lunedì 26 ottobre 2015

Didattica generale

Didattica generale

slides

[aggiornato al novembre 2016]

Modulo 00
Parte prima. Il contesto economico e sociale
https://www.slideshare.net/secret/7IxMkUQluplX3f

Parte seconda. Il contesto culturale
https://www.slideshare.net/secret/9K6HbK1kqMUqVS

Parte terza. Il cambiamento generazionale


Modulo 01

Parte prima. Definizioni
https://www.slideshare.net/secret/2HlzgxUR2oM6ZD

Parte seconda. Ricerca
https://www.slideshare.net/secret/4UTxJuuiyyLbHz

Modulo 02

Parte prima. Le didattiche
https://www.slideshare.net/secret/sULBSqO2XIndO2

Parte seconda. Teorie dell'apprendimento e didattica
https://www.slideshare.net/secret/GfJqIj7Cgulamu

Modulo 03

Le parole della didattica
https://www.slideshare.net/secret/wV7Fn0ZdxFjXtk

13 commenti:

  1. Salve professore, può pubblicare anche il resto delle slide?

    Grazie in anticipo
    Laura Martinelli

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Buonasera professore.
    Sto cercando la mappa mentale/concettuale..
    Riuscirebbe gentilmente a pubblicarla?
    La ringrazio, Giovanna Cocozza

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  4. Il percorso scolastico dovrebbe essere bello, stimolante, ricco in modo da consentire un maggiore sviluppo della curiosità, delle proprie potenzialità e presa di coscienza dei propri punti deboli.
    La guida della maestra/insegnante è fondamentale in quanto è l’unica figura di riferimento.
    Dovrebbe avere tutte le conoscenze e competenze tali per poter meglio ‘’aiutare’’ l’alunno/i.
    Indubbiamente il percorso nella scuola primaria di primo grado è stato il più emozionante per me.
    La scoperta della varie discipline mi ha permesso di conoscermi meglio e sperimentare le mie potenzialità.
    La maestra che ricordo con maggiore affetto insegnava lingua inglese.
    Dolce, sorridente e materna da un lato, severa e rigida al punto giusto dall’altro.
    Ricordo che, essendo contraria alle classiche disposizioni dei banchi in aula, ogni qualvolta arrivava ci disponeva a ferro di cavallo e noi eravamo felicissimi, comprendendone ora la motivazione.
    I lavori di gruppo erano la sua specialità. Ogni lezione riusciva a farci ad appassionare ai lavori da fare e le nozioni di base da acquisire le ricordo ancora ora.
    Purtroppo il tempo trascorso con lei fu davvero poco ma nonostante tutto ha lasciato tanto.
    Mi auguro di riuscire a trasmettere tanto quanto lei in futuro e perfezionare il suo metodo ancor di più.

    Paola Bellocchio

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  5. Tra i tanti insegnanti che ho avuto modo di conoscere e incontrare durante il mio percorso scolastico ricordo in particolare l'esperienza positiva vissuta con la professoressa di scienze delle scuole medie.
    Le spiegazioni della materia non avvenivano in aula bensì in laboratorio in modo tale da alternare teoria e pratica svolgendo degli esperimenti. Qui, la professoressa, disponendo di un ambiente spazioso, posizionava i banchi a isola per permetterci di lavorare in gruppo. In questo modo potevamo conoscere i punti di vista dei nostri compagni (differenti o concordi ai nostri) e imparare a rispettarli favorendo così la collaborazione e la socializzazione.
    Potevamo inoltre utilizzare autonomamente , in un ambiente ricco di stimoli e risorse, gli strumenti scientifici necessari per condurre gli esperimenti dimostrando di conoscerli e saperli utilizzare, ovviamente tutto ciò avveniva sempre sotto il controllo, la guida e, qualora ce ne fosse stato bisogno, l'aiuto dell'insegnante.
    All'esperimento seguiva poi la stesura di una relazione finale che tutti eravamo tenuti a leggere ad alta voce, singolarmente o in gruppo, senza però nessuna valutazione.
    Per quanto riguarda la valutazione vera e propria invece, essa consisteva in schede di verifica di conoscenze e abilità formate da domande a risposta aperta e multipla, vero o falso, completamenti, corrispondenze e problemi da risolvere.
    La professoressa era molto disponibile, veniva incontro ai nostri bisogni, ci aiutava a superare le difficoltà e ci lodava ogni qualvolta svolgevamo un buon lavoro.
    La lezione non si limitava ad essere frontale, ma era supportata da molteplici strumenti che contribuivano a renderla interessante e piacevole.
    Scienze era diventata la mia materia preferita, mi piaceva studiarla, era per me facile apprendere tutti i concetti, forse proprio perché mi ero appassionata e credo che il merito sia stato anche della mia insegnante che è riuscita a trasmettere il suo amore verso ciò che spiegava e verso il suo lavoro!
    È proprio il caso di dirlo: “la dimensione emotiva è il motore della dimensione cognitiva”.

