tag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post5965798607592057336..comments2024-01-06T09:03:58.293-08:00Comments on Una nota a settimana: Raccontare di un insegnanteGiovannihttp://www.blogger.com/profile/08270214851064892864noreply@blogger.comBlogger80125tag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-47630348983187331322016-11-29T06:14:52.538-08:002016-11-29T06:14:52.538-08:00Credo proprio che sia stato lui il mio miglior ins...Credo proprio che sia stato lui il mio miglior insegnante delle scuole elementari, il maestro Michele. Impeccabile dal punto di vista didattico, ci insegnava Italiano, ma riusciva a trasmetterci alla grande anche conoscenze relative alle scienze e in particolar modo alla matematica. In questo modo, senza farcelo notare direttamente, andava a colmare vuoti che sarebbero dovuti essere colmati dai docenti responsabili appunto delle proprie discipline. Riusciva a trasmetterci con la stessa semplicità nozioni semplici e nozioni complesse riuscendo in ogni caso a centrare il suo obiettivo, quello di favorire il nostro apprendimento. Era apertissimo al dialogo, interessato sempre a quello che noi allievi avevamo da raccontare. Grazie a questo suo carattere incredibilmente disponibile riuscivamo a proporgli e a confidargli questioni che lui prendeva con grande naturalezza, ma che in presenza di altri docenti probabilmente sarebbero state fuori luogo e avrebbero suscitato un certo imbarazzo sia dalla nostra parte che da quella dell'insegnante. A metà mattinata, puntualmente, ci faceva divertire con i giochi in cortile e sembrava tenesse al nostro svago più di noi stessi, infatti pensava che fosse il carburante che andasse ad alimentare la nostra attenzione nei riguardi dei suoi insegnamenti. Ci curava ne minimi dettagli e da lui abbiamo appreso non solo lezioni dal punto di vista didattico ma vere e proprie lezioni di di vita. La dimostrazione di tutto ciò mi riguarda personalmente: da piccolo soffrivo continuamente di raffreddore e un giorno, a scuola, durante una lezione del maestro Michele, mi sono accorto che dal mio naso cominciava a colare del sangue. Al che, onde evitare di disturbare la lezione chiesi al mio maestro, che non si era accorto ancora di nulla, il permesso di andare in bagno. Probabilmente lui aveva capito benissimo che io non mi sentissi tanto bene e dopo aver sospeso la lezione di Italiano venne in bagno e con la sua esperienza riuscì dopo qualche secondo a bloccare il sangue che stava fuoriuscendo evitando che evitando che io vivessi una situazione di disagio davanti ai miei compagni di classe. Questo è soltanto uno dei suoi piccoli gesti che mi hanno fatto rendere conto della sua validità non solo come insegnante ma anche come persona.<br />MARIO GIORGIO BUCCIAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-40921870943129219452016-11-25T12:25:18.329-08:002016-11-25T12:25:18.329-08:00La mia esperienza ebbe inizio durante il quarto an...La mia esperienza ebbe inizio durante il quarto anno di scuole superiori quando la mia professoressa di storia venne sostituita dal professor F.F. per i restanti cinque mesi. Non fummo per nulla spaventati dalla notizia, eravamo una classe abbastanza vivace che talvolta prevaricava i professori che non si imponevano.<br />Quando entrò in aula, si presentò ed iniziò a far lezione attirando fin da subito l’attenzione e la partecipazione dell’intera classe. Le sue lezioni somigliavano a degli intensi dibattiti nei quali ognuno poteva intervenire fornendo spunti di riflessione alla classe o addirittura al professore, il quale mostrava un forte interesse nel comprendere le diverse personalità ed intelligenze dei suoi studenti. Gli argomenti, talvolta pesanti, venivano trattati in maniera tale da essere assorbiti ancor prima di aprire i testi a casa.<br />Così d’un tratto anche coloro che non avevano alcun stimolo e motivazione verso lo studio iniziarono ad interessarsi alla materia.<br />Le sue interrogazioni erano dei lunghi colloqui basati soprattutto su ciò che lui amava chiamare “il nocciolo del discorso” che corrispondeva al motivo principale di un dato avvenimento storico il quale molto spesso non si trovava sui testi ma era il frutto di un’attenta riflessione trattata in classe. Per me fu proprio questa la caratteristica che distinse il professore in questione da tutti gli altri, mi colpì questa sua particolare inclinazione verso le nostre riflessioni e strutture mentali, come se si prefiggesse l’obiettivo di farci arrivare ad una meta attraverso il colloquio e la trattazione di argomenti in maniera scettica. <br />Ho deciso di scrivere proprio su questo professore perché non utilizzò particolari tecniche didattiche, non istaurò con noi rapporti personali interessandosi a difficoltà scolastiche e non, ma si basò esclusivamente sulle nostre capacità intellettive e di interazione. Questo metodo ha creato in tutti noi studenti una solida e ancora adesso riconosciuta conoscenza e per questo lo ricordiamo tutti con profonda ammirazione.<br />FELICIA DE CRISTOFAROAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/06736845710902853778noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-29071890190444028492016-11-24T14:04:32.004-08:002016-11-24T14:04:32.004-08:00Nel corso della mia carriera scolastica ho avuto l...Nel corso della mia carriera scolastica ho avuto la fortuna d'incontrare diversi bravi insegnanti, capaci, ognuno a modo suo, di stimolare ed accrescere davvero le mie potenzialità, sia prettamente didattiche e culturali che non.<br />così come, d'altro canto, ho avuto la sfortuna di incontrarne tanti altri che penso non abbiano ben chiaro, ancor oggi, il giusto concetto di insegnamento. ma questo è più che normale, si sa, il positivo ed il negativo viaggiano di pari passo, e l'uno non può escludere l'altro. A modo loro, anche queste figure negative hanno avuto un impatto formativo su di me, forse più incisivo e più forte, ed all'elaborazione della mia visione dell'insegnamento, consapevolmente o non, hanno sicuramente contribuito in modo più diretto e intenso, concedendomi di capire il tipo d'insegnante che non voglio diventare.<br />dovendo scegliere un esempio positivo, però, sembrerà strano, ma in automatico ho pensato subito ad un professore che ho avuto il piacere d'incontrare,non durante la scuola dell'obbligo, ma all'Università. Si tratta del Prof. M.M. di Finanza Aziendale, la materia più complessa, intricata e decisamente la più noiosa da seguire a lezione e pesante da studiare a casa, con la quale abbia mai dovuto aver a che fare. La mia stima per lui nasce proprio da questo presupposto: grazie alla sua passione, al suo spiccato sarcasmo e senso ironico ed alla sua capacità di coinvolgere totalmente chi lo ascolta, è stato in grado di trasformare ore ed ore di lezione, altrimenti le più noiose e pesanti in assoluto, in piacevolissime ed interessantissime ore di totale accrescimento culturale. la cosa che più ho apprezzato di lui è stata la sua capacità di non affrontare un argomento del programma solo come tale, e di fermarsi alla sua mera spiegazione, ma di prenderlo come spunto, come vero e proprio trampolino di lancio, dal quale ci spingeva letteralmente a tuffarci.<br />Tuffarci nella sua capacità di attualizzare ogni argomento trattato con esempi reali, di cronaca o effettivamente tangibili, di applicare davvero alla realtà ed a quello che ci sta accadendo attorno la teoria, che intanto spiegava, e che altrimenti sarebbe rimasta solo tale. la teoria fine a sé stessa è sterile, imparare ad applicarla ed a saperla riconoscere in ciò che accade a noi stessi o al resto del mondo, ed a saperla analizzare ed elaborare con senso critico, è l'unico modo per "onnorarla" davvero e fare in modo che ne sia valsa la pena studiarla.