martedì 7 settembre 2010

Per A. M.- Google Literature Trip

Cara A. M.,
sempre ripensando alla sua tesi, una delle più comuni critiche formulate nei confronti dei videogiochi consiste nel sostenere che implicano un distacco dalla realtà e dalla corporeità. Sicuramente anche a lei sarà capitato di sentire che lo stare troppo davanti al video può essere collegato a difficoltà nell’instaurare relazioni: videogiocare implicherebbe un dannoso permanere in contesti virtuali intesi nel senso deteriore di ambienti fittizi ed in definitiva falsi, la cui frequentazione comporterebbe forme di disadattamento alla realtà. Un discorso simile potrebbe essere formulato facendo riferimento alla corporeità che, ridotta al più ad un simulacro digitale, non avrebbe più nulla a che spartire con quel sano esercizio fisico che ha caratterizzato il gioco in strada di tante generazioni passate.
Può quindi essere interessante andare ad esaminare quelle forme di videogioco in cui realtà e virtualità si incontrano. A parte alcune osservazioni sulla nintendo wii, che può immaginare, le segnalo http://www.googlelittrips.org/ . La caccia al tesoro è un gioco troppo noto per essere spiegato: ciò che è interessante è una sua ripresa in chiave digitale. Max Giovagnoli, in un interessante testo che le consiglio di consultare (Max Giovagnoli, Cross-media. Le nuove narrazioni, Apogeo, Milano 2009) presenta all’interno delle nuove forme di narrazione le urban quest (p. 183 e seguenti). Google literature trip è una versione educational di urban quest che permette di mettere insieme letteratura, geografia e gioco anche per fasce di età molto basse. Sarebbe interessante visionare gli esempi presentati e sperimentarne l’uso: potrebbe venirne fuori un bel capitolo… ci pensi!

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