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  6. Ognuno di noi, appena nato ha una guida, un punto di riferimento. Un faro che aiuta a soddisfare i bisogni primari, a camminare, a crescere. Nelle varie tappe della vita, diverse sono le guide che ci aiutano a maturare. Così la maestra diventa un punto di riferimento fondamentale per il bambino: aiuta a far crescere la curiosità, a scoprire il mondo che ci circonda, a sviluppare le doti, ad acquisire sicurezza, a far diventare le debolezze un punto di forza.
    Negli anni della scuola, diverse sono state le maestre e le professoresse che ho incontrato. Vivendo in un paese piccolo, dalla seconda elementare fino alla terza media, sono stata in una pluriclasse.
    L’apprendimento, all’interno di questo tipo di organizzazione, non è del tutto facile, soprattutto per l’insegnante che si trova a gestire anche tre classi insieme.
    Ho sempre ammirato la pazienza di alcuni miei insegnanti, ma chi mi è rimasta nel cuore è la professoressa di francese della terza media. Aveva appena compiuto 26 anni,era la sua prima esperienza, ma è riuscita a gestire tre classi contemporaneamente nel migliore dei modi, permettendoci di arrivare all’esame con una forte preparazione. Mi ha sempre colpito la capacità che aveva di farci sentire a nostro agio, sdrammatizzando gli argomenti più noiosi e appassionandoci a quelli che ritenevamo più interessanti. Affrontavamo l’ora di francese con allegria e spensieratezza, anche se pretendeva da noi il massimo, essendo severa al momento e nel modo giusto. È stata una guida molto importante per me, soprattutto in quell’anno, l’anno della prima decisione importante per il mio percorso scolastico: la scelta dell’indirizzo superiore. Grazie al suo modo di insegnare, al suo modo di coinvolgere e appassionare i suoi alunni alla sua materia, che ho deciso di iscrivermi al liceo linguistico. La ricordo sempre con grande affetto e, quando penso al mio futuro da insegnante, spero di poter trasmettere ai miei alunni la stessa passione e sicurezza, lasciando un’impronta che ricorderanno per sempre.
    Noemi Amore

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    1. Noemi, concordo con te. Non è stato sicuramente facile per lei gestire una pluriclasse, essendo soprattutto 'alle prime armi'. E' da ammirare la capacità con cui è riuscita a gestire il difficile contesto in cui si trovava . Non solo è riuscita a trasmettere contenuti, ma a divertire, a coinvolgere e appassionare ogni singolo alunno.
      Giulia Mennella

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  7. La scuola ricopre un ruolo fondamentale nella nostra vita; già in tenera età, noi cominciamo ad approcciarci a questo mondo e ognuno di noi vive un’esperienza personale diversa, soprattutto in base agli insegnanti e al metodo che questi decidono di utilizzare. Per quanto riguarda la mia di esperienza, sono entrata in contatto con gli aspetti sia positivi e sia negativi di quest’ambito. Infatti, un’impronta indelebile molto positiva mi è stata lasciata dalla frequentazione della scuola dell’infanzia e della scuola elementare: in quel periodo credo di aver vissuto gli anni più tranquilli della mia vita, soprattutto perché i miei insegnanti erano davvero meravigliosi, mi facevano amare la scuola, mi aiutavano a superare le difficoltà, qualora ne avessi e soprattutto mi venivano trasmesse solamente emozioni positive. Purtroppo, non posso dire la stessa cosa per quanto riguarda la scuola secondaria di secondo grado. In particolare, c’erano due professori che, per tutti e cinque gli anni, hanno sempre cercato di sottovalutarmi, sia come studentessa e, cosa secondo me ancora più grave, mi hanno sottovalutata come persona. Questa cosa mi ha al quanto segnata, infatti incutermi queste emozioni negative mi ha portata ad avere momenti di debolezza importanti, ma alla fine sono riuscita a superare tutto questo grazie all’aiuto di persone e insegnanti positivi che davvero sono in grado di capire che ruolo importante sia quello dell’insegnante nella vita degli studenti. Io spero di poter imparare dalle mie esperienze, dagli insegnanti che ho conosciuto, quelli positivi ma soprattutto quelli negativi, così da poter evitare di incutere emozioni negative ai miei futuri alunni, qualora diventerò insegnante. Alessandra Maglieri

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    1. Concordo con te Alessandra. Per questo ritengo fondamentale riuscire ad interagire con gli alunni. È un aspetto fondamentale che deve essere preso in considerazione. Mi rendo conto, come si può anche comprendere dalla tua esperienza, che a volte non si innesca questo meccanismo emotivo. Sbagliatissimo, poiché influenza i propri percorsi. L’importante però è saper apprezzare quei professori/insegnanti in grado di sollecitare, motivare, incoraggiare e eventualmente prenderli come esempio, modello da seguire.
      Valeria Iezza