<br />Credo che, fra tante altre,questa sia la cosa principale che il Prof. M.M. cerchi di trasmettere ai suoi allievi ed ammetto che ha rappresentato il talento che più ho apprezzato in lui, oltre alla sua splendida ironia con la quale è capace di condire il tutto, donandogli un gusto di certo più buono! <br />Rosanna GattozziAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/06121748471663501210noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-18798502834257345552016-11-24T12:50:18.199-08:002016-11-24T12:50:18.199-08:00Voglio parlarvi della mia professoressa di Scienze...Voglio parlarvi della mia professoressa di Scienze Umane, colei che mi ha convinto ancor di più ad affrontare il percorso di Scienze della Formazione Primaria. Questa insegnante ci ha seguiti per i cinque anni del liceo,quindi ci ha visti crescere e maturare. La professionalità e la preparazione nella sua materia non sono le uniche caratteristiche che mi hanno colpito di lei ma il suo fare incoraggiante e rassicurante che adottava nel momento in cui mi vedeva in difficoltà. Nelle prove orali non richiedeva la ripetizione mnemonica di ciò che avremmo dovuto studiare ma ci spingeva a fare ragionamenti,ad essere critici e a notare differenze e analogie sui diversi argomenti che avevamo affrontato in precedenza. <br />La lezione era frontale e spesso ci dedicavamo a lavori di gruppo oppure vedevamo dei film che ci avrebbero aiutato a capire maggiormente argomenti che avremmo trattato a lezione successivamente.<br />Il giorno in cui capii realmente che sarei voluta essere una maestra è stato quando abbiamo fatto il tirocinio nella scuola primaria. Esperienza fantastica: abbiamo proposto attività motorie in palestra, disegnato con i bambini e ci siamo create nuovi piccoli amici. La professoressa ha voluto farci testare sul campo quanto appreso nella teoria e farci calare nella realtà facendoci capire com'è complesso e al contempo gratificante il ruolo dell'insegnante. Proprio per questo non dimenticherò mai la professoressa ma soprattutto per il suo credere sempre in me e nelle mie capacità.<br />Lucrezia Marianaccio.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-43569633666132785432016-11-24T12:27:34.247-08:002016-11-24T12:27:34.247-08:00Durante il mio percorso scolastico ho avuto modo d...Durante il mio percorso scolastico ho avuto modo di conoscere diverse maestre e diversi professori e professoresse. Ognuno di loro mi ha dato ed insegnato tanto sia a livello umano che professionale ma in questo post scelgo di ricordare la mia maestra di italiano della scuola elementare: la maestra Silvia. La mia scelta non è fatta a caso ma ha una motivazione ben precisa: molti professori e professoresse del liceo avrebbero meritato che spendessi due righe per loro ma è stata la maestra Silvia che mi ha accolto per prima tra i banchi di scuola e che mi ha trasmesso la passione per lo studio in generale ed il desiderio di scoprire ed imparare sempre cose nuove. Ricordo ancora il primo giorno di scuola quando entrò in classe con il sorriso che poi l’ha sempre contraddistinta. Fu quel sorriso a colpirmi e a farmi sentire a casa in un ambiente per me nuovo e tutto da scoprire. La maestra Silvia era una donna che amava molto il suo lavoro e i suoi bambini. Dal suo modo di insegnare, infatti, traspariva subito l’amore, la passione e la dedizione per il suo lavoro. Sempre attenta alle esigenze di ognuno di noi si dedicava all'insegnamento con tutta se stessa. Aveva una pazienza infinita. Questo non significa che non fosse esigente e che non rimproverasse chi lo meritava. Tutt'altro. Proprio perché metteva l’anima in ogni cosa che faceva voleva che facevamo lo stesso anche noi. Ogni giorno correggeva i compiti di ognuno di noi singolarmente per farci capire se li avevamo fatti bene o male e quando spiegava si accertava sempre che avessimo capito tutti. Organizzava spesso laboratori per svolgere lavori di gruppo e realizzava progetti con le altre classi per favorire l’integrazione e la socializzazione. Amava organizzare gite ed uscite didattiche di ogni tipo, anche una semplice passeggiata nella natura nelle diverse stagioni. Una volta imparato a scrivere, ogni giorno della settimana, dopo la lezione, ci assegnava qualcosa di diverso da fare: dal tema agli esercizi di grammatica, dal riassunto di una lettura all'invenzione di un racconto o di semplici pensierini, dalla poesia alle canzoni, dai lavori individuali ai lavori di gruppo. Una cosa poi mi è rimasta impressa nella mente: il sabato non assegnava mai i compiti per casa perché diceva che il fine settimana era fatto per stare con i genitori. Ecco lei è la maestra che un giorno vorrei diventare.<br />Linda GrossiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-15686540831256716432016-11-24T12:24:22.424-08:002016-11-24T12:24:22.424-08:00Nella vita ognuno di noi,in qualità di studente,si...Nella vita ognuno di noi,in qualità di studente,si confronta con svariate tipologie di insegnanti,nonché relative metodologie e strategie educative,arrivando così a sviluppare,in maniera più o meno consapevole,una propria visione dell’insegnamento. Spesso però poi risulta difficile trovare le parole giuste, o meglio mettere per iscritto ciò di cui si fa esperienza, a maggior ragione se si tratta di elencare gli elementi professionali che possono spingere a scegliere un percorso formativo in Scienze della formazione primaria.Premesso questo, io mi ritengo fortunata per gli insegnanti incontrati nella mia carriera scolastica,a partire dalla scuola primaria.Ma,il professore che più di tutti mi ha segnata è il prof.V.di latino,storia e geografia incontrato alle Superiori.Ho ammirato sin dal primo giorno il suo amore e la sua dedizione per il suo “mestiere”;l’arte di saperlo fare in maniera originale e ogni volta diversa,il suo saper essere “diverso”tra i diversi. Era l’unico ad interessarsi agli alunni,a crearci un rapporto, a preoccuparsi di insegnare l’essenziale senza rincorrere o perdersi dietro formalità.Coinvolgeva tutti,spronando ognuno a fare e dare il meglio,a credere nelle proprie capacità e a mettersi in discussione sempre, nonché a coltivare la voglia di sapere.Nonostante le sue fossero lezioni frontali,riusciva a farci partecipare, uno ad uno,indistintamente.A lui devo il desiderio e la capacità di essere critica,di interrogarmi su tutto e di provare a dare sempre il meglio, facendo mio anche il concetto che a prima vista può sembrare arduo o avulso dalla realtà.Rimanevo incantata quando riusciva a riallacciarsi o collegarsi ad ambiti e materie più svariate ed è lo stesso che ci faceva fare durante le interrogazioni.Le sue, proprio per questo motivo,non erano sempre seguite da voto e quindi anche lo studente meno preparato o sicuro arrivava ad avere voglia di esprimersi e mettersi alla prova.Ho fatto mio,come metodo di studi, proprio il fare collegamenti nonché sviluppare la memoria visiva.Non a cas, il suo esporre i concetti in maniera semplice per poi organizzarli attraverso mappe, ha permesso gradualmente anche alle persone meno capaci di ricordare e incamerare concetti complessi,sviluppando le proprie competenze. Un altro aspetto che voglio ricordare è il suo cercare confronto e continuità con il resto dei prof.,scontrandosi spesso con una realtà all’antica.Grazie a lui mi sono resa conto dell’importanza che assume un insegnante,e soprattutto della RESPONSABILITà che arriva ad avere nei confronti di un alunno, a maggior ragione se quest’ultimo è un bambino. Voglio con questo percorso di studi provare a fare mia questa sfida, sperando un giorno di assolvere al meglio a questa “responsabilità”.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-9237718836011360072016-11-24T09:41:20.419-08:002016-11-24T09:41:20.419-08:00Diventare un’insegnante non era il mio sogno nel c...Diventare un’insegnante non era il mio sogno nel cassetto. Ma le cose possono cambiare. Questa è la mia seconda laurea,infatti sono una biologa ed ho 30 anni. Scelgo di parlare della mia relatrice della tesi magistrale,la prof.Bice. Tutt’ora è parte della mia vita, ci vediamo spesso per una pizza o un caffè. E’una presenza amica e materna,era con me nel giorno del matrimonio e l’ho vista commuoversi quando ha preso tra le braccia mia figlia per la prima volta.<br /> Ha cambiato il mio modo di vedere le cose,mi ha fatto capire cosa volesse dire insegnare,mi ha fatto capire che potrei essere capace di farlo.