si realizzasse solo per quanto riguarda questa dimensione, vorrei essere un modello positivo per i miei alunni, essere in grado di motivarli e accogliere le loro richieste.
    Tra qualche anno vorrei proprio rileggere questo post per vedere se quanto ho detto in partenza di questa esperienza sarà lo stesso che realizzerò alla fine di questi anni :-)
    ANGELA ZAGARIA

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  25. di nuovo ciao tutti...
    pensando al mio futuro ruolo di insegnante l'aspetto che vorrei mi caratterizzasse è quello della relazione e della disponibilità in primo luogo con gli alunni, essere per loro un punto di riferimento al quale rivolgersi, ascoltare le loro idee e suggerimenti, motivarli e spronarli verso i loro obbiettivi.. un altro aspetto a cui tengo riguarda la relazione da instaurare con le famiglie e con i colleghi che deve essere sicuramente disponibile e accurata in modo da poter far fronte alle esigenze e alle difficoltà di ogni singolo alunno e quindi rendergli il percorso scolastico quanto più gradevole e proficuo possibile...
    Cristiana C.

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  26. Ciao a tutti..
    partendo da quello che ho scritto in precedenza, in quanto futura insegnante spero di essere in grado di relazionarmi e ad instaurare rapporti affettivi con i miei futuri studenti. In primis spero di riuscire a creare in classe ogni giorno un clima positivo, cercando di comprendere e allentare i piccoli problemi alla base di tensioni tra i vari alunni promuovendo il dialogo tra di loro e servendomi a volte anche di qualche battuta. Vorrei poter promuovere e gestire il processo di autostima di ogni singolo alunno, sviluppare le potenzialità di ognuno di loro mediante piani personalizzati e interventi di tutoring.Nutrire fiducia, desiderio e piacere di trasmettere loro l’ amore per la conoscenza.
    Concetta De Santis

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  27. Salve a tutti
    Ricollegandomi a quanto già detto in precedenza, la dimensione che vorrei curare per la mia futura professione è quella di essere un insegnante attivo. Per me un docente attivo è colui che non si abbatte mai, che sappia affrontare i problemi che si presentino, che sia al passo con i tempi. Per questo vorrei migliorare nell’ambito informatico e linguistico, in quanto gli alunni di oggi sono molto più avanti e tecnologici rispetto a un tempo. Per quanto riguarda la sfera più personale non vorrei farmi condizionare dai pregiudizi sia nel rapportarmi agli alunni sia (e soprattutto) nella valutazione, cercando di essere il più possibile oggettiva.
    R.P

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  28. Salve a tutti,
    oltre alla caratteristica comune a tutti gli insegnanti di cui ho parlato, la dimensione che ritengo fondamentale per la mia formazione professionale è quella di rendermi ATTIVA e PROTAGONISTA del processo d’insegnamento e nello stesso tempo rendere i miei allievi attivi e competenti. Il mio obiettivo è di curare un dialogo didattico con i bambini, in modo da avere sotto controllo il loro livello di apprendimento e la chiarezza dei concetti spiegati. Questo dialogo può essere attuato cercando di rendere gli argomenti vicini alla loro realtà quotidiana, parlando con i bambini, provando a lavorare con loro e cercando strategie alternative. Sono convinta che la risorsa più grande per migliorarsi sia la capacità di riconoscersi sempre pronti e aperti alle nuove esperienze e ai cambiamenti. Il mio desiderio è di realizzare una situazione ambientale d’insegnamento che stimoli gli allievi a risolvere i problemi, a prendere decisioni, a continuare a imparare durante tutto il corso della propria vita e a essere dei membri attivi di una società che cambia.
    A.D

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  29. Dopo aver descritto le caratteristiche dell’insegnante in generale mi tocca parlare di me, e per essere coerente con quanto detto, sperando di non essere troppo ripetitiva, io vorrei diventare un’insegnante Professionale. Una maestra che con le proprie competenze diventi guida per i bambini rendendoli alla fine del percorso autonomi. Un’insegnante che spieghi in maniera chiara, che valuti in maniera oggettiva senza essere condizionata da altri fattori, aperta al dialogo, ai chiarimenti e sempre pronta a confortarsi o dare un semplice sorriso. Queste sono le caratteristiche di un’insegnante ideale e sarà molto difficile collegare tutti questi elementi. Dal percorso fatto quest’anno mi rendo conto che la dimensione che dovrei curare maggiormente, perché la sento più distante da me, è valutare in maniera oggettiva riuscendo a capire quali siano le reali conosce acquisite dai bambini e non inciampando nei possibili effetti. Penso che nel percorso che dovrò seguire, e principalmente nella pratica, potrò porre l’attenzione su questo aspetto e migliorare gli altri poiché non si giunge mai a divenire insegnanti perfetti ma bisogna che vi sia una continua ricerca e l’apertura da parte dell’insegnante di adattarsi al contesto e principalmente ai bambini.
    Fabiana Ruggiero

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  30. Quello dell'insegnamento mi è sempre parso, più che come un "lavoro e basta", una vera e propria missione. Fin da bambino ho osservato con curiosità gli insegnanti che ho incontrato lungo il mio percorso di studi. Ho sempre sperato di diventare un buon educatore, una persona in grado di accompagnare i bambini sulla strada della formazione. Una caratteristica che vorrei mi appartenesse come insegnante è la capacità di comprendere lo stato d'animo di chi mi sta accanto. Ho avuto modo di comprendere che a volte per un bambino è complicato imparare non tanto per la difficoltà delle nozioni quanto per la difficoltà nel comunicare con l'insegnante. Vorrei riuscire a toccare le corde giuste nell'allievo che mi sta di fronte, aver modo di metterlo a suo agio per riuscire ad apprendere senza difficoltà.

