mercoledì 28 novembre 2012

Vi chiedo di raccontare una storia


Per le studentesse e gli studenti di Didattica a.a. 2012-2013


Sto inserendo, di fronte ai vostri occhi, questo post...come appena concordato pubblico quanto deciso.
Nella vostra storia di studenti avete avuto modo di incontrare e lavorare con una molteplicità di maestre/i, professoresse e professori. Sono personalmente convinto, ma potrei argomentarlo, che avete elaborato a partire dalle vostre esperienze, in modo più o meno consapevole, una visione dell'insegnamento e che tale visione sia, come criterio guida per la vostra futura professione, molto più efficace ed incisiva di certe forme di conoscenza delle teorie/metodologie didattiche. Allora il primo passo da fare potrebbe essere questo: vi va di raccontare, ripensando alle vostre esperienze di studenti, di quell'insegnante (non importa se l'incontro è avvenuto alle elementari o alle superiori) di cui conservate ancora oggi un ricordo positivo? Perchè, tra i tanti conosciuti, ricordate proprio lui? Come insegnava?

72 commenti:

  1. Durante la mia "carriera" scolastica ho avuto a che fare con tanti maestri/professori,ognuno valido a suo modo e ognuno nel bene o nel male mi ha lasciato qualcosa!La persona che però tra tutte mi ha maggiormente colpito è stato il professore di storia del quarto anno di liceo;un giovane laureato che nonostante la sua condizione da "precario" non ha mai smesso di credere nella scuola e di svolgere al meglio il suo lavoro!Eppure poteva benissmo entrare in classe,riempirci la testa di qualche "fattarello" avvenuto nel passato e sentirsi soddisfatto per aver portato a termine il proprio dovere.Invece no!Lui conosceva bene la differenza che c'è nel trasmettere delle semplici informazioni che restano nella nostra memoria fino a quando nuove informazioni prendono il loro posto,e creare invece delle conoscenze reali,quelle che poi faranno parte del tuo bagaglio culturale.Sapeva che non poteva pretendere da tutti gli stessi risultati e che doveva valutare individualmente ognuno di noi e poi comportarsi di conseguenza;ma ciò che lo rendeva davvero "speciale" ai nostri occhi era la sua capacità di ascoltare,di mettersi davanti la cattedra ed essere pronto ad accetare anche qualche nostra critica,come un vero insegnante,che non smette mai di imparare,fa!!

    Deborah Bassi ,I anno

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  2. Salve a tutti! Ripensando al mio percorso scolastico, i ricordi che ho dei vari insegnanti avuti, sono per la maggior parte positivi. Ricordo quasi tutti con piacere, ma in particolar modo ricordo la mia professoressa di italiano e storia delle superiori. Posso dire, che inconsciamente, è stata lei a portarmi ad apprezzare l’insegnamento a tal punto da passare da un istituto professionale alberghiero, alla facoltà di scienza della formazione primaria assumendomi tutti i rischi che ciò può comportare. Nonostante la poca attenzione che i ragazzi danno alle materie teoriche nelle scuole professionali, lei riusciva, durante le sue lezioni, a trasmetterci l’importanza della cultura, non perché bisognava ottenere un buon voto per non essere bocciati, ma soprattutto per noi stessi. Inoltre, apprezzavo di lei che ci parlava di letteratura italiana o fatti storici non sedendosi in cattedra, ma “raccontandoci” dei vari argomenti, quasi come fossero favole. Nel farlo ci trasmetteva tutta la sua passione, e la sua voglia di ascoltare le nostre opinioni riguardanti gli avvenimenti trattati, ci permetteva di studiare in classe, perché tutti eravamo coinvolti da quell’atmosfera che riusciva a creare. Per me è stata un esempio molto significativo. Personalmente, mi ha insegnato che alla nostra età bisogna mettersi in gioco, non avere paura di sbagliare nel decidere di intraprendere percorsi diversi da quelli precedentemente scelti, basta prepararsi al meglio, credere nelle proprie capacità, non dare mai nulla per scontato e nulla risulterà poi cosi complicato.
    Federica De Michele

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  3. Se dovessi pensare al docente che mi ha insegnato in modo efficiente ed efficace ed ha lasciato quindi un segno nel mio percorso di studi, non posso non pensare a colui che mi ha invogliato ad imparare la lingua inglese durante gli anni universitari. Dopo diversi anni di studio sulla grammatica e sulla letteratura inglese al liceo nessuno mai è stato in grado di suscitare in me l'interesse per tale disciplina. Due possono essere le ipotesi, la prima fa riferimento all'"incapacità" professionale dei docenti, la seconda, la quale ritengo sia quella più consona, fa riferimento alla demotivazione con la quale studiavo la materia. Apprendere/imparare una nuova lingua senza essere realmente motivati è alquanto improbabile. Il prof. Siani, grazie alla sua estroversione, alla sua chiarezza nell'esporre l'intero programma, alla sua pazienza di tornare sugli argomenti precedenti, alla volontà che aveva di interagire continuamente con gli allievi, al suo modo di assicurarsi che gli allievi avessero appreso realmente, ma soprattutto grazie alla sua capacità di far capire quanto è importante imparare una nuova lingua sia per il presente che per l'avvenire, ha fatto sì che quella demotivazione iniziale si tramutasse in una "grinta" necessaria per affrontare una nuova lingua. La lezione, che aveva la durata di 3 ore, veniva suddivisa in due parti. La prima parte era dedicata ad una delucidazione degli argomenti spiegati alla precedente lezione e alla spiegazione delle varie unità, la seconda parte invece era dedicata all'esercitazione per lo più orale di quanto era stato spiegato. Tra una parte e l'altra intercorreva una pausa di 10 minuti. Gli strumenti adottati erano molteplici: a partire dalle slide, preparate da lui stesso, con definizioni e parole chiave, alle quali faceva riferimento durante la spiegazione; un lettore cd con apposite casse dal quale ci esercitavamo per l'attività del "Listening"; un microfono, data l'ampiezza dell'aula; un dizionario monolingua indispensabile per spronarci a parlare esclusivamente nella lingua inglese e un testo di riferimento da studiare a casa. Strumento innovativo era l'uso di un blog gestito dal Professore, nel quale inseriva settimanalmente un articolo di attualità e ci invitava a commentare tale articolo sempre nella lingua inglese; un metodo innovativo e altamente suggestivo finalizzato allo sviluppo della capacità di comprensione e di elaborazione. Un'esperienza quindi positiva caratterizzata da ottimi risultati per la maggior parte degli allievi.

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  4. L’insegnante che vorrei sicuramente imitare è la mia maestra di italiano della scuola elementare. Lei ci metteva tanto amore a spiegare la sua materia, ma in seconda elementare, man mano che passavo i giorni si accorse che 6 bambini non riuscivano a seguirla, avevano problemi di apprendimento e ha deciso di sospendere le sue lezioni di italiano e aiutare i suoi piccoli alunni con il mitico progetto “cucciolo d’uomo”.Questo progetto coinvolgeva tutti gli alunni, sia quelli con disturbi di apprendimento, sia quelli che non avevano questi problemi e che all’interno di questo progetto svolgevano la funzione di tutor dei loro compagni di scuola. I bambini con problemi di apprendimento dovevano eseguire semplici esercizi suggeriti da alcuni specialisti, gli stessi che ogni fine mese venivano a controllare l’andamento dei bambini. Nel progetto “cucciolo d’uomo” io svolgevo la funzione di tutor al mio compagno di banco, lui aveva una scrittura del tutto incomprensibile, la maestra diceva che era disgrafico; dopo molto tempo sono iniziati i primi miglioramenti, fino a dissolvere il problema. Ricordo che per me è stata una bellissima esperienza e mi sono sentita grande anche perché ho potuto replicare questa esperienza fuori dal contesto scolastico. Spero, in futuro, di poter prendere esempio dalla mia maestra, che nonostante l’amore che nutriva verso la sua materia d’insegnamento, ha deciso di metterla da parte per curare i suoi bimbi .
    Michela Nobili

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  5. Un insegnante che ha lasciato un segno positivo nel mio percorso di studi è stata la maestra delle scuole elememtari di Italiano Storia e Geografia. Spiegava con impegno, era molto paziente, disponibile al dialogo. Con chiarezza esponeva gli argomenti, interagiva continuamente con noi alunni e seguiva soprattutto bambini con problemi di apprendimento.Ci raccontava la storia e la geografia susciando in noi curiosità, spronandoci a commentare e fare domande. Con il suo modo di insegnare e con la sua capacità di coinvolgerci mi ha fatto capire che la riuscita di tutto ciò che si fa sta nell'impegno con cui lo si fa.
    Maria Antonietta Berardi

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  6. Ho pensato molto a quale insegnante descrivere. Nella mia carriera di studentessa ho incontrato molti docenti e alcuni dei quali hanno fatto parte del mio percorso anche per diversi anni. La professoressa che vado a descrivere mi ha insegnato latino negli ultimi mesi dell'ultimo anno di liceo, in quanto supplente. Questa professoressa è riuscita a darmi in pochi mesi quello che gli altri insegnanti non sono stati in grado di darmi in un periodo più esteso. Utilizzava un modo particolare per insegnare letteratura latina: inizialmente introduceva un autore e quando spiegava le gesta di quest'autore riusciva sempre a trovare un collegamento con ciò che accadeva nel nostro Paese. Per la professoressa il fine del suo insegnamento era quello di formare persone che sarebbero poi state in grado di affrontare il futuro autonomamente. Attraverso autori e vicende del mondo passato ci faceva comprendere quali erano gli errori che non bisognava ripetere. Utilizzava questo metodo perchè credeva profondamente che noi giovani saremmo stati il futuro del nostro Paese. Non perdeva mai occasione per infonderci fiducia, in noi stessi e nelle nostre capacità, perchè riteneva che avremmo dovuto costruire il nostro futuro solo con le nostre forze e senza chiedere aiuto a nessuno. Una delle sue frasi ricorrenti era: "fate in modo di non dover mai dire grazie a nessuno, se non a voi stessi". Particolare attenzione aveva anche per coloro che non eccellevano a livello scolastico. Spesso interrompeva le lezione per verificare che tutti la seguissero. La verifica avveniva con delle domande su quanto appena spiegato, e se qualcuno non riusciva a rispondere spiegava pazientemente di nuovo il passo non compreso. Spesso utilizzava anche delle mappe con delle parole chiavi che richiamavano concetti più estesi. Utilizzava questo metodo perchè tutti dovevano raggiungere lo stesso livello. L'insegnamento più importante che mi ha dato è di non smettere di credere nei miei sogni e nelle mie capacità. Spero di poter dare questo insegnamento anche ai miei futuri allievi.
    Monica Bornaschella

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  7. Salve a tutti! Ammetto che non mi è risultato difficile pensare di chi parlare in questo breve "testo". la mia carriera scolastica, credo un po come tutte, ha avuto i suoi alti e bassi dovuti ai diversi insegnamenti ma anche ai diversi insegnanti incontrati. Nonostante tutto porto un bellissimo ricordo di tutti gli insegnanti con i quali ritengo davvero di aver appreso qualcosa di buono. Di una in particolare però (la mia ex prof. di italiano delle scuole medie) mi sono sentita sin dal primo momento di parlare. I suoi insegnamenti mi hanno sempre affascinato; ricordo di quando lavoravamo divisi in gruppi per un progetto teatrale. Lei era sempre disponibile, ci forniva materiali (schede di lavoro ecc.) comprensibili e interessanti. Qualsiasi domanda di chiarimento le facessimo in classe,era sempre in grado di rispondere, e con metodi e parole semplice ci delucidava di tutto. In ogni suo atteggiamento traspariva la sua vera passione per il suo mestiere. Lei ci lasciava interagire spesso e nelle sue ore di lezione dialogavamo molto non solo di problemi scolastici ma anche di tematiche sociali o delle piccole difficoltà che nascevano tra noi alunni. Se in futuro anch'io diventerò insegnante sicuramente farò tesoro dei suoi insegnamenti, magari riuscendo a sorridere un po di più!
    Marinella Castellitto

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  8. Buongiorno!
    Pensando e ricordando a quale maestro/professore abbia particolarmente segnato la mia vita “studentesca”, i miei ricordi vanno alla mia professoressa di matematica del primo e secondo anno di liceo scientifico.
    Per molti adolescenti la matematica è un muro insormontabile e credono che mai e poi mai potranno superarlo. Secondo me, accade ciò, perché a volte non sono gli studenti ad essere incapaci o non volenterosi ad apprendere ma sono i professori che non riescono ad insegnare determinate materie. Spesso, molti di questi professori spiegano in maniera molto veloce, danno per scontato diversi concetti e nozioni fondamentali per la comprensione.
    Con la professoressa di matematica sopra citata ciò non accadeva.
    Il primo giorno che entrò in classe si presentò, chiese a tutti noi il rapporto con la matematica e ci mise subito a nostro agio nella risoluzione di problemi e di equazioni.
    Spiegava in maniera molto semplice, passaggio per passaggio tranquillizzandoci per ogni nostro eventuale errore di risoluzione.
    Aveva anche un modo particolare per interrogarci: metteva in un sacchetto dei numeri e ogni numero corrispondeva al nostro nominativo; il numero del ragazzo estratto veniva interrogato.
    In questo modo, in apparenza, la professoressa “se ne lavava le mani” di chi fosse interrogato, ma così non creava discriminazioni e preferenze e a volte ne usciva fuori anche qualche risata perché sembrava essere ad una tombolata oppure perché a volte lo stesso ragazzo usciva per 5-6 volte di seguito.
    L’interrogazione veniva affrontata in maniera tranquilla: naturalmente dovevamo essere preparati ma la professoressa sempre con il suo modo ironico di comunicare con noi, in caso di incertezze, ci faceva ragionare e noi inconsciamente apprendevamo molte nozioni.
    E’ stata ed è tuttora un buon insegnante. Nonostante creasse tutte queste situazioni, non perdeva mai quali fossero i suoi compiti e i suoi obiettivi da docente, senza farci pesare mai nulla e in chiave ironica portava a termine qualsiasi scopo prefissato.
    Giovanna Circelli, I anno

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  9. In tutta la mia carriera scolastica ho avuto insegnanti preparati e disponibili, ma ho un ricordo particolarmente positivo per un'insegnate del liceo pedagogico, la quale mi ha insegnato pedagogia e psicologia dal terzo al quinto superiore.Il suo metodo d'insegnamento è stato molto efficace: leggevamo il libro in classe, ella spiegava ciò che non capivamo ed escludeva le parti meno importanti del discorso. Sosteneva che spiegare per ore fosse inutile, in quanto avremmo appreso passivamente, invece voleva rendere attiva la partecipazione dell'intera classe facendoci leggere a turno. A casa dovevamo studiare al massimo cinque pagine perché ella riteneva che dovevamo sapere bene quel poco spiegato in classe. Poi interrogava su tutti gli argomenti studiati e spesso lavoravamo in gruppo. Già dal terzo anno come verifica scritta ci sottoponeva tracce di esami di Stato uscite negli anni precedenti per abituarci sin da subito al superamento della prova finale nel migliore dei modi.é stata dura all'inizio anche perché le verifiche scritte potevano essere su qualsiasi argomento ed ella appariva severa, ma con il passare del tempo, ho capito che il suo stile educativo non era autoritario ma autorevole: il suo obiettivo principale era formare la nostra personalità e far sì che tutta la classe avesse una accurata preparazione. E grazie a lei la mia classe ha superato la seconda prova dell'esame di Stato con risultati eccellenti. é importante che l'insegnante sia preparato e sappia relazionarsi con gli alunni, che eviti di porre l'alunno in situazioni che molto probabilmente lo porteranno a vivere frustazioni e che cerchi di incoraggiare l'autostima. Come sosteneva Carl Rogers l'insegnante si deve trasformare in un "facilitatore" dei processi di apprendimento e deve saper esprimere, a livello comunicativo, l'accettazione positiva degli alunni e una comprensione empatica dei loro stati d'animo. Annamaria Iannitelli I anno 1 dicembre 2012