<br />In un’università grande come quella di Napoli,in cui in genere sei un numero di matricola tra tanti, dove se non hai una certa media i relatori non ti concedono la tesi, lei accoglieva tutti nel suo laboratorio. Ogni tesista aveva il suo progetto di ricerca da portare avanti, ma il fallimento di un esperimento o qualsiasi intoppo era un’occasione per riunire tutto il gruppo di lavoro nel suo ufficio piccolo ed accogliente. Si discuteva di possibili errori ed ognuno diceva la sua. Il problema di uno era il problema di tutti. Tutti all’occorrenza si sentivano coinvolti nel lavoro altrui. E’ stata sempre aperta a qualsiasi pensiero,possibile alternativa o soluzione. Mi sono sempre sentita libera di poter esprimere un parere senza sentirmi giudicata , ricevendo solo critiche costruttive. <br />Non ha mai voluto che ci sedessimo di fronte a lei oltre la cattedra ma accanto. Era riuscita a creare un ambiente familiare, un clima sereno in cui poter lavorare ed imparare.<br />Ho visto la sua passione,la sua dedizione, la sua completa disponibilità verso noi laureandi.<br />Un giorno mi ha chiamata nel suo ufficio e mi ha affidato dei tesisti triennali da seguire. Spaventata per tale responsabilità,non ho esitato ma dentro di me non sapevo se potessi essere all’altezza. Mi sono trovata questi ragazzi davanti,un po’ intimoriti. Ho cercato di metterli a proprio agio e da lì è stato tutto in discesa. Nei mesi successivi mi sono sentita gratificata dal loro entusiasmo,curiosità e volontà. <br />Mi sono sentita dire dalla mia prof che sarei stata un’ottima insegnante e che aveva riposto la sua fiducia nella persona giusta. <br />L’essere diventata madre mi ha poi messa di fronte alla realtà dei più piccoli, ad un entusiasmo continuo e piccoli progressi,tante nuove scoperte e conquiste. Quindi eccomi qui. Ma questa è un’altra storia.<br />Spero un giorno di poter trasmettere la passione che ho visto in lei ai miei alunni e di poter dare loro tutto quello che ho ricevuto io da lei.<br />LUCIA VICEDOMINI<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-65298525957878615512016-11-24T09:32:41.246-08:002016-11-24T09:32:41.246-08:00Per quanto molti sottovalutino la preparazione e l...Per quanto molti sottovalutino la preparazione e l’educazione che comporta il frequentare la scuola, essa è un periodo della nostra vita che ci forma sia moralmente che psicologicamente. Questo processo avviene non solo grazie alle materie studiate ed alla socializzazione con i propri compagni, ma soprattutto attraverso il rapporto che si instaura con i propri insegnanti. Nel corso della mia carriera scolastica, ho avuto modo di conoscere differenti modelli di insegnanti. Ciascuno di essi aveva un suo metodo di approccio: chi era distaccato, chi cercava di mettere un pizzico di passione in quello che faceva, chi era superficiale chi era direttamente l’opposto di quest’ultimo. Ed è proprio da questa differenza che ho capito quanto sia fondamentale il ruolo dell’educatore in un ambiente così vasto. Non è semplice per me scegliere un’insegnante che più mi abbia colpita tra i tanti che ho avuto, poiché ognuno di loro è riuscito a trasmettermi qualcosa di positivo, rendendomi la persona che sono adesso. Tuttavia, nonostante siano passati tanti anni, la mia maestra di italiano delle scuole elementari mi è rimasta nel cuore. Questo perché era completamente diversa dalle altre, sia nel modo di presentarsi che nel modo di fare. Ricordo ancora quando il primo giorno di scuola, dopo aver notato la timidezza negli occhi dei bambini dettata dal timore di un mondo completamente nuovo, prese un piccolo stereo dell’armadietto, vi infilò dentro un CD e fece partire una serie di canzoni per bambini. Dopodiché iniziò a cantare, invitando noi alunni a fare lo stesso, per sciogliere un po’ della tensione che si era creata. Un altro ricordo indelebile fu quando un giorno, dato che l’aula risultava spoglia per le sue pareti completamente bianche, con solo una lavagna posta al centro di una di queste e circondata da alcune cartine geografiche, lei mise sul banco di ognuno di noi un foglio bianco e ci invitò a disegnare qualunque cosa ci passasse per la testa, purché fosse colorata. Alla fine della giornata attaccammo tutti i disegni in quel bianco infinito che ci circondava, rendendo l’aula più colorata e familiare. La cosa che mi colpiva di più però, era il fatto che riuscisse ad alternare senza problemi il gioco allo studio. Impossibile negare la quantità di compiti assegnati per casa, che occupavano la maggior parte del pomeriggio, dal momento che insegnava non soltanto l’ italiano, ma anche la storia e la geografia. In seconda elementare conoscevamo già tutte le coniugazioni di tantissimi verbi e ogni settimana facevamo delle gare per vedere chi sbagliava di meno, con in palio dei cioccolatini al più bravo. Non solo! In quinta elementare ci fece imparare a memoria “’A Livella” di Antonio de Curtis, e riuscì anche ad insegnarci l’analisi logica e del periodo. E’ riuscita addirittura a far diventare la classe un gruppo coeso, facendoci cambiare compagno di banco ogni settimana, per aiutare la nostra socializzazione. Insomma, tra tutti gli insegnanti che io abbia mai avuto lei è stata quella che mi ha maggiormente condizionata. E’ grazie a lei se ho deciso di intraprendere in futuro la carriera di maestra e spero vivamente di diventare, un giorno, incredibile come lei.<br />Ceci Liliana CristinaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-7675197334757860672016-11-23T16:38:58.010-08:002016-11-23T16:38:58.010-08:00Nell'arco della vita si ha la possibilità di i...Nell'arco della vita si ha la possibilità di incontrare molti professori, alcuni di questi si possono anche "conoscere"; poi c'è chi ti dà qualcosa in più, chi ti dà qualcosa in meno, e chi ti rimane dentro per tutta la vita. E' questo il caso della mia insegnante di italiano delle medie, una "signora" tutta d'un pezzo, uno di quegli insegnanti vecchio stampo, all'apparenza rigida e severa, ma con un animo dolce e sensibile. Ha sempre preteso molto da noi alunni, sotto tutti i punti di vista, scolastici e personali, ma forse è proprio per questo che la ricordo con affetto e stima: è stata per me anche un insegnante di vita. Sapeva capire a fondo ogni nostro piccolo problema, ogni nostra incertezza ed era un piacere potersi aprire in disparte con lei e parlare delle problematiche adolescenziali, alle quali aveva sempre un consiglio pronto. All'occorrenza non mancava il rimprovero per quello che aveva visto in villa il giorno prima, all'infuori dell'orario scolastico..si è presa cura di me come una seconda mamma. Anche questo dovrebbe essere un insegnante, sopratutto se della scuola primaria, dove ci sono alunni che devono ancora crescere e formarsi. Bisogna saper conoscere ed adattarsi ad ogni singolo individuo, ognuno è diverso dall'altro e non si può pensare di utilizzare lo stesso metodo di insegnamento con tutti gli alunni di quelle classi.<br />Eleonora AngiolilliAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-31174881513730707942016-11-23T14:00:28.029-08:002016-11-23T14:00:28.029-08:00Quando il prof.Bruni ci ha chiesto di descrivere u...Quando il prof.Bruni ci ha chiesto di descrivere un insegnamento che abbiamo conosciuto nel corso della nostra carriera scolastica ho subito pensato alla mia maestra di matematica della scuola elementare. La maestra era molto particolare nel suo abbigliamento ma al di là dell'aspetto esteriore aveva un gran cuore ed era sempre disponibile con tutti. Aveva un modo di insegnare semplice, chiaro e molto divertente. Le ore in cui c'era lei passavano in fretta e nonostante fossimo una classe molto numerosa regnava sempre l'ordine ciò dovuto al suo continuo coinvolgimento con giochi, canzoni e varie attività che ci stimolavano tanto nell'apprendimento. Tutto era perfetto fino a quando la maestra incominciò a mancare a causa di gravi problemi di salute.Quindi incomonciarono ad alternarsi maestre una diversa dall'altra sia nel modo di insegnare sia nel modo di rapportarsi a noi.Ricordo che erano lezioni frontali ognuno seduto nel proprio banchetto erano lezioni molto noiose, schematiche praticamente le ore non passavano mai. Infatti, tutta la classe aspettava con ansia il suo ritorno e dopo un lungo periodo di attesa ritornó e fu una gran festa.Eravamo tutti entusiasti del suo ritorno ma soprattutto entusiasti di ricominciare le lezioni con lei.