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  31. Quello dell'insegnamento mi è sempre parso, più che come un "lavoro e basta", una vera e propria missione. Fin da bambino ho osservato con curiosità gli insegnanti che ho incontrato lungo il mio percorso di studi. Ho sempre sperato di diventare un buon educatore, una persona in grado di accompagnare i bambini sulla strada della formazione. Una caratteristica che vorrei mi appartenesse come insegnante è la capacità di comprendere lo stato d'animo di chi mi sta accanto. Ho avuto modo di comprendere che a volte per un bambino è complicato imparare non tanto per la difficoltà delle nozioni quanto per la difficoltà nel comunicare con l'insegnante. Vorrei riuscire a toccare le corde giuste nell'allievo che mi sta di fronte, aver modo di metterlo a suo agio per riuscire ad apprendere senza difficoltà.
    Giuseppe Angelilli

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  32. Di nuovo ciao a tutti:)
    Come già ho scitto nel precedente post,insegnare è passione e amore per il sapere e per i propri alunni.Dunque io vorrei essere un insegnate a 360 gradi cercando di captare le difficoltà e chiarire ogni dubbio nel miglior dei modi, rendendo la lezione piacevole e semplice adottando un metodo cooperativo tra docente-allievo.Mi auguro di instaurare un rapporto amichevole con la classe stabilendo le giuste regole e riuscendo a valutare l alunno senza schemi standard dandogli sempre ciò che si merita senza privilegiare nessuno.
    Valeria Zampella

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  33. Eccoci di nuovo
    Parliamo della caratteristica che noi cercheremo di sviluppare, alla fine del nostro corso di studio, come futuri insegnanti. Per coerenza dico la CREATIVITA’, che, come ho già detto, è una buona base di partenza, insieme a una giusta conoscenza ed una adeguata competenza in materia di insegnamento, che spero apprenderò al meglio. Parlo per ipotesi perché io ancora non ho un quadro chiaro del mio futuro, spero solo proceda bene e porti risultati ottimali, e mi renda un insegnante che ha tanta voglia di continuare ad apprendere ma non vede l’ora di mettersi a confronto, per vedere se il suo obbiettivo sarà rispettato. In pratica vorrei riuscire ad avere uno scambio con i miei alunni senza annoiarli, invogliandoli ad apprendere facendomi capire senza essere banale e cercare di essere oggettiva e inflessibile senza essere “tirannica” questo e ciò che per adesso, voglio e spero di riuscire a fare. Griguoli Mariaconcetta (GMc)

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  34. Salve di nuovo a tutti,
    continuando il discorso del post precedente la dimensione che vorrei valorizzare nel mio futuro lavoro è quella AFFETTIVA.
    Per me è importante che gli alunni abbiano un immagine positiva della loro insegnante,in quanto con lei passano un intero anno scolastico diventando così,un punto di riferimento.
    L'insegnante è a mio avviso, colei che capisce le esigenze degli allievi,che tiente conto delle loro storie,che si affianca loro quando sono in difficoltà.
    Spero di riuscire in tutto ciò e di lasciare in loro un buon ricordo.. R.S.

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  35. Di nuovo salve!
    Come già espresso precedentemente, l'impronta che vorrei dare al mio percorso formativo è quella del saper coinvolgere. Avere una buona preparazione è importante ma sopratutto bisogna saper stimolare, incuriosire e invogliare i bambini alle attività svolte in classe apportando continue innovazioni al metodo di lavoro così da non rendere noiose e ripetitive le lezioni. Vorrei concentrarmi anche sulla relazione con il bambino. Ascoltarlo, comprendere quali possono essere le sue difficoltà e cogliere le sue qualità. Quindi instaurare un rapporto affettivo. Ogni bambino è diverso dall'altro x motivi di interessi, di carattere, di emozioni e per questo bisogna approcciarsi a loro sempre in modo differente non dimenticando comunque di seguire un percorso comune con l'intera classe.
    Giulia Campofredano

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  36. ciao a tutti,
    per quanto mi riguarda credo di voler curare la parte relativa alla relazione.
    mi piacerebbe che i bambini non vedessero in me una figura distaccata su cui non possono fare affidamento,ma piuttosto qualcuno che sia disposto ad ascoltarli su tutte le tematiche: da quelle della scuola a quelle della vita.
    mi piacerebbe formarli non solo come allievi ma come individui.
    spero,col tempo,di riuscire in questo mio intento
    Rita Biccari Mansueto

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  37. Salve a tutti,
    la parte di me che voglio curare maggiormente è quella di saper capire l’individualità dei bambini con i quali mi troverò ad operare, saper stimolare e dare a ognuno di loro le risposte adeguate rispettando bisogni, sentimenti ed emozioni e inoltre spingerli a comprendere e ad essere in grado di andare oltre “all’imparare a memoria” ma saper costruire un proprio metodo di apprendimento. Angelica Lauriola

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  38. Salve a tutti!
    Ho trovato molta difficoltà nello scrivere quest’intervento, perché parlare dell’insegnante ideale è semplice, ma essere insegnanti credo sia molto più difficile.
    Spero però che come futura insegnante io possa essere in grado di rendere i miei alunni autonomi; spero di riuscire ad aiutarli a crescere e a capire, dunque, l’importanza dello studio e dell’avere una propria cultura personale.
    Vorrei che i miei futuri alunni siano indipendenti, alla fine del nostro percorso insieme, che riescano ad avere passione per la lettura, per la storia ed anche per i numeri, a prescindere dalla maestra che assegna loro i compiti.
    Vorrei quindi diventare “inutile”.

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  39. Eccomi di nuovo. La dimensione che vorrei maggiormente valorizzare è quella affettiva. Vorrei che i miei allievi avessero un ricordo positivo di me come maestra e vorrei poter essere per loro una persona su cui contare, un porto dove approdare anche quando saranno dei giovani uomini o delle giovani fanciulle. Vorrei poterli aiutare non solo a livello didattico ma anche nei problemi quotidiani Da grandi quando avranno dei problemi o saranno in balia degli avvenimenti della vita e non sanno a chi rivolgersi: ecco io per loro ci sarò o almeno spero di poterci essere.
    Filo 68.

