1. "Le diatribe apparse in questi ultimi tempi su vari giornali scolastici relative agli esami di ammissione alle scuole medie han mostrato un innegabile dissenso esistente fra insegnanti elementari e professori di scuola secondaria. I primi han voluto dimostrare l'esigenza eccessiva e il rigore inaudito dei secondi, e questi han sostenuto invece la insufficienza della preparazione dei candidati agli esami suddetti"
2. "A volte vedo nella mia esperienza, che è venticinquennale, che molti ragazzi, che potrebbero continuare benissimo [...] nei primi due anni della scuola superiore si disperdono [...] perchè non sono capiti, non sono compresi"
3. "come facciamo noi della scuola superiore a raggiungere, focalizzare, perseguire gli obiettivi della scuola superiore, quando ci arrivano i ragazzi che evidentemente non hanno ancora raggiunto gli obiettivi della scuola elementare [...] vogliamo dire che questi ragazzi non sanno leggere, non sanno scrivere e neanche comprendere quello che leggono?"
Ad una prima e superficiale lettura potrebbe sembrare che i passi citati, tutti di insegnanti, siano relativi ai nostri giorni. Una lettura più attenta mostra come il primo risalga a qualche decennio fa. Il primo passo è tratto da Pietro Agostini, Le prime analisi del pensiero e delle parole nella nostra lingua, S.I.T.A., Ancona 1935, p. V. Il secondo ed il terzo sono riportati in Filippo Bruni, Le vestali dell'orientamento? in Franca Emett, Quando si sta meglio fuori. Indagine multiprospettica sulla dispersione scolastica e formativa nella Regione Marche, Tecnodid, Napoli 2006, pp. 99-100.
Stupisce come, in 75 anni, nonostante una guerra mondiale, la questione sia vissuta e raccontata da chi insegna fondamentalmente nel medesimo modo...
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