Viste le richieste apro l'attività anche ad un secondo gruppo di registrati. La vostra richiesta mi fa molto piacere, ma per doverosa correttezza, segnalo ancora, come detto a voce, che non avrò modo di leggere le vostre scritture in tempo utile per la conclusione del corso e che quindi non potrò valorizzarle in modo adeguato. Mi dispiace.
Ripropongo, quest’anno solo per coloro che si sono registrati, l'attività tradizionale di questo corso: vi invito, come detto a lezione, a narrare di uno dei tanti insegnanti che avete conosciuto.
Nella vostra storia di studenti avete avuto modo di incontrare e lavorare con una molteplicità di maestre/i, professoresse e professori. Sono personalmente convinto, ma potrei argomentarlo, che avete elaborato a partire dalle vostre esperienze, in modo più o meno consapevole, una visione dell'insegnamento e che tale visione sia, come criterio guida per la vostra futura professione, molto più efficace ed incisiva di certe forme di conoscenza delle teorie/metodologie didattiche. Allora vi invito a raccontare, ripensando alle vostre esperienze di studenti, di quell'insegnante (non importa se l'incontro è avvenuto alle elementari o alle superiori) di cui conservate ancora oggi un ricordo positivo. Perché, tra i tanti conosciuti, ricordate proprio lui? Come insegnava? Certo si può apprendere, e talvolta in maniera decisamente incisiva, anche da esperienze negative, ma se possibile, vi invito ad essere positivi.
Un ultimo suggerimento: se riuscite a pubblicare entro il 7 dicembre vi sarei grato.
Buona scrittura!
Ricordo che l'attività di questo post è destinata solo al SECONDO GRUPPO di registrati il 30 novembre.
prova
RispondiEliminaDurante il mio percorso scolastico, uno dei ricordi più positivi è legato alla maestra di storia delle elementari. La sua straordinaria abilità nel rendere la storia intrigante e attuale trasformava ogni lezione in un avvincente viaggio nel tempo.
RispondiEliminaUtilizzava aneddoti vivaci, intrecciando gli eventi storici con la nostra realtà quotidiana, creando un ponte tangibile tra passato e presente.
La Maestra non si limitava a dispensare informazioni, ma coinvolgeva attivamente la classe, stimolando il dibattito e nutrendo la nostra capacità critica.
Questo approccio ha contribuito a coltivare il rispetto per le diverse opinioni, aprendo le porte a una comprensione più profonda della storia.
Ciò che rendeva le sue lezioni memorabili era il modo in cui trasmetteva la passione per la storia.
Non si limitava a insegnare fatti e date, ma ci invitava a esplorare il passato con la curiosità degli esploratori. Utilizzava mappe dettagliate, oggetti d'epoca autentici e racconti vividi per rendere ogni argomento accessibile e coinvolgente.
Inoltre, la sua dedizione si manifestava attraverso progetti creativi che andavano oltre il curriculum standard.
Ad esempio, organizzava la realizzazione di scenografie per rappresentare momenti storici, trasformando la classe in un ambiente di apprendimento vivace e interattivo.
Il legame autentico che la Maestra stabiliva con la materia e con gli studenti ha lasciato un'impronta duratura nella mia passione per la storia.
Oltre a fornirci conoscenze approfondite, ha coltivato un amore per l'apprendimento e ha plasmato la mia prospettiva sul mondo.
Grazie a lei, la storia non era semplicemente una materia scolastica, ma un entusiasmante e coinvolgente viaggio emozionale nel tempo.
Dopo tredici anni di scuola, posso dire che l’unica, che mi ha davvero trasmesso la passione per la disciplina da lei insegnata, è la professoressa di scienze umane. Mi ha colpita, sin dal primo anno delle scuole superiori, la metodologia didattica che adottava nel nostro sistema classe: motivava all’ascolto delle sue lezioni, anche quelle più complesse, portando materiale inerente alle conoscenze che avremmo dovuto acquisire, proponendo lavori di gruppo, suggerendo, a coloro che trovavano difficoltà, metodi di studio efficaci. Inoltre rendeva disponibile l’utilizzo dei libri facenti parte della sua biblioteca personale e, nell’ultimo anno di scuole superiori, dedicava un’ora delle sue lezioni alla lettura dei giornali facendoci, dunque, analizzare ogni aspetto concernente la società attuale.