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  40. Un'insegnante dovrebbe estrapolare l'identità dell'alunno, fargliela vedere, tastare e commentare, renderla più sua.. bisognerebbe fargliela conoscere da tutti i punti di vista.
    Mmm, mi viene da definirla come dimensione propria.

    Ecco, quest'anno io cercherò di estrapolarmi e mi lascerò insegnare qualcosa.
    chissà, magari mi piaccio...
    PC

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  41. Ciao a tutti! Eccoci di nuovo!
    Nell’altro post ho affermato con convinzione che un insegnante deve essere “carismatico”. Anche io vorrei esserlo un domani. Quando sarò in aula sicuramente cercherò di stimolare, motivare , emozionare, affascinare, coinvolgere gli alunni il più possibile. Quindi la dimensione che vorrei tanto curare è questa: motivare i bambini. Cercherò di comunicare loro la mia umanità, la mia cultura, il mio entusiasmo, le mie emozioni; mi impegnerò nel cercare la risposta ai loro “perché”. E soprattutto mi impegnerò non solo a fargli amare ciò che apprendono, ma cercherò di fargli capire che la scuola e la vita non sono due realtà completamente separate, ma che esiste tra di loro una certa osmosi; infatti nella scuola si può portare la vita e , nella vita là fuori, la scuola serve davvero. Gli studenti apprendono solo se sono interessati, se sono motivati, se ciò che ascoltano e fanno è affascinante ed entusiasmante. Proprio per questo motivo cercherò sempre di motivare gli alunni utilizzando strategie didattiche efficaci ed efficienti. E quando sbaglierò l’errore sarà positivo e costruttivo perché mi permetterà di cercare nuovi metodi, nuove strategie didattiche e mi permetterà anche di crescere nella mia professione.
    *Marghe*

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  42. Se provo a riflettere sulla dimensione che vorrei curare con attenzione nel percorso che ho intrapreso, mi soffermo a giudicare fondamentale l’ascolto. Per guadagnare dal confronto con posizioni differenti dalla mia credo di aver bisogno di imparare ad ascoltare tutti i segnali che vengono dall’esterno. Vorrei riuscire a curare questa dimensione sia per imparare ad ascoltare le critiche e i suggerimenti che mi vengono dati,sia per imparare ad ascoltare le difficoltà e le insofferenze degli alunni. Per fare tutto ciò ritengo sia importante sapersi mettere sempre in discussione. Questo è il proposito che mi faccio: imparare ad ascoltare.
    MRMDB

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  43. Ciao a tutti :)
    Semmai riuscissi ad indossare le vesti da insegnante darei molta importanza alla capacità di guidare simultaneamente i miei alunni sia sul fronte didattico sia sul fronte psico-educativo .Si tratta di svolgere due funzioni una propriamente didattica, che consiste nell’insegnare i fondamenti di una disciplina, e una educativa ,che consiste nell’accompagnare l’allievo verso una crescita non solo intellettuale, ma soprattutto umana. In primis non nego che vorrei riuscire ad interessarli alla mia materia ma oltre a questo vorrei tanto che riuscissero a capire che la scuola e la vita al di fuori, non sono due realtà distaccate tra loro ma che esiste tra loro una sorte di legame. La scuola non deve essere vista solo come il luogo in cui si apprendono nozioni, si prendono buon voti, deve essere invece considerato come il luogo in cui ci si prepara alla vita futura, quella che troveranno dopo. Vorrei riuscire a sviluppare in ogni mio alunno la propria personalità e i propri talenti. M.S 91

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  44. Buonasera a tutti,
    la dimensione che vorrei curare è quella relativa all'importanza della “CULTURA”.
    L'ignoranza è un punto debole, mentre avere una cultura propria può servire a capire meglio te stesso e il mondo.
    Chi studia ha sempre un'occasione in più, può sviluppare una propria mentalità senza farsi influenzare dagli altri.
    Voglio che nn vedano la scuola come un'imposizione ma come una crescita.
    Spero di riuscire in questo così come la mia professoressa del liceo è riuscita a farlo capire a me!
    Alessia Romandino

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  45. Buonasera a tutti.
    Nel mio futuro lavoro da insegnante mi piacerebbe, oltre che avere pazienza come ho affermato nel precedente post, adottare come metodologia di insegnamento l'aspetto pratico. Ad esempio nella matematica si possono usare esempi pratici di vita quotidiana che sono più vicini al mondo dei bambini. Oppure fare esperimenti, fare uscite didattiche per far osservare questioni di cui si è parlato in classe, oppure semplicemente far vedere foto, aricoli. In sintesi vorrei saper integrare teoria e "pratica" che è una forma di apprendimento integrativa e più divertente per apprendere.
    MartinaQ

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  46. Salve a tutti!
    La caratteristica/dimensione che intendo curare con particolare interesse,durante questo mio percorso formativo,è quella della creatività.Come ho spiegato nel post precedente,ritengo che la creatività sia una qualità importantissima per riuscire a creare un ambiente d'apprendimento, pieno di stimoli e di attività che riescano a suscitare interesse ed attenzione nei bambini,mettendo a disposizione oggetti,giochi,indovinelli,filastrocche,ecc...

    Amelia Franco

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  47. Salve a tutti,
    Io,personalmente,vorrei essere molto disponibile con i miei alunni,disponibile ad ascoltare,a spiegare(anche mille volte se necessario)..e non stacarmi mai di essere un aiuto e un punto di riferimento.
    Riprendendo il discorso dell'altro invito,vorrei riuscire a coinvolgere tutti i miei studenti grazie al mio entusiasmo e alla mia passione.
    Zaira Garofalo.

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  48. La caratteristica che intendo curare con maggiore attenzione è la capacità
    di incuriosire gli alunni infondendo loro la voglia di sapere. Riprendo
    infatti il discorso intrapreso in precedenza sostenendo che solo attirando
    l’attenzione degli alunni è possibile raggiungere risultati soddisfacenti. Maria Guida

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  49. Salve!
    Come ho già scritto nel post precedente un insegnante per me deve essere umano.
    Ed è questo l’aspetto che vorrei curare.
    Umano per me vuol dire attento,ai sentimenti,alle esigenze di ogni singolo allievo.
    Vorrei essere un insegnante disponibile, aperta ai miei alunni. Non amica, ma voglio che comunque ci sia un rapporto di fiducia. Voglio curare i rapporti con loro nel minimo dettaglio,per creare in classe un atmosfera serena.