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  10. Devo dire che in tutti questi anni di scuola nessun professore, professoressa o maestra sono mai riusciti a lasciare dentro me un segno così forte come quello lasciatomi dalla mia maestra di storia e geografia delle elementari. L’ho conosciuta in terza elementare, quando dovetti cambiare scuola per via del terremoto del 2002, che aveva reso inagibile la mia vecchia scuola. L’accoglienza nella nuova sede scolastica è stata davvero pessima: nessuna maestra ha mostrato un minimo di interesse nei confronti della nuova arrivata, nessuna è stata disponibile a darmi spiegazioni su argomenti che non avevo ancora affrontato nella vecchia scuola. Entrare in quella classe era diventato un incubo: ero spaventata e demotivata perché non riuscivo a trovare qualcuno che volesse aiutarmi. Ma le mie paure presto svanirono grazie a lei: è stata l’unica che ha capito quali erano le mie esigenze pur non tralasciando quelle dei miei compagni di classe. Mi ha fatto amare le sue materie grazie all'immensa passione che aveva per il suo lavoro e soprattutto è riuscita a lasciare in me un’idea positiva della scuola, nonostante l’indifferenza delle sue colleghe. Con lei ho ricostruito gli eventi della storia e ho percorso le vie di tanti luoghi del mondo, grazie all'uso di carte geografiche, mappe, lavori di gruppo in cui noi bambini ci divertivamo a ricostruire gli eventi storici. Le sue lezioni non erano mai noiose, perché trovava sempre il modo di coinvolgerci con domande e spiegazioni su quanto fatto. Amava il suo lavoro ed amava i suoi alunni; era autorevole, ma mai autoritaria e credo che la mia scelta universitaria sia stata influenzata anche da lei. È lei l’esempio che avrò sempre presente durante il mio percorso.
    Mariangela Calabrese

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  11. Fin dalla scuola dell'infanzia il mio percorso scolastico non è stato del tutto positivo,ho avuto esempi d'insegnanti(non tutti per fortuna)che usavano maniere brusche verso i bambini più vivaci ed io essendo una bambina timida,introversa vedendo questi suoi comportamenti,ebbi il rifiuto di dover andare all'asilo.Speravo che alle scuole elementari qualcosa cambiasse,e invece no.Fino alle scuole elementari ebbi delle difficoltà nell'apprendere non vivendo in un ambiente favorevole,fino a quando alle scuole medie arrivò questa professoressa d'Italiano che fù il mio punto di riferimento perchè accorgendosi di queste mie difficoltà mi aiutò tantissimo,mi incoraggiò facendomi amare la scuola!!Era sempre disponibie a qualsiasi chiarimento,perfino di ripeterci l'intera lezione,aveva un'entusiasmo nel trasmetterci i suoi saperi coinvolgendoci totalmente e così grazie a lei scelsi di continuare a studiare e iscrivermi anche all'università.
    Campofredano Angela,I anno.

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  12. Salve a tutti!
    Ho ripensato a tutto il mio percorso di studi e mi sono resa conto di aver incontrato davvero degli ottimi insegnanti lungo il mio cammino, dalla maestra delle elementari fino ai professori delle medie e delle superiori. A parte qualche raro esempio negativo, tutti, ognuno con il suo particolare stile di insegnamento, hanno contribuito ad instillare in me l'interesse per le materie che insegnavano. Alcuni sono stati molto attenti e sensibili con noi ragazzi, un po' dei "genitori adottivi", altri sono stati più severi e distaccati, ma ugualmente stimolanti intellettualmente. Tutti, con il loro senso di onestà e giustizia, hanno lasciato in me la sensazione positiva che la scuola sia ancora un luogo dove vige la meritocrazia! C'è stato però un professore fra tutti a cui sono particolarmente legata: il professore di antropologia culturale che ho avuto il piacere di seguire nel mio precedente corso di laurea in Sociologia. Questo professore, facendo l'antropologo, passa sei mesi l'anno in luoghi lontanissimi ed esotici a studiare, come "osservatore partecipante", le popolazioni che vi appartengono. Tutto in lui suggerisce un'apertura mentale enorme, nel suo sguardo si possono quasi intravedere i suoi viaggi e il suo stile di insegnamento è davvero sui generis. Più che un sapere nozionistico ha cercato (a mio avviso riuscendoci) di inculcarci un modo di pensare: analizzare le differenze culturali tra i gruppi umani porta a sospendere qualsiasi giudizio o pregiudizio nei confronti degli altri, e induce a pensare senza condizionamenti. Lui ci ha fatto comprendere come, studiare la diversità culturale con oggettività scientifica, aiuta a capire anche la nostra cultura di appartenenza. Nelle sue lezioni soleva dire che l'antropologia è come un "guardare agli altri per capire noi stessi", credo che non lo scorderò mai.
    Alessandra Ricci

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  13. Ripensando al mio corso scolastico l’insegnante che più mi è rimasta nel cuore è stata la professoressa di lettere delle scuole superiore. È stato un punto di riferimento importante per me e per tutti i miei compagni di classe anche perché è stata una delle poche che ci ha seguito sempre nel corso dei 5 anni. Una donna allegra , sorridente ,preparata, sempre disponibile nei nostri confronti. Amava il suo lavoro e ne dava dimostrazione ogni giorno. Spiegava la lezione in modo chiaro , con un linguaggio semplice e non complesso per permettere a tutti di capire i concetti anche più difficili. Creava spesso dibattiti per sviluppare il modo di ragionare dei suoi alunni e anche il loro senso critico.
    Marianna Barbieri

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  14. Salve..
    Purtroppo con sincerità devo dire che ho incontrato nel mio percorso maestri e professori che hanno avuto comportamenti e modi di insegnare sgradevoli e inopportuni! Questi esperienze mi sono servite per capire quello che mai un mio futuro allievo vorrebbe subire e il rapporto che ci dovrebbe essere tra un docente e un allievo. Dopo questa premessa voglio raccontare della mia cara maestra di italiano delle scuole elementari . Ricordo che una lezione iniziava con riallacciamenti alla scorsa lezione. Poi spiegava un nuovo argomento con esempi relativi e ci proponeva esercizi base che dovevamo svolgere da soli in quella lezione. Quando si finiva di svolgere gli esercizi si andava alla cattedra e la maestra lo correggeva. Così nel caso si facevano errori, ti spiegava subito come avresti dovuto fare. In questo modo c’era un apprendimento più veloce,secondo me. Poi ricordo che la maestra organizzava una recita all’anno. Noi alunni ci preparavamo per alcuni mesi anche con le altri classi e ciò favoriva relazioni sociali. E inoltre la maestra ci assegnava il ruolo adatto per ognuno e invogliandoci a recitare, ci aiutava anche a superare la timidezza e la riservatezza. Poi quando eravamo più grandicelli,in quarta e quinta facevamo un giornalino per ogni mese scolastico e ognuno dava il suo contributo e una volta finito veniva stampato in bianco e nero. Veniva dato ad ogni alunno la prima pagina che dovevamo colorare a piacimento e una volta finito avevamo la seconda pagina e così via. In una settimana dedicavamo un paio d’ore a colorare questo giornalino. Nell’aula c’erano centinaia di scatole di colori,temperini ecc. Era un momento di svago e dove davamo libero sfogo alla fantasia su come accostare i colori per esempio. E ricordo ancora oggi i consigli che la maestra ci dava su come colorare. È stata una fortuna averla per tutti e 5 gl’anni della scuola elementare.
    Letizia Plescia . I anno

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  15. Ciao a tutti,
    Durante il mio percorso scolastico ho avuto modo di conoscere professori che,in maniera diversa, hanno contribuito alla mia crescita.Sono tanti i ricordi negativi che mi legano al contesto scolastico delle superiori poichè ci ha viste coinvolte in continue situazioni spiacevoli che non rendevano possibile un clima stabile e sereno tipico di un luogo dedito all'apprendimento.Ciò che mancava era l'aspetto umano e disponibile nei confronti degli alunni.Per fortuna al terzo anno di liceo è arrivata una splendida professoressa di storia e filosofia che ha cambiato completamente il mio modo di intendere il rapporto tra insegnante e alunni.E' stata l'unica che,con una semplice frase,ha saputo scuotere gli animi di ventisei alunne e riuscire a far riemergere la propria autostima e trovare la forza di andare avanti superando ogni ostacolo.E' questo per me il ruolo dell'insegnante,trasmettere il sapere integrandolo con l'umanità,la lealtà e l'onesta.Utilizzava dei metodi a volte drastici come: interrogare facendoci stare in piedi,chiedere dalla prima pagina fino alla lezione del giorno o scegliere chi interrogare in base alla pagina casuale di un libro appena aperto.Per quanto riguarda le spiegazioni era molto chiara.Utilizzava, a volte, schemi o far leggere parte delle pagine assegnate commentandole.Nutro una forte stima in questa docente.Ha saputo mostrare come la cultura possa essere utile nella vita e come il sapere sia la virtù dei forti in quanto, è facile gestire un popolo di ignoranti, ma difficile tener testa a chi fa valere i propri diritti e con fatica costruisce giorno per giorno il proprio futuro.

    Francesca Frisenna. I anno

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  16. Ripensando agli anni trascorsi dietro ai banchi, l'insegnante di cui conservo ancora oggi un ricordo positivo è la prof di lettere del Liceo Classico con la quale ho trascorso tre anni. La sua carriera non comprendeva solo l'attività d'insegnante, ma spesso svolgeva il ruolo di giornalista in alcune tv locali e di scrittrice. Il suo obiettivo, ci rammentava spesso, era quello di insegnare ai suoi alunni a "ragionare", a non fermarsi mai all'aspetto superficiale delle cose e a trattare qualsiasi argomento in modo personale e critico. Soltanto chi era abile a fare ciò meritava la sua stima e un ottimo voto alle interrogazioni. L'unico aspetto negativo, a mio avviso, della sua grande personalità, riguardava il modo talvolta autoritario di esporre alla classe le sue ideologie politiche e le sue tendenze religiose, che spesso era motivo di lunghe e accese discussioni. Ma nonostante ciò, è lei l’insegnante che mi ha colpito di più.

    Maria Teresa De Cristofaro. I anno.

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  17. Ciao a tutti!
    Rivedendo il percorso formativo fatto fino ad oggi, vedo che insegnanti semplici, disponibili e preparati ne ho avuti abbastanza. Vedo anche che ho avuto alcuni insegnanti poco disponibili all’ascolto dei propri allievi e poco chiari nell’esporre la lezione. Presentazione della lezione e basta (chi ha capito ha capito, il resto se la vede per i fatti propri). Ma ciò di cui voglio parlare è un professore di filosofia, che davvero ha impresso in me una passione per l’insegnamento. Lui, entrando in classe creava subito un clima di dialogo con tutti, favorendo così la piena partecipazione. Ogni battuta, ogni deviazione dalla lezione (che poi non era deviazione), era sempre in vista di attirare l’attenzione degli allievi e di farsi capire sempre meglio. Non era preoccupato di dire quanto aveva programmato, quanto piuttosto di farci capire quello che man mano spiegava con parole chiare, e se qualche vocabolo era difficile da capire (come capita spesso in filosofia) c’è lo spiegava subito. L’amore per la materia traspariva dai suoi occhi e con la sua eloquenza entrava dentro ogni discorso filosofico, e mai si fermava al semplice fatto “cosi dice Socrate, è basta”, ma cercava di spiegarci il perché di quel pensiero. E’ importante che l’insegnate ami la propria materia senza assolutizzarla, ma ne indichi l’importanza e l’essenzialità. E’ fondamentale anche che gli insegnanti cerchino di curare le relazioni con i propri alunni e aiutino gli alunni a vivere relazioni basate sull’amicizia e sull’aiuto vicendevole.
    D.N.

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  18. Ripercorrendo la mia carriera scolastica l'insegnante che ha catturato la mia attenzione facendomi cambiare tante volte il modo di percepire me stessa e le cose che mi circondavano è stata la prof. di filosofia e pedagogia. Donna dai capelli nero corvino, sguardo dritto difronte a lei, che vista nei corridoi della scuola incuteva terrore a quanti incrociassero il suo sguardo. Fu proprio lei ad entrare,un giorno di settembre nella mia classe e dopo una veloce firma sul registro,con passo sicuro si posizionò davanti la cattedra iniziando a presentare la sua persona ed il suo programma. Quella sarebbe stata la sua posizione all'interno dell'aula, contrariamente a tanti altri suoi colleghi! Ricordo quando discutevamo dei temi più disparati e delle sue battute in campobassano, di quando rapiva la nostra attenzione spiegando i grandi filosofi come se fossero seduti lì con noi. Ci ha accompagnato con quel suo modo di fare fino alla maturità, incoraggiandoci costantemente e lasciandoci con un semplice "ciao". Per me, però, il rapporto con lei non si è interrotto ma ancora oggi la "prof" è una guida nella mia vita e come spesso mi ripete sono diventata come una sua figlia "adottiva".
    Lucia Di Gregorio

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  19. Cercando tra i ricordi degli anni passati mi rendo conto che sono davvero tanti gli insegnanti che hanno contribuito alla mia crescita e alla mia formazione. Uno tra i tanti esempi positivi è la mia professoressa di lettere del primo anno delle scuola media. Lei capiva e rispettava i diversi caratteri e le problematiche di ogni suo alunno, era sempre così dolce e comprensiva, noi la guardavamo attenti ogni qualvolta lei apriva la bocca perché ogni sua parola era piena di significato, altruismo, amore e rispetto. Lei mi hai insegnato cosa significa il rispetto reciproco grazie alla sua iniziativa di intraprendere un rapporto epistolare con un ragazzo che, pur non avendo ne braccia ne gambe, aveva un mondo dentro e una voglia di vivere da far paura. Il suo insegnamento non durò molto, vi dico ciò per farvi capire che anche quando sapeva che non saremo stati la sua classe per il secondo anno, ci riunì e ci spiegò le sue motivazione dando ad ognuno di noi una lettera (che ancora oggi conservo) per far si che noi non avessimo rancore nei suoi confronti, continuando così ad avere rispetto, chiarezza, attenzione e lealtà nei nostri confronti, come aveva sempre fatto. Ancora oggi ci sentiamo e ogni volta che sento la sua voce ripenso a quando ero nel mio banco e alla voglia di restare li ad ascoltarla e di quando le sue ore erano “troppo poche”e di quanta voglia c’era di iniziare la sua lezione. L’esempio che seguirò, se tutto andrà per il meglio, è il suo, perché l’aspetto morale è quello più importante da trasmettere ai propri alunni. La storia, la geografia, l’italiano, la matematica e le scienze verranno da sé se prima di tutto c’è RISPETTO e LEALTà nei confronti del proprio insegnante.
    Marina Gnerre. I anno.