<br />Simona Maddalena Simona Maddalenahttps://www.blogger.com/profile/06166660741347705858noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-34101735267349047112016-11-23T13:49:59.565-08:002016-11-23T13:49:59.565-08:00Nel mio percorso scolastico ho avuto l’occasione d...Nel mio percorso scolastico ho avuto l’occasione di incontrare vari tipi di insegnanti, ognuno con delle proprie caratteristiche. Ho conosciuto docenti egocentrici, docenti autoritari che cercavano di imporre con intransigente fermezza le proprie idee e i propri punti di vista, docenti troppo severi o, al contrario, troppo comprensibili. Di insegnanti che parlano con il cuore ai propri alunni ne ho visti ben pochi però io ho avuto la fortuna di incontrarne una in particolare durante il mio percorso alla scuola primaria. Le lezioni con lei si svolgevano in un clima di tranquillità e serenità; ogni giorno disponeva i banchi a ferro di cavallo e ciò garantiva una partecipazione attiva da parte di noi studenti che interagivamo tra di noi ed anche con lo stesso docente che alternava brevi esposizioni a domande o a frasi non completate per richiamare la nostra attenzione. Prima di affrontare un nuovo argomento di studi si accertava che ognuno di noi avesse le idee ben chiare e ci invitava a fare domande qualora ci fossero dei problemi oppure richiamava i punti salienti. Ricordo inoltre che un giorno a settimana era dedicato ai lavori di gruppo, all’interno dei quali ci invitava ad esprimere tutte le nostre doti e i nostri talenti più nascosti. Era una persone dolce e comprensione. Per me non era una semplice insegnante, ma un vero e proprio punto di riferimento. Nonostante siano trascorsi diversi anni siamo ancora in contatto ed è grazie a lei che ho intrapreso tale percorso universitario. Fin da bambina ai miei occhi appariva come una donna forte e lo era, lo era davvero. Grazie a lei ho capito che la scuola e la vita non sono due realtà così separate perché è sui banchi di scuola che ci si prepara alla vita,a una vita che può essere molto crudele. Una famosa frase afferma “un’insegnante ti prende per mano, ti tocca la mente, ti apre il cuore”….niente di più vero!<br />Angelica ZurloAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-58490534637962000712016-11-23T13:17:09.691-08:002016-11-23T13:17:09.691-08:00Nella mia storia di studentessa ho avuto la fortun...Nella mia storia di studentessa ho avuto la fortuna di incontrare e lavorare con una molteplicità di insegnanti che mi hanno portata a capire l’importanza della conoscenza,unica “arma”capace di rendere liberi gli uomini e ad essere quella che oggi sono.Sin dai primi anni di scuola ho sempre cambiato docenti e, a discapito di quanti credono che ciò sia disorientante, per me è stata un ricchezza. Mi ha aiutata a crescere, a capire che non esistono certezze e che tutte le persone che incontriamo lungo il percorso della vita ci lasciano sempre un po’ di se e prendono un po’ di noi. Ripensando alla mia esperienza dunque lo scenario che si prospetta ai miei occhi è piuttosto variegato e per lo più positivo: ricordo ogni singolo volto e nome dei miei insegnanti ognuno dei quali ha avuto un’ importanza fondamentale nella mia vita.Ho scelto di descrivere la mia prima maestra di italiano,colei che mi ha guidata nei miei primi passi alle scuole elementari e che ha dato avvio a questo percorso. Quando ripenso a lei mi appaiono davanti i suoi grandissimi occhi penetranti e le sue parole altrettanto profonde, il suo carisma,la grinta,la determinazione e soprattutto l’amore che metteva nel suo lavoro.Era un vulcano di idee e aveva la capacità di rendere ogni lezione unica e divertente.Per ogni nuova lettera che dovevamo imparare c’era una filastrocca o un gioco per cui dovevamo ricercare le“a” sulle etichette o sui giornali o andare“a caccia ”di “e” in giro per la scuola, insomma non ci si annoiava mai. Ciò che è rimasto, però, più di tutto impresso nella mia mente è stato il suo “progetto lettura” un percorso durato l’intero anno scolastico durante il quale dovevamo ascoltare,scrivere,sceneggiare,illustrare e commentare la storia di “Cipì” e che ha portato in conclusione alla creazione di un libro che conservo ancora gelosamente.Tale percorso, portato avanti in collaborazione con altre insegnanti ,è l’esempio di ciò che credo debba fare un vero insegnante.Educare al valore del racconto tradizionale attraverso la lettura ad alta voce, la narrazione e il teatro,(spesso eravamo chiamati a “metterci in gioco” e sceneggiare il racconto),oltre a sviluppare la curiosità,l’attenzione,l’ascolto,la creatività grafica nonché la cooperazione,il confronto l’opportunità di porre domande e stimolare l’interazione(discutendo e riflettendo su quanto letto). Ma Cipì non era solo questo la sua storia di uccellino diverso dagli altri che nonostante i consigli dei passeri adulti non frena la sua curiosità è la storia di ognuno di noi. La sua indisciplina lo porta a misurarsi con grandi imprese, ad organizzare battaglie e alla fine,diventato padre a sua volta,ad avere una vita piena di esperienze da raccontare ai suoi figli. È un racconto intenso e universale che ha dato ad ognuno di noi l’opportunità di conoscere il mondo come ambiente fisico e sociale,di connettere quanto appreso in classe alla nostra esperienza quotidiana,di riflettere sulla diversità dei personaggi come degli uomini e sull’importanza di tale varietà che deve essere valorizzata, di diventare grandi e sviluppare la nostra personalità.A distanza di tredici anni non posso fare altro che ringraziare le mie maestre per l’esempio di vita che mi hanno dato non solo proponendomi tale testo e progetto, ma mettendosi in gioco con noi e mostrandoci in prima persona cos’è l’amicizia e cosa possa nascere da essa. Credo siano riuscite ad essere veicolo per valori importanti come “essere laboriosi per mantenersi onesti, essere buoni per poter essere amati, aprire bene gli occhi per distinguere il vero dal falso, essere coraggiosi per difendere la libertà” rispettando a pieno le parole di M.Lodi autore del libro. Io non ho sentito l’assenza di continuità perché esse, pur nella loro diversità,erano unite e rese simili dalla loro profonda amicizia e collaborazione che spero un giorno di poter avere con i miei colleghi.Il mio percorso quindi lo devo a loro che mi hanno saputo trasmettere la curiosità e il desiderio di conoscenza e per questo lo dedico a loro! Graziella B.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-4911015060307935472016-11-23T12:41:30.972-08:002016-11-23T12:41:30.972-08:00A partire dalla mia esperienza da studente posso a...A partire dalla mia esperienza da studente posso affermare che non ho mai avuto un’insegnate il quale sia stato capace di lasciare un’impronta che mia abbia spinto a scegliere l’idea di essere un maestro.<br />Vorrei parlare però di un professore mai incontrato personalmente ma che ho conosciuto attraverso tre libri realizzati da lui stesso ed alcuni video online. Egli insegna greco e latino in una scuola superiore di Milano e come accennavo poco fa è anche uno scrittore. Questa persona è riuscita ad arrivare alla mia anima fino a renderla più bella perché mi ha fatto capire meglio chi sono io e che tipo di persona posso essere.<br />Dalla mia osservazione potrei dire che egli sia un docente disponibile all’ascolto dei ragazzi, diretto e chiaro nella comunicazione. Conosce bene i nostri bisogni cognitivi poiché sa come richiamare l’attenzione attraverso alcuni stimoli quali la curiosità, la sollecitazione di argomenti interessanti ai quali dà sempre ottime spiegazioni o per lo meno buone interpretazioni.<br />Per me esprime un modello di insegnante stabile ed è per questo che lo ammiro molto.