    Michela Montagano

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  50. salve a tutti,
    se un giorno sarò un insegnante, vorrei essere soprattutto capace di dialogare con i miei allievi, e vorrei accendere in loro il desiderio di acquisire sempre più vaste conoscenze.G.IOLLI

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  51. salve a tutti.. =)
    Risulta molto difficile per me,rispondere a questa domanda perchè personalmente non ho ancora un'idea ben precisa di che insegnante vorrei essere.
    Credo sia facile elencare le caratteristiche di un insegnante "ideale" , risulta invece alquanto difficile avvicinarsi nella realtà a tale modello.
    Tuttavia mi piacerebbe essere un insegnante competente,attenta alle esigenze degli alunni, capace di adattarsi ad ogni situazione e promotrice della meritocrazia prediligendo l'utilizzo di strumenti di rilevazione di abilità , conoscenze e competenze , la cui valutazione viene sottratta alle caratteristiche soggettive di chi corregge la prova .
    M.N.

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  52. Salve a tutti!!! =)
    Se in futuro sarò insegnente la parte di me che vorrei curare di più è proprio quella a livello umano;cioè non voglio sollevare un muro tra me e i miei allievi,ma essere una figura fondamentale per essi,ecco...un pò la loro "seconda mamma".Ma a parte questo vorrei basare il mio insegnamento sulla creatività e la passione,a mio parere 2 ingredienti fondamentali per ricevere l'attenzione dei propri alunni e non farli annoiare.Ma lacosa che mi sta davvero a cuore è quella di lasciare un buon ricordo ma soprattutto una buona formazione...non sl a livello scolastico!Roberta S.

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  53. Di nuovo, salve a tutti.
    Questa è una domanda davvero curiosa, volta più che altro a pensare quale potrebbe essere in futuro la reale dimensione, in ambito scolastico, in cui noi cercheremo di entrare.
    Ci ho pensato a fondo in passato, lo faccio ancora attualmente e, sono sicuro che non mi fermerò a riflettere di questo punto in futuro; procedendo sulla risposta, direi che ciò che più propone la mia immagine con i miei alunni, è stabilire una dimensione affettiva.
    Una dimensione affettiva, perché proprio questa aspettativa e non altre? Penso non sia possibile rispondere a questo, almeno non in questo momento; tuttavia sono sicuro di una cosa: vorrei tanto che in futuro i miei allievi mi guardassero come fossi per loro un punto di riferimento non solo all'interno di un ambito scolastico, bensì per tutto ciò che essi dovranno affrontare in ogni nuova situazione, sempre.
    Emilio Rosario Pio Fiore

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  54. Ciao a tutti!!
    La dimensione che vorrei curare particolarmente è quella relativa al rapporto umano tra l’insegnante e l’alunno. Come ho già detto penso che sia molto importante coinvolgere e interessare gli alunni, ma questo è possibile solo instaurando con essi un rapporto basato sulla fiducia, sul rispetto, sulla comprensione delle difficoltà che gli alunni si trovano ad affrontare e nella capacità dell’insegnante di essere una figura di riferimento alla quale gli alunni devono potersi rivolgere.
    Lucrezia C.

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  55. La caratteristica che cercherò di sviluppare durante la mia professione è quella di essere un insegnate gioviale e comunicativa(tenendo conto di quanto detto nelle caratteristiche comuni).
    La mia dimensione di docente sarà ludica-concreta. Secondo me è importante che l’apprendimento avvenga attraverso il gioco e attraverso l’esperienza concreta. Pertanto nelle attività cercherò di partire dal “sapere innocente” degli alunni relativo all’argomento che si sta trattando,coinvolgendoli attraverso domande stimolo in modo da rendere la lezione coinvolgente e nello stesso tempo suscitare in loro la partecipazione necessaria da favorire e facilitare l’apprendimento. E’ importante avere un supporto di materiale didattico strutturale o occasionale in modo da far partire la spiegazione il più possibile dal concreto.
    Ritengo importante il “learnig by doing”(apprendere attraverso il fare) e il “role-play”(apprendere attraverso il gioco dei ruoli).
    Cercherò di utilizzare un linguaggio semplice ma specifico relativo alle diverse discipline in modo da far interiorizzare al bambino un lessico appropriato.

    M.T.

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  56. Nel mio ruolo di insegnante vorrei attuare strategie di apprendimento volte a stimolare in ciascun alunno le proprie capacità metacognitive: vorrei, cioè, fornire ai miei futuri allievi, attraverso eventuali interventi individualizzati e personalizzati, quegli strumenti che diano loro la possibilità di poter imparare da sé, di autoregolarsi, di autocorreggersi, di autovalutarsi, insomma, di agire con autonomia e consapevolezza in determinate situazioni. Solo in questo modo potrò permettere loro di trovare la giusta chiave che li aiuti a interiorizzare e far proprie le conoscenze, a saperle trasferire in qualsiasi contesto e a sviluppare un pensiero critico, rendendoli, così, costruttori attivi del proprio sapere.

    Marta Petrella

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  57. Salve a tutti,
    rifacendomi a quanto scritto nel post precedente, ribadisco che, prima di ogni altra cosa, per essere un buon insegnante non basta "sapere" ma è importante possedere "il giusto grado di capacità" necessario a stabilire un determinato rapporto con gli studenti. E' proprio la qualità di questo rapporto che è importante; ancor più di ciò che si sta insegnando, è determinante il "modo" in cui l'insegnamento viene impartito. In virtù di queste mie considerazioni quindi, spero tanto che questo corso di studi che ho intrapreso mi formi prima di tutto come "persona umana" e, di conseguenza, sia in grado di aiutarmi a sviluppare quel grado di capacità, di cui sopra, che mi permetterà di rapportarmi agli studenti nel modo più corretto, instaurando una relazione di reciproco rispetto ed evitando così di creare tra me e loro quella "barriera" che nella maggior parte dei casi si forma tra docente e discente.
    C.D.M.