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  20. Ho subito accolto bene la proposta di parlare di un insegnante che più è rimasto nella nostra mente e nel nostro cuore. Nel mio percorso scolastico ho avuto molti insegnanti e ognuno di loro ha contribuito alla mia crescita. Appena mi son trovata davanti a questo post la porta dei ricordi si è aperta: il mio pensiero non poteva che finire sulla professoressa di storia e latino, colei che mi ha insegnato da novembre del secondo anno del Liceo Pedagogico fino al quinto. Ero arrivata in questa scuola dopo aver concluso un anno al Liceo Classico ed iniziato i primi mesi del secondo anno. Il passaggio l' ho affrontato con determinazione ma anche con tante paure poiché non provenivo da una bella esperienza soprattutto con la docente di lettere la quale era poco aperta al dialogo con i suoi alunni e non capiva le loro esigenze. Per me la scuola era diventata sofferenza. Decisi così di voler cambiare, di non voler più stare in un ambiente poco stimolante nel quale non mi sentivo viva.
    Cambiando scuola ho incontrato lei: Marinella Ciamarra. Riuscì a non farmi sudare più freddo quando mi trovavo di fronte una versione di latino o quando ero chiamata a rispondere ad una domanda di storia. La scuola era tornata ad essere stimolante e motivante ma soprattutto ero tornata me stessa, una delle tante ragazze che ama la scuola.
    La professoressa Ciamarra sapeva coinvolgere ed appassionare i suoi alunni , era sempre in grado di rispondere alle numerose curiosità che le venivano domandate e sapeva ascoltare. Nelle sue ore in classe c'era dialogo e confronto.
    Tutte le lezioni iniziavano riprendendo la scorsa lezione;poneva delle domande sull' argomento. Se assegnava dei compiti scritti controllava i quaderni. Assegnava molti temi sui quali dover riflettere sul collegamento passato-presente. Dava importanza sia al lavoro individuale ma anche al lavoro di gruppo. Quest'ultimo utilizzato nel caso in cui bisognava fare delle ricerche o delle esercitazioni su versioni di latino. Vedevamo film su argomenti storici, ci rendeva partecipi del teatro e ci faceva interpretare dei passi tratti da opere della letteratura latina.
    Il suo metodo di insegnamento richiedeva molto impegno: bisognava studiare con costanza altrimenti ci si perdeva.
    L'augurio che a fine anno ha fatto all'intera classe è stato quello di trarre il meglio da tutte le prove che incontreremo durante il nostro percorso di vita. Di essere sempre noi stessi. Di pensare con la nostra testa, di essere cittadini costruttivi,di amare la vita e rispettarla in tutte le sue forme. Di non perdere la capacità di indignarci innanzi alle brutture dell'esistenza, alle ingiustizie e alla disonestà e di diventare qualcuno senza prendere scorciatoie ed essere sempre orgogliosi di ciò che saremo. Affermava a gran voce : “La cultura salva la vita! ” La Ciamarra vedeva in noi alunni la speranza di un mondo migliore. Nutro per lei stima ed affetto e credo fermamente che l' agire di un insegnante è determinante per la formazione di un alunno. L' insegnante riveste un ruolo potente.

    Simona Di Chiro

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  21. Salve a tutti!!!
    Ripensando agli anni trascorsi dietro ai banchi di scuola e al mio percorso scolastico ho avuto molti insegnanti e professori che hanno lasciato in me un’impronte positiva, che hanno influito sulla mia crescita ed istruzione non solo prettamente scolastica ma soprattutto dal punto di vista umano. Tra tutti gli insegnanti, che hanno “lasciato un segno” nel mio percorso e che hanno contribuito ad essere quella che oggi sono c’è stata senza alcun dubbio colei che ha suscitato in me l’amore e la passione per l’italiano e che mi ha portato ad intraprendere questo percorso universitario per seguire le sue orme:la mia insegnante di italiano delle elementari. Ho incontrato davvero dei bravi insegnanti da sempre ma lei è stata una guida speciale!!! Ho avuto la fortuna di averla al mio fianco nella fase iniziale della mia formazione.. nei primi tre anni delle elementari. Il suo metodo era caratterizzato dall’importanza del lavoro di gruppo,in modo da poter dare una mano a chi era in difficoltà. La solidarietà e l’aiuto reciproco erano gli elementi fondanti del suo insegnamento..chè però era anche basato sulla memorizzazione di poesie per tenere allenate le nostre menti sin da piccoli. Inoltre lei era come una “mamma chioccia”..ihihih..poichè vedeva in noi dei piccoli “pulcini” da dover guidare nel cammino della vita. Oltre a guidarci nelle prime fasi dell’apprendimento ha lasciato in noi i valori più significativi della vita: l’amore, il rispetto reciproco, la fratellanza, l’amore e l’aiuto per il prossimo e per chi è in difficoltà…. Ha sempre creduto in noi, anche quando ci arrendevamo alle prime piccole difficoltà..è stata un buon modello di insegnante..in grado di tirar fuori da ciascun alunno le proprie qualità e potenzialità..spero un giorno di poter seguire il suo esempio e diventare come lei!!!
    Carmen Petrone

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  22. In tutti gli anni passati fra i banchi di scuola, molti sono stati i maestri e i professori che ho incontrato lungo il mio cammino. Alcuni mi hanno trasmesso qualcosa, altri invece sono "passati" lasciando soltanto un loro vago ricordo e nient'altro. In realtà ho trascorso molti anni nella convinzione che un professore valesse l'altro non accorgendomi delle loro diversità. Questa mia convinzione durò fino al giorno in cui mi ritrovai a dover tradurre alcune righe di un brano di Quintiliano, nel quale è presente la descrizione del buon maestro. Quintiliano in questo passo descrive in modo attento le caratteristiche del buon insegnante, dicendo che prima di tutto il maestro deve assumere nei confronti dei suoi alunni la disposizione d'animo di un padre e pensare che egli subentra al posto di coloro che gli affidano i figli, inoltre non deve avere vizi e non deve nemmeno sopportarli. Egli,invece, deve essere duro e comprensivo allo stesso tempo, nel correggere gli errori non deve essere aspro e offensivo , deve dire quotidianamente qualcosa, anzi molte cose sulle quali gli ascoltatori possano meditare fra se. Insomma il buon maestro deve essere un modello per i propri alunni e non deve essere eccessivo nell'educarli. Ed è proprio rileggendo quelle poche righe che mi venne in mente il mio professore di storia e filosofia. Mi chiedevo se Quintiliano stesse proprio parlando di lui. Sembrava la sua perfetta descrizione. Aveva tutte quelle qualità del buon insegnante. Era sempre molto disponibile, attento, comprensivo e dolce, ma sapeva essere anche molto esigente e serio, uno di quelli che non si arrende mai fin quando non ottiene l'obiettivo da lui prefisso. Fu proprio così che capii, che il mio "insegnante ideale" fosse lui, sempre pronto a scontrarsi con me, e che effettivamente mi ha insegnato tanto, non solo sul piano delle conoscenze scolastiche,ma soprattutto dal punto di vista umano. Se un giorno avrò la possibilità di poter entrare in una classe in veste di insegnante, sarà lui il mio modello da "imitare".

    Maria Basta

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  23. La vita è un fluire di esperienze sia posite che negative.Alcune di queste rimangono solo dei ricordi,altre invece si improno con forza e influenzano in modo decisivo la nostra esistenza.La scuola dove, quoditianamente, passavo quasi metà della mia giornata, ha aperto sempre più i miei occhi sul mondo.In essa ho trovato significati che prima non conoscevo e nuove strade che alimentavano la mia voglia di conoscenza.Ogni insegnante mi ha trasmesso e regalato un diverso mondo e ognuno ha avuto una sua particolarità e una sua bellezza.Una delle qualità che a mio avviso caratterizza un buon insegnante è la maniera con cui esprime i concetti e il rapporto che instaura con lo studente. Alle scuole superiori ho avuto modo di conoscere una professoressa unica nel suo genere.La materia che insegna è Filosofia ed è riuscita a trasmettermi l' amore per l' insegnamento.Nei suoi modi gentili,chiari e seri ,riusciva a camuffare una lezione che, avvolte, aveva una complessità elevata in un semplice racconto.Aveva sempre il sorriso stampato sulle labbra e aveva un modo di porsi con noi da permettere di esprimetci e svolgere l'interrogazione senza pensare al voto.Alla fine di ogni ora,non ci accorgevamo neanche di aver appreso qualcosa in più di quella materia, ci sembrava di fare quattro chiacchiere con lei perchè studiavamo la filosofia dibattendone in classe.
    Ricordo che un giorno mi disse : "L' insegnamento non è solo dentro le mura di un istituto,perche ci starebbe stretto, ma nel mondo intero". Una piccola frase che, allora non sapevo, avrebbe fatto nascere il mio piccolo sogno di insegnare.Trasmettere ciò che sai ma soprattutto ciò che sei e che è parte di te . Non ce miglior insegnante se non quello che a sua volta è anche alunno perchè chi non sa ascoltare non capirà mai come insegnare.
    Sara Lamelza

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  24. Ripensando al mio percorso da studentessa e a tutti gli insegnanti che ho incontrato, vorrei parlarvi della mia professoressa di lettere della III media. Perchè proprio lei? Segnali positivi mi arrivarono i primi giorni di scuola e così fu durante tutto l'anno. Era un punto di riferimento per me e per i miei compagni. Una donna simpatica, piena d'energia, disponibile nei nostri confronti e preparata. Ricordo che fu estremamente indispensabile per tutti noi perchè quello era l'anno dell'esame e lei per ogni minimo problema o incomprensione era presente. Presentava l'argomento da trattare facendoci una panoramica generale, poi andava nello specifico... per approfondirlo in modo migliore consegnava delle fotocopie su cui lavorare in classe insieme per capire e per studiare poi a casa senza problemi. Amava il suo lavoro e nei suoi occhi si leggeva che la voglia di fare c'era e noi di certo non ci tirammo indietro poichè, lo studio dell'italiano, storia geografia nei primi due anni era come se non ci fosse mai stato. Ma quando arrivò lei sembrò per tutti noi un angelo pronto a salvarci e darci un'ottima preparazione in vista dell'esame.
    Silvana Falcone

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  25. Durante il mio percorso scolastico,tanti sono stati gli insegnanti che ho incontrato,uomini e donne di grande cultura,fortunatamente non mi sono mai ritrovata a discutere con loro ed è anche grazie ai loro insegnamenti che attualmente frequento l'università senza problemi.Tra tutti non posso che ricordare due insegnanti ,la prof.ssa di religione e la prof.ssa di psicologia.Credo che una qualsiasi professione richieda tanta passione,tanta voglia di fare,nei loro volti riuscivi a leggere l'amore nei confronti della disciplina che insegnavano.Ricordo loro perchè avevano un modo totalmente diverso di affrontare la lezione;entrambe entravano in classe e prima di cominciare la lezione ci chiedevano come avessimo passato il fine settimana,come procedesse l'anno scolastico,se avessimo problemi con le interrogazioni e i compiti. Mettevano in risalto la parte umana dell'insegnante e poi quella professionale.Credo inoltre che un insegnante,un bravo insegnante,debba saper andare oltre la semplice lezione,fatta di contenuti e nozioni,deve essere in grado di far capire all'alunno quali sono i principi e i valori della vita, parlare di argomenti che ci riguardano da vicino, integrare varie attività pratiche.Ricordo che con la prof.ssa di psicologia abbiamo svolto attività stupende e questo rendeva ancor di più interessanti gli argomenti che trattava.Un giorno ,quindi,spero davvero di diventare una brava insegnante,seguendo i loro consigli e riuscendo però ad applicare un metodo originale che superi le aspettative di una lezione tradizionale.
    -Cinalli Fabiana-

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  26. Ciao a tutti! Ripensando alla mia precedente "carriera" scolastica, ho nella mente e nel cuore il ricordo della prof di francese che, purtroppo, ho avuto solo il secondo anno dell'istituto tecnico per ragionieri. Parlo di cinque anni fa. Lei era molto giovane anche se alle sue spalle aveva avuto già delle esperienze in altri istituti. Era la "classica bella napoletana", bella intendo non solo fisicamente ma anche caratterialmente e moralmente. Aveva dei modi di fare, secondo me, che nessun insegnate incontrato prima e dopo Lei, ha avuto. L'anno precedente avevamo avuto una prof sempre di francese non più molto giovane, poverina non riusciva neanche a starci dietro!
    Poi, l'arrivo della prof Caputo ha cambiato i nostri "sentimenti" verso il francese. Era così piacevole averla in classe perché sempre pronta ad aiutarci in ogni difficoltà, ricordo infatti che al termine dell'anno scolastico alcuni miei compagni rischiavano di perdere l'anno, e lei era disposta ad agevolarli con lo studio almeno della sua materia. Del suo metodo d'insegnamento non è che io abbia molti ricordi, perché ripeto, mi ha insegnato per appena una anno, però ricordo comunque che era un ottimo esempio da seguire; anche se purtroppo, allora, essendo ancora a tutti gli effetti in piena adolescenza, non avevo la piena consapevolezza di ciò che avrei voluto fare in futuro. Ripensando, però, alla stima che tutti noi nutrivamo nei suoi confronti, mi auguro di portare a termine questo mio percorso e in qualche modo di ricordarla in ogni situazione, buona o cattiva che sia, grazie alla sua gran voglia di insegnare..... il francese!
    Linda Foschini, I anno

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  27. Ripercorrendo il mio iter scolastico sostengo che sia stato quasi tutto positivo. Dico quasi, perché dalla scuola dell'infanzia fino alle scuole medie, ho avuto maestre e professori molto disponibili e competenti, che hanno dimostrato di essere all'altezza del ruolo che ricoprivano. Possedevano una grande capacità di comprensione per i loro allievi e di amore nei loro confronti. Del mio corso di studio al liceo classico non posso dire le stesse cose, non ho trovato, o non sono stata io in grado di trovare un'intesa con i miei professori. Il ricordo più bello che conservo è quello relativo alla mia precedente esperienza universitaria presso la facoltà di Giurisprudenza a Bologna. Nonostante sia un Ateneo molto selettivo, il rapporto professore-studente è magnifico. Ho un bel ricordo di tutti i professori indistintamente, ma spendo volentieri qualche parola in più per il prof. di diritto tributario. Professore calmo, paziente e disponibile. Consapevole delle difficoltà che la sua materia presentava, cercava di coinvolgere la classe, di farci capire quanto fosse importante nella vita quotidiana conoscere le norme tributarie. Il suo approccio didattico non era basato nel dispensare concetti in modo meccanico, ma nell'applicare quei concetti ai casi concreti. Cosi facendo, l'apprendimento diventava curioso, stimolante e duraturo nel tempo. Quando mi ritrovavo a studiare il manuale, immediatamente ero in grado di collegare la norma al contesto in cui essa andava applicata, trovavo naturalmente le parole giuste per esprimere concetti fino ad allora sconosciuti. Questo professore mi ha offerto la chiave di volta per affrontare gli studi, per modificare il metodo, permettendomi di avere un approccio più maturo allo studio stesso.
    Raffaella D'Alessandro

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  28. Mi capita spesso di pensare a tutti gli anni trascorsi tra i banchi di scuola…elementari, medie, superiori, università ed ancora università! Ho avuto la fortuna di incontrare sempre professori e docenti universitari che mi hanno insegnato e dato tanto, ma colei che ha accompagnato il mio percorso di crescita personale, oltre che culturale, attraverso la scuola, è stata la mia “maestra unica” Maddalena T. Ho conservato un ricordo meraviglioso e forse anche un po’ nostalgico di lei. La sua presenza costante (sei giorni su sette, cinque ore su cinque al giorno), i suoi modi dolci e gentili, accompagnati da una giustissima dose di autorevolezza, hanno fatto si che diventasse, negli anni, un punto di riferimento per tutti i miei compagni e per me. Nella nostra aula la disposizione dei banchi e della cattedra era in continuo cambiamento; molto spesso lavoravamo in gruppi soprattutto quando partecipavamo a concorsi (per la festa della mamma, del papà, di poesia) o quando preparavamo recite, canti di Natale ecc. Aveva la capacità di canalizzare la nostra attenzione ed il nostro interesse ogni giorno con stimoli nuovi: eravamo sempre tutti impegnati in modo attivo in qualche attività, avevamo la possibilità di dare forma alla nostra creatività e sviluppare le nostre potenzialità. L’aula era coloratissima, le pareti ricoperte dai nostri “lavoretti” e mostravamo con tanto orgoglio le coppe e le targhe vinte grazie alla partecipazione e l’impegno di tutti. Ci ha sempre spronato a stare e lavorare insieme, ma durante le lezioni di italiano, storia, matematica, scienze, arte, pretendeva silenzio ed attenzione. Utilizzavamo la lavagna, tanti gessetti colorati ed uno strumento che non ho avuto più la fortuna di poter riutilizzare e toccare dopo quegli anni: il mangiadischi. Lo utilizzavamo quasi ogni giorno per attività di ascolto, comprensione e ripetizione. I suoi insegnamenti rappresentano la base dei miei saperi ed anche dopo il pensionamento ha continuato a formarmi. La “vedo” ancora seduta su una panchina con un giornale o libro in mano che mi dice:” La vostra è stata una classe bellissima, ed ancora mi date tante soddisfazioni. Studiate, apprendete e leggete, leggete sempre, perché solo così vi mantenete giovani ed attivi…io ho tanti anni, ma non li sento, ho sempre tanta voglia di fare ed imparare”.

