lunedì 12 dicembre 2011

Empatie digitali

Per le studentesse e gli studenti del laboratorio di metodologia del gioco e dell'animazione
Anche questo è un post "di servizio", da riscrivere con maggiore accuratezza in futuro. Vi ricordo solo sommariamente quanto fatto a lezione e vi indico l'indirizzo che mi avevate richiesto.
Dopo avere realizzato autoritratti tanto in forma tradizionale quanto con strumenti digitali penso sia abbastanza chiaro come, per quanto abbiamo di esperimere la nostra identità tramite immagini, non ci sono immagini che ci soddisfino pienamente. Continuiamo però a relazionarci agli altri guardandoli in volto e traendo dal loro volto informazioni indispensabili. Per quanto l'empatia (e ho provato sia pure in modo approssimativo a spiegarvi cos'è) sia una modalità criticabile, rimane una risorsa ampiamente utilizzata. Da qui la mia proposta (riprendendo attività proposte da Staccioli in relazione alla ludobiografia): vi ho portato la riproduzione di vecchi ritratti di uomini, donne, bambini risalenti per lo più all'inizio del secolo scorso e vi ho chiesto di immedesimarvi empaticamente in quei volti e di scrivere una storia o di formulare una o più frasi in prima persona, come se vi foste completamente calati nella persona il cui ritratto fotografico sta davanti a voi. Abbiamo nel dopogioco raccolto e discusso i frutti di quanto fatto: la richiesta ulteriore è di documentare (magari riflettendo ancora) quanto abbiamo realizzato. Come concordato vi chiedo di inserire i vostri racconti/frasi come commenti ai ritratti che ho pubblicato on line su Flickr (sono ovviamente gli stessi, ritrovarli non dovrebbe essere difficile). Nel prossimo incontro riprenderemo il discorso...
Questo è l'indirizzo:

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