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  58. Buonasera!
    Questa domanda a mio parere è stupenda perché ci porta a riflettere sul modo in cui vorremmo esercitare la nostra futura professione. Io ho pensato molte volte a questa cosa e sicuramente la dimensione che voglio sviluppare nel mio stile di insegnamento è quella dell’ARTE. Suono uno strumento e amo fotografare tutto ciò che mi circonda e penso che la musica e la fotografia siano due forme d’arte che svolgono un ruolo importantissimo nella vita di una persona. Mi spiego. La musica aiuta a sviluppare l’ascolto e quel lato del carattere volto alla calma e alla riflessione. La fotografia, invece, ci permette di guardare la realtà da più prospettive differenti e permette di sviluppare una forte attenzione a ciò che accade attorno a noi, che a mio parere è una qualità molto importante da sviluppare in quanto siamo immersi nella natura e in ogni istante entriamo in contatto con qualcosa che è al di fuori di noi e non curarcene sarebbe sbagliato. Per cui nella mia professione e nei valori che cercherò di trasmettere ai miei allievi l’aspetto artistico della vita non mancherà.
    Chiara Melito

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  59. Desiderando diventare una maestra di scuola dell’infanzia, la caratteristica che vorrei sviluppare è la creatività, perché la maestra di oggi non può essere la stessa di ieri. Vorrei essere un’insegnante che sappia cogliere le novità e che sappia trovare nuovi metodi per trasmettere le conoscenze ai suoi alunni. Bisogna saper guardare al domani con occhi nuovi!
    Buon cammino a tutti verso la speranza!
    S.S.C.

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  60. Salve a tutti!
    Ci ritroviamo di nuovo qui stavolta per scegliere la Caratteristica che tutti gli insegnanti dovrebbero,a nostro parere,possedere. Dopo aver a lungo riflettuto,ritengo che ciò che non può assolutamente mancare in un insegnante,maestro o professore che dir si voglia,sia la PROFESSIONALITÁ. Che cosa intendo io per professionalità? Prima di tutto competenza e preparazione a livello disciplinare;l’insegnante deve cioè possedere una conoscenza completa e profonda per lo meno della propria materia,ma anche una buona preparazione globale riguardante anche ambiti diversi dal proprio. Inoltre deve essere in grado di esporre ai suoi alunni,in maniera chiara e lineare,tutta la sua conoscenza(non utilizzo il termine trasmettere,poco gradito al professore)! So che queste possono sembrare cose banali e scontate,ma parlo per esperienza personale,e posso affermare che al giorno d’oggi ci sono ancora e purtroppo insegnanti che non solo non riescono a farsi capire dai propri alunni,ma che mostrano di avere delle vere e proprie lacune nella loro materia;e credo che questa sia la cosa peggiore,perché poi a risentirne sono solo ed esclusivamente gli allievi.
    Ma un insegnante professionale deve anche essere obiettivo e mantenere lo stesso metro di giudizio con tutti i suoi alunni,lasciando da parte eventuali simpatie e antipatie;deve saper valutare,analizzare tutte le possibili situazioni che potrebbero verificarsi all’interno del gruppo classe,ed essere sempre pronto ad intervenire nella maniera più adeguata. E in ultimo ma non ultimo in ordine di importanza,per me un insegnante professionale deve saper educare i suoi alunni,nel senso letterale del termine;deve cioè saper “tirar fuori” il meglio dei propri ragazzi,motivandoli e stimolando continuamente la loro curiosità,in modo da rendere attivo ed efficiente il loro apprendimento.
    Un cordiale saluto a tutti!
    BASSI ANTONELLA

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  61. Buon giorno a tutti!
    Nel mio post precedente ho affermato che la caratteristica che ogni docente dovrebbe assolutamente possedere è la professionalità. E da futura,speriamo,insegnante non posso non prefiggermi come obiettivo il raggiungimento e l’acquisizione proprio di questa caratteristica! Voglio infatti impegnarmi concretamente nel mettere in pratica tutto quello che ho detto precedentemente e diventare quindi una maestra preparata e competente per educare e soprattutto formare al meglio i propri allievi;una figura seria e professionale che sia sempre in grado di giudicare con obiettività le situazioni. Un insegnante che sappia far rispettare il suo ruolo e che rispetti soprattutto anche quelli delle persone che ha di fronte. Voglio poter essere anche un punto di riferimento per i miei alunni,senza però sostituirmi in alcun modo alle figure genitoriali,il cui ruolo è assolutamente indiscusso. Insomma voglio riuscire a raggiungere tutte quelle qualità che secondo il mio parere,rendono un insegnante degno di questo nome! Per questo motivo cercherò sempre di fare tesoro di tutti i consigli e di tutti gli insegnamenti che riceverò durante questo mio percorso di studi,e di studiare duramente tenendo sempre presente il mio obiettivo finale.
    Un saluto a tutti!
    BASSI ANTONELLA

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  62. Di nuovo salve a tutti!
    La dimensione che intendo approfondire durante questo mio percorso formativo è quella relazionale (dimensione peraltro argomentata anche nel precedente post) poiché ritengo che le competenze relazionali siano importanti almeno quanto quelle disciplinari.Per
    avvalorare questa mia tesi ribadisco che il sapersi relazionare in modo positivo e costruttivo con gli alunni,l'essere disponibili all'ascolto e quindi aperti al confronto siano elementi fondamentali per creare all'interno di una classe un clima cooperativo che renda l'apprendimento più piacevole ed efficace.Credo anche che prima di impartire concetti e nozioni sia utile conoscere il linguaggio dei bambini,il loro modo di comunicare,di interagire e la loro visione del mondo circostante;solo così sarà più semplice sostenerli nel loro percorso formativo.Quindi,a mio avviso,l'apprendimento è qualitativamente migliore se fondato su un approccio relazionale;quest'ultimo è peraltro strettamente personale ed è connesso al modo che ognuno di noi ha di essere,di intendere la vita,di intendere il senso stesso dell'intervento educativo.Alla luce di ciò,cercherò di approfondire questa dimensione relazionale poichè sarà alla base di un mio, spero, futuro insegnamento.
    F.PORRECA

