Laura Boella, Empatia, forza preziosa per una società a rischio, in «Vita e Pensiero», XCIV, 2001, n. 4, pp. 119-127
Articolo breve ma interessante: partendo da una definizione dell’empatia - “dispositivo psicologico, arrivato a pieno sviluppo nell’epoca contemporanea, ove dominano l’individualismo e una concezione sofisticata del sé, per rinnovare legami e vincoli partecipativi ogni volta che la specie umana dimentica che l’energia serve per comunicare ma, se la si usa a fini di accumulazione e di sfruttamento, essa distrugge le basi stesse della comunicazione della partecipazione” (p.120) – Boella instaura un legame, che sarebbe da indagare ulteriormente, con i social network: “C’è un altro fenomeno contemporaneo che mette all’ordine del giorno l’empatia: l’estensione ormai planetaria della rete e la conseguente condivisione di informazioni e di spazi sociali come YouTube, Wikipedia, Facebook, Twitter” (p. 122). L’ulteriore sviluppo è dato dalla dimensione educativa: “la scienza dell’empatia ci fa capire quanto sia grave la mancanza quasi completa di un’educazione all’empatia, in famiglia e nelle scuole, così come la sua ignoranza nei campi oggi più a rischio: l’economia e la politica, dove, nella migliore delle ipotesi, viene considerata un supplemento d’anima di cui sono specialiste le donne multitasking, peraltro scarsamente rappresentate” (p. 126).
Pur tenendo ben presenti le obiezioni presentate all’empatia (si veda ad esempio quanto ha scritto Flavia Monceri), una prospettiva da sviluppare potrebbe essere quella di creare esercizi per educare all’empatia, ricorrendo magari in chiave ludica (le ludobiografie?), a risorse digitali e ai social networking e in una dimensione interculturale…
Articolo breve ma interessante: partendo da una definizione dell’empatia - “dispositivo psicologico, arrivato a pieno sviluppo nell’epoca contemporanea, ove dominano l’individualismo e una concezione sofisticata del sé, per rinnovare legami e vincoli partecipativi ogni volta che la specie umana dimentica che l’energia serve per comunicare ma, se la si usa a fini di accumulazione e di sfruttamento, essa distrugge le basi stesse della comunicazione della partecipazione” (p.120) – Boella instaura un legame, che sarebbe da indagare ulteriormente, con i social network: “C’è un altro fenomeno contemporaneo che mette all’ordine del giorno l’empatia: l’estensione ormai planetaria della rete e la conseguente condivisione di informazioni e di spazi sociali come YouTube, Wikipedia, Facebook, Twitter” (p. 122). L’ulteriore sviluppo è dato dalla dimensione educativa: “la scienza dell’empatia ci fa capire quanto sia grave la mancanza quasi completa di un’educazione all’empatia, in famiglia e nelle scuole, così come la sua ignoranza nei campi oggi più a rischio: l’economia e la politica, dove, nella migliore delle ipotesi, viene considerata un supplemento d’anima di cui sono specialiste le donne multitasking, peraltro scarsamente rappresentate” (p. 126).
Pur tenendo ben presenti le obiezioni presentate all’empatia (si veda ad esempio quanto ha scritto Flavia Monceri), una prospettiva da sviluppare potrebbe essere quella di creare esercizi per educare all’empatia, ricorrendo magari in chiave ludica (le ludobiografie?), a risorse digitali e ai social networking e in una dimensione interculturale…