    Daniela Ruta

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  29. Salve! Ricordo con affetto e gratitudine la maggior parte dei miei insegnanti dalle scuole materne alle scuole superiori. Appena mi è stato posto il quesito, di un insegnante in particolare mi sono sentita di parlare ed è la la professoressa di lettere e storia delle scuole medie. Mi ha colpito dal primo momento, dietro il suo modo di insegnare severo e abbastanza "rigido" si nascondeva una personalità buona e dolce. Conosceva ogni aspetto positivo di ciascun alunno e riusciva a farlo emergere. Mi ha insegnato un ottimo metodo di studio, affermava che per ogni rigo letto non bisognava tralasciare niente si dovevano analizzare anche le virgole e i punti. Ricordo con piacere la passione per il suo lavoro e il forte interesse per ciascun aspetto che insegnava, è riuscita a trasmettermi l'amore per le materie umanistiche che non ho mai abbandonato.
    Caterina Fratangelo

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  30. Indubbiamente l'insegnante che ricordo con rispetto e gratitudine è la mia maestra delle elementari.Ho iniziato le elementari nel 1984 e la scuola a quei tempi era impostata in tutt'altro modo e anche gli insegnanti.La mia poi era anche abbastanza avanti con l'età, per cui potete immaginare il suo stampo qual era!Innanzitutto ricordo la sua autorevolezza più che autorità, ognuno di noi alunni aveva ben chiaro quale fosse il suo ruolo(di alunno per l'appunto)e quale fosse quello dell'insegnante..cosa che adesso forse non si sente più allo stesso modo.Ricordo che era una maestra con la M maiuscola perchè intendeva l'insegnamento come una missione e non come un lavoro.Quando ci leggeva dei testi ci faceva sognare e anche quando ci spiegava la matematica o la geometria..insomma, riusciva a motivarci sempre e comunque.Al di là delle materie prettamente scolastiche, è stata di grande aiuto anche su altre cose..ho 34 anni adesso e da quando ne avevo 6, sono abituata a fare la raccolta differenziata perchè lei mi fece capire quanto fosse importante rispettare il mondo in cui siamo e non solo per noi stessi, ma per tutti e soprattutto per i nostri figli.A tutto questo aggiungerei una buona dose di severità che spesso e volentieri mi faceva anche avere timore di lei ai tempi.Ho imitato spesso quell'insegnante nelle scuole in cui ho lavorato e non finirò mai di ringraziarla per quello che mi ha dato e perchè mi ha fatto capire quanto, l'insegnamento, non sia un gioco per tutti, ma solo per chi sa quale sia il suo potere e la sua importanza.grazie maestra Rosa.Paola Saccone

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  31. "Donde partire? Beh sicuramente..." così ebbe inizio la mia prima lezione di filosofia, con il professore dall'aria un po' troppo severa e rigorosa che, per mezzo di esempi semplici, si lasciava ascoltare dall'intera classe. Un nativo digitale che con i suoi brani ontologici, i manuali, ma soprattutto l'adorato libro di G. Reale, spaziava durante tutte le sue spiegazioni dalla filosofia alla biologia, dalla matematica alla musica, dalla religione alla scienza, facendoci meravigliare ad ogni singolo caposaldo filisofico. Ci parlava del "sommo Platone", di Sant'Agostino, Freud, Croce e Gentile in modo estremamente consapevole e sicuro, con una singolare voglia di insegnare che portava noi studenti all'acquisizione ed istituzione di nuove conoscenze. Tutto quello di cui parlava era sudiato e conosciuto nei minimi dettagli, gli "ex cursus" che era solito fare, erano validi ed efficaci, le varie digressioni utili per la nostra conoscenza perchè basate su di una rielaborazione di studi regressi. Conosceva tutto in modo analitico e dettagliato, era ed è tutt'ora preparato su tutto, ricorda a memoria passi del vangelo, composizioni musicali, citazioni di poeti, ma non per questo tralascia i suoi studi (i suoi "piccoli libri di 600 pagine" e i manuali) ma continua nella sua formazione da insegnante. Per questo lo stimo ed ammiro. Alle volte però, seppur preparatissimo, nel valutare spesso sbagliava. Le sue interrogazioni (rigorosamente a libro chiuso) erano rigide, una serie di domande a cui bisognava rispondere in maniera estremamente precisa, e che al minimo errore ne avrebbero compromesso il voto finale. Colto ed erudito, non riusciva a rispondere alle nostre esigenze di alunni, ad avere un colloquio con noi, ad aiutarci risolvendo problemi presenti nella classe. Ci offriva si un modello, ma che spesso era troppo stereotipato e che a noi, purtoppo, non stava bene. Dal punto di vista professionale lo stimo ed ammiro e nel mio percorso formativo vorrei emularlo, ma da un punto di vista prettamente umano, cercherò di essere differente. Insegnare è una sfida e come tale, bisogna trovare meccanismi flessibili per l'apprendimento dei propri alunni, garantendone a tutti il raggiungimento di competenze comuni. Il mio professore non l'ha fatto o non ne è stato capace, non ha saputo tessere rapporti individuali che avrebbero portato ad unire la classe. Ma non per questo non lo ricorderò, è comunque stato un professore che mi ha insegnato ad amare la filosofia.
    Rosapia Maria Barbato

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  32. Salve a tutti!
    Durante il mio percorso scolastico, dalle elementari al liceo, molti sono stati gli insegnanti che si sono succeduti e certamente tutti hanno contribuito alla mia crescita umana e culturale, ma solo alcuni mi hanno lasciato un ricordo positivo.
    Tra questi insegnanti non posso assolutamente dimenticare il professore di Italiano del liceo. Lui riusciva a determinare in me e in gran parte degli alunni un reale coinvolgimento nell’attività didattica, facendoci sentire parte attiva del processo educativo. Sapeva rendere coinvolgente la lezione, semplificandola, facendo restare impressi nelle nostre menti i concetti essenziali. Con il suo saper fare, riusciva a tranquillizzare tutti anche nel momento delle verifiche, in modo da ottenere sufficienti risultati anche con chi studiava meno.
    Considerato quanto descritto, non nascondo il desiderio di riuscire un giorno ad insegnare con la sua stessa passione e la sua onestà professionale.

    Michele Antonio Rendina

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  33. Durante la mia vita scolastica ho avuto la fortuna di incontrare più insegnanti qualificati e motivati che non; anche con questi ultimi non ho avuto particolari problemi, più che altro sono professori a cui associo ricordi sbiaditi e grigi perché non mi hanno lasciato niente dentro; e in tale gruppo purtroppo c'è la gran parte dei miei professori delle medie.
    Le elementari e le superiori al confronto sono vivide nella memoria e le maestre e i professori che ho incontrato in quegli anni mi hanno veramente lasciato un segno dentro, sia umanamente che professionalmente; tutti professori con differenti stili d’insegnamento: alcuni preparatissimi, simpatici, autorevoli, professionali e altri più creativi e moderni con cui discutere di attualità e di politica.
    Pensare a un solo insegnante che rappresenti il mio ideale di maestra è dunque difficile perché ognuno ha contribuito a incarnarne un aspetto, ma dovendo scegliere ho deciso di narrarvi della maestra di italiano della scuola elementare.
    Il primo ricordo che mi torna in mente è il suo sorriso appena entrata in aula, era l'incarnazione del buonumore e la trovavo anche buffa con quei capelli ricci che andavano da tutte le parti quando si muoveva. Era gentile e comprensiva ma sapeva anche farsi rispettare e nella classe non c'era quasi mai caos o disordine.
    Ricordo il silenzio che si creava quando leggeva delle storie o quando facevamo gli esercizi; non era il silenzio della noia ma della laboriosità.
    Una delle attività più divertenti era la gara di lettura espressiva: la maestra divideva la classe in gruppi e a turno si leggevano dei brani e chi riusciva a leggerli meglio e con espressione faceva guadagnare punti alla propria squadra.
    E' stata lei a farmi appassionare alla lettura, mi ha portato a essere una vera divoratrice di libri anche grazie alla piccola biblioteca di classe che avevamo creato già dalla 2°elementare e alcuni libri li ricordo ancora: Cipì, Favole al telefono, Cuore,le avventure di Cipollino.
    Non so se sia stata una buona metodologia didattica ma ci faceva imparare a memoria le poesie di Leopardi, Foscolo, Pascoli, Carducci…etc e poi le dovevamo recitare con espressione alla cattedra.
    Questi continui esercizi di lettura, analisi, comprensione, memorizzazione dei testi mi hanno poi aiutato molto negli studi superiori.
    La maestra d’italiano ci faceva anche da insegnante di educazione fisica e a differenza di altre maestre considerava importante l’attività fisica e lo svago, forse perché era anche una scout, perciò in palestra facevamo molti giochi divertenti e di squadra oltre a giochi per conoscere il corpo, il tempo, lo spazio.
    Ho scelto di raccontare di questa insegnante anche perché non perfetta, è stata una persona che ha capito dai suoi sbagli, ha fatto autocritica e ha migliorato il suo modo di insegnare.
    Mi spiego meglio, se da un lato lettura e scrittura creativa sono state un cardine dell’insegnamento , la grammatica italiana, i tempi verbali, insomma la struttura della lingua era qualcosa che facevamo poco e controvoglia e gli effetti si sentono ancora oggi. Però nel ciclo successivo ha fatto tesoro dell’errore e ha cambiato impostazione.
    Una persona che riconosce di sbagliare e cambia è per me un esempio più grande di chi crede di possedere la “formula” del perfetto insegnante.
    Chiara Ferrara

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  34. salve a tutti....come richiesto dal nostro professore ..ho ripensato ai miei moltissimi anni trascorsi dietro i banchi di scuola e a tutti i professori che si sono succeduti negli anni!posso affermare anche con un po di amarezza che durante la mia carriera scolastica caratterizzata ovviamente da alti e bassi nn ho mai conosciuto un\a professore\ssa che m abbia colpito particolarmente....nn ho mai conosciuto un vero uomo d scuola!erano o troppo autoritari quindi incapaci d instaurare un buon rapporto con noi alunni,o troppo bonaccioni incapaci d farsi rispettare in quanto insegnante...ho scelto d fare l'insegnante non grazie a loro ma per altri motivi! grazie per la vostra attenzione buona serata a tuttii!s.v

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  35. Ricordo il mio percorso scolastico dividendolo in due periodi: un primo caratterizzato dalla voglia di scoprire cose nuove, dalla curiosità di conoscere il futuro, dall'allegria e l'ingenuità di un bambino alle prese con un nuovo "mondo"; ed un secondo periodo segnato dall'amarezza, e talvolta superficialità e disinteresse nel voler apprendere. Questo secondo periodo, che comprende gli anni del Liceo, ha letteralmente distrutto e modificato la figura della Scuola e dell'insegnante nei miei confronti, che ho sempre visto positivamente negli anni precedenti.
    Sembrerà strano, ma è proprio per questo che mi sono iscritta in questa Università, per poter dare un'esempio positivo di insegnante, figura che è stata "infangata" nei miei confronti.
    Tuttavia gli esempi di insegnanti che ho avuto nelle scuole elementari e medie sono stati molto positivi.
    Ricordo in particolare una maestra della Scuola Elementare che insegnava Italiano e Storia. Una donna che era per noi scolari una maestra ma allo stesso tempo una mamma. Riusciva a trasmettere in noi innanzitutto la fiducia da insegnante e successivamente la protettività e affettuosità di una mamma. Le sue lezioni erano molto creative, usava vari mezzi per aiutarci a comprendere. La sua particolarità e la sua bravura per cui la ricordo positivamente è stata quella di farci accettare l'un l'altro anche con diverse etnie e diverse disabilità. Tutt'oggi purtroppo siamo a conoscenza di problemi di razzismo nelle Scuole, e credo che in Scuole di realtà molto piccole come la mia, ciò accade con più probabilità, causa talvolta della mancanza di confronto.
    Per questo ammiro tutt'oggi quell'insegnante che è riuscita a far diventare unita una classe di diverse etnie, perchè a mio parere un compito principale di un buon insegnante è quello di trasmettere ai bambini che nessuno è diverso,siamo tutti uguali anche se con colori diversi di pelle o forme di corpo diverse, ricchi o poveri, l'insegnante non deve avere favoritismi per nessuno.
    D'Aloia Francesca

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  36. Dalle elementari fino al liceo ho sempre trovato davanti a me gente preparata, il problema è che non ho mai colto in loro la volontà di voler trasmettere il proprio sapere. Devo ammettere che ognuno di loro ha lasciato in me qualcosa di positivo, ma uno su tutti, il prof. di storia e filosofia che mi ha accompagnato durante l'ultimo triennio del liceo resterà sempre il mio preferito.
    Il professor Nasuto è stato per me il professore ideale perchè preparatissimo, sempre curioso di imparare da noi alunni, ma anche e soprattutto umano. Egli non teneva le sue lezioni seduto alla cattedra e si divertiva a presentarci filosofi e personaggi storici nella loro personalità, insomma non si atteneva alla lettera al libro di testo, ci metteva anche tutto il suo sapere (dunque anche gli appunti avevano per me un valore maggiore rispetto a quelli delle altre materie). Il clima in aula era sereno,anche durante le interrogazioni; queste ultime si tenevano ogni giorno per mezz' ora in modo tale che ognuno fosse ascoltato sull' intero programma e spesso. Nei periodi di maggior stress dovuti sempre ad altri prof. che riducevano compiti e interrogazioni agli ultimi giorni di quadrimestre , lui sapeva sempre come reinventarsi. Le tattiche che utilizzava per renderci più partecipi erano ad esempio la visione di film inerenti le spiegazioni, la lettura di libri che lui stesso ci consigliava e l'attribuirci il compito di imparare da soli una lezione per poi spiegarla alla classe. Ricordo poi quando ci portava a far lezione fuori dalla classe, o quando organizzava piccole escursioni e gare di fotografie piochè a fine anno avevamo tempo di distrarci, avendo finito in anticipo i programmi. Dagli altri prof. non era sempre visto di buon occhio in quanto si chiedevano come fosse possibile che solo nelle sue materie nessuno risultasse insufficiente. A mio parere avrebbero fatto meglio a chiedersi il perche del loro fallimento.
    Tra tutti è l''unico prof. che sa perfettamente come hanno proseguito gli studi i suoi ex alunni e che incontrandomi per strada si ferma a chiacchierare da amico più che da professore. Infondo lui ha imparato a conoscere ognuno di noi.
    Mirella Lauriola

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  37. Salve a tutti! Il ricordo della mia carriera scolastica e di tutti gli insegnanti che hanno percorso insieme a me questo cammino è, tutto sommato, abbastanza positivo... Soprattutto per quanto riguarda gli ultimi anni delle scuole superiori. Sono stati gli anni migliori, sia in termini di profitto che di insegnamento. Ottimi professori e molta complicità, il che favoriva il nostro apprendimento e il nostro impegno nello studio, cosa non da poco. Il mio ricordo più particolare riguarda il professore di matematica del quarto superiore. Premetto che la matematica non ha mai suscitato in me un grande interesse, come forse per molti studenti… Anche se i voti non cadevano nell’insufficienza non erano nemmeno però troppo soddisfacenti. Insomma il problema era che non riuscivo mai a capirla bene e per me rimaneva quasi sempre un'incognita. Ecco, questo professore è riuscito finalmente a farmi capire la matematica! Calcoli e problemi vari mi apparivano di una linearità unica ... Il tutto era diventato quasi come un gioco! E questa materia cominciava ad alimentare dentro di me una curiosità ed un interesse mai visti prima! La chiarezza e la semplicità con cui il professore la spiegava rendevano questa materia veramente piacevole! Incredibile! Per la prima volta il mio rendimento era diventato ottimo e superiore a tutti! Addirittura da farmi pensare di iscrivermi ad una facoltà scientifica!!! Avendo frequentato un liceo linguistico, dove lo studio delle materie scientifiche non viene molto valorizzato, quest’esperienza mi ha insegnato che sono molto importanti. E sicuramente andrebbero studiate e approfondite meglio! Attraverso questo ricordo vorrei sottolineare un fattore secondo me fondamentale… E cioè che la figura del professore è molto importante per l'apprendimento di una materia. Se è bravo e riesce a spiegare bene e con molta chiarezza, e soprattutto se riesce a trasmettere la passione per la materia, coglierà l’attenzione dello studente che si sentirà coinvolto...E tutto il resto, quindi, verrà di conseguenza. Tutti i professori lasciano dentro di te qualcosa, ma io vorrei ringraziare in particolar modo questo professore, perché ha cresciuto in me l'interesse e la curiosità verso le materie scientifiche!
    Jessica Fatica.