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  63. Ciao a tutti….
    Pensandoci, la dimensione, che ho intenzione di curare con particolare attenzione, che secondo il mio modesto parere mi farà diventare una buona insegnante, è quella comunicativo-affettiva-relazionale. Nell’età evolutiva la scuola costituisce un fondamentale contesto di crescita per il bambino e tra le sue finalità primarie, accanto all’istruire, vi è principalmente l’educare e il favorire il processo armonico di sviluppo dell’allievo come persona.
    A tal fine, appare opportuno che i docenti sappiano osservare e ascoltare ciò che il bambino comunica, trovando momenti di dialogo con gli allievi, e occasioni importanti in cui entrare in stretto contatto con ogni alunno, e modulando sempre il proprio intervento educativo sul rispetto dell’altro.
    In questa prospettiva, è importante che il docente rifletta sulle proprie modalità educative e interattive adottate in classe, considerando che uno stile educativo aperto e flessibile, permette di creare in classe un clima positivo e sereno. Questa riflessione sul proprio stile educativo, porta l’insegnante a mettersi continuamente in gioco e di ridiscutere di volta in volta le proprie modalità relazionali, che ha strutturato nel corso della propria professione. È una scelta coraggiosa e faticosa, che tuttavia consente al docente di diventare realmente un adulto significativo nel percorso di crescita cognitiva, affettiva e sociale del bambino

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  64. Una caratteristica che un giorno mi piacerebbe curare nel mio ruolo di insegnate, oltre alla preparazione che ho citato nel commento precedente, è la creatività! Mi piacerebbe 'studiare' mille modi possibili per coinvolgere i miei alunni in una determinata lezione, senza rendere l'argomento logorroico, ma suscitando in loro un certo interesse e una certa interazione, con un modo di fare lezione 'originale'. Mi piacerebbe se i miei alunni si ricordassero di quel determinato argomento perché svolto in una determinata maniera :)
    F.Ialonardi

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  65. Ciao a tutti…
    La dimensione che vorrei curare nel mio percorso formativo è quella della comunicazione con i miei alunni. Come stiamo studiando in questo anno l’età evolutiva è una fase molto importante nella crescita di un bambino e, secondo me, avere accanto una figura con cui possano relazionarsi con fiducia senza sentirsi rifiutati possa stimolarli anche a denunciare magari eventi quali il bullismo, o i maltrattamenti.
    E io per i miei alunni vorrei essere quella figura, un insegnate di cui potersi fidare e a cui rivolgersi per i grandi e piccoli problemi, dentro e fuori dalla struttura scolastica.

    Martina Bernardone

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  66. Sono sempre più convinta che non abbiamo riflettuto abbastanza sulle parole di Paolo VI: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni”. Questa convinzione si è rafforzata in me riflettendo su questa domanda.
    Ciò che farà la differenza tra me e un qualsiasi altro insegnante non sarà quanto conosco, né come insegno, e neppure se, quanto o come gli alunni imparano. Ma tutto dipenderà, credo, dalla coerenza che ci sarà tra ciò che penso, ciò che dico e ciò che faccio!
    La dimensione che vorrei curare con una particolare attenzione è questa: diventare maestra e testimone, per gli allievi, nella scuola e nella vita in generale.
    S.A.D.

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  67. Salve =D
    Essendo corente con quanto scritto nel post precedente non potrò fare a meno, nella mia carriera di insegnante, di interessarmi a quello di cui ho già parlato! Sicuramente però non sarà l'unica cosa sulla quale mi soffermerò, in quanto la didattica è unione tra prassi e teoria e proprio perchè la teoria non è sufficiente ai fini di un apprendimento significativo è importante unirla con la pratica cioè far partecipare attivamente gli alunni con attività di laboratorio, esperimenti e altre attività simili che richiedano la partecipazione attiva degli alunni!
    Carmen Farina

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  68. Ciao a tutti …
    La caratteristica o meglio ciò che vorrei provare nel sentirmi insegnante è il senso di GRATIFICAZIONE che ne scaturisce ; vorrei che i bambini stessi mi motivassero a fare sempre di più grazie ai loro feedback,alla loro curiosità,al loro entusiasmo … affinché ogni giorno possa avere l’adrenalina giusta per affrontare al meglio la lezione. Ciò vuol dire che anche io come insegnante debba avere una gran capacità di ascolto, riflessione e immedesimazione su quelli che realmente sono i loro interessi.
    Amelia

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  69. Ciao a tutti,
    nell'indicare la caratteristica che avrei intenzione di curare con particolare attenzione, vorrei rimanere coerente con quanto ho scritto nel post precedente.
    Vorrei diventare un insegnante con grandi competenze, essere non soltanto preparata a livello culturale e pronta a rispondere in modo esauriente ad ogni curiosità dei miei futuri allievi, ma vorrei anche essere in grado di saper insegnare, per coinvolgere, motivare, attirare l' attenzione degli studenti e fare in modo che imparino ad imparare.
    C.S.!!