RispondiEliminaGrazie a lei ho compreso l’importanza di mostrare l’amore per il proprio lavoro, in altre parole il desiderio di entrare in classe e poter svolgere un’altra lezione diversa dalla precedente e con nuove possibili variabili. Da altri professori delle scuole medie, ma soprattutto dalla professoressa di cui ho appena parlato, sono stata motivata alla scelta di questo corso di studi poiché è grazie al loro esempio che cercherò di muovere i primi passi nella futura carriera di insegnante.
Nel corso della mia carriera scolastica ho avuto occasione di conoscere tantissimi insegnanti, ma quella che mi é rimasta più impressa è sicuramente la maestra Nella. Era una delle maestre più anziane ma nonostante ciò si mostrava sempre dolce e paziente. Lei era la nostra insegnante di italiano e per aiutarci ad affrontare la timidezza ci faceva portare a scuola i nostri giocattoli preferiti.
RispondiEliminaCi portava in una classe vuota e allestiva un vero e proprio palco tutto per noi, con luci e cinepresa in modo che ci sentissimo davvero protagonisti del nostro spettacolo. E quindi luci,ciak e si va in scena!!
Ci annunciava come se fossimo dei veri e propri attori e uno per volta salivamo a presentare i nostri giocattoli. Ci sentivamo liberi di poter descrivere non solo l'estetica del gioco ma anche tutto ciò che quell'oggetto significava per noi. Oltre che farci divertire, ci insegnava ad avere una maggiore padronanza della lingua italiana e soprattutto ad avere fiducia in noi stessi.
La maestra Nella ci dava la possibilità di esprimerci in maniera totalmente libera, ci aiutava a gestire le nostre emozioni e ci ripeteva sempre che se avessimo avuto fiducia in noi stessi non avremmo mai avuto paura di nulla.
Ciò che mi colpiva era il suo modo di insegnare attraverso metodologie di gioco ma allo stesso tempo formative, immedesimandosi in ognuno di noi con un amore immenso. Ricordo un episodio in cui dovevamo fare un'attività di laboratorio, io ero molto svogliata ma lei si avvicinó con estrema dolcezza, mi toccó il viso e disse: "Fru fru perché non vuoi leggere?" Fu proprio in quell'occasione che capii l'amore viscerale che aveva nei confronti del suo lavoro. É uno dei ricordi che non dimenticheró mai. Ho voluto intraprendere questo percorso di studi perché un giorno vorrei rappresentare per qualcuno la colonna portante che lei ha rappresentato per me.
Ciuffreda Rosa
Matricola 179447
Durante le scuole elementari,la maestra di Italiano è stata una presenza chiave nella mia crescita educativa.
RispondiEliminaCon la sua pazienza e il suo entusiasmo,ha reso l’apprendimento della lingua italiana un viaggio emozionante.Le sue lezioni erano intrise di creatività,con attività coinvolgenti che rendevano la grammatica e la lettura divertenti.Ricordo le letture collettive in classe,dove la maestra ci trasportava in mondi fantastici attraverso storie italiane stimolanti.Inoltre,incoraggiava la scrittura creativa,permettendoci di esprimere liberamente la nostra immaginazione.La sua dedizione era evidente non solo nelle ore di lezione,ma anche nel suo impegno a comprendere le esigenze individuali degli studenti. Durante quegli anni,la maestra di Italiano è stata più di un’insegnante;è stata una guida che ha coltivato la nostra passione per la lingua e la cultura italiane,crescendo le basi un apprezzamento duraturo nel corso degli anni.
Ho avuto la fortuna di aver incontrato due docenti che mi hanno colpito e alle quali continuo a pensare. La prima è stata la mia maestra di italiano durante i cinque anni della scuola primaria e la seconda è stata la mia professoressa di italiano e latino al liceo.
RispondiEliminaIn questa occasione parlerò della mia maestra, che ha segnato in maniera positiva il mio ingresso nel mondo scolastico, incidendo decisivamente sul mio percorso, che molto probabilmente senza di lei non sarebbe stato lo stesso.