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  38. Ripensando alla mia carriera di studente, l'insegnante di cui ancora oggi conservo un ricordo positivo, è indubbiamente, la mia professoressa universitaria di Epidemiologia Sociale; materia di per sé non di facile apprendimento data la sua complessità, ma che grazie alla sua conoscenza, e, soprattutto alla sua competenza linguistica è stata in grado di comunicare con i suoi studenti in maniera molto efficiente.
    Oltre ad essere un'insegnante, era prima di tutto una persona eccezionale, il suo modo di fare e di esporsi era cosi semplice e chiaro, che anche i concetti più difficili li rendeva comprensibili, ed anche se qualcuno non capiva trovava altri e mille modi per farli comprendere, e cosi era davvero difficile che chi seguiva la lezione se ne tornava a casa senza aver appreso nulla ( cosa che con altri professori purtroppo accadeva).
    Per questo motivo la porterò nel mio cuore "sempre" e quando un domani toccherà a me entrare in classe nella veste di "insegnante", il mio pensiero andrà dritto a lei perché per me non esiste un modello di insegnamento migliore.

    Romanelli Leontina

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  39. In questi giorni ripensando alla mia "carriera scolastica" mi sono resa conto che tra i tanti insegnanti che ho avuto, di molti non ricordo quasi nulla, forse perchè li vedevo tutti uguali.
    Durante il liceo però ho avuto una docente che mi ha colpita per il suo modo di insegnare e per la sua disponibilità:è stata la mia professoressa di italiano e latino.
    Ricordo che uno dei primi anni del liceo, quando ci spiegò come scrivere un saggio breve, non si limitò ad elencarci teoricamente i passaggi da effettuare, ma ci aiutò ad elaborarne uno insieme con la sua guida, per poi assegnarcene uno da fare a casa ed infine farceli leggere in classe dicendoci cosa andasse bene e cosa fosse invece da corregere e migliorare. Anche per il latino utilizzava un metodo molto simile: prima la spiegazione teorica, e subito dopo chiamava qualcuno alla lavagna per tradurre delle frasi, volendo però che ogni alunno lavorasse singolarmente dal posto. Inoltre era un' insegnante molto flessibile, perchè spesso quando in classe un alunno iniziava a parlare di una notizia d'attualità, lei era aperta a questo dialogo e ragionava con noi pur tralasciando per quel giorno tutto ciò che aveva programmato di fare.
    É stata una buona insegnante non solo per il suo metodo, ma anche per la sua disponibilità. Seguiva molto chi aveva difficoltà nell'apprendere le sue materie e faceva di tutto per aiutarli. Ci ha seguito per quattro anni, poi all'inizio del quinto ci ha dovuto lasciare per motivi personali:era in dolce attesa. Nonostante tutto ha continuato a seguirci ed interessarsi di ognuno di noi, "coinvolgendoci" anche sulla sua gravidanza. Ogni tanto ci organizzavamo in piccoli gruppi e andavamo a trovarla a casa, anche perchè "la prof." voleva essere informata sulla nostra preparazione all'esame, e lei per noi era un punto di riferimento per consigli sulla maturità e la scelta universitaria.
    Ciò che mi ha colpita di lei è stata proprio la sua capacità di riuscire a mantenere con noi sia una relazione professionale, sia un legame dal punto di vista umano aiutandoci a crescere con determinati valori.
    Francesca Cianciullo

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  40. Ripensando alla mia carriera scolastica, mi rendo conto di aver conosciuto davvero pochi insegnanti degni di essere tali, ma sicuramente la mia professoressa del liceo di storia e latino era tra quei pochi e veri insegnanti! E’ rimasta nel mio cuore non solo per il suo metodo d’insegnamento efficace, ma soprattutto per la passione che ci trasmetteva in ciò che spiegava, nonostante le sue materie fossero di norma “noiose”. Sapeva come farci ridere e scherzare, ma anche come farci apprendere e studiare, con le sue poche ore, senza essere pesanti e cercando di coinvolgere la classe intera. La sua grande cultura la trasmetteva nella maniera più facile e possibile e, oltre a questo è stata un’insegnante di vita! Si vedeva lontano un miglio che quello che faceva, lo faceva per pura passione, perché voleva bene ai suoi alunni e non per i soldi, o perché era cosi punto e basta; era dalla nostra parte quando eravamo odiati dagli altri professori, o quando avevamo un problema ci ascoltava e cercava di migliorare la situazione. Era l’unica che non faceva avvertire quella “distanza” tra la cattedra e i banchi. Ma nonostante tutto tutti gli insegnanti sia nel bene che nel male mi hanno fatto capire cosa voglio e cosa non voglio fare nella mia futura carriera da insegnante!

    Chiara Cicchese

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  41. Durante tutto il mio percorso scolastico ho avuto, per fortuna, un rapporto positivo con la maggior parte dei miei insegnanti, ma, in particolare, ricordo con stima il professore di italiano che mi ha seguito gli ultimi tre anni del liceo. La prima impressione che ebbi alla prima lezione non fu molto positiva: il professore si presentò come un uomo abbastanza severo e ciò incuteva in noi molta ansia. Un'impressione, questa, che in poco tempo scomparve. Ciò che più mi colpì e che ricordo con piacere è il suo modo di spiegare: le sue lezioni non erano mai noiose, il suo stesso modo di parlare ci affascinava; tutti gli argomenti erano esposti con chiarezza ed anche quelli più noiosi risultavano interessanti. Impostava le lezioni in modo da non risultare mai ripetitivo e le integrava con spunti molto interessanti. Da subito si venne a creare tra noi e il professore un rapporto si assoluta stima e rispetto. L'agitazione iniziale scomparve anche durante le interrogazioni proprio grazie al professore che riusciva a farci sentire a nostro agio. Al di fuori della classe tornava, poi, ad assumere l'aspetto di un professore molto severo e rigido, ma durante le lezioni, anche se con serietà, faceva di tutto affinchè la sua spiegazione riuscisse al meglio e affinchè l'intera classe lo seguisse. Ciò che vorrei avere, una volta divetata insegnante, è sicuramente il suo modo di spiegare, di coinvolgere gli alunnie di far risultare anche gli argomenti difficili più piacevoli. Condivido, inoltre, la sua serietà, la sua professionalità, il suo interesse nel far sì che la lezione, e di conseguenza l'apprendimento degli alunni riesca al meglio, tutti elementi che sottolineano la passione di un insegnante per il proprio lavoro!
    Carmen Iammarino

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  42. Buongiorno. Se ripenso alla mia carriera scolastica la prof. che ha lasciato un ricorso positivo in me è sicuramente quella di storia e filosofia degli ultimi due anni di liceo scientifico.La prof. aveva una qualità, che a mio parere è importantissima per chi insegna: sapeva catturare l'attenzione di tutta la classe!Parlava con enfasi e riusciva a trasmetterci la passione per quelle materie!Inoltre era ed è molto preparata(scrive anche romanzi e saggi filosofici). Noi ci meravigliavamo di ciò, perchè oltre a sapere cose molto particolari delle sue materie, aveva conoscenze in fisica,italiano,latino ecc. Per questo noi l'ammiravamo molto! Inoltre è una delle poche insegnanti che ho avuto che secondo il mio parere valuta in modo giusto: utilizza l'intera scala numerica,pone un numero uguale di domande a chi viene interrogato e soprattutto organizza delle interrogazioni programmate,in modo tale che noi studenti non vivevamo la scuola con un'ansia perenne!!Questo non significa che non pretendeva molto da noi,anzi. Riusciva a raggiungere sempre i suoi scopi e credo non sia un caso se i migliori risultati dell'intera classe ci sono stati nelle sue materie. Riusciva a stimolarci e a motivarci e personalmente ho puntato a una preparazione sempre più alta in queste materie perchè mi piacevano molto, ma anche perchè non sopportavo deludere la prof. Con lei abbiamo fatto anche molti progetti(ad esempio abbiamo imparato l'inno francese,tedesco e americano oppure canzoni come "Gorizia" e "ta-pum" che poi cantavamo alle interrogazioni). La ricordo sempre con il sorriso, sempre energica e mai stanca. Lei è il mio modello e se un giorno riuscirò ad insegnare spero di riuscire a trasmettere l'amore e la curiosità per il sapere come lei ha fatto con me.

    Martina Ferrante

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  43. Ciao a tutti,
    ho provato a ripercorre il mio iter scolastico e devo dire che nella mia carriera di studentessa conservo ancora oggi un ricordo distinto di tutti gli insegnanti che ho avuto.Un episodio che sicuramente mi ha segnato è successo sul finire della quinta elementare, quando (potrei dire esattamente quale fosse il giorno esatto a distanza di anni) sul finire della quinta, la maestra che mi aveva accompagnato durante tutti e cinque gli anni, mi disse che il mio voto finale non era ottimo ma distinto, una sorta di punizione per farmi capire ( non ho mai capito cosa!) per non aver consenato un compito. Avrei preferito,e lo penso ancora ora, che avesse espresso quel giudizio con più veridicità e soprattutto motivandolo con coerenza.A ripensarci,ora, credo che questo episodio ha segnato il mio andamento scolastico alle medie nonostante ho trovato insegnanti disponibili che mi hanno aiutato in un periodo molto difficile.Alle superiori invece ho incontrato una professoressa d'italiano che mi ha tramesso l'amore per la letteratura, grazie alla sua capacità di interagire con le altre discipile durante le sue lezioni.A lei il merito di aver sempre espresso in modo chiaro ed esplicito il perchè delle sue valutazioni e soprattutto il coraggio di modificarle sia negativamente, nei casi più brillanti, sia positivamente, nei casi più disperati.Circa tre anni fa l'ho rincontrata ed è nata una vera e propria amicizia fatta di scambi reciproci di idee e opinioni.
    A differenza dei miei compagni di corso, la mia vita all'interno della scuola è proseguita lavorativamente, come assistente per disabili,questo mi ha permesso di vedere e assimilaere modelli d'insegnamento e valutazioni diversi, questo è avvenuto in tutte le scuole dall' infanzia alle superiori.
    Mi sono ,infatti, accorta che molti insegnanti, quando entrano in classe hanno una chiara visione degli alunni e difficilmente cambiano idea, stabiliscono quasi subito un giudizio che talvolta è irremovibile,altri,invece, hanno un atteggiamento più propositivo ,incoraggiano gli alunni a studiare e a uscire da situazioni di blocco momentaneo.
    Infine, credo che il desiderio di diventare insegnate sia il risultato di tutta una serie di esperienze accumulate:l' incontro significativo con la mia insegnante d'italiano, il mio lavoro a scuola e non da meno l'esperienza che sto vivendo con il corso d'italiano per stranieri, che svolgo per volontariato.
    Simona Battista,I anno

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  44. salve a tutti!
    nel corso del mio iter scolastico ci son stati numerosi insegnanti che hanno lasciato significativi ricordi ,positivi e negativi, nella mia memoria.Alcuni davano delle semplici informazioni a noi studenti, lasciandoci poco o niente di quello che raccontavano, altri riuscivano a trasformare questi dati in vere conoscenze sia relative alla materia che insegnavano o relative alla realtà in cui viviamo. Il professore che ricordo con maggior affeto è l'insegnante di filosofia e pedagogia del liceo,si presentava ogni giorno con un sorriso e con la sua aria bonaria, ma sapeva anche far valere la sua autorevolezza.A volte faceva lezione tradizionalmente, lui in cattedra e noi ai banchi,altre volte faceva disporre i banchi a ferro di cavallo(eravamo pochi in classe, c'era tutto lo spazio necessario)e dandoci un tema ci stimolava al dibattito tra di noi, spesso interveniva per indirizzarci verso la giusta direnzione, ma lasciandoci sempre la libertà del confronto; anche le interrogazioni avvenivano con lo stesso metodo, faceva sedere quattro o sei persone vicino la cattedra e dovevamo farci domande, reciprocamente sull'argomento oggetto di verifica. Ricordo volentieri le lezioni fatte nel cortile dell'istituto in cui l'alunno "prescelto" diventava insegnante e doveva esporre alla classe l'argomento del giorno, studiata il giorno prima.
    Probabilmente è proprio grazie al suo esempio e a quello di altri docenti motivati e preparati,che ho deciso di intraprendere questo percorso, sempre con il sorriso sulle labbra.
    Camilla Pasquale

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  45. Salve a tutti!
    Vorrei raccontarvi della mia maestra, si chiamava Rosetta.
    Era una signora di classe e la più anziana del gruppo tant'è che le sue colleghe se dovevano risolvere qualche problema, chiedevano sempre consiglio a lei. Io e i miei compagni porteremo sempre con noi il suo ricordo; difficile dimenticare una maestra così severa ma efficace! Ci ha accompagnati per tutti e cinque gli anni della scuola elementare, insegnandoci l'italiano senza sottolineare le differenze tra noi, anzi, cercando di farci raggiungere lo stesso livello anche se per qualcuno è stata davvero una "sudata".
    Ricordo che appena fummo pronti per scrivere senza problemi, ci faceva annotare ogni regola grammaticale sul quaderno con il titolo "a letteroni colorati" e seguito dalla scritta "da ricordare:"; ovviamente il tutto doveva essere memorizzato e ripetuto il giorno dopo a campanella. Questo voleva anche per le poesie, a cui lei era molto legata, soprattutto se si trattava di quelle scritte dal poeta dialettale del nostro paese. Per le letture c'era un minimo di dieci prove da fare a casa, ma se il giorno dopo c'era ancora qualche inceppo si finiva dietro la lavagna o in casi eccezionali, nel corridoio (incluso il banco) vicino la bidella.
    Ho deciso di raccontarvi di lei perché nonostante i pianti pomeridiani, non potrò mai dimenticare tutti i verbi coniugati sui quaderni grazie ai quali oggi non ho nessun problema e non mi fermo davanti nessuna difficoltà in questo campo. Se ci penso poi, capisco che da bambino si vedono i lati peggiori della severità.
    Ricordo quando, prima di ripetere una poesia, la maestra ti presentava davanti la classe con "dalla calda voce di..sentiremo la poesia intitolata.." ed era in quel momento che ti sentivi importante; eri tu che dopo aver studiato lo dimostravi davanti a tutti coloro che non avevano niente in meno o in più di te. Spesso in classe si scherzava, lei molte volte ci presentava dei lavori come se fossero giochi; ad esempio quando diceva di cercare una parola sul dizionario, il primo che la trovava aveva il diritto ad un giro di corsa nel corridoio (man mano poi finiva con l'accontentare tutti). Ad ogni riassunto, poesia o ricerca, doveva essere affiancato un bel disegno e colorato a dovere. Non perdeva nemmeno un giorno di lezione ma una o due volte all'anno c'era l' eccezione di una lezione di balli di gruppo. Ci teneva molto a farci apprezzare le tradizioni della nostra terra, era sempre pronta a partecipare a progetti che richiedevano ricerche sul passato (come le interviste ai nonni) e qualche volta approfittava delle belle giornate di sole per raccontarci notizie sempre nuove, relative alla storia del paese. Cercava di essere una maestra complice con la sua classe, se qualcuno aveva un segreto da confessarle poteva farlo al suo orecchio proprio come si fa tra amici. Ultima, ma non meno importante, sua caratteristica, era l'attenzione che poneva nella progettazione ed organizzazione delle recite scolastiche, curate in ogni minimo particolare; ricordo che lei ci teneva molto al coinvolgimento dei genitori riguardo il percorso scolastico dei figli (le recite, oltre ai colloqui, che sono occasioni di questo genere, ne sono l'esempio).
    Se un giorno diventassi una maestra, il mio modello sarà proprio lei, anche se forse potrei eliminare un pò di severità e i suoi metodi tradizionali. Nonostante ciò...grazie maestra Rosetta!
    Katia Tirabasso