<br />Michael Di FlorioIl Professorehttps://www.blogger.com/profile/12387232465611312249noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-50030068661015562732016-11-23T12:39:23.961-08:002016-11-23T12:39:23.961-08:00Tra i tanti insegnanti che ho avuto modo di incont...Tra i tanti insegnanti che ho avuto modo di incontrare e conoscere nella mia carriera scolastica, una in particolare è rimasta impressa nella mia mente: la professoressa di Matematica delle scuole superiori. <br />In realtà non sono in grado di spiegare, in via del tutto razionale, il perchè di lei conservi un così bel ricordo, considerato che in età adolescenziale è difficile eseguire una lucida ed imparziale analisi delle persone con cui entri a contatto. <br />Con il passare degli anni, tuttavia, ho maturato la convinzione che la cosa che maggiormente mi ha colpito di lei era il suo modo particolare di confrontarsi con gli alunni, che poteva risultare alquanto "sui generis" se confrontato con le modalità di insegnamento più tradizionali e "amichevoli" adottate dagli altri insegnanti. <br />Estremamente esigente e scrupolosa, caratteristiche queste che, a mio parere, dovrebbero riscontrarsi in tutti i docenti, tuttavia ella si distingueva per la sua particolare capacità di conquistarsi il rispetto dei propri alunni attraverso quella che io ed i miei compagni definivamo simpaticamente "la strategia del terrore". <br />Con tale espressione, infatti, non intendo riferirmi ad un comportamento aggressivo e diseducativo, quanto piuttosto ad un modo di insegnare molto severo ed intransigente, che talvolta poteva risultare quasi autoritario. <br />Non posso nascondere che nei primi tempi ero del tutto condizionata dal peso dei pregiudizi. <br />Era fredda e distaccata nel rapporto con noi alunni, forse anche troppo dura, ma crescendo ho capito che tale atteggiamento serviva solo ed esclusivamente per spronarci e aiutarci a diventare più forti e più caparbi, anche nella vita. <br />Se penso ad un insegnante importante per me penso a lei ed è forse anche merito suo se oggi ho intrapreso questo percorso. Quando, e se un giorno diventerò insegnante, spero di non incutere timore ai miei alunni piuttosto di apparire come una figura rassicurante e su cui poter contare rimanendo sempre una docente scrupolosa e preparata, proprio come lo era lei.<br />Ecco, questo sarebbe un gran bel sogno che diventa realtà!<br />Noemi Tortola<br />Unknownhttps://www.blogger.com/profile/00359010085732456543noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-5168400958374920642016-11-23T12:22:24.891-08:002016-11-23T12:22:24.891-08:00Ripensando alla mia carriera scolastica,sono stati...Ripensando alla mia carriera scolastica,sono stati tanti gli insegnanti che ho avuto modo di conoscere, chi in maniera più dettagliata e profonda e chi meno. Insegnanti che come si dice quando si è bambini "più bravi" e insegnanti "meno bravi". Ho avuto la possibilità di conoscere davvero insegnanti dal cuore d'oro.<br />Una professoressa che ricordo con più affetto e con un sorriso sulle labbra è l'insegnante di Scienze Umane del liceo. Il tempo con lei passava velocemente e in modo sereno e tranquillo. Difficilmente affrontava tematiche noiose, ma se succedeva trovava sempre un modo piacevole senza far pesare la lezione, e riusciva a tenere alta la nostra soglia di attenzione e coinvolgimento. Non aveva un metodo ben preciso. Le piaceva discutere a volte, anche "animatamente" con noi, ascoltare i diversi punti di vista e le nostre idee in seguito a ciò che spiegava. Lavoravamo spesso in gruppo, lasciandoci liberi di organizzare e sviluppare il lavoro. Le piaceva ascoltare da parte nostra approfondimenti su determinate lezoni o anche su semplici concetti e quindi, spesso capitava di dover svolgere ricerche su siti o meglio ancora su diversi libri. Insisteva molto sulla "collaborazione" e nel fare lezioni improntate su dibattiti e discussioni per motivare gli alunni a renderli partecipi il più possibile. Mi piaceva discutere con lei, dall'argomento affrontato durante una lezione a un fatto accaduto e raccontato al telegiornale. <br />Vederla completare il suo lavoro, la sua carriera con noi, è stato triste ma allo stesso tempo emozionante. Era evidente quanta ancora tanta forza, volontà e soprattutto grande motivazione avesse nel continuare ad insegnare nonostante, i suoi lunghi anni di carriera alle spalle. Una professoressa che ha dimostrato tanto di avere a cuore i suoi alunni, che le premeva molto guidarci e ragionare insieme su quelle che poi saranno le nostre scelte future. Una professoressa che ha saputo trasmettere valori umani e professionali. <br />Ho avuto questa grande fortuna di conoscere un'insegnante come lei, di cui ho ancora tanta stima e spero, magari un giorno, di diventare un'insegnante disponibile, affettuosa e giusta, anche capace di riuscire a trasmettere l'amore per quello che faccio e per quello in cui credo.<br />Federica Campopiano.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/10294987249502803025noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-81020641327472255392016-11-23T11:53:05.806-08:002016-11-23T11:53:05.806-08:00Durante il mio percorso scolastico ho avuto la for...Durante il mio percorso scolastico ho avuto la fortuna di incontrare quasi sempre docenti competenti, l'insegnante che più mi è rimasta in mente, forse per il suo essere autoritaria ma allo stesso tempo comprensiva e affettuosa, è la professoressa di italiano della scuola superiore di primo grado. Mi ha insegnato per tre anni italiano e nonostante non sia mai stata la mia materia preferita è riuscita a coinvolgermi e a farmi apprendere tantissime cose; oltre ad essere una persona preparata e competente amava molto il suo lavoro e questo la rendeva una professoressa veramente speciale, cercava sempre di rendere interessanti le sue lezioni con spiegazioni dettagliate e spesso attraverso video ed immagini rendendoci molto partecipi. In particolare ricordo le sue lezioni pomeridiane in cui ci riunivano per lavorare a progetti molto creativi come ad esempio il teatro o semplici cartelloni che poi tenevamo in classe. Era sempre disponobile a darci una mano e quando serviva anche qualche rimprovero o punizione, ceracava sempre di farci fare esercizi e letture in classe cosi che a casa avevamo poco lavoro da svolgere. Ho sempre avuto un bel rapporto con lei, vivendo in un piccolo paese e quindi frequentando la scuola li ho sempre avuto in classe un numero ridotto di compagni e questo ci ha permesso di instaurare uno stretto rapporto con le insegnati, lei riusciva a captare lo stato d'animo di tutti noi e se qualcosa non andava subito se ne accorgeva. Se devo pensare che un giorno mi ritroverò dietro ad una cattedra ad insegnare sicuramente mi torna in mente il suo metodo d'insegnamento, il mio desiderio più grande e quello di riuscire a trasmettere ai miei futuri alunni ciò che lei con tanta passione ed amore ha trasmesso a me. <br />Elisa Moffa Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-32677253127531940752016-11-23T11:16:30.370-08:002016-11-23T11:16:30.370-08:00Quando il professore Bruni ci ha proposto di descr...Quando il professore Bruni ci ha proposto di descrivere uno dei tanti insegnanti che ci ha segnato nel corso della nostra carriera scolastica, senza alcun dubbio mi è balzato subito alla mente lui il professore A.P. di lingua e letteratura francese al liceo. Ricordo molto bene quando entrò per la prima volta in classe. A primo impatto sembrava un uomo autoritario e formale, ma in pochi giorni tra la mia classe (formata solamente da ragazze) e lui si creò subito un piacevolissimo rapporto non solo a livello professionale. Non aveva figli, e forse l’impossibilità di vivere in prima persona il rapporto padre-figlio lo portò ad interessarsi alle nostre problematiche adolescenziali oltre a quelle scolastiche. Aveva sempre il sorriso stampato in faccia, amava il suo lavoro e ad ogni lezione cercava di esprimersi sempre in modo chiaro per rendere le sue lezioni interessanti e