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  70. Salve a tutti!
    Quando diventerò insegnante mi piacerebbe essere considerata dagli alunni non un’autorità bensì una persona con cui il bambino possa relazionarsi. Ciò accadrebbe se i docenti non assumessero un ruolo dominante ma sarebbero pronti ad accogliere le esigenze degli alunni. Bisognerebbe però ben gestire questo “ruolo” altrimenti si rischia di assumere atteggiamenti che tendono a sostituire quasi il genitore pertanto io mi impegnerò affinché i bambini riescano a vedermi come un tutor e non una madre! Credo che questi due ruoli debbano essere distinti in modo da non confondere il bambino che si trova in fase di crescita. Spero che trascorrendo la maggior parte del mio tempo con loro riuscirò a instaurare questo tipo di rapporto fatto di confronti e riflessioni.
    Alba Morrone

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  71. Salve a tutti :)
    Se riuscirò a diventare un insegnante non ho idea della materia che insegnerò, se riuscirò a rendere le mie lezioni interessanti o se i miei alunni mi comprenderanno, ma di una cosa sono del tutto certa, farò del mio meglio per non “traumatizzarli”! Nella mia carriera da alunna ho conosciuto persone prive di pazienza o incapaci di provare empatia, non sto parlando di diventare una specie di seconda madre per i miei alunni ma semplicemente di considerarli prima di tutto individui in fase di maturazione. Intendo quindi evitare atteggiamenti che possano ledere la loro autostima, compromettere la loro voglia di apprendere e di recarsi quotidianamente a scuola. E’ un aspetto al quale tengo molto anche se non so bene come definirlo, probabilmente “capacità di non danneggiare”.
    Quici Raffaella

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  72. Ciao a tutti!

    Questa seconda riflessione è molto significativa e coinvolgente.
    Premetto che, a mio parere, le caratteristiche che un insegnante dovrebbe possedere siano diverse e queste si muovono dalla dimensione professionale a quella affettiva. Forse, però, quella che merita un po’ più di riflessione e che io spero di poter curare maggiormente è la DIMENSIONE PRATICA DELLA CONOSCENZA.
    Mi spiego meglio: purtroppo nella scuola di oggi viene valutato spessissimo l’apprendere meccanico e sterile aggiungerei. Viene curata essenzialmente la dimensione teorica, l’alunno deve mostrare di aver imparato un numero medio-alto di concetti e nozioni, ma cosa gli resterà di tutto ciò? Cosa ricorderà davvero dopo? Ecco, io vorrei poter “calare” i miei allievi nella dimensione pratica della conoscenza perché solo di fronte a esperienze reali l’alunno è consapevole di ciò che davvero apprende. Sarebbe più semplice e piacevole studiare il concetto sui libri e poi in seguito applicarlo, sarebbe bello studiare la storia facendo visitare ai bambini quei posti così da far capire loro che tutto ciò che si è studiato precedentemente, non è solo una “storiella” ma qualcosa di reale che ha un senso anche se così lontano! Solo in questo modo la motivazione degli alunni cresce e, perché no, possono apprendere e divertirsi nello stesso momento.

    Giovanna Lisella.

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  73. Ri-salve,
    come già detto in precedenza la dimensione per me importante è la motivazione; vorrei quindi in questi anni di formazione cercare di approfondire e curare quanto più possibile questo aspetto.
    Vorrei nelle mie lezioni provare a dare visioni concrete della materia di apprendimento e insegnare ai miei alunni ad utilizzare le conoscenze apprese anche in contesti diversi dall'aula in modo tale che queste non restino solo nozioni fini a se stesse (cosa che si è verificata spesso almeno nella mia esperienza scolastica).
    Spero che andando avanti con gli anni e con gli studi possa concretizzare questi miei propositi.
    Veronica Bonelli

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  74. Di nuovo buonasera a tutti!
    Inizio dicendo che come futura insegnante mi piacerebbe mettermi in gioco su più fronti, sperimentare sempre cose nuove e quindi curare e migliorare diverse dimensioni e aspetti della professionalità del docente. (Viva l’innovazione! ) Probabilmente la mia passione per le lingue e le culture straniere mi porterà a curare l’aspetto interculturale in aula,provando a far capire ai miei alunni quanto è importante conoscere “l’altro” e il “diverso” per capire e riflettere su se stessi. Ciò su cui invece vorrei lavorare è la dimensione della mappa intesa sopratutto come strumento per avvicinarsi ad un apprendimento significativo e riflettere su quanto si è fatto in aula. Spesso,infatti,gli studenti si trovano ad avere un insieme di conoscenze ,di nozioni e informazioni che non sanno pero gestire e restano un po’ li “sospese in aria” senza collegamenti e gettate nel dimenticatoio perche magari c’è subito da affrontare un nuovo argomento. Ecco, con la mappa è possibile iniziare fin da subito a costruire una “rete” di conoscenze che i bambini potranno man mano utilizzare in diversi contesti o percorsi proposti dall’insegnante. La mia speranza è quella di costruire qualcosa di significativo, di lasciare nei miei alunni un “mattoncino solido” per il futuro sentendomi parte (almeno un pochino)di quello che un giorno diventeranno!:)
    Adryenne

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  75. Salve a tutti!
    Come futura insegnante mi piacerebbe curare con maggiore attenzione la caratteristica della creatività, infatti, come ho già detto in precedenza, la creatività permette di far fronte a diverse situazioni, di creare qualcosa di nuovo, che vada oltre la dimensione della quotidianità.
    Un insegnante creativo ha la possibilità di coinvolgere e motivare gli alunni attraverso numerosi strumenti, come il gioco.
    Infatti la dimensione ludica permette ai bambini di esplorare, manipolare e trascendere il dato reale e concreto, di trasformarlo e di creare qualcosa di nuovo.
    Inoltre, un insegnante creativo può presentare i contenuti di una disciplina in modo diverso proprio per facilitare i percorsi di apprendimento.
    Ad esempio un insegnante attento alla dimensione creativa può semplificare un testo orale o scritto relativamente complesso per gli alunni attraverso diverse tecniche, può avvalersi dell'uso delle immagini per favorire i processi di apprendimento, per supportare l'attenzione e la motivazione.