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  46. Salve a tutti...
    ripercorrendo la mia carriera scolastica, dall'università fino alle elementari, tanti sono gli insegnanti che si sono susseguiti...alcuni hanno lasciato un ricordo positivo, altri meno, altri appena un ricordo sbiadito.Ma posso dire che il mio ricordo più bello è legato a quello meno bello.L'esperienza della scuola elementare è stata piuttosto negativa.La mia maestra(erano gli anni del maestro unico)insegnava con metodo autoritario/punitivo e questo mi portava a vivere la scuola con timore e ansia.Poi per fortuna fu sostituita(per un breve periodo)da una supplente giovane, preparata, che insegnava con passione ed entusiasmo.Con la sua grande comunicatività, anche non verbale, il suo sguardo accogliente, sorridente, era riuscita a creare un clima positivo nella classe, permettendo di coniugare il benessere emotivo all'apprendimento.Quindi fra tutti voglio ricordare lei, in quanto è riuscita a cambiare il mio rapporto con la scuola, facendomela "amare".
    Ripensando a tutto ciò capisco ancor di più che fare l'insegnante(soprattutto in una scuola primaria)non è un lavoro facile, non è un lavoro come un altro, perchè sei responsabile della formazione di una persona in anni cruciali, richiede passione oltre che competenza...oggi più di ieri!
    R.B.

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  47. Sin da piccoli ci è sempre stato imposto lo “ studiare”, abbiamo sempre fatto ciò che ci dicevano perché “dovevamo” e mai perché apprezzassimo realmente quello che ci veniva raccontato. Nell’età giovanile si associa il maestro alla materia, ci si fa spesso influenzare dal rapporto personale che abbiamo con questi, piuttosto che dall’importanza o dal bagaglio culturale che si può ricavare dalla materia stessa. Soltanto al liceo, raggiunta una maggiore maturità, sono riuscita ad avere un approccio più personale con le singole materie, riuscendo così a distaccarmi da coloro che me le insegnavano e potendo esprimere preferenze sulle discipline dettate soltanto dal vero interesse e dalla vera curiosità. Ripercorrendo il mio cammino scolastico, posso prendere in considerazione diversi esempi da cui trarre aspetti negativi e positivi, esperienze insomma, che mi aiuteranno a riformulare quello che sarà il mio metodo d’insegnamento. Ricordo, per esempio, con piacere, la passione con cui la mia professoressa di pedagogia trattava gli argomenti, combinava la teoria ad esempi di vita pratica, rendendo così la materia, reale, più suggestiva e stimolante, divincolandola dall’astrattezza e quindi dalla sterilità. Tutte le esperienze vissute in campo scolastico mi hanno insegnato che sarà fondamentale avere passione, incuriosire i ragazzi, trasmettere loro che è importante fare proprio ciò che si legge e ciò che s’impara, rendendoli coscienti che il “dovere” deve diventare un piacere, e che tutte le conoscenze potranno formare la persona, una persona capace di relazionarsi in primis con sé stessi e poi con tutto ciò che riguarda gli altri, dalla società in generale, alla famiglia. La cultura che avranno alla fine del percorso li renderà capaci di avere un posto singolare al mondo, un’identità, una personalità al cui interno potranno ritrovare le mille e più sfaccettature di ogni autore o fatto storico che solo poco tempo prima consideravano noioso e inutile.
    Lucia Parente

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  48. Nel mio lungo percorso scolastico ho avuto la fortuna di incontrare diversi validi insegnanti, persone dedite al proprio lavoro inteso non come fine a se stesso, ma come missione di vita.
    Tra questi, per me esemplare è stata la professoressa di letteratura spagnola, incontrata nella mia precedente carriera universitaria. Una donna di grande esperienza e cultura che mi ha aperto nuovi orizzonti conoscitivi e mi ha insegnato a guardare la vera natura delle cose. Una persona che mi ha stimolato ad approfondire le mie conoscenze e a esprimermi senza timori e inibizioni.
    Spero di poter trasmettere gli stessi valori, entusiasmo e sapere ai miei futuri discenti.
    Annateresa Valiante

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  49. Nella mia vita scolastica ho avuto la fortuna di conoscere bravi insegnanti ma l'unica che ho scelto come punto di riferimento è stata la maestra di italiano.Era il primo giorno di scuola elementare quando entrò per la prima volta nella nostra classe una giovane donna.In un primo momento ebbi l'impressione che fosse abbastanza esigente ma mi bastò conoscerla per capire che non era affatto così.Aveva una voce flebile,non forte,ma per questo motivo era gradevole ascoltarla.Da subito instaurò con la classe un rapporto speciale:le piaceva molto ascoltarci,infatti spesso le parlavamo dei nostri problemi,di come trascorrevamo il weekend ecc.Metteva molto amore nell'insegnare la sua disciplina,utilizzava un linguaggio abbastanza semplice e preferiva lavorare molto in classe così da facilitarci il lavoro a casa.Dopo aver spiegato ci poneva delle domande,chi riusciva ad esporre meglio la lezione veniva gratificato con una buona valutazione.Devo dire che con lei mi impegnavo davvero al massimo spinta dal desiderio di gareggiare con gli altri compagni.Quando aveva lezione all'ultima ora poichè ci vedeva stanchi e disattenti ci leggeva Harry Potter così da riuscire a coinvolgere tutti,anche i bambini più vivaci.Alla fine di ogni capitolo poneva una domanda ad ognuno di noi per vedere se avevamo compreso la sua lettura e delle volte ci premiava anche con delle caramelle.L'ultimo giorno di scuola ci fece scendere giù in cortile,scattammo le foto tutti insieme.Quel giorno fu uno dei giorni più tristi per me.Stavo lasciando i miei compagni con cui avevo condiviso delle belle esperienze ma capii che prima o poi dovevo farmene una ragione.Ancora oggi mi capita spesso di andarla a salutare nella mia vecchia scuola e spero che un domani riuscirò a mettere in atto le sue stesse strategie di insegnamento con i miei alunni. Alessia Caccavone

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  50. Salve a tutti, è interessante proiettarsi per qualche minuto nel passato e analizzare la mia "carriera scolastica". Spesso (parlo soprattutto del liceo) mi arrabbiavo, mi innervosivo perchè non c'era uno/a che,anzichè riempirci la testa di informazioni, nozioni e dati (che avremmo dimenticato dopo pochissimo), ci ascoltasse e ci facesse ragionare, ci portasse alla conoscenza vera, utile, quella essenziale. L'unica che spiccava tra tutti era l'insegnante di storia e filosofia che ci ripeteva sempre: "voi non dovete ripetere la pappardella a memoria, dovete ragionare, fare i collegamenti, usare la testa!". Un'altra cosa mi colpiva: lei mirava sempre a poche cose, cose essenziali, che col passare degli anni diventassero tuee facessero parte di quelle cose che non dimentichi. Si arrabbiava quando all'interrogazione si iniziava così: "Shopenauer nacque...morì..ecc", sosteneva che studiare la vita di ogni autore fosse inutile perchè una volta finita l'interrogazione sarebbe finita già nel "dimenticatoio". Diceva di apprendere le cose principali di qualsiasi argomento o autore. E per finire faceva una di quelle cose che pochi sanno fare: ascoltare. Spesso entrava in classe e ci chiedeva di esprimere il nostro pensiero, parere, su un determinato argomento, quale Dio, la Chiesa, la politica, la filosofia stessa e via dicendo. Questo è tutto. Spero di poter diventare un insegnante modello per i miei bambini.
    Perricone 1° anno

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  51. Salve a tutti.
    Durante il mio percorso scolastico solo una professoressa ha lasciato il "segno" nella mia mente e nel mio cuore. Lei era la professoressa Villani, insegnante di Italiano alle scuole medie. Ricordo benissimo il primo giorno in cui entrò nella mia classe... Era alta e in carne, e aveva un'aria molto seria, quasi minacciosa.
    Il tempo, tuttavia, dimostrò che quella era solo un'apparente corazza dietro la quale nascondeva il suo carattere dolce, comprensivo e generoso. Dopo poche settimane era già la nostra "chioccia"...eh si, lei si faceva chiamare così! Voleva sentirsi amata dai suoi alunni e al contempo sapeva amare. Non nego che aveva un metodo scolastico abbastanza pesante, e di certo non si risparmiava nei compiti a casa; eppure era così piacevole svolgere quei compiti.
    Grazie alle sue lezioni in classe, entravamo nei panni del grande Ulisse, e così all'improvviso mi sentivo avventuriera e coraggiosa! Oppure nel giro di qualche minuto mi sentivo immersa nella "selva oscura" di Dante, pronta a comprendere ogni sua incomprensibile terzina, così ricca di significati. La prof. Villani amava la sua materia come tutti i meritevoli insegnanti e sapeva metterci alla prova, confrontarsi con noi, sapeva farmi innamorare della cultura. Solo lei riuscì a portare sulla "retta via" i numerosi ripetenti della classe, e come ci riusciva? Questo è tutt'ora un mistero...
    Forse ci riusciva spontaneamente, senza tanti giri di parole, senza imporsi, nè giudicando. Lei non spiegava, "raccontava", non si imponeva, ma "proponeva" e soprattutto non giudicava, ma leggeva nel nostro cuore.
    Guerrieri Letizia 1° anno

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  52. In tutti gli anni trascorsi nella scuola ho conosciuto un numero infinito di docenti che mi hanno lasciato ricordi sia positivi sia, a volte, negativi. Per la maggior parte erano insegnanti preparati e con una forte passione per l’insegnamento.
    Un ricordo particolarmente speciale lo ha lasciato la mia professoressa di lettere e storia del liceo delle Scienze Sociali che frequentavo.
    Era un punto di riferimento per l’intera classe, riusciva a insegnarci le sue materie con tutta la grinta possibile ed era sempre disponibile ad affrontare ogni tipo di problema e a darci consigli.
    A volte poteva sembrare severa, ma lo faceva perché ci teneva a noi e alla nostra formazione, infatti non ci interessava se ci assegnava innumerevoli capitoli da studiare o numerosi esercizi. Rimaneva comunque la sola professoressa che era in grado di capire ciò che pensavamo noi studenti.
    Il docente dovrebbe essere un esempio per i propri allievi, dovrebbe supportarli e formarli, renderli alla fine del percorso autonomi e in grado di cavarsela da soli. Questo è quello che ha fatto nei tre anni che ha seguito la nostra classe, e ci ha permesso di affrontare gli esami di maturità alla perfezione.
    È stata una grande insegnate che ha acceso ancora di più la mia voglia di entrare nella scuola ed essere come lei, infatti se tutto andrà per il meglio ho già un modello da seguire che mi permetterà, spero, di essere una buona insegnate.
    Russo Rossella, I anno

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  53. Salve!!!!
    Sono molto attaccato all'ambiente scolastico perché sin da quando ero un pargoletto misi piede alla materna, e posso ben dire che ho passato la maggior parte della mia vita tra i banchi. Grazie a quegli anni ho conosciuto persone fantastiche e con l'aiuto dei miei insegnanti (chi più, e chi meno)ho imparato tantissime cose, tanto da ritenermi abbastanza soddisfatto delle mie conoscenze. Tra i tanti insegnanti che ho incontrato nel mio percorso, c'è ne è uno in particolare: il prof di storia del 2° Liceo. Non solo mi ha impressionato la sua preparazione, bensì mi ha sorpreso la sua personalità, essendo giovanissimo. Sapeva come farsi rispettare, era una via di mezzo tra amico e insegnante, senza che una parte sopraffasse l'altra, mantenendo così un equilibrio constante. Anche se qualche volta era pesante col carico di argomenti necessari per l'interrogazioni, ci dava il tempo necessario per prepararci al meglio. Oltre ad essere un patito della matematica, ero anche un buon intenditore di storia, ma ero troppo pigro per approfondirla, ma grazie ai suoi metodi e al suo fare, riuscì a studiarla con continuità.
    Totta Michela Andrea 1° anno

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  54. Cosa dire?! Da sempre..ho un brutto rapporto con la matematica, pessimo direi!! Bene o male, nelle altre materie ho sempre saputo cavarmela, mentre nei confronti della matematica posso dire che, dalla prima elementare, ho sempre avuto un' antipatia; durante tutto il mio percorso scolastico ho incontrato molti insegnanti capaci, ognuno a modo suo (nel bene e nel male) ha saputo lasciare qualcosa, ma l'insegnate che più di tutti ricordo è la prof. di matematica avuta durante la scuola superiore. E' stata (ed è) un insegnante eccellente, per una serie di motivi. Innanzitutto è "umana", capisce mille problemi ed ogni situazione, non solo nei miei confronti, durante gli anni scolastici ha saputo dimostrare grande coraggio, una forte personalità e passione per il suo lavoro. E' stata in grado di ripetere uno stesso argomento numerose volte, senza mai scocciarsi ed è stata l'unica insegnante, in tanti anni, in grado di farmi capire i più difficili concetti matematici, sapeva come prendermi (e sa come prendere ognuno dei suoi studenti), è riuscita a diventare "una di noi", cioè una compagna di classe, sempre restando nei limiti, ovviamente!
    Quindi oggi posso dire che il mio rapporto con la matematica è sicuramente migliorato, non posso dire di amarla, ma dopo anni, quando mi capita di dover applicare qualche concetto, ripenso a ciò che ci diceva la prof e il più delle volte si ottengono buoni risultati.
    Peccato non avere tutti insegnanti del suo calibro!!
    Carlo Gianquitto

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  55. Salve, spero che la mia riflessione non venga considerata errata, ma il mio modello, l'insegnante che mi ha spinto maggiormente ad intraprendere questo percorso, è si un insegnante.. ma che in realtà non mi ha mai insegnato: mia madre, una maestra di scuola primaria. Qualche anno fa, guardandola uscire di casa ogni mattina con una particolare luce negli occhi, non capivo cosa provocasse in lei tanta gioia e volontà. Notavo che si ostinava a non prendere giorni per se stessa, neanche quando ne avesse realmente bisogno, e continuai a non capire. Quando andai per le prime volte a scuola con lei, mi fu tutto chiaro: tra i bambini della sua classe, che la adoravano, ce n'era uno affetto da sindrome di down, doppiamente sfortunato poichè i genitori non si prendevano affatto cura di lui. Quindi era proprio la sua insegnante di italiano che ogni giorno gli portava la merenda, lo aiutava a tornare a casa, gli comprava quaderni e colori e faceva tutto il possibile per farlo stare bene, anche a costo di togliere del tempo a se stessa. Inoltre ho assistito a molte sue lezioni e mi sono resa conto di quanto sia autorevole, ma allo stesso tempo paziente, disponibile, solare nell'"istruire" quelli che reputa i "suoi" bambini. Nessuna lezione è uguale ad un'altra. Riesce con i metodi più originali (per esempio la realizzazione di cartelloni, lavori di gruppo, attività multimediali)a far apprendere le lezioni ai bambini che imparano divertendosi, ed è capace di rendere piacevoli anche i momenti di verifica, nei quali gli alunni sono orgogliosi di mostrare alla maestra le proprie conoscenze e abilità. Non mi avrà insegnato le basi della matematica, dell'italiano, la storia e la geografia, ma è stata sicuramente l'isegnante che mi ha colpito di più. Credo che questo sia il frutto di passione e sacrificio, e spero anche io, un giorno, di poterle assomigliare.
    M. F.- I anno.