La maestra aveva introdotto il metodo di “La scuola senza zaino” di Orsini, che solo ora, attraverso le lezioni di pedagogia, posso comprendere e apprezzare in toto. Da piccola non avevo consapevolezza del metodo usato dalla maestra, ma deve comunque aver sortito un ottimo risultato dal momento che non temevo la scuola, anzi ci andavo volentieri, non vivevo con paura le verifiche e anche con i compagni meno piacevoli convivevo cordialmente. Il merito di questa serenità era senza dubbio dovuto a lei: anche gli altri docenti aderivano al progetto “senza zaino” ma lei era l’unica che applicava con costanza. Infatti le mie ore preferite della settimana erano quelle in cui c’era lei, quindi probabilmente avevo raggiunto la consapevolezza “inconsapevole” che fosse lei, più delle altre maestre che tendevano ad essere tradizionali, a seguire questa metodologia e a crederci.
La ricordo dolce, sempre pacata e disponibile, sentivo che lei credeva in noi, le sue lezioni erano variegate e introduceva qui e là delle attività nuove. Una volta fece venire un fumettista e l’intera classe sotto la sua guida realizzò una versione in fumetto di un libro che stavamo leggendo.
A proposito di libri, ha infuso in me anche la passione della lettura: ogni settimana ritagliava degli spazi per leggerci i libri di Dhal,Rodari e Pizzorno. Noi ci disponevamo intorno a lei in cerchio e in seguito ci faceva fare un esercizio di preparazione di ipotetiche domanda da rivolgere o all’autore o ai personaggi. Altre volte ci ha proposto di mimare il capitolo letto. Ricordo di averle regalato un libro, che le avevo sentite dire che avevo perduto a scuola durante queste attività, “La piccola fiammiferaia”.
Quello che più mi è rimasto impresso e che più mi faceva sentire al sicuro e serena, era l’importanza che dava al nostro stato d’animo, di ognuno di noi. Ogni mattina ogni alunno esprimeva il proprio stato d’animo del giorno con la “coccarda dell’emozioni” e ne parlavamo con lei in gruppo.
Viola Vaccaro 178768
Sin dalla scuola primaria, la mia carriera scolastica ha caratterizzato il mio modo di essere e di pensare. Non sempre si ha la fortuna di incontrare docenti che rimangono nel cuore, per questo io mi ritengo fortunata ad averne avuto la possibilità. Potrei parlare di molti insegnanti conosciuti durante gli anni scolastici a cui riservo un posto speciale dentro di me, ma in particolare vorrei citare le mie due maestre della scuola elementare: Maria e Teresita. Grazie a loro ho imparato tanto, poiché non solo sono riuscita ad apprendere le basi del mio studio, ma a livello umano mi hanno sempre insegnato a guardare oltre, aprire gli occhi verso il mondo circostante. Il loro metodo di insegnamento è riuscito a trasmettermi passione in tutte le discipline, in ogni lavoro. In quegli anni inoltre abbiamo fatto tanti progetti, soprattutto interculturali. Questi hanno fatto si che riuscissimo ad avere sempre più materiale sotto le nostre mani, così da poter avere un’ ampia prospettiva. Non solo, anche a livello ambientale, sportivo, alimentare mi hanno offerto ogni tipo di conoscenza già a quell’età ed è per questo che le ricorderò sempre perché è anche grazie a loro se oggi sono ciò che sono, e infine ma non per meno importante, sarà anche grazie a loro se un giorno diventerò una buona insegnante.
RispondiEliminaZoe La Verghetta
Matricola:178677
Nel corso della mia carriera scolastica la docente che mi è rimasta più impressa è stata la professoressa di scienze umane. Negli ultimi anni delle scuole superiori è stata un punto di riferimento sempre presente per tutta la classe, dava consigli preziosissimi che non erano legati solo all’ambito scolastico e alla sua disciplina. Di lei ricordo l’amore per ciò che insegnava e il modo in cui lo trasmetteva a noi studenti, soffermandosi dove c’erano difficoltà e non lasciando nessuno indietro in quanto per lei eravamo TUTTI studenti intelligentissimi e capaci di fare qualsiasi cosa attraverso l’impegno e la dedizione. Durante le sue ore dedicava ampio spazio a dibattiti su temi di attualità fondamentali per lo studio della sociologia e antropologia, rendendo le sue lezioni interessanti, attive e mai noiose. Con lei si era instaurato un rapporto che definirei quasi “ indissolubile” , tant’è vero che quando la sua mamma passò a miglior vita, le siamo stati accanto proprio come se fosse “ una di noi “. Ci sono moltissime altre cose che potrei scrivere su di lei, ma penso che questo basti per capire la sua professionalità insieme all’amore verso il suo lavoro e verso noi studenti.
