Mario Giacomelli è un fotografo sin troppo noto per dover essere presentato. Me lo ricordo a Senigallia con una gran massa di cappelli bianchi nella tipografia. Ho ritrovato una sua frase in cui mette in parallelo scrittura e fotografia: un bel suggerimento per chi insegna...
"In fondo, fotografare è come scrivere: il paesaggio è pieno di segni, di simboli, di ferite, di cose nascoste. E' un linguaggio sconosciuto che si comincia a leggere, a conoscere nel momento in cui si comincia ad amarlo, a fotografarlo. Così il segno viene ad essere voce: chiarisce a me certe cose, per altri invece rimane una macchia"
(Mario Giacomelli, Storie di terra, CittàStudi, Milano 1992, p. 68)