coinvolgenti. Durante le interrogazioni era molto esigente, ma questo sue essere cosi pretenzioso era un invito a dare sempre il meglio di noi. Ci stimava molto, e devo dire che la cosa era reciproca. In tutta la scuola ci elogiava come le migliori alunne che avesse mai avuto e proprio per non deluderlo abbiamo cercato di raggiungere sempre ottimi risultati non solo nella sua materia. Purtroppo in terzo liceo il professore A.P. venne sostituito da un altro insegnante, ma nonostante ciò ogni mattina entrava in classe a salutarci e ricordarci che per qualsiasi cosa avremmo potuto contare su di lui. L’anno successivo li venne assegnata nuovamente la nostra classe. Io e le mie compagne realizzammo un cartellone con su scritto “BENTORNATO PROF” e quando il professore lo vide si commosse e con le lacrime agli occhi disse: “Vi confesso che mi siete mancate tanto”. Al termine del liceo il rapporto con il professore A.P. non è cambiato anzi si è rafforzato ancora di più. Se oggi mi chiedessero che tipo di insegnante vorresti essere al termine dei tuoi studi risponderei che è lui l’insegnante che vorrei essere. Un insegnante che non si limitava a trasmettere nozioni e saperi,ma che impartiva lezioni di vita e che incoraggiava tutte noi a non fermarci mai alle prime difficoltà, ma ad impegnarci affinché i nostri sogni diventassero realtà.<br />Fabiana Di Re<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-53472371526882019582016-11-23T11:00:47.038-08:002016-11-23T11:00:47.038-08:00Un'insegnante che ricorderò sempre è sicuramen...Un'insegnante che ricorderò sempre è sicuramente la mia maestra di italiano delle elementari. Il mio sogno è sempre stato quello di fare la maestra, già nel periodo della scuola dell'infanzia, ma dal momento esatto in cui incontrai lei, non ho più avuto dubbi. Il mio percorso doveva essere questo. La mia maestra mi affascinava innanzitutto come persona , come donna, sempre solare, sorridente , tanto profumata che ricordo anche in questo momento il suo profumo. Per me era un punto di riferimento, ma lo è ancor di più adesso che ho intrapreso questi studi. Di lei ricordo perfettamente il modo che aveva nell'interagire con noi bambini, riusciva a catturare la nostra attenzione in tutte le circostanze. Ogni volta che spiegava un nuovo argomento, cercava il più possibile di far capire tutto a tutti, facendo esempi, mimando conversazioni, riproducendo i versi degli animali, ed era disposta a fare 26 esempi diversi, uno per ogni bambino, pur di fare capire il concetto a tutti noi. È grazie a lei, infatti, che non temo per niente la lingua italiana e le sue regole grammaticali. Nonostante io adorassi questa insegnante, in fondo, l'ho sempre anche un po temuta. Sapevo che nel momento in cui non avessi rispettato un compito o un ordine, si sarebbe molto arrabbiata. Non amava le classiche lezioni frontali, cercava di coinvolgerci ogni giorno con attività nuove, infatti proprio grazie a lei abbiamo fatto numerose uscite didattiche per scoprire come si producesse il latte, il vino, la coca cola e il pane. Ogni giorno noi bambini avevamo la voglia, eravamo super-motivati ad apprendere cose nuove. Oltre a questo riusciva a capire perfettamente gli stati d'animo di ognuno di noi alunni, cercando sempre, nel caso in cui un alunno fosse triste, di consolarlo e far dimenticare la tristezza. Ricordo ancora perfettamente come riuscì a "prendere" un mio compagno iperattivo. Il mio compagno faceva molta fatica a concentrarsi durante le spiegazioni, e tendeva sempre ad essere "chiacchierone " o passeggiare tra i banchi. La mia maestra con estrema delicatezza riuscì a capire il punto debole del mio compagno: il suo punto debole era da musica. Da quel momento in poi, al mio compagno venivano sempre affidati compiti che richiamassero la sua passioni, ad esempio, nelle recite scolastiche, lui era il coordinatore dei suoni. La mia maestra è per me un esempio perché non ho un ricordo brutto di lei. La sua delicatezza, ma allo stesso tempo durezza, mi convincono sempre di più a concludere il mio percorso ed , in particolare, ad avvicinarmi al mondo della disabilità. La cosa, più di ogni altra, cercherò di "far mia", è sicuramente la sua capacità di capire i bambini e come aiutarli nel loro percorso scolastico.Ilaria mastrangelonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-58148333322137868822016-11-23T10:32:12.663-08:002016-11-23T10:32:12.663-08:00Cosa vorresti fare da grande? Tante sono le volte ...Cosa vorresti fare da grande? Tante sono le volte che ho sentito rivolgermi questa domanda. Ricordo che la mia risposta è sempre stata la stessa:la maestra. Credo che un po' la mia strada,io l'avessi decisa già allora,tra i banchi della mia IV-V C alle elementari,quando osservando tutti gli altri bambini sognare di essere astronauti,marinai, calciatori e le bambine tutte ballerine. Io sognavo,invece, di diventare un giorno proprio come le mie maestre. Mi affascinava tutto quello che sapevano e il modo in cui riuscivano a traslocarlo in noi bambini. Ad una in particolare però devo l' inizio di questo amore:la mia insegnante di italiano e storia delle elementari. Allora io non potevo valutare,ne posso ancora oggi del tutto,se ella fosse una maestra competente,potevo solo capire quanto si impegnasse per renderci allievi bravi e ricchi di conoscenza. Amavo il suo modo d'insegnare,tutte le sue strategie,che adottava, per farci apprendere ogni conoscenza di base, la passione che ci metteva. Era severa ma allo stesso tempo dolce. Nella nostra classe c'erano dei comportamenti di buon educazione da rispettare che non ci erano stati imposti dalla maestra come un dittatore al suo stato. Ci era stata chiesta la più totale partecipazione nella stesura del codice di buon educazione.Ognuno a rotazione con la "manina alzata" poteva suggerirne uno. Le sue lezioni frontali non erano a senso unico, ne noiose. La passività degli allievi non era prevista. Voleva che tutti partecipassimo alle sue lezioni con domande di chiarimento, con osservazioni e nuove proposte. Si preoccupava che i più vivaci non soffocassero la minoranza di bimbi timidi,come me, che avevano sempre il timore di sbagliare. La nostra aula non aveva una fissa disposizione di banchi,che cambiava in base alle attività che si dovevano svolgere. I nostri quadernoni erano ricchi di regolette di grammatica che lei accuratamente ci dettava e spiegava con molti esempi alla lavagna affinché fosse ben chiara a tutti. A ogni nuovo argomento spiegato seguivano molteplici esercizi in aula e a casa, in modo che l'argomento fosse ben meccanizzato e una verifica finale. Il suo metodo d'insegnamento non prevedeva solo lezioni in aula ma anche uscite didattiche per i luoghi del nostro paese, nel giardino della scuola, teatri e altri luoghi che avrebbero facilitato il nostro apprendimento,perché per raccontare e descrivere lei diceva sempre che bisognava osservare attentamente ciò di cui si sarebbe trattato. Fare un testo non era un semplice gettare li delle idee su un foglio bianco. Si serviva delle mappe per farci capire come scrivere adeguatamente un testo. Ogni nostro testo doveva così essere preceduto da una mappa in cui noi ,inizialmente sotto la sua guida poi in autonomia, tutto ciò che si doveva scrivere sull'argomento centrale in modo ordinato e logico. Ogni occasione, festività era occasione per mettere alla prova le nostre abilità di scrittori. La lettura era elemento fisso delle nostre lezioni. Per stimolare la nostra motivazioni alla lettura fu creata una biblioteca di classe e organizzate gare affinché tutti migliorassero. Alla lettura di un testo seguiva spesso l' individualizzazione delle parole chiavi,riassunti e un disegno che interpretasse il racconto. Seppe ben utilizzare le grandi funzioni delle immagini capaci di attirare l'attenzione di noi bambini più di qualsiasi parola. Nei laboratori di informatica ci erano mostrati con le immagini in movimento i diversi fenomeni atmosferici,le stelle,l'evoluzione dell'uomo. Tutto veniva imparato con facilità e difficilmente dimenticato. Grazie a lei ho acquisito basi