RispondiEliminaMartina Gualtieri 177705
Nella mia vita da studentessa, ho incontrato tanti insegnati, ma l’unica che ho ancora nel cuore è la professoressa di Lettere, che reputo come insegnante ideale. Ricordo che ti faceva andare a scuola volentieri, non costantemente terrorizzato, dall’interrogazione o dal brutto voto, era molto comprensiva, ed era capace di intuire quando eri in difficoltà. Era una delle poche che investiva davvero in noi, ricordo che riusciva a spiegare temi in modo da poter arrivare e coinvolgere tutti. Con noi aveva un bellissimo rapporto, ci conosceva molto bene, cercava di potenziare i nostri pregi e cercava di aiutarci a superare i nostri punti deboli. Era in grado di farsi rispettare e di tenerci testa nonostante l'ironia e l'allegria che caratterizzavano le sue lezioni. Mi ha fatto comprendere come la letteratura fosse qualcosa di unico e me l’ha fatta amare profondamente, per questo motivo sono qui oggi. Credeva veramente in ciò che faceva e per me oggi è chiaro che amava il proprio lavoro, ma la cosa più importante è che credesse in noi, credeva in me. Lo sentivo. Credeva in me anche quando io non ero capace di farlo. Mi ha dato forza e sicurezza quando non ne avevo. Per questo, vorrei ringraziarla per tutto quello che ha fatto per noi in cinque anni e non la dimenticherò mai, sicuramente sarà il mio punto di riferimento quando tornerò tra i piccoli banchi.
RispondiEliminaD’Amico Giovanna
Matricola: 169553
Quando avevo dodici anni, arrivai in Italia senza sapere la lingua e trovai una realtà totalmente diversa da quella a cui ero abituata. Prima abitavo in una grande città della Spagna e nel giro di pochi mesi mi ritrovai in un piccolo paese del nord Italia.
RispondiEliminaNel mio primo anno di scuola in Italia ho conosciuto un professore di Italiano che mi ha particolarmente colpito perché lui, a differenza di altri, non mi trattava come una persona diversa. “Diversa” perché non sapevo ancora la lingua. Mi includeva e mi faceva partecipare alle attività come tutti gli altri. Anzi, quando dettava dei testi, che noi alunni dovevamo trascrivere, mi diceva di non preoccuparmi, di scrivere quello che capivo e di non badare agli errori ortografici, perché a pochi minuti della fine della lezione mi avrebbe aiutato correggerli, così da imparare piano piano a non ripeterli.
Un’altra cosa che mi ha colpito di lui è che proponeva agli alunni di fare un dopo scuola nel parco di fronte all’edificio all’aria aperta. Erano poche ore ma efficienti, concentrate sull’ ortografia, tempi verbali e lessico.
Ed è stato così che dopo due mesi iniziai a capire alla perfezione, gli errori ortografici erano di gran lunga diminuiti e da quel momento ho inviato a vivere la scuola e la socialità in modo diverso e fu per me un nuovo inizio.
Durante il mio percorso scolastico ho avuto la fortuna di confrontarmi con diversi professori, ma una particolarmente mi è rimasta a cuore, la professoressa di filosofia. Tutti siamo consapevoli della complessità, del pensiero profondo quale è la filosofia, eppure la mia professoressa l'ha resa così semplice da spronare ognuno e in primis me a studiare con interesse ogni autore dal più noto al meno conosciuto.
RispondiEliminaInvitava a ricercare l'armonia e la gioia di vivere, ad apprezzare e a custodire ogni tassello delle nostre esperienze perché è questo il nome che diamo ai nostri errori che ci insegnano a rialzarci.
Amava "metterci la verità in faccia* perché riteneva che solo in questo modo potessimo prendere coscienza della realtà e del mondo crudele in cui viviamo. Ha arricchito la mia vita poiché non mi ha «insegnato» ma accompagnato con lei a godere di quello che avevamo intorno e a capirne il senso.