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  76. Salve a tutti!
    Come futura insegnante mi piacerebbe curare con maggiore attenzione la caratteristica della creatività, infatti, come ho già detto in precedenza, la creatività permette di far fronte a diverse situazioni, di creare qualcosa di nuovo, che vada oltre la dimensione della quotidianità.
    Un insegnante creativo ha la possibilità di coinvolgere e motivare gli alunni attraverso numerosi strumenti, come il gioco.
    Infatti la dimensione ludica permette ai bambini di esplorare, manipolare e trascendere il dato reale e concreto, di trasformarlo e di creare qualcosa di nuovo.
    Inoltre, un insegnante creativo può presentare i contenuti di una disciplina in modo diverso proprio per facilitare i percorsi di apprendimento.
    Ad esempio un insegnante attento alla dimensione creativa può semplificare un testo orale o scritto relativamente complesso per gli alunni attraverso diverse tecniche, può avvalersi dell'uso delle immagini per favorire i processi di apprendimento, per supportare l'attenzione e la motivazione.

    A.D.F.

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  77. Salve a tutti 
    Come futura insegnante sicuramente mi piacerebbe avere tutte le caratteristiche necessarie alla formazione dei miei studenti… Ma credo che la cosa che mi piacerebbe curare di più sia la creatività! Mi piacerebbe essere creativa per coinvolgere i bambini nelle lezioni, farli sentire attivi, partecipi e molto interessati alle lezioni. Una tecnica che farà loro apprezzare la scuola molto più di quanto l’abbia apprezzata io!!
    Ila

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  78. Di nuovo ciao a tutti!
    Come futura insegnante, oltre a possedere una buona preparazione culturale e didattica, mi piacerebbe porre l’attenzione sulla dimensione affettivo-relazionale. Contrariamente a quello che si crede, gli apprendimenti non passano attraverso meccanismi intellettuali freddi, bensì attraverso l’instaurarsi di legami emotivi tra insegnante e alunno che possono essere sia positivi che negativi. Pertanto, io vorrei essere in grado di saper gestire con professionalità tali dinamiche emotive ponendo l’attenzione non soltanto sui contenuti ,ma soprattutto sulle modalità di apprendimento. Nei confronti di un gurppo classe il mio obiettivo primario non sarà mai quello di eseguire semplicemente un compito, bensì creare un clima d’aula positivo che mira, inoltre, a favorire la motivazione degli alunni. Pertanto,nelle mie lezioni cercherò di porre attenzione sul dialogo e sull’ascolto di tutti gli alunni.
    C.T.

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  79. Nel percorso di formazione iniziato quest’anno, ho intenzione di curare, in particolar modo, l’esposizione dei contenuti. Infatti ritengo che, per diventare una buona maestra, non basti essere professionalmente preparata, ma occorre essere in grado di spiegare gli argomenti in maniera semplice e comprensibile. Sicuramente non è l’unica caratteristica importante per l’insegnamento, ma è quella a cui ho intenzione di dedicare particolare attenzione, in quanto è ciò che, per me, è più difficile da mettere in pratica. A tal proposito ricordo quando, al quinto anno di liceo, una professoressa, durante un’interrogazione, mi chiese di illustrare un argomento di fisica facendo finta di doverlo spiegare a un bambino. Da allora ho capito che una domanda apparentemente banale come quella implicava un ragionamento piuttosto complesso. Ma come si dovrebbe procedere per semplificare i contenuti? La mia idea è quella di utilizzare il supporto iconico, in particolare immagini statiche, poiché quelle dinamiche sono più difficilmente gestibili dal punto di vista didattico e dell’insegnamento, in quanto implicano il rischio che l’allievo distolga l’attenzione dalla spiegazione del docente. Oltre alle immagini intese come disegni e foto, utilizzerei mappe concettuali per schematizzare i contenuti dei libri di testo o delle mie spiegazioni, evidenziando, così, i concetti chiave e facilitando l’apprendimento di questi. Naturalmente, a tutto ciò dovrò affiancare una spiegazione semplice ma non banale, perfezionando il linguaggio in maniera tale da renderlo adatto alle capacità cognitive dei miei alunni e soprattutto flessibile in relazione alle differenze individuali.
    Daiana Panichella

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  80. Ciao a tutti!!!
    Un anno di studio è trascorso così com’è trascorso il mio quinto anno di lavoro nella Sezione Primavera. Ho cercato di unire le due esperienze cercando di far tesoro delle cose studiate in questo anno. Mi rendo sempre più conto che fare l’insegnante è davvero una cosa difficile e che sicuramente l’insegnante perfetto non esiste ma questo non esclude il fatto che possa diventare, un giorno, una buona insegnante per i miei alunni. Quello dell’insegnamento non è solo un semplice mestiere ma è una vera e propria missione, non è solo una spiegazione di concetti contenuti nei libri. La fascia d’età dei miei futuri bambini va dai 3 ai 10 anni, parliamo di bambini molto piccoli ed è proprio per questo che non hanno bisogno solo di un semplice espositore di argomenti, ma di una persona che sia per loro un sostegno durante il percorso di apprendimento. Questo è proprio l’aspetto che vorrei curare di più. Mi piacerebbe insegnare imparando con loro e da loro in un percorso vissuto a pieno con l’intera classe. Esporre degli argomenti è troppo riduttivo è tutto il resto che è più difficile: considerare il clima di classe, il feedback e soprattutto, in caso di necessità, tornare indietro per chi ne ha più bisogno regolando nuovamente il processo didattico. Questa caratteristica, non solo lavorativa ma soprattutto caratteriale dovrebbe essere tenuta sotto controllo da tutti gli insegnanti che spesso si presentano come i protagonisti della lezione, senza pensare che rappresentano degli strumenti, dei tramiti tra le conoscenze e gli alunni. Quella in cui si trova l’insegnante è una posizione molto delicata ed è per questo che oltre ad una valutazione degli alunni, si deve costantemente attivare l’autovalutazione per poter svolgere al meglio il ruolo di scaffolding che sostiene gli studenti e che li aiuta man mano a diventare autonomi.
    Mirto Erica

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  81. Eccoci di nuovo...come futura insegnante mi piacerebbe curare,ma più curare far fuoriuscire da ogni mio allievo quella vena ludica, divertente che ognuno nel profondo ha e non viene tirata fuori a volte un po' per timidezza, un po' per pigrizia...penso sia bello,mi piace pensare che i ragazzi a scuola si divertano! Penso che da insegnante mi farebbe star bene! M.G.

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