forti che mi hanno permesso di costruire un bagaglio culturale ben saldo. Spero in giorno di traslocare, tutto ciò che i miei insegnanti hanno dato a me,ai miei futuri allievi,compreso l'amore per il sapere,con la consapevolezza che noi abbiamo la grande responsabilità di formare non semplicemente allievi ma anche futuri cittadini. Angela CellamareAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-173537096201544352016-11-23T10:23:58.480-08:002016-11-23T10:23:58.480-08:00Durante il mio percorso di studi ho avuto modo di ...Durante il mio percorso di studi ho avuto modo di incontrare e conoscere una varietà di insegnanti a partire dalle maestre delle scuole elementari fino ai professori/professoresse delle scuole superiori. Ognuno/a di essi/e mi ha trasmesso qualcosa di positivo che mi ha aiutato in questo percorso formativo, ma di certo ce n’è stata una che non potrò mai dimenticare : è la mia prof d’italiano delle scuole medie. È un po’ difficile descriverla perché racchiudeva , in una sola persona , tante qualità con diverse personalità; era come se avesse tante maschere , ma nel senso più positivo che ci possa essere, e lei le utilizzava a seconda delle situazioni. Era severa al punto giusto ed esigente soprattutto nei confronti di ragazzi che come me potevano dare il massimo di se stessi e lei con il suo modo di fare riusciva sempre a tirar fuori il meglio di ogni ragazzo. Poi era dolce ed affettuosa quando ci vedeva un po’ timorosi e spaventati per le interrogazioni. Era molto materna quando percepiva che qualcuno di noi aveva un problema, magari anche familiare. Era un’amica quando capiva che cominciavamo ad avere i problemi preadolescenziali , era imparziale con tutti; insomma era l’insegnante giusta per ogni situazione. Ci ha amati così come eravamo , con i nostri pregi e i nostri difetti. Non dimenticherò mai la chiusura del percorso triennale delle scuole medie quando lei in classe ci lesse una lettera e noi scoppiammo in lacrime… lacrime di gioia e di tristezza allo stesso tempo, non volevo lasciare la classe ,non volevo lasciare lei. Le sarò grata di tutto e se ho scelto questa facoltà forse è stato anche merito suo!<br />Perrone ChiaraAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-8544171504028935092016-11-23T10:05:01.882-08:002016-11-23T10:05:01.882-08:00Nella mia carriera scolastica, ho incontrato molti...Nella mia carriera scolastica, ho incontrato molti insegnanti molto diversi tra loro; l'insegnante di cui voglio parlare è la mia professoressa di italiano. Ho un ottimo ricordo di quest'insegnante perché la sua "specialità" era quella di coinvolgere l'intera classe, anche gli alunni meno interessati, alla lezione; questa professoressa la si poteva riconoscere già dal suo profumo molto particolare che ricordava proprio il profumo dei libri, era sempre vestita con abiti molto eleganti e curava molto il suo aspetto fisico, nonostante non fosse giovanissima. Quando spiegava, era capace di attirare l'attenzione di un'intera classe semplicemente cambiando il tono della sua voce. Gli studenti che non avevano molta voglia di studiare o che non capivano molto bene gli argomenti erano agevolati, perché lei organizzava dei gruppi di studio pomeridiani, quando non era possibile anche durante le ore di lezione, durante i quali gli alunni che avevano capito, aiutavano quelli che avevano qualche difficoltà e nel caso in cui nessuno avesse capito l'argomento, lei era sempre pronta a rispiegarlo. In questo modo ha insegnato la lingua italiana a tutta la mia classe, facendoci appassionare anche alle cose più difficili o noiose. Inoltre questa professoressa era sempre pronta a parlare e discutere con noi, anche di problemi non attinenti alla scuola; era come una seconda mamma, capace di ascoltare e di dare consigli di vita ed era sempre pronta a schierarsi dalla parte degli alunni se questi avevano ragione, mettendosi anche contro gli altri professori. Questa professoressa aveva molto a cuore la sua materia e sapeva come insegnarla, semplificando le cose più complesse e facendo diventare "divertenti" quelle più noiose. Credo che ricorderò per sempre questa donna perché forse è proprio prendendo spunto da lei che ho fatto la mia scelta e spero, un giorno, di essere brava quanto lei ad insegnare.<br />Tiziana ChiariziaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-66652018956046411342016-11-23T09:02:11.801-08:002016-11-23T09:02:11.801-08:00Forse, il mio sarà il racconto più particolare per...Forse, il mio sarà il racconto più particolare perché parlerò della mia mamma. Lei non è una semplice mamma ma è anche una maestra. Vivo in un piccolo paesino, dove ho frequentato la scuola primaria, con un’unica pluriclasse. Mia mamma in questo periodo c’è stata sempre, ad eccezione dei primi due anni in cui l’unica materia che mi insegnava era la matematica. Tutti mi chiedono come abbia potuto fare a dividere il ruolo di mamma e maestra: io a scuola la vedevo come la maestra e a casa come mamma. A scuola non ero sola e sapevo bene che dovevo imparare e ascoltare, ma per lei tutti gli alunni erano come “figli” da crescere e educare. Al contrario di come si può pensare, non ero facilitata, anzi a volte, quando avevo bisogno d’aiuto, non mi sentivo molto considerata. Infatti io sono mancina ed in diverse situazioni ero in difficoltà: ad esempio nello scrivere, nell’essere ordinata ed organizzata. In questi momenti avrei voluto maggiore attenzione dalla “maestra”, ma non sempre era così.. Cosi mi capitava di invidiare i miei compagni, a volte diventavo anche “scontrosa” con loro perché pensavo che venissero considerati di più. Ma in fondo non mi sono mai sentita esclusa anzi …<br />Le lezioni con lei erano piacevoli: c’erano momenti in cui si spiegava ed altri invece in cui ci divertivamo a fare attività come giochi, laboratori, recite... Una cosa in particolare, che ricorderò sempre, è il metodo usato nella storia e nella geografia: per noi il libro era solo fatto per leggere, poi tutto veniva scritto sul quaderno con schemi o riassunti, punti chiave o mappe concettuali. Ricordo bene che, a storia, per lo studio dei vari popoli, descrivevamo l’economia, disegnavamo le abitazioni e per capire la posizione geografica del territorio facevamo una piccola cartina. Invece a geografia per ogni regione scrivevamo la storia, i settori sviluppati, le curiosità, le città importanti; disegnavamo una cartina per capire i confini, per imparare i punti cardinali e per saperci orientare al di fuori della scuola. Il riassumere tutto in schemi è stato un metodo molto efficace per me, che negli anni ho continuato ad usare e lo ritengo molto semplice per memorizzare dei concetti. <br />Un elemento fondamentale della nostra giornata era il disegno, finalizzato a tanti obiettivi. Era utilizzato come rappresentazione grafica di esperienze vissute, come illustrazione di una lettura, di una poesia o di un nostro testo, ma anche semplicemente come attività per stimolare la nostra fantasia. Questo serviva a far sviluppare sia la manualità, sia la creatività, ma in questi momenti si creava tra di noi anche un grande clima di solidarietà: ci aiutavamo l’uno con l’altro per mostrare che ci stavamo impegnando al massimo. <br />L’attività che odiavo di più arrivava il venerdì alle prime ore: scrivere la poesia (che poteva adattarsi alle feste, alle stagioni o di autori importanti) e impararla a memoria nel fine settimana. Non ero e, non lo sono neanche adesso, brava a studiare a memoria! Infatti, il fine settimana, a casa, piangevo ma dovevo impararla per forza ed alla fine ce la facevo sempre. Anche questo esercizio mi ha aiutato perchè ho sviluppato una buona memoria visiva, infatti, ora, ciò che vedo riesco a memorizzarlo in modo molto veloce.