Valeria Pia Gentilcore
Matricola:178988
La mia maestra
RispondiEliminaDurante il mio percorso scolastico ho avuto modo di entrare a contatto con svariati tipi di docenti e ,di conseguenza, con una moltitudine di metodi di insegnamento.
In tutti i miei gradi di istruzione ho avuto la fortuna di avere insegnanti che con il tempo sono stati un pilastro per la mia crescita, a partire dalla scuola dell’infanzia fino ad arrivare al liceo. Probabilmente i più significativi sono stati gli anni della scuola elementare, che mi hanno dato le basi sulle quali fondare il mio carattere, e quelli del liceo, che mi hanno dato modo di riflettere sulla mia persona e di limare gli angoli estremamente spigolosi del mio modo di fare. In particolare mi piace sempre ricordare la mia maestra Maria, della scuola elementare, una donna sempre molto presente nei miei confronti e grazie alla quale oggi sono qui a frequentare questo corso di laurea. Questa maestra si è sempre contraddistinta per il suo modo dolce di fare e di insegnare la materia; a distanza di anni ricordo bene le sue lezioni che non escludevano nessuno, sempre attuali e comprensibili anche per bambini di sette anni. Il suo modo di coinvolgerci, la sua empatia e la sua bontà d’animo erano caratteristiche che andavano oltre l’insegnamento scolastico e che generavano rispetto e fiducia reciproca tra educatore ed educando. È stato proprio questa vicinanza che mi ha sempre affascinata e con gli anni mi ha indotta a seguire le sue orme. Ho sempre pensato che da grande mi sarebbe piaciuto diventare proprio come lei, una persona che, nonostante debba in qualche modo trasmettere le competenze di base, riesca a incantare con tanta semplicità il proprio modo di essere, lasciando nei propri allievi un’impronta impossibile da rimuovere. Non voglio portare tutti i miei futuri allievi ad essere docenti, mi basta che loro apprendano quanto sia semplice e bello essere presenti per gli altri e quanto questo possa fare la differenza, per il proprio ambiente ristretto e per la società in cui saranno catapultati. Ancora oggi ringrazio di cuore la mio dolce maestra, col sennò di poi mi rendo conto che sia stata davvero una mano dal cielo, senza lei probabilmente non so chi sarei oggi.
Manuela Cavuoto
Matricola: 178693
“Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi: infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non “adattatevi”, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa: voi non siete il futuro, siete il presente.”
RispondiEliminaQuesto estratto della lettera del prof. Pietro Carmina, mi porta alla mente una delle poche insegnanti che mi ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore: la professoressa di italiano delle superiori.
Di lei potrei dire tantissime cose, in quanto è l’insegnante che mi ha lasciato importanti insegnamenti di vita e più mi ha trasmesso la passione per l’insegnamento.
Con lei ogni alunno aveva un rapporto speciale perché era in grado di capire le sue difficoltà, preoccupazioni, ansie e paure.
Mi ha colpito di lei la sua umanità e il suo modo di insegnare attraverso metodologie che coinvolgevano, spronavano e incuriosivano tutti. La professoressa durante le lezioni ci offriva molte nozioni che riguardavano sia l’apprendimento della lingua italiana, ma anche, l’apprendimento di concetti fondamentali per il nostro percorso di vita. Era sempre pronta a darci consigli su tutto ciò che le raccontavamo, proprio come una mamma fa coni suoi figli.
Ricordo che durante il quarto anno, ci portò in classe un libro intitolato: “In fondo basta una parola”, da quel giorno prima della lezione, iniziammo a leggere il significato di 50 parole, ognuna letta da un alunno diverso. Inizialmente non capimmo perché ogni giorno dovevamo leggere il significato di una parola, a oggi sono consapevole e riconoscente del significato del suo gesto di far leggere ad ognuno una parola e farci comprendere il significato, la professoressa voleva fare diventare ognuna delle 50 parole parte del nostro bagaglio culturale e di vita, per farle nostre e trasmettere il loro significato a chi purtroppo è in difficoltà e il significato di tali parole non può farlo suo e trasmetterlo.