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  56. Salve a tutti.
    Inizio col dire che il mio percorso scolastico è stato abbastanza particolare, nel senso che arrivata alle scuole superiori avevo un'idea della scuola piuttosto diversa da quella di alcuni miei compagni di classe.Il mio interesse,soprattutto nei primi due anni di Liceo verteva sul divertimento con i miei amici,sulle "marachelle" ai professori e sui dispetti agli altri miei compagni.Non avevo il minimo interesse a studiare,a imparare a memoria ciò che ci veniva assegnato perchè come dicevo in precedenza andavo a scuola per "divertirmi".Tutto ciò è cambiato quando una mattina di novembre la professoressa di storia dell'arte decise di interrogare a sorpresa.Io ero impreparata ma purtroppo(o forse no)toccò a me.Il mio primo pensiero fu quello di prendere l'insufficienza e recuperarla in seguito ma ci pensai a fondo e mi convinsi ad andare mettendo insieme quel pò che ricordavo.Prendere un brutto voto mi toccò particolarmente così iniziai ad impegnarmi,iniziai a trovare interessante ogni singola materia,specialmente storia dell'arte.Passavo ore ed ore a casa ad imparare cose nuove e a tentare di recuperare quelle passate,acquisii un nuovo metodo di studio e a volte studiavo in gruppo per confrontarmi un pò.Un segno assolutamente positivo mi è stato lasciato dalla professoressa di storia dell'arte.Per prima cosa riuscì a farmi amare quella disciplina grazie al fatto che sapeva esporre concetti in modo molto chiaro,semplice e sintetico,aveva un modo di parlare che lasciava tutti "incantati",era pronta al dialogo con tutti.E' sempre stata comprensibile,disponibile e non ha mai fatto pesare una lezione.Aveva un modo di spiegare diverso dagli altri(forse anche questo faceva sì che tutti erano attenti).Si serviva di slide e documenti scritti da lei.Mi sento in dovere di ringraziarla perchè se non mi avesse interrogata quel giorno magari ero ancora la persona di prima e soprattutto perchè è riuscita a "svegliare" in me l'interesse per la cultura e per l'apprendimento.Sicuramente se si avvererà il mio sogno farò di tutto per "somigliare" a lei.
    Libera Martuccio. I anno

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  57. Buona sera a tutti,
    al termine delle scuole medie, ho deciso di diventare una studentessa del Liceo Scientifico del mio paese, forse per comodità, non so. Dico questo perché il primo anno del liceo mi sentivo poco stimolata e poco motivata a proseguire il mio percorso forse per colpa di qualche docente(ma non voglio accusare nessuno in particolare). Ma dopo quel lungo e interminabile anno concluso con molti sacrifici, passo al secondo anno. Era il primo giorno di scuola, lo ricordo come se fosse oggi. In classe si presenta il nuovo prof di italiano, giovane e dall'aria minacciosa. Per i primi giorni sembrava il "cattivo di turno". Dopo qualche settimana trascorsa insieme, però, mi resi conto della persona che era: colta e intelligente, capace di interagire con la classe, di farsi ascoltare e di far apprendere in modo semplice e con molta tranquillità; era piacevole ascoltarlo, le sue lezioni non erano mai noiose e pesanti perché essendo una persona preparatissima, molto spesso faceva riferimento ad altre materie, a documenti e ad esperienze vissute. Era una persona in gamba. Oltre a insegnare la grammatica e la letteratura italiana, fu in grado di organizzare molti progetti che coinvolgevano non solo gli alunni ma anche persone che erano al di fuori dell'ambiente scolastico. Così dopo il secondo anno e grazie al mio prof i miei risultati scolastici iniziarono ad essere soddisfacenti e mi sentii di nuovo motivata ad andare avanti.
    Ho pensato di parlare di lui perché quando ho deciso di intraprendere questo percorso, cioè quella di diventare un insegnante, il mio primo pensiero è andato al mio prof perché un giorno se dovessi diventare una maestra vorrei essere proprio come lui, cioè un "buon insegnante", colui che "diventa inutile" e che "rende autonomi i propri alunni".
    Nicoletta Moffa. I anno

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  58. Ricordo con immensa gioia e tanta emozione il mio maestro della scuola elementare: il maestro Antonio.. .
    Lo ricordo non tanto per quello che mi ha insegnato ma per come me lo ha insegnato. Severo, esigente, umano, attento a noi come persone... l’unico che ha saputo valorizzare i miei difetti…Ci chiamava i suoi “ pulcini”.
    Ci faceva lavorare molto ma il momento più bello era quando ci portava nel cortile della scuola, ci faceva disporre in fila e con la mano sul cuore ci insegnava a cantare l’Inno d’Italia…
    Tanti sono i ricordi che ho di lui e, oggi più che mai, a 39 anni essendo anche io una insegnante di scuola primaria, ripenso a parole a cui tanti anni fa non ho dato importanza o che, forse, non ero in grado di capire.
    Diceva sempre che non si può sapere senza l’amore per il sapere..
    Quando gli raccontai della mia prima supplenza mi disse: E’ un mestiere bellissimo ma difficile, fallo con il cuore”. Ma io ero troppo presa dall’entusiasmo del mio primo incarico e non capii neppure in quella occasione..
    Lo incontrai un paio di anni fa, poco prima che lui morisse e gli parlai, come spesso accadeva, del mio lavoro. In modo particolare però, mi soffermai sulla mia difficoltà di combattere talvolta con famiglie sorde, con ragazzi troppo tecnologici e abbandonati per ore alla tv..
    Seppur stanco e provato dalla malattia mi disse:” il lavoro che hai scelto è una missione, metti in gioco tutta te stessa e soprattutto mettiti in discussione sempre perché attraverso i nostri ragazzi costruiamo il futuro……”
    Mariagrazia Petti I anno

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  59. In questi 17 anni di percorso scolastico ho avuto l'opportunità di cambiare diversi insegnanti; tra questi solamente un paio mi hanno saputo dare quel qualcosa in più, di cui vale la pena ricordarsi anche a distanza di quasi un decennio ormai e che forse mi ha dato lo stimolo per aspirare a diventare anche io un insegnante. Sono due professori avuti alle scuole medie: un professore che insegnava Artistica e una professoressa di Lettere. Per rispetto alla scomparsa del professore ho deciso di raccontarvi della mia professoressa di Italiano. Premessa importante: la mia non era per niente una classe facile, nel senso che vi erano varie tipologie di ragazzi: oltre ad un disabile, vi era un pluriripetente e varie personalità particolari; insomma eravamo un bel mix che sembrava poter collassare da un momento all’altro.
    Ricordo tutto di questa professoressa con tanta ammirazione: mai sposata, il suo unico amore era la scuola, fisico imponente e lineamenti marcati; premurosa (senza mai dimostralo troppo durante i tre anni di scuole medie ma dimostrandolo molto di più dopo) nel senso che davanti agli atri ci difendeva a spada tratta e poi se la rivedeva con noi; simpaticissima e allo stesso tempo severa e rigida, da insegnate vecchia scuola qual era. Personalmente mi ha dato davvero tanto sia sul piano didattico che sul piano morale/sociale. Andiamo con ordine:
    Metodologicamente parlando era sempre all'avanguardia con un serie di novità, come l’uso di materiale didattico virtuale, ad esempio, che inseriva anche in corso d'opera durante le varie lezioni, legandole a metodologie più tradizionali (es. studio libro, studio mnemonico ecc..) fornendo così la possibilità a tutti di poter apprendere. Le sue lezioni, così come le verifiche, erano sempre impostate con lo stesso schema di base ma con risultati sempre diversi: talvolta poteva servire a valutarci, talvolta a "captare" la nostra attenzione e talvolta solo a renderci consapevoli di ciò che sapevamo (e non) così da far accrescere la nostra autovalutazione. Forniva sempre gli strumenti adatti per poter affrontare lo studio o la verifica dei vari argomenti in modo chiaro e spesso anche molto (forse troppo) esplicito. Le devo tanto in questo ambito infatti è grazie a lei che ho imparato a prendere appunti in modo efficace e sono riuscito a crearmi, grazie ai suoi mille insegnamenti, un mio metodo di studio indipendente con cui sono andato avanti e sono riuscito a far a meno delle lezioni di vari professori incompetenti incontrati soprattutto nel percorso delle scuole superiori.

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  60. SECONDA PARTE: Era eccezionale nel creare il clima giusto per l’apprendimento grazie alla sua personalità così singolare e a regolare con scioltezza il delicato equilibrio tra insegnate ed alunni usando modi di fare e di dire che sono diventati “storici” ed indelebili per tutti i suoi alunni; ve ne cito alcuni: “Io sono peggio di Hitler e Mussolini messi insieme!”, “Io ti fabbrico vicino al muro!” oppure era solita mettersi fuori dalla finestra dell’aula a fumare con la testa dentro mentre facevamo le verifiche così da poterci guardare tutti quanti contemporaneamente. Insomma aveva dei modi che solo con il senno di poi capisci quanto fossero accuratamente studiati per mettere in soggezione positiva i suoi alunni e motivarli inconsciamente a dare il meglio di loro stessi. Un’altra sua innata dote era quella della “psicologa”: le bastava uno sguardo per capire tutto di ogni suo singolo alunno e sapeva trovare parole e metodi adatti per parlare con ognuno di noi singolarmente. Gran parte delle sue ore le usava per confronti liberi, tra di noi e lei, su problematiche mondiali e della realtà bojanese, consigliandoci sempre in maniera disinteressata; non si svolgevano in ore predefinite, capitavano durante le lezioni in base agli argomenti che venivano spiegati.
    E’ riuscita a creare un vero e proprio gruppo classe di cui ognuno di noi si sentiva partecipe ed importante allo stesso modo, dandoci precisi valori morali a cui ispirarci; in tre anni abbiamo realizzato con lei diversi progetti in ore extra-curriculari e queste esperienze ci hanno permesso di condividere anche ansie e paure con lei, che si è sempre fatta in quattro per noi. Ha lasciato un segno indelebile dentro ognuno dei suoi alunni e infatti anche oggi, a distanza di anni, quando noi della vecchia classe ci rincontriamo la ricordiamo come la migliore insegnante mai avuta. E’ andata in pensione nel 2010 dopo 43 anni di servizio.
    LUIGI CIMMINO I° anno

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  61. Nel mio percorso scolastico, di insegnanti ne ho conosciuti tanti, anche troppi,bravi,meno bravi altri addirittura "inquietanti". Tuttavia,ho avuto il piacere di conoscere un insegnante di letteratura italiana che ho particolarmente ammirato. Essendo molto giovane, conosceva bene le esigenze di noi ragazzi, per questo fin da subito instaurò con noi ,un rapporto educativo fondato sul reciproco rapporto di stima e affetto, diventando così un modello da imitare, in quanto rappresentante una figura con una solida cultura, ferma nei suoi principi, affidabile , modesta, e che si lasciava guidare dalla passione per la sua materia. Preparava lezioni interessanti da permetterci di compiere parte dell'apprendimento direttamente a scuola. A fine lezione, proponeva un gioco in cui fingeva di rispiegare i contenuti bloccandosi sui punti fondamentali e indicando più volte chi di noi dovesse intervenire per continuare la spiegazione. In questo modo, la lezione veniva rispiegata sinteticamente ed egli riusciva a verificare se i contenuti fossero stati appresi correttamente. Inoltre ci aiutava a realizzare le mappe concettuali che utilizzavamo durante le interrogazioni. La cosa che mi ha colpito maggiormente era il modo in cui aiutava ognuno di noi a sviluppare la propria personalità, fornendoci un metodo di studio efficace che mi accompagnerà per tutta la vita.

    Lorenzo D'Ambrosio ,I anno

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  62. Durante il mio percorso scolastico ho incontrato molti insegnanti. Ognuno di loro, nel bene o nel male, mi ha lasciato qualcosa.
    La professoressa di inglese delle scuole medie è senza dubbio quella a cui sono più grata.
    Le sue lezioni sono state sempre convenzionali. Spiegava la grammatica e successivamente ci faceva svolgere degli esercizi, leggeva e traduceva brani o dialoghi e spesso facevamo attività di listening.
    Naturalmente, alla fine delle lezioni, venivano assegnati i compiti a casa. Gli esercizi per casa consistevano prevalentemente nel completare frasi, nel rispondere a delle domande o nel copiare e tradurre brani/dialoghi. e dovevano essere rigorosamente trascritti sul quaderno. Allora non capivo perchè dovessi trascrivere tutti gli esercizi sul quaderno visto che si trovavano già sul libro!Mi pareva una perdita di tempo!
    Ho scoperto di aver imparato molto da lei solo dopo esser arrivata alle scuole superiori.
    Durante gli anni trascorsi alle medie la reputavo troppo rigida e severa, oggi invece, credo che sia stata semplicemente giusta.
    Sara Trivisonno

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  63. La vita è fatta di emozioni, gesti, eventi, persone che segnano il nostro cammino.E sono proprio le persone ad influenzarlo maggiormente, fin dai primi mesi di vita. Ci sono i genitori con il loro amore e poi inizia il percorso di scuola, ed è qui che si vengono a creare importanti legami che ci aiutano a diventare ciò che saremo domani, che formano la nostra mente e la nostra anima. Gli insegnanti svolgono un ruolo fondamentale nella nostra crescita e ricordo con particolare affetto la mia insegnante di matematica delle elementari, la maestra Rosetta. Una donna forte, dolce e spiritosa che mi ha accompagnata per 5 stupendi anni. Lei per me è stata come una seconda mamma, un'amica, una confidente, sempre disponibile (anche la domenica mattina!). Mi ha insegnato il senso della responsabilità e la fiducia negli altri. E cosa più importante di tutte mi ha insegnato a non arrendermi di fronte alle difficoltà, nemmeno davanti la divisione o il problema più complicati. Ricordo soprattutto il suo sorriso incoraggiante e il suo essere sempre attenta ai bisogni di tutti. E' stata l'unica capace di farmi amare la matematica e la ricorderò sempre per la sua grinta e per la sua passione nel trasmettere non solo nozioni e formule, ma sopratutto valori e determinazione, che mi hanno aiutata ad essere ciò che sono oggi.
    Marica Meffe