<br />Attività ed esercizi che per una bambina ingenua erano difficili e faticosi ma solo oggi mi accorgo di quanto siano stati utili e importanti per la mia formazione e per avere un metodo di studio giusto ed efficace. Per questo voglio ringraziare la mia mamma e maestra che con la sua passione e il suo amore mi ha insegnato molte cose: conoscenze, abilità ma , più di tutto come vivere il rapporto con la classe al fine di insegnargli qualcosa e lasciare in loro un segno. <br />Marilisa Di Ciano<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-51299004722682682712016-11-22T20:01:33.715-08:002016-11-22T20:01:33.715-08:00Probabilmente ricordo tutti gli insegnanti che ho ...Probabilmente ricordo tutti gli insegnanti che ho avuto, a partire dall'asilo fino a questo momento. Ovviamente ne detestavo la maggior parte, come spesso accade, ma alcuni di loro sono stati importanti per me, in senso positivo. Ma solo uno di loro ricordo con grandissimo piacere, perché è l’unico che ha influito sul mio modo di ragionare, di vedere le cose. È stato il mio insegnante di letteratura italiana durante il 3° e il 4° anno di liceo. Spesso la mia prima impressione sui nuovi insegnanti era negativa, e lui non è stato un’eccezione: quando è entrato in classe e si è presentato, mi è sembrato un insegnante normale, come tutti gli altri (io odio la normalità). Ma a partire dalla lezione successiva, mi sono dovuto ricredere. Aveva una mentalità molto aperta,e questo io lo riconosco a pochissime persone. Per esempio, prima di ogni lezione, chiedeva: “come state?” e poi ascoltava le riposte di chiunque ne volesse parlare, e in questo modo creava una relazione, quasi un’amicizia che non avesse niente a che fare con la scuola. Durante la lezione faceva tanti esempi per farci capire i concetti, esempi riferiti alla vita di tutti. E questo metodo funzionava alla grande, soprattutto con me. Principalmente è questo che ha influenzato il mio modo di vedere le cose: ogni mio pensiero, tutto quello che succede a me o intorno a me, lo paragono a qualcosa. Creo centinaia di metafore al giorno, e mi piace ragionare così. Questo riguarda anche il mio metodo di apprendimento: mi accorgo di aver capito cosa sto studiando, solo se lo paragono a qualcosa. Se non riesco a fare un paragone so di non aver studiato bene. Sapeva gestire anche situazioni più complicate: nella nostra classe c’era una ragazza molto ansiosa, che balbettava tantissimo a causa della sua ansia. Non potete immaginare quanti insegnanti le abbassavano il voto per questo oppure, a volte, la mandavano direttamente a posto senza aver completato l’interrogazione. Invece lui continuava ad ascoltarla, anche se aveva capito cosa stava per dire le permetteva di finire la frase; e durante le interrogazioni,faceva veramente di tutto per far scendere la tensione. Ad esempio, poneva le domande in tanti modi diversi per farci capire cosa ci stava chiedendo. Vi garantisco che io grazie a questo tipo di interrogazione ho imparato delle cose che non avevo studiato, le ho imparate così. Per questo motivo, se riuscirò a diventare un insegnante, questa sarà la caratteristica principale delle mie interrogazioni. I dialoghi che si creavano prima della lezione, si creavano anche durante la lezione, e anche durante l’interrogazione. E in tutto questo, è sempre riuscito a seguire il programma, abbiamo affrontato tutti gli argomenti da affrontare, durante le interrogazioni riusciva comunque a chiedere tutto quello che bisognava studiare. Ricordo che una volta mi ha anche detto “bastardo”, ovviamente in un clima amichevole e in un modo altrettanto amichevole. Le ore di scuola con lui erano sempre le più piacevoli per tutti. Tutte queste belle parole non sono causate dal fatto che mettesse voti alti; in effetti, io ho preso tanti voti insufficienti da lui, ma quando accadeva sapevo che era giusto così. Ci faceva anche autovalutare, ma spesso gli studenti non sono obiettivi in questo. Anzi, lui è stato l’unico mio insegnante che ogni tanto otteneva qualche risposta onesta. Ovviamente non era perfetto, aveva anche dei difetti, per esempio era permaloso. Ma del resto, a volte i difetti rendono le persone più interessanti. Comunque questo professore è una delle pochissime persone che ho conosciuto che sia andato oltre la banalità creata dagli altri insegnanti e dalle altre persone in generale. Riusciva a rendere tutto più interessante. <br /><br /><br /> Manuel Panicciari<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-26543171961418666272016-11-22T15:39:49.893-08:002016-11-22T15:39:49.893-08:00Se dovessi parlare di un insegnate che ha lasciato...Se dovessi parlare di un insegnate che ha lasciato un segno profondo dentro di me, di sicuro parlerei del mio tanto amato professore di latino e di greco che ho avuto durante i primi due anni di Liceo Classico.<br />Nel corso degli anni, a partire dalla scuola dell'infanzia, fino ad arrivare alla scuola superiore, ci sono sempre stati moltissimi insegnanti pronti a guidarmi nella mia carriera di studentessa e ognuno di essi è sempre stato caratterizzato da qualità e da difetti che ho apprezzato e a volte anche odiato, ma nessuno tra loro è riuscito a rimanere così impresso nella mia mente come lui.<br />Prima di iniziare il liceo, giravano voci non molto belle su questo professore: c'era chi affermava che fosse un pazzo, una persona fuori dal normale, capace di far venire addirittura le crisi epilettiche ad alcune studentesse. <br />A forza di sentire pareri di genitori e di ex alunni del classico, arrivai persino alla conclusione che, forse, sarebbe stato meglio per me cambiare scuola.<br /> Dopotutto, sarei stata ancora in tempo a farlo, visto che mancavano pochi giorni al suo inizio.<br />Parlai di questa decisione con mia madre e, sebbene anche lei fosse rimasta un po' sconvolta da tutti i racconti sentiti, mi consigliò di iniziare il nuovo anno scolastico in quel liceo, spronandomi proprio con queste parole "Non devi dare ascolto a ciò che gli altri dicono. Ognuno racconta la propria versione dei fatti e, fino a quando tu non conoscerai questa persona, non potrai giudicarla."<br /> Queste furono le parole che mi fecero andare avanti e senza le quali non avrei avuto la fortuna di conoscere la meravigliosa persona che era quel tanto temuto professore di cui tutti parlavano male.<br />Alla fine mia madre aveva avuto ragione.<br />Il professore, in realtà, non era "cattivo",faceva il suo lavoro nella massima serietà e con tanta passione, al contrario di molti altri.<br />Durante le sue ore di lezione, mi risultava difficile non poterlo ascoltare. Riusciva attraverso i suoi discorsi, la sua cultura e la sua ricchezza lessicale a catturare l'attenzione di tutti i presenti in aula, tant'è vero che ogni qual volta tornavo a casa, non avevo bisogno di studiare le pagine assegnate del libro, mi bastava semplicemente ripetere dai suoi appunti per riuscire ad assemblare meglio i concetti già memorizzati in classe.<br />Ogni sua lezione, ha arricchito man mano il mio bagaglio di conoscenze, non solo nel campo delle materie da lui insegnate, ma anche di quelle trattate da altri insegnanti.<br />Altra caratteristica importate che non dimenticherò mai, è l'assenza di favoritismi verso gli studenti. Durante le interrogazioni e i compiti in classe, il professore è sempre stato capace di valutare me e i miei amici in maniera giusta, senza regalare o togliere qualche voto in base alla simpatia/antipatia nei confronti di ciascuno di noi. Insomma, il prof. aveva in realtà, non dei difetti, ma le migliori qualità che un bravo insegnante possa avere, qualità che non sono state apprezzate da tutti quegli studenti e genitori che guardano alla scuola non come un'opportunità di duro lavoro e sacrificio per migliorare se stessi, ma un'istituzione che debba certificare loro titoli senza alcun impegno.<br />Nonostante siano passati ormai alcuni anni da quando il "MIO PROFESSORE" è andato in pensione, la stima nei suoi confronti continua ad esserci ancora adesso, perché sono sempre più convinta che persone come lui andrebbero davvero valorizzate e non criticate!<br />Anna SpinelliAnna Spinellihttps://www.blogger.com/profile/03877314826214227451noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1322732532639860245.post-54069959209937239842016-11-22T15:04:54.979-08:002016-11-22T15:04:54.979-08:00Martina Di RadoMartina Di RadoAnonymousnoreply@blogger.com