Inoltre con la lettura del libro di Saverio Tommasi, voleva lasciarci uno dei suoi molteplici insegnamenti che tutt’ora mi porto dietro: essere liberi di fare ciò che più desideriamo e trasmetterlo al prossimo.
Se attualmente sono iscritta al corso di scienze della formazione primaria è perché anch’io un giorno vorrei essere un insegnante che, nonostante le difficoltà, sprona e appassiona i suoi alunni non solo alla scuola ma anche alla vita.
Irene Lionetti
Matricola: 178689
La mia maestra
RispondiEliminaDurante il mio percorso scolastico ho incontrato diversi insegnanti che hanno segnato le diverse tappe della mia vita. A partire dalla mia prima insegnante, mia zia, che mi ha trasmesso l’amore per questa professione. Lei nonostante i tanti anni di’insegnamento non ha mai smesso di amare tutti i suoi piccoli allievi e ha sempre affrontato ogni giorno di lavoro con la stessa allegria del primo momento .
Anche la mia maestra di scuola primaria è stata per me un importante esempio. Lei è la mia maestra di vita e colei che mi ha spronato ad intraprendere questo percorso universitario.
E anche nell’ultimo ciclo di scuola superiore posso dire di aver avuto diversi insegnanti che mi hanno trasmesso l’amore per la professione. In particolare la mia professoressa di matematica e fisica che non si limitava a trasmettere nozioni, ma il suo vero obiettivo era quello di sviluppare la personalità di ciascuno di noi, cogliendo le caratteristiche che ci diversificavano e facendo sentire ogni componente della classe unico. Lei più di tutte sarà l’esempio che seguirò in un prossimo futuro svolgendo il lavoro al quale aspiro.
Sara Lodeserto
178694
Il mio percorso scolastico, durato ben 16 anni, è stato ricco di svariate esperienze e innumerevoli conoscenze. Persone che sono entrate a far parte della mia vita, amici che ancora oggi ritrovo e maestri/professori che hanno arricchito il mio bagaglio culturale, facendomi oggi prendere consapevolezza degli obiettivi che voglio raggiungere con costanza e dedizione. Quello scolastico è stato un percorso intenso, dalla prima elementare ho frequentato la piccola scuola situata nel mio paesino di campagna, piccola sì ma molto confortevole; la mia classe era formata da 7 bambini e per tale motivo ne eravamo accorpati ad altri, formando così una pluriclasse fino alla fine del mio percorso di scuola primaria. Una sfida non semplice, non solo per noi studenti ma anche e soprattutto per i nostri insegnanti. Probabilmente per tale motivo nel corso degli anni sono cresciuta in una “zona di comfort” diversa da quella degli altri allievi, e con una consapevolezza e visione di scuola altrettanto diversa. È proprio degli anni di scuola primaria che ricordo con affetto e piacere la mia maestra di italiano, Maria, un po’ insegnante,un po’ mamma. Non è facile gestire una pluriclasse, eppure sia con la mia che con le precedenti generazioni ha sempre svolto un lavoro impeccabile. Era umana, premurosa verso tutti gli studenti, ci ascoltava e aiutava nel percorso umano oltre che scolastico, ma anche diligente e giusta nel suo lavoro. Organizzava spesso lezioni alternative per l’apprendimento di vari argomenti, ricordo ancora le sue famose gare sui verbi, le quali puntualmente ottenevano ottimi riscontri. La mia era una piccola realtà, ma lei e altre insegnanti che ricordo con piacere, hanno accolto questa sfida e lottato fino all’ultimo affinché anche quella che era una piccola realtà potesse un giorno diventare grande e consolidata. Amava il suo lavoro, e questo traspariva da ogni piccolo insegnamento che ci impartiva, dai suoi modi di fare, dal suo essere giusta, dal suo sorriso e dalla sua infinita bontà. Sicuramente non è stato facile crescere in una pluriclasse, oggi però è anche grazie alla maestra Maria che ricordo con piacere tutti i bei momenti trascorsi nella mia amata scuola, e la ringrazio perché il suo ricordo mi ha permesso di prendere consapevolezza di voler essere un giorno per i miei futuri bambini, ciò che lei è stata per me nel mio percorso di scuola primaria.
RispondiEliminaBeatrice Pasquarella
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