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    2. Ciao Alessandra, anche io ho visitato purtroppo la tua stessa esperienza a causa di professori passivi delle scuole superiori. Penso che il ruolo del docente sia fondamentale per la costruzione dell’identità del soggetto poiché la formazione non riguarda solo l’ambito cognitivo ma anche quello emotivo. È fondamentale incoraggiare gli alunni e motivarli a pieno cercando qualora di valorizzare la specificità poiché ognuno di noi ha delle predisposizioni differenti che devono essere sostenute e viste come risorse per non far accrescere l’attuale e diffuso problema della dispersione o dell’abbandono. Fortunatamente ci sono tantissimi docenti che come hai detto ci coinvolgono e ci spronano a migliorare sempre di più facendoci diventare autonomi e competenti; a quelli dobbiamo ambire. Le esperienze negative secondo il mio punto di vista sono comunque fondamentali perché ci fanno acquisire ancora di più la vera consapevolezza di ciò che non dovremmo fare e diventare.
      Angela pia gravina

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  8. Nel mio percorso didattico ho avuto la fortuna di conoscere tanti educatori differenti per molteplici punti di vista. Di questi, però, ho il ricordo solo di alcuni; di coloro che mi hanno improntato un cambiamento positivo o negativo che sia. Vorrei soffermarmi, in particolare, su un docente di scienze delle scuole medie che ho avuto l’onore di conoscere e che mi ha fatto appassionare gradualmente a tale disciplina così banalizzata in senso comune. Ho un ricordo molto sbiadito di lei, però permane con fermezza il suo modo di fare: una donna affettuosa, materna , premurosa, cordiale ma allo stesso tempo diligente, laboriosa, autorevole, corretta. Nonostante fossi così piccola rammento ancora il legame profondo che la mia docente aveva con tale materia; lei amava la scienza, faceva effettivamente parte di lei ed è stata sublime nel riuscire a farci appassionare così tanto a tale disciplina. Le sue spiegazioni oltre alle nozioni erano incentrate sul nostro punto di vista, su cosa noi pensassimo effettivamente di tale argomento; era molto attenta, infatti, alla nostra comprensione e attenzione. Riusciva a far nascere spontaneamente riflessioni, dibattiti a tal punto da ampliare talmente tanto il concetto iniziale (scientifico) da farlo evolvere toccando persino temi e discipline differenti (attualità, storia, arte, sociologia..). Il coinvolgimento in queste “discussioni” era totale; perfino i soggetti più irrequieti facevano di tutto per dire la loro. Amavo le sue lezioni perché non erano mai banali; cercava, infatti, sempre nuovi approcci: utilizzava ad esempio tantissime immagini, organizzava frequentemente incontri con esperti o uscite didattiche per stimolare la formazione anche attraverso l’azione e l’esperienza. Oltre a offrirci nozioni, conoscenze scientifiche e non, associando anche argomenti con altre discipline senza farci percepire tali collegamenti, è riuscita anche a far sviluppare una visione dell’apprendimento non finalizzato unicamente alla conoscenza meccanica e immediata ma ha legata ai meccanismi che portano a sviluppare un pensiero meditato e ragionato attraverso un approccio per lo più sperimentale ( ipotesi iniziale, formulazione di teorie e tesi finale). Per queste ragioni oggi posso dire che l’educazione che ci ha offerto è stata completa. Nonostante siano passati tanti anni ricordo ancora la mia professoressa di scienze che ha generato in me un vero e proprio cambiamento; mi ha dato la consapevolezza di aver appreso un metodo di apprendimento e di pensiero che tutt’oggi riesco a modellare e gestire in base ai contesti specifici.
    Angela pia gravina

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  9. Tra tutti gli insegnanti che ho conosciuto durante il mio percorso scolastico, l’insegnante che mi ha segnato in maniera incisiva è stata la mia maestra della scuola primaria che insegnava lingua italiana.
    Ho scelto proprio lei perché era capace di scavare a fondo nel nostro animo, scrutare e tirare fuori l’essenza più profonda del nostro “io”, credendo in noi e talvolta liberandoci dalle nostre paure. Ovviamente all’epoca non sapevo che era una maestra davvero speciale, ma ricordo che ero molto felice quando ero con lei, perché io mentre stavo imparando era come se non me ne accorgessi perché lei rendeva tutto talmente un gioco che era un piacere ascoltarla.
    Lei era capace di tirare fuori la nostra creatività, di stimolare la nostra curiosità e di farci imparare anche attraverso il gioco inventandosi i modi più disparati e costruttivi di fare lezione, trasmettendoci il suo amore per il sapere.
    Ricordo in modo particolare l’amore che metteva nel suo lavoro, ricoprendo a volte materie che non erano le sue ma comunque rendendo le lezioni interessanti che erano capaci di stravolgerci, farci riflettere e metterci in discussione con noi stessi soprattutto quando trattava dei temi dell’inclusione, dell’ecologia e della storia tra miseria e libertà.
    Infatti ho ancora un bellissimo ricordo di lei…Aveva un approccio materno verso di noi tant’è che ci considerava figli suoi, è stata un’insegnante a tratti un po’ visionaria, che ha portato in noi la voglia di sognare, di scoprirci lavorando molto su noi stessi ma anche scaturendo in noi il bisogno di sentirci vicini agli altri.
    Di Nezza Mary Noemi

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