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  64. Ricordo molto bene il mio professore di storia dell’arte che ho avuto la fortuna di conoscere quando frequentavo le scuole superiori. Come potrebbe essere diversamente! Persona di grande cultura e creatività è stata una figura basilare nel mio percorso di formazione, in un’età complessa com’è quella adolescenziale in cui ciascuno è alla ricerca di un sé ”altro”e autonomo rispetto alle canoniche figure di riferimento e le istanze dell’anima spesso sono inespresse o non comprese dal mondo adulto. Credo che l’influenza che questo insegnante abbia esercitato in questo particolare momento della mia vita sia stato determinante per l’evoluzione successiva. E’ stato un anello di congiunzione essenziale tra due fasi.
    Il suo essere straordinario a mio avviso era dovuto alla capacità, che possedeva, di andare oltre il vincolo istituzionale derivante dal suo ruolo, per scoprire l’individuo nella sua essenza, aiutandolo a capire se stesso e ad esprimersi al meglio…Ognuno di noi era per lui fonte di ricchezza e potenzialità ancora inespressa; non ha mai sottolineato i nostri limiti ma esaltato le capacità di ciascuno. Era geniale nello stimolare l’altrui curiosità, non solo per quel che atteneva la sua disciplina, ma anche le altre con le quali riusciva a creare nessi importanti, aiutandoci ad osservare il mondo e le nostre acquisizioni da sempre nuovi punti di vista. Era evidente, a tutti noi, l’amore la passione e la ricerca continua profusi nella sua pratica didattica che non ha mai ridotto a certo ritualismo alienante…
    Ha lasciato senz’altro un ricordo positivo di se a studenti e colleghi ed un’impronta indelebile nella mia memoria.
    Stefania Bivona

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  65. L'insegnante che ha lasciato in me un ricordo positivo è sicuramente il professore di italiano e latino che ci ha accompagnati negli ultimi tre anni del liceo.Lui era il classico insegnante dall'aria seria, dura, tanto che, il primo giorno che entrò in classe eravamo tutte terrorizzate. Con il tempo però, abbiamo instaurato un bellissimo rapporto. Le sue lezioni non ci sembravano più tanto noiose, riusciva a coinvolgerci così tanto, che persino il latino era diventato un piacere studiarlo. In classe ci spiegava i diversi autori di italiano e latino e subito dopo ci presentava un compito.Prima delle vacanze ci consegnava un elenco con alcuni libri; al rientro abbandonava la sua cattedra e per alcuni minuti eravamo noi al suo posto per presentare il libro scelto. Tutte le nostre attenzioni erano rivolte a lui mentre leggeva,con passione, le poesie dei diversi autori. Molte volte durante le spiegazioni la sua voce si bloccava e, emozionato, ci raccontava alcune storie della sua infanzia. Era l 'unico insegnante in
    grado di capirci, di difenderci in qualsiasi circostanza. Non nascondo però che è stata dura perchè esigeva molto da noi, ma devo ammettere che se ora sono in questa università la maggior parte del merito va a lui.
    Alessia Roselli

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  66. Salve a tutti..! Gli anni del liceo per me sono stati i migliori..in questi cinque anni ho conosciuto persone davvero speciali, ho stretto rapporti veri ed ho legato con alcuni in particolare. Eravamo una classe di 25 ragazzi, per la maggior parte femmine, ognuno proveniente da paesi diversi.. vi erano quattro ragazzi ripetenti ed una disabile. Tra i vari professori che ho avuto l'onore di conoscere nella mia "carriera" scolastica a colpirmi particolarmente è stata la professoressa di lettere Mercuri.. Era una persona adorabile, generosa e buona.. Una donna dall'aspetto dolce, in carne e molto molto solare. Portava gli occhiali e ogni tanto faceva facce strane che ad ognuno di noi veniva da ridere. Sembrava inizialmente sbadata, un pò "pazzerella", ma dietro questo aspetto si nascondeva una persona generosa e di cuore.. La prima volta che entrò in classe, si presentò dicendo: Salve ragazzi, io sono la docente d'italiano che vi accompagnerà fino alla maturità, spero per tutti voi".. dopo aver detto questo tutti noi a fare gesti scaramantici..:) poi pian piano si è rivelata nella sua professionalità e nelle sue competenze.. Amava molto la sua disciplina, trasmetteva a noi la voglia di apprenderla.. Aveva una capacità particolare di attirare la nostra attenzione, di coinvolgere tutti noi nella lezione usando metodi spesso divertenti. Si vedeva che aveva voglia di stare con noi in classe, aveva voglia di trasmettere tutto il fascino della letteratura italiana; Ogni volta si immedesimava negli illustri autori e così facendo coinvolgeva tutti noi.. Ogni lezione era diversa da quella precedente, faceva di tutto per non renderla noiosa. S'accorgeva dalle nostre facce se avevamo o meno voglia di fare lezione, e così cercavamo di spendere quel tempo in attività comunque utili, leggendo un libro, sfogliando un giornale per aprire un dibattito sulle notizie giornaliere che interessano la nostra nazione. Le sue lezioni erano sempre interessanti. Attraverso il suo metodo d'insegnamento agevolava il nostro studio individuale, programmando le interrogazioni e accettando i volontari, o anche nel decidere le date di compiti e test chiedeva sempre a noi quando era meglio e se tutti eravamo presenti. Non nego che i suoi assegni erano molto "abbondanti", ma vi erano occasioni particolari in cui veniva incontro alle nostre esigenze. Ma mettendo da parte la sua attività professionale, era anche molto apprensiva, aperta al dialogo e al confronto,ci stava vicina nei momenti difficili, ci dava consigli e ci aiutava nelle difficoltà. Per me è stata un pò come una mamma, che mi è mancata sin da piccola. C'è stato un periodo in particolare nel corso dell'ultimo anno scolastico che mi ha portato a stare molto male, e la professoressa non mi ha mai abbandonata, mi è stata accanto e mi ha fatto capire dove avevo sbagliato e cosa dovevo cambiare del mio atteggiamento, non mi ha giudicata come altri professori hanno fatto. E' sempre stata apprensiva con noi, quando ci trovava impreparati non stava lì a sgridarci anzi cercava di capire il perché, e se vi era un problema serio di fondo ci aiutava e ci capiva non come altri professori che invece ti prendevano di mira e per te era la fine, non avevi più modo di recuperare per loro restavi sempre "colui che non studia e non s'impegna". E' stata l'unica capace di farmi amare questa materia, soprattutto la divina commedia che io odiavo sin dai tempi delle scuole medie. Per me lei era una docente competente e professionale ma soprattutto "umana", pronta ad offrire l'anima per i suoi alunni. Credo e spero che se un giorno sarò anch'io docente vorrò di sicuro essere come lei. Ancora oggi ci sentiamo tramite Facebook , parliamo del più e del meno e ogni volta sono lì a ripeterle quanto la ammiro e quanto mi manca. E' sempre stata dalla nostra parte e non smetterò mai di ringraziarla.
    Facchiano Filomena I anno

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  67. Tanti sono stati gli anni trascorsi sui banchi di scuola e altrettanti sono stati i maestri e i professori incontrati nel mio lungo percorso formativo..di tutti conservo un qualche ricordo, più o meno positivo, ma è della maestra Claudia che in particolare ho il piacere di parlare..insegnava storia, geografia e studi sociali e ha seguito me e la mia classe dalla terza alla quinta elementare. Sarà forse perché provenivamo dai due anni con il maestro unico, sarà forse anche perché questo maestro unico impartiva non solo lezioni ma anche bacchettate su mani e teste..ma l’arrivo della nuova maestra è stata una vera e propria ventata di novità e, perché no, anche di serenità! E’ chiaro che le conoscenze e la preparazione degli altri maestri non è messa in discussione..io voglio riferirmi più che altro al modo in cui questa maestra interagiva con noi e al suo modo di farci amare le cose che lei faceva e che ci faceva fare. Per esempio, non spiegava gli antichi Egizi, bensì parlava degli antichi Egizi..mi rendo conto che è una banale scelta di termini diversi ma ciò che mi preme sottolineare è che eravamo noi a metterla su un piano superiore rispetto al nostro, perché lei sapeva e per il modo in cui ci trasmetteva, e non era lei a farlo..in altri termini, era abile a far sembrare tutto ciò una scelta e soprattutto una nostra scelta.
    E poi aveva tante abilità che la rendevano una maestra speciale..per esempio, sapeva disegnare benissimo, ed io da allora adoro il disegno! Disegnava e dipingeva qualsiasi cosa, ma soprattutto i volti..a distanza di anni posso dire che le assomigliavano tutti..erano belli, ben fatti ma con lo sguardo triste..perché lei era così..non ci ha fatto mai mancare un sorriso o una risata ma aveva la malinconia negli occhi..Ci insegnava a disegnare e dipingere, ci dimostrava come fare i lavoretti per Natale e i vetri delle finestre delle aule non le dipingeva più il maestro unico, come in passato, in modo impeccabile, le dipingevamo noi..da bambini! E poi ci ha insegnato a ballare..durante l’ora di educazione motoria oltre alle regolari attività sportive ci ha insegnato il tango e altri balli da sala e di gruppo..non tutto a tutti ma a chi voleva, a chi dimostrava interesse o una predisposizione per una cosa piuttosto che per un’altra..io, per esempio, non sono mai stata una campionessa in atletica ma nel mio piccolo ero la più brava a ballare il tango..limitando il discorso alle scuole elementari, sono stata sempre un’ “alunna diligente” ma solo per il tango e per lei mi sono sentita “speciale”!
    Ricordo molto delle altre maestre o degli altri professori nel bene e nel male..ma solo della maestra Claudia ricordo anche il sorriso e il suono della sua risata..questo qualcosa vorrà pure dire!
    Nadia Massafra I anno

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  68. 19 *pulcini* rosa e blu. E’ questa l’immagine dei primi cinque anni di scuola.Forse scene e avvenimenti di quei fantastici anni rimangono indelebili in ognuno di noi e con ciò soprattutto chi ha ci ha guidati in quelle che son le fondamenta della nostra cultura e l’educazione in un contesto sociale.
    Ero li, seduta, forse impaurita, eccitata, ansiosa, un pesce fuor d’acqua; banchi a ferro di cavallo ed io ero posizionata accanto ad un banco con due sedie davanti… Presentazione delle maestre e da li a poco a poco la comparsa di un ragazzo dallo sguardo un po’ severo che dava la mano ad un nostro nuovo compagno, accompagnandolo sino alla sedia posta al mio fianco.Ci guardò, sorrise e disse :” Vi farò compagnia in classe tutte le mattine, sono un aiuto per il vostro compagno e anche per voi qualora la vostra maestra si assenti per motivi vari: ah!Dimenticavo!Ricordate sempre:c’è sempre qualcuno che ha bisogno di noi e noi che chiederemo sempre la mano a qualcuno”. Si sedette anche lui, mi erano vicini, comincia a camminare in un viaggio che esplorava due mondi: il mio con le mie maestre e quello di M. con il maestro di sostegno. Lo osservavo in ogni gesto, aveva quel modo paziente di ascoltare e cercare di estirpare quelle due/tre sillabe da M. che faticava più di noi. Aveva,quel maestro, la capacità di “navigare” su quello scambio giusto di pretendere e ricompensare, saper guardare in quel modo austero ma il secondo dopo gratificare con un sorriso, quel vero sorriso che fa sentire soddisfatto del proprio lavoro se fatto bene.
    Andarono avanti i giorni, mesi , anni cosi; cercavo in classe di completare il lavoro che mi spettava per dar una mano a M. che vedevo sempre più voglioso, attento,felice. La mia osservazione, per quel maestro, era ormai ammirazione. Sognavo di voler prendere le sue sembianze; mi stava trasmettendo indirettamente la figura dell'insegnante come cura.Aveva quella qualità speciale, quella nobiltà d'animo, quel mix perfetto creato dal educare/far crescere/insegnare/ aiutare il prossimo con più difficoltà.
    Silvia Franceschelli I anno

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  69. “Signor maestro”.. è così che voleva essere da tutti chiamato colui che ha caratterizzato 5 anni della mia vita.
    Il mio maestro delle elementari era un distinto uomo di cinquant’anni, sempre elegantemente vestito e con gli occhiali dalla montatura scura.
    Ligio al dovere era il classico maestro “d’una volta” a tutto tondo, per cui i suoi insegnamenti spaziavano dall’educazione musicale alla religione, dall’italiano alla matematica, con un’attenzione particolare, quasi maniacale alla bella calligrafia.
    Ad ogni materia era destinato un quaderno e se all’inizio dell’anno non era abbastanza consistente, non c’era problema, lui stesso avrebbe provveduto ad attaccarne tanti insieme in modo da avere sempre sott’occhi le cose studiate.
    Ad ogni alunno regalava un personale libretto delle preghiere, nonché un piccolo vangelo ed ogni mattina era dedicato del tempo per recitarle e per la santa messa.
    E che dire dei canti popolari e patriottici..Io ricordo ancora benissimo canti come “Bella ciao” e “il Piave” e ogni qualvolta odo le note del “Nabucco” non posso non pensare a quando ero bambina e a quel maestro che tanto desiderava che noi, pur se bambini, in quanto cittadini italiani , conoscessimo canti che hanno caratterizzato momenti particolari della nostra storia e sempre caratterizzeranno il nostro popolo.
    Ma il suo ruolo non si limitava a quello di “trasmettere” ai suoi allievi il sapere in senso lat (didattico,civile, religioso), ma di occuparsi di noi bambini in tutte quelle che potevano essere le nostre necessità o problematiche quotidiane.
    Come non ricordare quel compagno messo disteso sui banchi per un forte mal di denti e il maestro che, dopo aver rovistato nel suo “magico” armadio, dove potevi trovare cose di ogni genere, provvedeva a mettergli le goccine con quell’indimenticabile pipetta con il beccuccio lungo.. O ancora di quella volta che mi mandò dalla bidella a dirle di chiamare immediatamente mia madre; del mio cuore che batteva a mille perché non capivo cosa avessi combinato di così grave da richiedere l’intervento di mia madre; e dello stupore di lei quando il maestro, in mia presenza le disse “Vede signora, sua figlia ha troppi nei, le consiglio di portarla a fare una visita dermatologica!”
    Onestamente non so cosa pensi oggi, da lassù, il mio caro maestro della scuola di oggi!
    Lui di certo non era perfetto e tanti sono gli errori che , pur se involontari, ha commesso; come l’essere particolarmente affettuoso con le bambine e più rigido e severo con i maschietti , spesso puniti con bacchettate e tirate di orecchie; o come la competizione negativa che ci ha inculcato nei confronti dei bambini dell’altra sezione, che assolutamente non dovevano sapere quello che stavamo facendo o vedere i nostri quaderni perché noi dovevamo essere i più preparati!
    Ma di sicuro ce l’ha messa tutta!E il suo non era un semplice lavoro per vivere e “portare a casa la pagnotta”, ma una vera missione, perché i bambini non sono cose, ma persone che tanto più di buono ricevono, quanto più buono daranno e saranno!
    Tania Marinelli I anno

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  70. Dalle Suore (scuola dell'infanzia) all' università, ne ho conosciuti davvero tanti di docenti. Uno è stato però per me il top, il prof. di italiano delle scuole medie. Insegnava le sue materie con passione, tanta passione e non esisteva per lui che un solo alunno restasse indietro rispetto agli altri. Se qualcuno non capiva,rispiegava la lezione in dialetto. Erano dei momenti, delle giornate che tutti insieme trascorrevamo con gioia. Ci dava tanto a lezione, ma pretendeva che altrettanto lui da noi. In tre anni non si è mai assentato dal suo adoratissimo lavoro, veniva a scuola anche influenzato, pur di fare le sue lezioni. Ricordo ancora il giovedì che c'era il rientro con pomeriggio interamente dedicato allo studio della grammatica italiana (devo dire una noia), ma fu solo grazie a lui se alle scuole superiori, nel primo compito di latino che verteva sul corretto uso dei complementi, presi 10. Ero felicissima, non potevo crederci ed entusiasta, all'uscita da scuola corsi subito a casa sua per raccontargli l'accaduto. La risposta del prof fu questa: "Brava, dai sempre il meglio di te in tutto ciò che nella vita farai, nella scuola, nel lavoro, nella famiglia". Avevamo tutti con lui un rapporto speciale! Oggi è una delle poche persone che non smetterò mai di ringraziare.
    Paola Petriella I° anno

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  71. Grazie per i vostri interventi! Putroppo a lezione abbiamo poco tempo per commentarli, ma il colloquio orale partirà proprio da quanto avete scritto qui... A presto!

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